Come scrivono gli Elfi. Manuale di calligrafia Tengwar

Eterea Edizioni ha pubblicato “Come Scrivevano gli Elfi. Manuale di calligrafia Tengwar” di Roberto Fontana, un saggio che esplora il tema della scrittura elfica inventata da J.R.R. Tolkien nei suoi romanzi. Fontana, saggista e calligrafo, è un membro a pieno titolo dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani e ha un background artistico infallibile.

«Alla base c’è l’invenzione delle lingue. Le storie sono state scritte per fornire un mondo alle lingue, e non il contrario.»

J.R.R. Tolkien, Lettere, lettera n. 165

Il libro affronta l’importanza delle lingue, in particolare quelle elfiche, per Tolkien, sottolineando come furono proprio le lingue a motivarlo nella creazione del suo immenso Legendarium, da cui nacque in seguito “Il Signore degli Anelli“. L’autore spiega che le lingue elfiche sono uno degli aspetti più affascinanti dell’universo di Tolkien, con i loro segni chiamati tengwar che compongono un alfabeto intricato e melodico.

Ma come si usano e si scrivono queste lingue elfiche?

Come si leggono i tengwar? Fontana risponde a tutte queste domande nel suo manuale completo, che include anche una sezione sulla calligrafia elfica.

La fantasia inesauribile di Tolkien ha prodotto non solo saghe di successo come “Il Signore degli Anelli” e “Lo Hobbit“, ma anche numerosi linguaggi completi di lessico, grammatica e sintassi. Inoltre, Tolkien ha creato alfabeti propri per queste lingue, con le rune ed i tengwar che danno vita alle loro scritture specifiche.

Il saggio di Fontana, come afferma il giornalista, offre una panoramica sulle lingue di Arda, l‘ambientazione del legendarium tolkieniano, e si addentra nel mondo degli alfabeti Tengwar e dei sistemi di scrittura elfici, che seguono regole evolutive nel corso dei millenni della storia dei personaggi dei romanzi di Tolkien. Il libro propone anche tecniche calligrafiche per migliorare la resa artistica della scrittura Tengwar. Infine, l’autore ha creato un gadget avvincente per tutte le età e le capacità: un kit per montare l’Unico Anello con l’iscrizione in tre stili differenti.

Roberto Fontana, autore apprezzato di generi fantasy in Italia e all’estero, è anche un calligrafo esperto delle lingue e delle calligrafie della Terra di Mezzo. Ha già pubblicato altri saggi sul mondo di Tolkien, tra cui “Guida per viaggiatori nella Terra di Mezzo” ed è socio dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani. Fontana ha inoltre tradotto diverse opere tolkieniane ed è autore di racconti fantasy e di una saga delle “Guerriere Drago”. Con una laurea in ingegneria nucleare, l’autore mette ora al centro della sua vita la scrittura e la ricerca calligrafica.

A Più Libri Più Liberi 2023, Arthuan Rebis presenta Helughèa – storia di una stella Foglia

A Più Libri Più Liberi, il prossimo 7 e 8 dicembre 2023 , Arthuan Rebis sarà ospite presso lo stand di Eterea Edizioni  – B70 per presentare il suo ultimo lavoro musicale e letterario: “Helughèa – storia di una stella Foglia”: un viaggio musicale nei Boschi Sacri, tra miti, simboli e linguaggi misterici; un omaggio a tutti gli esseri invisibili che dimorano nelle sacre foreste, a tutte le latitudini spirituali. Arthuan Rebis, studioso di tradizioni spirituali d’Oriente e d’Occidente, traduce in simultanea gli insegnamenti del Lama tibetano Lodro Tulku Rinpoche. È direttore artistico di eventi quali “Apua, festa celtica e dionisiaca delle Alpi Apuane”.

ARTHUAN REBIS - Heluanan (Official) - Canti di Helughèa -

Arthuan Rebis, nome d’arte di Alessandro Arturo Cucurnia, è nato a Pietrasanta ma risiede a Luni ed è compositore e concertista internazionale, dottore in Musica all’università di Pisa, musicista polistrumentista.

Tra gli strumenti da lui suonati: arpa celtica, chitarra, flauti, cornamuse, nyckelharpa, santur, esraj, percussioni, tastiere e anche la sua stessa voce, che modula nel canto armonico. La sua formazione musicale lo ha portato a stilemi musicali che spaziano dal folk nordico e celtico alle tradizioni orientali, dalla musica arcaica a quella medievale, fino all’ampio spettro del folk moderno e contaminato.

Dal 2016 ha realizzato 4 album solisti, che vedono ospiti internazionali come Glen Velez, Paul Roland, Paolo Tofani (lo storico chitarrista degli Area), Vincenzo Zitello, Mia Guldhammer. Dal 2011 ha pubblicato altri 5 album con le sue band In Vino Veritas e The Magic Door (con la regista Giada Colagrande).

Nel corso degli anni ha collezionato un migliaio di concerti in 15 nazioni, presso i più importanti festival di musica folk, celtica, medievale, alternative, pagan, fantasy, nelle piazze, nei clubs, nei teatri, o ad eventi come il Napoli Teatro Festival o il Taormina Film Festival.

Nel 2013 ha pubblicato il saggio “Musica e Sapienza. Antiche tradizioni musicali e spiritualità” (Agorà & Co.), nel 2023 il suo primo romanzo “Helughèa. Il Racconto di una Stella Foglia” (Eterea Edizioni) un fantasy eco-spirituale, un romanzo ricco di suggestioni che rielaborano miti e tradizioni sapienziali d’Oriente e d’Occidente, un impianto filosofico-spirituale arricchito dal lavoro musicale di Arthuan Rebis, arpista e musicista polistrumentista il quale ha anche composto 9 brani musicali che sono parte integrante della narrazione dando voce a diversi personaggi in momenti chiave della storia.  Infatti, come la musica è la chiave per entrare nel mondo di Helu, la musica pervade la lettura e permette a noi lettori di entrare nel romanzo in modo interattivo, multisensoriale e multidimensionale. Helughèa, romanzo per lettori di tutte le età, dal tono lirico, epico e ironico ad un tempo, è un invito allo sviluppo interiore e al più ampio concetto di guarigione, trasformazione e superamento dei confini dualistici.

 

Musica e mito: il Signore degli Anelli e le sue influenze musicali

Il Signore degli Anelli, l’opera fantasy più famosa e amata di tutti i tempi, ha ispirato generazioni di lettori, scrittori, artisti e anche musicisti. Il mondo immaginario creato da J.R.R. Tolkien, popolato da elfi, nani, hobbit, orchi, maghi e altre creature fantastiche, ha affascinato molti compositori e cantanti, che hanno tratto spunto dalle sue storie, dai suoi personaggi e dai suoi temi per creare brani musicali di diversi generi e stili.

Quest’anno ricorre il 50° anniversario della morte di Tolkien, avvenuta il 2 settembre 1973 a Bournemouth, in Inghilterra. In questo articolo, vogliamo rendere omaggio al grande scrittore britannico ripercorrendo alcune delle sue influenze musicali più significative e interessanti.

La colonna sonora dei film di Peter Jackson

La prima e più ovvia fonte di ispirazione musicale legata al Signore degli Anelli è la colonna sonora dei film di Peter Jackson, che hanno portato sul grande schermo la trilogia tra il 2001 e il 2003, ottenendo un enorme successo di pubblico e di critica. La musica è stata composta dal canadese Howard Shore, che ha creato un’opera sinfonica di grande impatto ed emozione, utilizzando diversi temi musicali associati ai vari popoli, luoghi e sentimenti della Terra di Mezzo. Shore si è avvalso di due importanti orchestre sinfoniche, la London Philharmonic e la New Zealand Symphony, oltre ad alcune voci soliste, tra cui spicca quella dell’irlandese Enya, che ha interpretato il brano May It Be, nominato agli Oscar come migliore canzone originale.

Shore ha dichiarato di essersi ispirato alla musica del 1700/1800, in particolare al romanticismo di Richard Wagner, che usava la tecnica del leitmotiv, cioè dei temi musicali ricorrenti legati a persone, luoghi o situazioni. Tra i brani più celebri e apprezzati della colonna sonora, possiamo citare The Sound of the Shire, che evoca l’atmosfera pacifica e casalinga degli hobbit, One Ring to Rule Them All, che esprime il potere oscuro e inquietante dell’anello, The Company of the Ring, che rappresenta il tema principale del primo film e il senso di avventura e di missione della compagnia, e The Realm of Gondor, che accompagna uno dei momenti più drammatici e commoventi della saga.

Il rock e il metal ispirati a Tolkien

Oltre alla colonna sonora dei film, il Signore degli Anelli ha influenzato molti artisti e band appartenenti al genere rock e metal, che hanno trovato nella saga di Tolkien una fonte di ispirazione per le loro liriche, i loro concept album e i loro nomi. Tutto nasce dall’interesse suscitato dalla trilogia nel mondo universitario britannico e nei college americani a partire dagli anni ’60. Uno dei primi esempi di brani ispirati a Tolkien è To Isengard, contenuta nel disco solista di Jack Bruce Songs for a Tailor, pubblicato nel 1969.

Tra le band più famose che hanno omaggiato Tolkien, possiamo ricordare i Led Zeppelin, che hanno inserito diversi riferimenti al Signore degli Anelli nelle loro canzoni, come Ramble On, Misty Mountain Hop e The Battle of Evermore. Anche i Pink Floyd hanno fatto cenno a Tolkien in alcuni dei loro brani, come The Gnome, che secondo alcuni fan sarebbe ispirata agli hobbit, e The Nile Song, che citerebbe il fiume Anduin.

Anche molte band rock e metal hanno dedicato brani e interi album alla mitologia creata da J.R.R. Tolkien. Ad esempio, i Rush hanno intitolato una canzone del loro album Fly By Night a Granburrone, chiamandola Rivendell. I Camel, invece, hanno incluso nel loro album Mirage una canzone intitolata Nimrodel – a) The procession b) The White Rider. Gli Styx hanno invece dedicato una canzone chiamata Lords of the Ring all’opera di Tolkien, inserendola nel loro album Pieces of Eight.

I Blind Guardian e i Summoning sono solo alcune delle band metal che hanno trovato ispirazione nelle opere di J.R.R. Tolkien. Ma qual è la ragione dietro questa connessione tra il genere musicale e l’autore del Signore degli Anelli?I Blind Guardian, gruppo tedesco di grande successo, hanno dedicato molte canzoni e persino un album intero alla mitologia della Terra di Mezzo. Il loro disco Nightfall in Middle-Earth, basato sul Silmarillion, è considerato un classico del genere. Ma non sono gli unici ad aver trovato nelle storie di Tolkien una fonte d’ispirazione. Gli austriaci Summoning hanno pubblicato ben otto album e un EP completamente basati sui lavori dell’autore britannico. La musica dei Summoning è caratterizzata da un mix affascinante di atmosfere sinfoniche e screaming black-metal, creando un contrasto unico che coinvolge l’ascoltatore in un viaggio epico. Nonostante la loro musica possa sembrare di nicchia, è in grado di offrire momenti di pura epicità.

Nel panorama del black  metal, numerosi gruppi hanno tratto ispirazione da Tolkien per il loro nome o per i testi delle loro canzoni. Ad esempio, i Gorgoroth hanno preso il loro nome dall’omonimo altopiano di Mordor, mentre il progetto musicale Burzum dell’artista norvegese Varg Vikernes deve il suo nome a una parte dell’iscrizione sull’Anello in Lingua Oscura. Anche gruppi come gli Amon Amarth hanno dedicato interi album o singole canzoni all’universo tolkeniano.

Ma perché il metal e Tolkien sono così intimamente legati? Il metal ha da sempre avuto un immaginario fatto di battaglie ed eroi, elementi che si trovano anche nelle opere di Tolkien. La sua Terra di Mezzo è un teatro infinito di epos e leggende, che esalta la passione per le avventure eroiche. Non è un caso che molte band metal abbiano scelto il loro nome basandosi su luoghi o personaggi del mondo creato dallo scrittore britannico.

Altre influenze musicali

Oltre al rock e al metal, anche altri generi musicali hanno mostrato di apprezzare e di essere influenzati dal Signore degli Anelli. Ad esempio, il cantautore Leonard Nimoy, noto per aver interpretato il personaggio di Spock nella serie Star Trek, ha dedicato una canzone agli hobbit, intitolata The Ballad of Bilbo Baggins, pubblicata nel 1967. Anche il rapper statunitense MC Lars ha omaggiato Tolkien con una canzone chiamata Rapbeth (Foul is Fair), che mescola elementi del Signore degli Anelli e di Macbeth di Shakespeare.

Tra gli artisti internazionali, il musicista svedese Bo Hansson ha realizzato nel 1973 un album strumentale interamente basato su Il Signore degli Anelli. Anche il compositore francese Patrice Deceuninck ha avviato un progetto musicale ispirato al capolavoro di Tolkien, completando il primo album, intitolato The Ring Bearer part I, incentrato sulla Compagnia dell’Anello. A differenza delle sue altre opere prevalentemente elettroniche, per questo album Deceuninck si è avvalso di una vera orchestra.

Infine, non possiamo dimenticare l’influenza che Tolkien ha avuto sulla musica classica e contemporanea. Tra i compositori che si sono ispirati al Signore degli Anelli, possiamo ricordare il finlandese Aulis Sallinen, che ha scritto un’opera lirica basata sul primo libro della trilogia, intitolata The Hobbit, andata in scena nel 2012, il tedesco Johann de Meij, che ha composto una sinfonia per banda in cinque movimenti, ognuno dedicato a un elemento della saga, come Gandalf, Gollum e la compagnia dell’anello, eseguita per la prima volta nel 1988, e il polacco Andrzej Panufnik, che ha scritto una suite per orchestra da camera chiamata Sinfonia di Sfere, che contiene una sezione intitolata Il Signore degli Anelli, ispirata alla lotta tra il bene e il male.

Lo Hobbit a Fumetti illustrato da David Wenzel

In una nuova edizione a fumetti, “Lo Hobbit” di J.R.R. Tolkien ha trovato nuova vita. La minuziosa trasposizione a fumetti del libro classico è stata curata dall’illustratore David Wenzel e dagli autori Charles Dixon e Sean Deming.
Gli eventi narrati in questa versione a fumetti seguono fedelmente la trama dell’opera originale. Lo spettacolare viaggio di Bilbo Baggins, hobbit tranquillo e contento, che si unisce al mago Gandalf e ai tredici nani nel tentativo di recuperare il tesoro rubato a questi ultimi, si rivelerà essere pieno di pericoli. Bilbo, che alla fine dovrà affrontare da solo il drago più temuto e custode del tesoro rubato, Smaug, riuscirà a superare lo sfidato viaggio.
Le illustrazioni di Wenzel sono un’eccellente combinazione di disegno tradizionale e tecniche di acquarello. Mentre le scene di dialogo sono rappresentate con il solito tratto, le parti della narrazione sono illustrate con didascalie che sovrastano le figure. Questa scelta è necessaria per riportare in modo sintetico molte parti del libro che non si sarebbero potute rappresentare con le figure sole.
Pubblicato per la prima volta in tre volumi nel 1989-1990, “Lo Hobbit” è stato successivamente ristampato dall’editrice italiana Rusconi nel 1997, e passò alla Bompiani, dopo che la pubblicazione delle opere di Tolkien venne trasferita.
In questa nuova edizione, l’immaginario di “Lo Hobbit” viene riportato in forma più semplice e ancora più fiabesca, per far conoscere ai giovani la fantastica dimensione dell’universo di Tolkien. L’opera, che ha conquistato generazioni di lettori, ha trovato un nuovo e interessante spazio nella forma dei fumetti. Grazie alla fedeltà all’originale e alla visione innovativa di Wenzel, questo adattamento a fumetti di “Lo Hobbit” è un’opera da apprezzare sia dai giovani sia dagli adulti.

Perché la destra Italiana si riferisce a Tolkien?

J.R.R. Tolkien è uno degli scrittori più amati e letti del Novecento, autore della celebre saga de Il Signore degli Anelli, ambientata nella fantastica Terra di Mezzo, popolata da hobbit, elfi, nani, orchi e altre creature magiche. La sua opera, che mescola mitologia, storia, linguistica e filosofia, ha ispirato generazioni di lettori, ma anche di cineasti, musicisti, artisti e politici. In particolare, in Italia, Tolkien ha avuto una forte influenza sulla cultura di destra, che ne ha fatto il suo scrittore preferito, al punto da appropriarsi dei suoi simboli e dei suoi messaggi. Ma perché questa passione? E cosa c’entra Tolkien con la destra italiana?

Le origini di un legame

Il legame tra Tolkien e la destra italiana ha le sue origini negli anni Settanta, quando la trilogia de Il Signore degli Anelli fu tradotta per la prima volta in italiano dall’editore Rusconi, con l’introduzione di Elemire Zolla, un filosofo e saggista vicino alla corrente della Nuova Destra. Zolla interpretò l’opera di Tolkien come una difesa dei valori tradizionali, della gerarchia, dell’ordine, della fedeltà, della purezza, della bellezza, della spiritualità e della natura, minacciati dal progresso tecnologico, dal materialismo, dal relativismo, dalla corruzione e dalla degenerazione. Zolla vide in Tolkien un autore reazionario, conservatore, aristocratico, anti-moderno e anti-democratico, che esprimeva una visione del mondo fondata sul mito, sull’eroismo, sul sacro e sul destino. Zolla, inoltre, collegò la saga tolkeniana alla storia italiana, identificando nella Contea, la pacifica e rurale terra degli hobbit, una metafora dell’Italia pre-unitaria, caratterizzata da una ricca varietà di culture, lingue e tradizioni locali, e in Sauron, il malvagio signore oscuro che vuole conquistare la Terra di Mezzo con il suo esercito di orchi, una rappresentazione del Risorgimento, del centralismo, del capitalismo, del comunismo e dell’americanismo, che avrebbero distrutto l’identità e la diversità del paese. Zolla, infine, elogiò la figura di Aragorn, l’erede al trono di Gondor, come il simbolo del sovrano legittimo, capace di restaurare l’ordine e la giustizia, e di Frodo, il piccolo hobbit incaricato di distruggere l’Anello del Potere, come il modello del fedele servitore, disposto a sacrificarsi per una causa superiore.

L’introduzione di Zolla ebbe un grande impatto sui lettori italiani, soprattutto su quelli di destra, che si riconobbero nei valori e nei personaggi descritti da Tolkien, e che ne fecero una fonte di ispirazione per la loro visione politica e culturale. In particolare, i giovani militanti del Movimento Sociale Italiano (MSI), il partito erede del fascismo, si appassionarono alla saga tolkeniana, e ne adottarono i simboli e i nomi nelle loro manifestazioni, nelle loro canzoni, nelle loro fanzine e nei loro raduni. Tra questi, i più famosi furono i Campi Hobbit, organizzati tra il 1977 e il 1984 da alcuni esponenti della destra radicale, tra cui Giorgio Freda, Franco Freda e Pino Rauti, che si svolgevano in luoghi isolati e suggestivi, come le montagne, i boschi o le spiagge, e che avevano lo scopo di formare una nuova generazione di militanti, basata sui principi di lealtà, coraggio, disciplina, onore e fede. I partecipanti ai Campi Hobbit si vestivano con abiti medievali, si esercitavano con le armi, si cimentavano in prove di sopravvivenza, ascoltavano lezioni di storia, filosofia e politica, e si divertivano a recitare le scene de Il Signore degli Anelli, identificandosi con i personaggi della saga. Tra i frequentatori dei Campi Hobbit, ci fu anche una giovane Giorgia Meloni, che all’epoca era una militante del Fronte della Gioventù, l’organizzazione giovanile del MSI, e che si faceva chiamare Khy-ri, un nome tratto dal Silmarillion, il libro in cui Tolkien racconta le origini della Terra di Mezzo.

Le ragioni di una passione

Questi temi, che sono presenti in modo più o meno esplicito nell’opera di Tolkien, hanno colpito la sensibilità e la fantasia dei lettori di destra, che vi hanno trovato una fonte di ispirazione e di identificazione. Tuttavia, bisogna anche dire che la lettura di destra di Tolkien non è l’unica possibile, né la più fedele alle intenzioni dell’autore. Infatti, l’opera di Tolkien contiene anche altri elementi che possono attrarre e affascinare i lettori di sinistra, o di altre tendenze politiche e culturali. Tra questi, possiamo citare:

  • Il tema della critica al potere, alla violenza, alla guerra, alla distruzione, alla corruzione, alla manipolazione, che richiama una visione pacifista e umanista, in cui si denuncia il male e si difende il bene, in tutte le sue forme e manifestazioni.
  • Il tema della solidarietà, dell’amicizia, della collaborazione, della diversità, della tolleranza, che richiama una visione pluralista e democratica, in cui si riconosce il valore di ogni individuo e di ogni popolo, e si cerca di costruire una società armoniosa e giusta.
  • Il tema della libertà, della scelta, della responsabilità, della speranza, che richiama una visione ottimista e progressista, in cui si crede nella possibilità di cambiare il mondo, di migliorare se stessi e gli altri, di superare le difficoltà e le tentazioni.
  • Il tema della fantasia, della creatività, dell’arte, della poesia, che richiama una visione estetica e romantica, in cui si apprezza la bellezza, la meraviglia, l’emozione, la magia, la musica, la letteratura.
  • Il tema della fede, della spiritualità, della trascendenza, che richiama una visione religiosa e mistica, in cui si riconosce la presenza di un Dio, di una Provvidenza, di una Grazia, di una Luce, che guidano e sostengono la vita.

Quindi, possiamo concludere che l’opera di Tolkien non è né di destra né di sinistra, ma è semplicemente universale, capace di parlare a tutti i cuori e a tutte le menti, e di offrire una visione del mondo ricca, profonda, complessa e affascinante.

La visione politica di Tolkien

Tolkien era uno scrittore che non amava molto la politica, e che non voleva che la sua opera fosse interpretata in chiave allegorica o ideologica. Tolkien, infatti, era un cattolico convinto, un conservatore moderato, un sostenitore della monarchia costituzionale, un oppositore del totalitarismo, un critico del capitalismo e del comunismo, un amante della natura e della tradizione. Tolkien, inoltre, era un professore di linguistica e di letteratura, un esperto di mitologia e di storia, un creatore di mondi e di lingue, un poeta e un narratore. Tolkien, infine, era un uomo che aveva vissuto la prima guerra mondiale, la seconda guerra mondiale, la guerra fredda, e che aveva assistito ai grandi cambiamenti sociali e culturali del Novecento.

Tutti questi aspetti della sua personalità e della sua esperienza si riflettono nella sua opera, che è ricca di sfumature, di contrasti, di ambiguità, di simboli, di messaggi. La sua opera, quindi, non è facilmente riducibile a una lettura politica univoca, né corrisponde esattamente a nessuna delle correnti politiche esistenti. La sua opera, piuttosto, è aperta a molteplici interpretazioni, a seconda del punto di vista, degli interessi, delle sensibilità dei lettori. La sua opera, infine, è universale, capace di parlare a tutti i cuori e a tutte le menti, e di offrire una visione del mondo ricca, profonda, complessa e affascinante.

 

A Roma, l’attesissima mostra “Tolkien. Uomo-Professore-Autore”

Per celebrare il cinquantesimo anniversario della scomparsa di John Ronald Reuel Tolkien, lo scrittore e filologo inglese che ha creato il mondo fantastico della Terra di Mezzo, il 16 novembre 2023 arriva alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma la grande mostra dedicata a John Ronald Reuel Tolkien, creatore della celebre epopea della Terra di Mezzo che ha plasmato una nuova mitologia per il mondo contemporaneo e lo ha reso uno degli autori più letti del pianeta. La mostra, intitolata “J.R.R. Tolkien 1973-2023 Uomo-Professore-Autore” è curata da Alessandro Nicosia e Oronzo Cilli, due esperti e appassionati di Tolkien, che hanno raccolto oltre 150 opere tra foto, documenti, filmati, lettere, ricostruzioni virtuali e gli splendidi abiti realizzati dalla cosmaker Veronica Veerena Stima, curatrice e Costumista presso Middle-Earth Costume Exhibit – Private Collection. Tra le opere esposte ci saranno anche le prime edizioni de Il Signore degli Anelli, la trilogia che ha reso famoso Tolkien in tutto il mondo e che ha ispirato numerosi adattamenti cinematografici e televisivi.

Cultura, l’8 novembre al MiC presentazione della mostra "TOLKIEN. Uomo, Professore, Autore"

La mostra si propone di raccontare la figura di Tolkien non solo come autore di romanzi fantasy, ma anche come uomo, professore, linguista, illustratore e ambientalista. Attraverso una parte scientifica e una parte multimediale, i visitatori potranno conoscere meglio la biografia di Tolkien, le sue fonti di ispirazione, le sue lingue inventate, le sue mappe e le sue illustrazioni. L’immersione nell’universo da lui creato si realizza mediante un articolato percorso tra manoscritti autografi, lettere, memorabilia, fotografie e opere d’arte ispirati alle visioni letterarie di un autore unico e poliedrico.

Alessandro Nicosia, intervistato da Artribune, ha spiegato che questa è la prima mostra in Italia dedicata a Tolkien e che vuole essere un omaggio al suo genio creativo e alla sua eredità culturale. Ha aggiunto che la mostra sarà anche un’occasione per avvicinare il pubblico italiano alle opere di Tolkien, che sono ancora poco conosciute e apprezzate nel nostro paese.

Ideata e promossa dal Ministero della cultura con la collaborazione dell’Università di Oxford, è la prima mostra per dimensioni mai realizzata in Italia sullo scrittore. Rispetto alle grandi retrospettive allestite a Oxford (2018), Parigi (2020) e Milwaukee (2022), che hanno esaltato particolari aspetti delle opere letterarie, quella di Roma pone al centro l’uomo, analizzando l’influenza che il suo lavoro ha avuto sul mondo dell’arte, della musica e dei fumetti.

Spazio anche agli adattamenti cinematografici vecchi e nuovi, dal film d’animazione di Ralph Bakshi alla trilogia delIl Signore degli Anelli del regista Peter Jackson, capace di rappresentare sul grande schermo una delle saghe più ambiziose e popolari della letteratura mondiale conquistando 17 premi Oscar.

La Capitale sarà la prima tappa di un percorso che proseguirà nel 2024 in altre città italiane. Dal 15 marzo al 30 giugno la mostra arriverà, infatti, al Palazzo Reale di Napoli, che, per l’occasione, aprirà nuovi spazi espositivi da poco rinnovati, le Sale Belvedere.

Anello di Silvianus: la storia del “vero” Unico Anello

L’Anello di Silvianus è una testimonianza preziosa della cultura e della religione romana, ma anche una fonte di ispirazione per una delle opere più famose della letteratura fantastica. Si tratta di un anello d’oro del IV secolo d.C., che apparteneva a un soldato romano di nome Silvianus, che lo perse o gli fu rubato da un altro militare, Seniciano. Quest’ultimo fu maledetto da Silvianus su una lamina di piombo, che fu ritrovata nel 1929 dall’archeologo Mortimer Wheeler nel sito del tempio di Nodens, una divinità celtica, a Lydney Park, in Inghilterra.

L’anello, invece, era stato scoperto già nel 1785 da un povero contadino in un campo vicino a Silchester, l’antica Calleva Atrebatum, una città romana abbandonata. Il contadino lo vendette per poche sterline alla ricca famiglia Chute, che lo conservò nella loro residenza di The Vyne, dove è ancora oggi esposto. L’anello ha delle caratteristiche insolite: è molto grande e pesante, ha una forma decagonale e reca l’immagine di Venere e la scritta “SENICIANE VIVAS IIN DE”, che significa “Seniciano, vivi in Dio”. Si pensa che fosse un anello votivo, offerto al tempio di Nodens in cambio di una grazia o di una guarigione.

La storia dell’anello ha affascinato molti studiosi e appassionati di storia antica, ma anche uno dei più grandi scrittori del Novecento: J.R.R. Tolkien. Egli era infatti un esperto di lingue e letterature antiche e medievali, e fu chiamato da Wheeler a decifrare la maledizione su Seniciano. Tolkien rimase colpito dall’anello e dalla sua leggenda, e ne trasse spunto per creare l’Unico Anello, il potente artefatto magico che domina la trama de Il Signore degli Anelli. L’Unico Anello ha infatti alcune somiglianze con l’Anello di Silvianus: è d’oro, ha una forma irregolare, reca un’iscrizione in una lingua misteriosa e ha un’influenza nefasta su chi lo possiede. Tolkien ha così trasformato un reperto archeologico in un simbolo universale della letteratura fantastica.

Il Mithril: un metallo fantastico che sfida la scienza

Il Mithril è uno dei metalli più leggendari e desiderati del mondo fantasy. Appare nelle opere di J.R.R. Tolkien, come “Il signore degli anelli” e “Lo Hobbit”, dove viene descritto come un metallo argenteo, leggero e resistente, capace di resistere al fuoco e alla magia. Il Mithril era estratto dai nani nella miniera di Moria, ma dopo il risveglio di un balrog, la miniera fu abbandonata e il metallo divenne rarissimo. Solo i nani e gli elfi sapevano come lavorare il Mithril, creando armi, armature e gioielli di grande valore. Tra gli oggetti più famosi fatti di Mithril ci sono la cotta di maglia che Bilbo regalò a Frodo, l’anello elfico Nenya indossato da Galadriel e le porte di Moria decorate con l’ithildin, una lega di Mithril che rifletteva la luce della luna e delle stelle.

Ma il Mithril esiste solo nelle storie di Tolkien o potrebbe esistere anche nella realtà?

Questa domanda ha incuriosito molti fan del genere fantasy, ma anche alcuni scienziati che hanno cercato di trovare una risposta basandosi sui dati disponibili. La risposta non è semplice, ma ci porta a scoprire fenomeni sorprendenti che avvicinano la realtà alla fantasia.

Il Mithril e i fulmini

Una delle fonti di ispirazione per il Mithril potrebbe essere stata la fulgurite, un minerale che si forma quando un fulmine colpisce il suolo. La fulgurite è composta da sabbia o roccia fusa dal calore del fulmine, che può raggiungere temperature superiori ai 30.000°C. La fulgurite ha un aspetto vetroso e ramificato, simile a un fulmine fossilizzato. Alcune fulguriti possono essere lunghe anche diversi metri e avere una forma tubolare.

La fulgurite è stata studiata da diversi scienziati, tra cui il professor Matthew Pasek dell’Università della Florida, che ha recentemente pubblicato uno studio su “Nature Communications Earth & Environment”. Pasek ha analizzato una sostanza sconosciuta trovata in Florida vicino agli alberi colpiti dai fulmini. Questa sostanza si è rivelata essere una nuova forma di fulgurite, con caratteristiche particolari che la rendono simile ai minerali spaziali.

Pasek ha scoperto che questa fulgurite contiene elementi rari come l’iridio, il platino e l’osmio, che sono tipici degli asteroidi e delle meteoriti. Questi elementi sono presenti in tracce nel suolo terrestre, ma vengono concentrati dalla scarica elettrica del fulmine. Inoltre, questa fulgurite ha una struttura cristallina diversa dalle altre fulguriti conosciute, che la rende più simile a una roccia che a un vetro. Questa scoperta dimostra che i fulmini possono creare nuovi minerali con proprietà uniche, che potrebbero essere utilizzati per scopi scientifici o tecnologici. Tuttavia, questi minerali sono molto rari e difficili da trovare in natura, quindi non sono paragonabili al Mithril per abbondanza e utilità.

Il Mithril e la chimica

Un altro modo per cercare di capire se il Mithril potrebbe esistere nella realtà è basarsi sulla chimica. Il Mithril è descritto come un metallo argenteo, leggero e resistente, quindi dovrebbe appartenere al gruppo degli elementi metallici della tavola periodica. Tuttavia, nessuno degli elementi metallici conosciuti ha tutte le caratteristiche del Mithril.

Gli elementi metallici più vicini al Mithril per colore sono l’argento, il platino e il palladio, ma questi metalli sono pesanti e morbidi, quindi non adatti a fare armi e armature. Gli elementi metallici più vicini al Mithril per leggerezza sono il litio, il berillio e il magnesio, ma questi metalli sono poco resistenti e facilmente infiammabili, quindi non adatti a resistere al fuoco e alla magia. Gli elementi metallici più vicini al Mithril per resistenza sono il titanio, il cromo e il tungsteno, ma questi metalli sono scuri e densi, quindi non adatti a riflettere la luce e a essere lavorati facilmente.

Quindi, il Mithril non può essere un elemento metallico puro, ma potrebbe essere una lega di più elementi. Una lega è una miscela di due o più metalli che ha proprietà diverse dai metalli che la compongono. Per esempio, l’acciaio è una lega di ferro e carbonio che è più resistente del ferro puro. Il bronzo è una lega di rame e stagno che è più duro del rame puro. L’oro bianco è una lega di oro e palladio che è più chiaro dell’oro puro.

Tuttavia, anche le leghe conosciute non hanno tutte le caratteristiche del Mithril. La lega più vicina al Mithril per colore è l’argento sterling, una lega di argento e rame che ha un aspetto lucido e brillante. Ma l’argento sterling è pesante e si ossida facilmente, quindi non adatto a fare oggetti duraturi. La lega più vicina al Mithril per leggerezza è il magnesio-alluminio, una lega di magnesio e alluminio che ha un peso specifico molto basso. Ma il magnesio-alluminio è poco resistente e molto reattivo, quindi non adatto a resistere a urti e calore. La lega più vicina al Mithril per resistenza è il titanio-alluminio, una lega di titanio e alluminio che ha una resistenza meccanica molto alta. Ma il titanio-alluminio è scuro e difficile da lavorare, quindi non adatto a fare oggetti eleganti e raffinati.

Quindi, il Mithril non può essere una lega conosciuta, ma potrebbe essere una lega sconosciuta di elementi rari o artificiali. Un elemento artificiale è un elemento che non esiste in natura, ma viene creato in laboratorio o in reattori nucleari. Per esempio, il tecnecio, il promezio e il plutonio sono elementi artificiali che hanno applicazioni mediche, industriali o militari. Alcuni elementi artificiali hanno proprietà insolite, come la radioattività o la superconduttività.

Tuttavia, anche gli elementi artificiali non hanno tutte le caratteristiche del Mithril. Gli elementi artificiali più vicini al Mithril per colore sono il roentgenio e il copernicio, due elementi superpesanti che dovrebbero avere un aspetto argenteo. Ma questi elementi sono instabili e decadono in pochi secondi, quindi non adatti a fare oggetti permanenti. Gli elementi artificiali più vicini al Mithril per leggerezza sono il francio e l’astato, due elementi radioattivi che hanno un peso atomico molto basso. Ma questi elementi sono tossici e scompaiono in poche ore, quindi non adatti a fare oggetti sicuri. Gli elementi artificiali più vicini al Mithril per resistenza sono il dubnio e il seaborgio, due elementi transuranici che dovrebbero avere una durezza elevata. Ma questi elementi sono rari e costosi da produrre, quindi non adatti a fare oggetti abbondanti.

Quindi, il Mithril non può essere un elemento artificiale puro, ma potrebbe essere una lega di elementi artificiali o di elementi ancora sconosciuti alla scienza. Un elemento sconosciuto è un elemento che non è stato ancora scoperto o sintetizzato dagli scienziati, ma che potrebbe esistere secondo le teorie fisiche o matematiche.

Hobbits, Elves & other Folks. Festival del fantastico, dal folklore alla narrativa, da J.R.R. Tolkien ai giochi di ruolo

Crush – Collettiva Arte Visiva, in collaborazione con Defrag, AIST – Associazione Italiana Studi Tolkieniani ed Eterea Edizioni, vi invita a Hobbits, Elves & other Folks. Festival del fantastico, dal folklore alla narrativa, da J.R.R. Tolkien ai giochi di ruolo. L’appuntamento è dal 6 all’8 ottobre 2023 a Roma presso il Defrag sito in Via delle Isole Curzolane 75.

L’evento, ideato come un’occasione di incontro in grado di unire aspetti divulgativi e dinamiche ludiche e creative, sarà sede di molteplici attività, come musica dal vivo, presentazioni, mercatini a tema, laboratori, workshop, talk, retrogaming e sessioni a giochi da tavolo e di ruolo. All’interno dell’evento, inoltre, sarà esposta anche la seconda edizione di Bestiario della Terra di Mezzo, mostra ospitata a Velletri dal 26 agosto al 10 settembre 2023 nella ex-Chiesa di San Francesco.

A partire dalle 21.00 di venerdì 6 ottobre, il festival avrà il piacere di ospitare la presentazione del libro Helughèa – Il Racconto di una Stella Foglia di Arthuan Rebis, edito da Eterea Edizioni, a cui seguirà Pagan Folk and Sacred Woods Live Music, concerto intrinsecamente connesso alle poetiche ed estetiche del libro, a cura del duo composto da Arthuan Rebis (voce, arpa celtica, nyckelharpa, hulusi, flauto, cornamusa, tamburo a cornice, chitarra classica) e Nicola Caleo (percussioni, programmazioni, synth). Helughèa – Il Racconto di una Stella Foglia, che Eterea Edizioni ha definito come «il fantasy ecologista di Arthuan Rebis», è un romanzo ricco di suggestioni che rielaborano, attraverso la lente degli immaginari fantastici, tradizioni e miti che hanno narrato di un rapporto il più possibile armonico tra l’umano e la natura.    Un impianto filosofico-spirituale che è arricchito per giunta dal lavoro musicale di Arthuan Rebis (pseudonimo dell’eclettico scrittore-musicista-ricercatore Alessandro Cucurnia, noto anche per essere autore, musicista, cantante e produttore della band In Vino Veritas, tra le più importanti realtà europee in ambito folk medievale e pagano): esiste infatti un intero album, Canti di Helughèa, per accompagnare i lettori, traccia dopo traccia, anche grazie a un pratico QR Code presente all’interno del testo.

Il dietro le quinte di Hobbits, Elves & other Folks

Ispirati dalle suggestioni emerse durante il convegno Gli Animali nella Terra di Mezzo, organizzato da AIST – Associazione Italiana Studi Tolkieniani in collaborazione con il Museo delle Religioni “Raffaele Pettazzoni” nel Palazzo Sforza-Cesarini di Genzano di Roma (21-23 luglio 2023), Eleonora D’Agostino, antropologa socio-culturale, e Matteo Gabos, artista, grafico e musicista, entrambi curatori di CRUSH – Collettiva Arte Visiva, hanno riflettuto sulla necessità di realizzare un evento che unisse intrattenimento e divulgazione circa il tema del fantastico, muovendosi tra le varie fasi della sua storia, i cui primi vagiti si ritrovano nelle innumerevoli sfumature di folklore e miti (e successive rimodulazioni), e giungendo alle contemporanee appropriazioni da parte dell’industria dell’intrattenimento.

La prima tappa di questa necessità di parlare di fantastico in modo approfondito e, al contempo, dinamico e divertente è stata a Velletri, nei castelli romani, dove CRUSH – Collettiva Arte Visiva ha organizzato l’esposizione Bestiario della Terra di Mezzo, a cura di Eleonora D’Agostino, Lucrezia Eritrei e Matteo Gabos, all’interno della ex-Chiesa di San Francesco. Lo spazio espositivo è stato animato e arricchito da retrogaming, giochi di ruolo, talk e presentazioni, attività che spingevano a concentrarsi e a riflettere non solo sull’opera tolkieniana in senso stretto, ma ne ampliavano il discorso, toccando argomenti come l’influenza del “bestiario tolkieniano” sul mondo fantasy contemporaneo, tra fumetti, libri, cinema e mondo ludico, all’interno dei quali esso è stato reinterpretato e decostruito fino a farne qualcosa di totalmente diverso rispetto alle prospettive del suo autore in prima battuta. 

Non si può parlare di J.R.R. Tolkien oggi, infatti, senza tenere in considerazione anche tutti quegli aspetti che hanno reso le sue narrative molto potenti dal punto di vista simbolico per molteplici gruppi sociali, dalle controculture dagli afflati ecologisti a partire dagli anni Settanta del Novecento, fino a casi altamente mediatici come la Contea Gentile in Abruzzo, sorta anche come risposta a molte delle esternalità negative della contemporaneità

La seconda tappa degli intenti descritti fino ad adesso ha trovato infine la sua sede ideale nel locale Defrag, all’interno della cui cornice avrà nuova vita, dopo il grande successo riscontrato nei castelli romani, una versione aggiornata e ampliata della mostra Bestiario della Terra di MezzoHobbits, Elves & other Folks, infatti, percorrendo i binari di un infotainment dal vivo, intende essere un’occasione di incontro e dialogo sul fantastico e tutto il nugolo di pratiche sorte intorno a esso, includendo temi come il folklore, la mitologia, l’arte, l’artigianato, l’editoria e il vasto mondo del gioco in ogni sua accezione. 

PROGRAMMA

Venerdì 6 ottobreVernissage. Apertura: 18.00 – 00.30.Ingresso: 5 euro

Dalle 18.00:

  • Di cultura, società e altre fantasie, presentazione dell’evento a opera dei curatori di CRUSH – Collettiva Arte Visiva.
  • Hobbit Market, mercatino a tema.
  • Sessioni di gioco a L’Unico Anello, gioco di ruolo ufficiale basato sulle opere di J.R.R. Tolkien, Dungeons & Dragons, Vaesen e Pathfinder a cura dei StoryTable
  • Bestiario della Terra di Mezzo – Defrag Edition, mostra incentrata sugli animali nelle opere tolkieniane, tra editoria, giochi e cultura pop.

Dalle 18.30:

  • Ecospirituality for Kids, laboratorio creativo per bambini (5-10 anni) a cura di Marianna Del Muto, psicologa e artista, e Didì Gallese, illustratrice e pittrice.
  • Fantasy e fumetto (1), workshop + laboratorio a cura di Eros Veschi, illustratore, fumettista e tatuatore.

Dalle 21.00:

  • Presentazione di Helughèa – Il Racconto di una Stella Foglia di Arthuan Rebis (Eterea Edizioni), intervengono l’autore, Roberto Arduini e Cecilia Barella, coordina Eleonora D’Agostino.
  • Pagan Folk and Sacred WoodsLive Music, a cura di Arthuan Rebis (voce, arpa celtica, nyckelharpa, hulusi, flauto, cornamusa, tamburo a cornice, chitarra classica) e Nicola Caleo (percussioni, programmazioni, synth).
Sabato 7 ottobre. Apertura: 18.00 – 23.30. Ingresso: 3 euro.

Dalle 18.00:

  • Presentazione dell’espansione a tema Signore degli Anelli del gioco da tavolo Talisman a cura dei suoi autori, Alessandro Angelini e Giacomo Paterlini + sessioni di gioco.
  • Sessioni di gioco a L’Unico Anello, gioco di ruolo ufficiale basato sulle opere di J.R.R. Tolkien, Dungeons & Dragons, Vaesen e Pathfinder a cura dei StoryTable
  • Fantasy e fumetto (2), workshop + laboratorio a cura di Eros Veschi, illustratore, fumettista e tatuatore.
  • Bestiario della Terra di Mezzo – Defrag Edition, mostra incentrata sugli animali nelle opere tolkieniane, tra editoria, giochi e cultura pop.

Dalle 19.00:

  • Presentazione di Tolkien: Light and Shadow – La Luce e l’Ombra (Kipple Officina Libraria) + Il simbolismo nelle opere di J.R.R. Tolkien, tra verità e interpretazioni forzate, tavola rotonda in dialogo con il pubblico. Intervengono gli scrittori Sandro Battisti e Lukha B. Kremo, e il cantautore Federico Mokata, coordina Eleonora D’Agostino.

Dalle 21.00:

  • Costruisci insieme a me il nostro libro delle ombre, laboratorio collettivo di illustrazione dark fantasy a cura di Didì Gallese, illustratrice e pittrice. L’opera prodotta sarà esposta durante una mostra a tema organizzata e curata da CRUSH – Collettiva Arte Visiva nel locale Defrag.
Domenica 8 ottobreFinissage.  Apertura: 17.30 – 22.30. Ingresso: 5 euro.

Dalle 17.30:

  • Ainulindalë, reading commentato dal Silmarillion con accompagnamento musicale a cura di Federico Mokata.
  • Hobbit Market, mercatino a tema.
  • Bestiario della Terra di Mezzo – Defrag Edition, mostra incentrata sugli animali nelle opere tolkieniane, tra editoria, giochi e cultura pop.

Dalle 17.45:

  • Presentazione di Religioni Fantastiche e Dove Trovarle. Divinità, miti e riti nella fantascienza e nel fantasy (Vol. 1 e 2) (Quasar Edizioni), intervengono Igor Baglioni ed Eleonora D’Agostino.

Dalle 18.30:

  • Sessioni di gioco a L’Unico Anello, gioco di ruolo ufficiale basato sulle opere di J.R.R. Tolkien, Dungeons & Dragons, Vaesen e Pathfinder a cura dei StoryTable
  • Sessioni di gioco all’espansione a tema Signore degli Anelli del gioco da tavolo Talisman a cura dei suoi autori, Alessandro Angelini e Giacomo Paterlini.
  • Animali della Terra di Mezzo, laboratorio creativo per bambini (5-10 anni), a cura degli artisti Samantha Capolei e Matteo Giovannini.
  • Corso di sopravvivenza all’illustrazione fantasy, workshop + laboratorio di illustrazione per l’editoria a cura di Claudia Marrone, illustratrice editoriale.
  • Fantasy e fumetto (3), workshop + laboratorio a cura di Eros Veschi, illustratore, fumettista e tatuatore.

Dalle 19.00:

  • Presentazione di Fuoco del Viandante. In Viaggio tra Storia e Leggenda, progetto che, attraverso escursioni, esperienze esplorative e articoli tematici, approfondisce storia, miti e leggende, sempre con rigoroso rispetto nei confronti dell’attendibilità e delle fonti storiche. Interviene Flavio Frontaloni, coordina Matteo Gabos.

Dalle 21.00:

  • Presentazione di MPB Marco Palazzi Band,  progetto musicale nato e nutrito dalle atmosfere fantasy e dal mondo dei giochi di ruolo. All’interno del progetto: Marco Bruce Palazzi, Francesca Elayne Naccarelli, Michelle Svicher, Valerio Amoroso, Francesco Ciancio e David Folchitto.

Per informazioni, costi e prenotazioni a workshop, laboratori e sessioni di gioco crush.collettiva.artevisiva@gmail.com oppure via facebook all’indirizzo: facebook.com/crush.collettiva.arte.

Bestiario della Terra di Mezzo – Defrag Edition

In occasione del cinquantesimo anniverso della morta del sommo J.R.R. Tolkien, dopo il successo della mostra ospitata a Velletri dal 26 agosto al 10 settembre 2023 nella ex-Chiesa di San Francesco, torna l’exhibit “Bestiario della Terra di Mezzo” questa volta a Roma presso il Defrag sito in Via delle Isole Curzolane 75.  Dall’immaginario fantastico e dalla cultura pop. L’obiettivo dell’esposizione sarà quello di esplorare le molteplici sfaccettature e interpretazioni del concetto di mostro secondo l’immaginazione di J.R.R. Tolkien, oltre a mettere in luce l’importanza di tali figure nel contesto sociale e culturale contemporaneo. Saranno esposte opere di artisti provenienti da diverse parti d’Italia, ognuno con una visione unica e personale del concetto di creatura fantastica.

La mostra è organizzata in diverse sezioni tematiche, ognuna delle quali affronterà un aspetto specifico del bestiario tolkeniano. Si tratterà di un percorso emozionante e coinvolgente, che spazierà dall’horror al fantastico, dalle creature mitologiche ai mostri dei film e dei fumetti. Ogni sezione sarà curata da uno o più artisti che si concentreranno su un particolare tema o genere.

Inoltre, durante il periodo dell’esposizione, si svolgerà l’evento di più ampio respiro “Hobbits, Elves & other Folks. Festival del fantastico, dal folklore alla narrativa, da J.R.R. Tolkien ai giochi di ruolocon incontri con gli artisti, conferenze, workshop e performance dal vivo. Sarà un’opportunità unica per il pubblico di entrare in contatto diretto con gli artisti, scoprire il loro processo creativo e partecipare attivamente all’esperienza artistica.

Anche a Roma, l’exhibit “Bestiario della Terra di Mezzo” si propone di coinvolgere il pubblico in un viaggio attraverso l’immaginario delle creature che abbiamo incontrato ne “Il signore degli Anelli” e nelle altre opere di Tolkien, esplorando le loro origini, simbologie e significati. Sarà un’occasione per riflettere sul ruolo che queste creature hanno giocato e tuttora giocano nelle diverse culture e società.

L’evento è promosso da CRUSH – Collettiva Arte Visiva, in collaborazione con AIST – Associazione Italiana Studi Tolkieniani e Calliope APS. La cura artistica e culturale è affidata a Eleonora D’Agostino, antropologa specializzata negli aspetti socio-politici dell’immaginario fantastico e della cultura pop, Lucrezia Eritrei, storica dell’arte focalizzata sulla comunicazione e valorizzazione dei beni culturali, e Matteo Gabos, artista, grafico e musicista attivo nella scena romana da molti anni.

La mostra collettiva “Bestiario della Terra di Mezzo” si concentrerà su due tematiche principali: l’illustrazione legata all’opera di Tolkien, in particolare al mondo animale, e l’influenza che ha avuto sui bestiari fantastici; e il bestiario creato da Tolkien come punto di riferimento per i giochi ludici, come videogiochi, giochi di ruolo e giochi da tavolo. Tra gli artisti coinvolti in questa nuova edizione citiamo: Simone Alvisini, Sarah Andreozzi (Nox Illustrations) , Alessandro Angelini , Cristian Antolini , Stefano Artibani , Giulio Artioli , Samantha Capolei , Gianluca Cochi , Anna Crespi (Acrylic Priestess) , Eleonora D’Agostino , Marianna Del Muto , Arianna Della Porta, Peter Dollz, Matteo Gabos , Diana Daniela Gallese , Matteo Giovannini , Vanessa Mancini , Claudia Marrone , Daniela Mastroddi (La Sartoria degli Elfi), Nicolò Savani (Nycter Ibidem), Giuseppe Piazza, Diego Poggioni , Francesca Pongetti , Domenico Porcelli , Andrea Strazzulla , Chiara Toniolo e Eros Veschi.

Per informazioni è attiva la mail crush.collettiva.artevisiva@gmail.com oppure via facebook all’indirizzo: facebook.com/crush.collettiva.arte.

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