Il Natale tra la Cultura Woke e il Nazismo

Siamo in pieno periodo delle Festività Natalizie: i social, la televisione, tutti i media sono inondati da articoli sul Natale, sulla gastronomia, i viaggi, sulla corsa agli ultimi regali, sugli addobbi luminosi e anche sul nostro sito ci sono tantissime news di questo tipo … ovviamente in salsa Nerd! Tra gli innumerevoli temi natalosi che inondano la nostra agenda mediatica quello che fa sicuramente più riflettere è proprio quello sulle “tradizioni e riti” riguardanti la festa che, a rigor di logica, dovrebbe celebrare la nascita di Gesù Cristo a Betlemme più o meno nello 0 d.C. (o 0 a.C. francamente non saprei).

Badate bene, cari lettori, quello che sto scrivendo è un articolo prettamente sarcastico e vuole, magari, suggerirvi una riflessione: certamente non vuole fornirvi un parere “certo” o un’opinione “folgorante” perchè non sono proprio all’altezza di potervela dare.

Il Natale politically correct

Bene tornando al concetto di Tradizioni, come ogni anno, vengono riportate dai giornali numerose iniziative perbeniste in cui il concetto di nascita di Gesù viene “evoluto” in qualcos’altro, sostituendo ad esempio la statuetta di Giuseppe con un’altra Madonnina nel presepe, anzi proprio abolendo l’idea stessa di allestire un “plastico di miniature del I secolo a.C.” così come è stato ipotizzato da San Francesco negli edifici pubblici; c’è chi cambia le strofe nella canzoni delle recite dei bambini a scuola, c’è chi vede nell’augurio “Merry Xmas” un chiaro riferimento alla fanteria di marina della Repubblica di Salò (un po’ come Montesano a Ballando con le Stelle del 2022), c’è chi sostituisce il concetto di Natale riportando in auge l’idea millenaria di Festa della Luce.

Tutte queste iniziative nascono da un sedicente impeto di rispetto reciproco, soprattutto verso le religioni di altri bambini, in un’estenuante impeto di “politically correct” che più che alla cultura woke sembra appartenere al più blando dei populismi.

Tanto tempo fa, in una Palestina Lontana Lontana…

Ora vale la pena ricordare alcune cose: in primis, l’idea stessa di festeggiare il Natale il 25 dicembre non nasce esattamente il giorno 0 d.C. e neanche nel 34 d.C. ma è stata una scelta “politca” successiva, condivisa almeno dal 336 d.C. (post Concilio di Nicea), come è indicato nel Cronografo, il primo documento a contenere un riferimento alla data del 25 dicembre per il Natale. Dopotutto, nei Vangeli non vi è mai specificato il giorno e il mese di nascita nel nostro Messiachan: la data che tutti festeggiamo è stata scelta per «cristianizzare» le precedenti feste pagane come i Saturnali e la festa del “Sol Invictus” nell’ambito dei più antichi riti riguadanti il Solstizio d’Inverno.

Infine, siamo sinceri con noi stessi, la stragrande maggioranza dei bambini, almeno negli ultimi quarant’anni, aspetta la mezzanotte del 24 dicembre non per andare a Messa e festeggiare la nascita di Cristo ma per cercare di scorgere Babbo Natale intento a consegnare i doni in tutto il mondo con la sua slitta. Babbo Natale, ovvero San Nicola (il Patrono di Bari, proprio lui), la cui estetica è stata creata dalla Coca Cola.

Ricordato questo, perchè sono citati i Nazisti nel titolo di questo articolo?

Perchè spulciando su Wikipedia, ho letto cosa fece la Propaganda di Hitler  al “Natale” per renderlo una festa very Nazista. Dal 1933 al 1945, il governo tedesco cercò di eliminare gli aspetti legati alle origini ebraiche di Gesù cercando di focalizzare l’attenzione dei cittadini sugli elementi pre-Cristiani della festività. I leader del Partito Nazionalsocialista sostenevano infatti che le celebrazioni natalizie fossero state corrotte dalle influenze cristiane, a discapito delle antiche tradizioni germaniche. Secondo loro, il periodo del Natale originariamente non aveva nulla a che fare con la nascita di Gesù Cristo, ma festeggiava Yule e “rinascita del sole”. Per promuovere questa nuova visione, sono stati creati dei poster raffiguranti il dio norreno Odino nell’immagine dell'”uomo del Solstizio” cercando di sostituire la già incessante presenza di Babbo Natale. Odino era raffigurato come un uomo elegante sulla sua cavalcatura bianca, con una lunga barba grigia e un cappello rilassato, oltre a un sacco pieno di regali. Anche l’albero di Natale ha subito delle modifiche. I termini tradizionali “Christbaum” o “Weihnachtsbaum” sono stati sostituiti con termini come “abete”, “albero di luce” o “albero di Yule”. La stella posta sulla cima dell’albero è stata ovviamente sostituita con la svastica o una runa Sig, simboli che rappresentavano il sole. Durante il regime nazista, si è cercato addirittura di eliminare l’associazione del Natale con Gesù e di sostituirla con l’arrivo di Hitler, che veniva raffigurato come un Messia inviato per salvare la Germania. Anche i canti natalizi sono stati modificati per riflettere questa nuova ideologia. Le parole di famose canzoni come “Stille Nacht” sono state modificate per non contenere riferimenti a Dio, Cristo o alla religione. Allo stesso modo, anche l’inno “Per noi è giunto il momento” è stato modificato per eliminare i riferimenti a Gesù. Un canto natalizio molto popolare promosso dai nazisti è stato “La Notte gloriosa delle chiare Stelle” di Hans Baumann, che ha sostituito i tradizionali temi cristiani con le ideologie razziste del nazionalsocialismo. Questa canzone è rimasta popolare anche dopo la fine del regime nazista, venendo eseguita regolarmente fino agli anni Cinquanta e saltuariamente anche in tempi moderni.

Questi “spunti creativi” durante le celebrazioni natalizie nella Germania nazista riflettono l’adesione al dogma e alle ideologie razziste del Terzo Reich… alcuni di essi non vi ricordano qualcosa?

Caro Babbo Natale…

Approfittando per raccontarvi un po’ di storia, quella “vera”, quella da studiare per non ripetere gli stessi errori, credo che sia già chiaro a tutti voi lettori la mia misera tesi, quindi non c’è bisogno di altre parole…

Il concetto è che ognuno è libero di credere a ciò che gli pare ma è obbligato al rispetto di tutto ciò che gli altri credono, anche se fosse distante o opposto dal proprio punto di vista. I riti fanno parte di una paradigma sociale, così come la lingua di una nazione o di un popolo e la sua religione. Un paradigma può essere stravolto ed evoluto in un altro migliore,  ma per farlo è necessaria una vera scintilla di rivoluzione culturale: un mero tantivo di attrarre visibilità alle proprie azioni per scalare le classifiche dei social non basta per evolvere in meglio una società. Il più bel regalo di Natale che possiamo farci è quello di studiare, imparare, rispettare e rivoluzionare cercando in ogni modo di non commettere gli stessi errori del passato.

Hitler e la sua ossessione per i manufatti antichi e mitologici: una storia di follia e distruzione

La ricerca maniacale di Adolf Hitler per i manufatti antichi e mitologici è uno degli aspetti più affascinanti e inquietanti della storia del nazismo. Come tutti i fan di Indiana Jones sanno, il dittatore tedesco era convinto di poter trovare nelle antiche civiltà le prove della superiorità della razza ariana e i segreti per conquistare il mondo. Per questo motivo, ordinò numerose spedizioni e saccheggi in vari paesi, alla ricerca di oggetti e documenti che potessero confermare le sue teorie.

In primis, Hitler era ovviamente ossessionato dalla svastica, il simbolo che aveva scelto per rappresentare il suo partito e il suo regime. La svastica era un antico simbolo solare, diffuso in molte culture e civiltà, che esprimeva un augurio di fertilità e benessere. Hitler, però, la interpretava come il segno distintivo degli ariani, che avrebbero inventato questo simbolo per indicare la loro nobiltà e il loro dominio. Hitler era convinto che la svastica fosse stata usata dagli ariani in India, in Grecia e in Germania, e che fosse stata trasmessa da generazione in generazione fino ai tempi moderni. In realtà, la svastica non aveva nulla a che fare con la razza ariana, che era solo un’invenzione degli studiosi tedeschi dell’Ottocento, basata su errori e falsificazioni.

Uno dei principali obiettivi di Hitler era l’isola di Thule, un luogo leggendario situato al nord del mondo, dove si credeva avesse avuto origine la civiltà iperborea, progenitrice degli ariani. Hitler pensava che in questa isola fossero conservati i resti di Atlantide, la mitica città sommersa che secondo Platone era stata la culla di una cultura avanzata e potente. Hitler era affascinato dalla filosofia platonica, che riteneva derivasse dalle antiche conoscenze ariane. Inoltre, sperava di trovare in Thule la lancia di Longino, l’arma che avrebbe trafitto il costato di Cristo sulla croce, e che secondo una profezia avrebbe garantito la vittoria a chi l’avesse posseduta.

Un altro luogo che attirava l’interesse di Hitler era il Tibet, dove credeva fossero rifugiati gli ultimi discendenti degli ariani dopo il diluvio universale. Hitler riteneva che nei monasteri tibetani fossero custoditi i segreti della razza superiore, tra cui la scienza della levitazione, la telepatia e la reincarnazione. Nel 1938, inviò una spedizione di studiosi e militari in Tibet, con il compito di esplorare il territorio, studiare la cultura e la religione locale, e cercare eventuali tracce di origine ariana. La spedizione durò due anni e raccolse molti dati e documenti, ma non trovò alcuna prova della presunta parentela tra i tibetani e gli ariani.

In particolare, Hitler aveva un’ossessione per i manufatti mitologici della religione ebraica e cristiana, che riteneva fossero fonti di potere e di conoscenza. Tra questi, vi erano:

  • L’Arca dell’Alleanza, il contenitore che custodiva le tavole della Legge ricevute da Mosè sul monte Sinai, e che secondo la Bibbia era in grado di produrre fulmini e terremoti. Hitler credeva che l’Arca fosse nascosta in Etiopia, e inviò una spedizione per cercarla, ma senza successo.
  • Il Sacro Graal, il calice usato da Gesù nell’Ultima Cena, e che secondo la leggenda era stato portato in Francia dai cavalieri templari. Hitler pensava che il Graal fosse collegato al sangue di Cristo, e che potesse conferire l’immortalità a chi lo bevesse. Hitler ordinò di cercare il Graal in diversi luoghi, tra cui il castello di Montségur, dove si diceva fosse stato nascosto dai catari.
  • La Lancia di Longino, la lancia che avrebbe trafitto il costato di Gesù sulla croce, e che secondo una profezia avrebbe garantito la vittoria a chi l’avesse posseduta. Hitler era ossessionato da questa lancia, che riteneva fosse la stessa usata da Carlo Magno e Federico Barbarossa. Hitler si impossessò della lancia che era conservata a Vienna, ma si trattava probabilmente di una copia.

Hitler era convinto di poter usare questi oggetti per realizzare il suo sogno di creare un nuovo ordine mondiale basato sulla supremazia della razza ariana. In realtà, Hitler si basava su miti e leggende infondate, e non riuscì mai a trovare i veri manufatti, che forse non sono mai esistiti.

La ricerca maniacale del Führer per i manufatti antichi e mitologici fu quindi una delle manifestazioni più evidenti della sua follia e della sua megalomania. Hitler si illudeva di poter ricostruire una storia alternativa, in cui gli ariani fossero i padroni del mondo e i detentori di una saggezza e di una potenza ineguagliabili. Per perseguire questo delirio, Hitler non esitò a depredare e distruggere le opere d’arte e i tesori culturali di altri popoli, commettendo uno dei più gravi crimini contro l’umanità.

Il Nazismo occulto

Tutti conosciamo il nazismo per la scia di terrore e morte che in una quindicina di anni ha seminato lungo tutta l’Europa. Ma c’è anche un altro nazismo, molto più nascosto e meno analizzato dagli studiosi: stiamo parlando dell’universo occulto del nazismo. Sono tante le “strampalate” avventure in cui Hitler e i suoi famigerati seguaci si sono lanciati, percorrendo non solo l’Europa ma anche le desolate lande dell’Asia e i deserti del Medio Oriente. Si tratta del cosidetto ” Nazismo Occulto”. Infatti sia Hitler, ma sopratutto Goebbels erano enormemente attratti dall’occulto e dalla magia. 

 

La figura del Fuhrer in particolare merita davvero un’analisi approfondita. Cominciamo dagli inizi: secondo August Kubizek, uno dei pochi amici di Hitler durante la sua fanciullezza, le ossessioni magico-politico-razziali del futuro Fuhrer ebbero inizio nel 1904. Hitler aveva quindici anni e dopo aver assistito ad un’opera di Wagner, cominciò a parlare di “una missione che il destino gli aveva riservato” e che “avrebbe affrancato la sua razza dalla servitù. Insomma, già a quell’età Hitler usava espressioni che poi ritroveremo nel  “Mein Kampf”. Sempre secondo Kubizek, in quell’occasione Hitler adoperò per la prima volta quella sua caratteristica voce, frammentata  e irosa, che sarebbe diventata famosa grazie ai suoi discorsi deliranti. Lo stesso Hitler pareva stupito di questa voce, come se uscisse dalla bocca di un estraneo.

 

Con buona probabilità si trattava di uno dei primi sintomi della schizofrenia che l’avrebbe afflitto per il resto della sua vita. Da quel momento Hitler iniziò ad occuparsi assiduamente di misticismo, occultismo e magia. In particolare modo era affascinato dal “Parzival”, un poema del ciclo del Graal. C’era un personaggio che lo colpiva più di tutti: un certo Klingsor che, secondo lui, era la trasposizione letteraria di un personaggio realmente esistito, il tiranno Landolfo II di Capua, scomunicato nell’875 per essersi servito della magia nera con l’intento di acquisire il potere assoluto. Hitelr si identicò con lui, anche perché entrambi soffrivano della stessa anomalia fisica: avevano un solo testicolo. (“Hitler has only got one ball” cantavano i soldati americani).

 

Intanto in Germania c’erano numerosi gruppi che cercavano nell’occulto una soluzione ai mille problemi del quotidiano. Tra questi c’era il gruppo di Thule, secondo il quale una civiltà di “Superiori” si era evoluta nel Gobi tra i tre e i quattromila anni fa, ed era stata distrutta da una catastrofe che aveva trasformato la regione nell’attuale deserto. I sopravvissuti si sarebbero trasferiti parte in Tibet, parte nel Nord Europa, dando origine alla razza ariana (prova ne è l’analogia tra il nome del regno dei nordici, Asgard, e Agharti, il mitico centro spirituale nascosto sotto l’Asia).

 

Poi c’era Horbiger con la sua teoria della terra vuota, di cui noi abitiamo l’interno. Secondo questo scienziato gli astri erano blocchi di ghiaccio e molte lune erano già cadute sulla terra. Lo stesso sarebbe avvenuto per la nostra. L’uomo sarebbe stato vicino ad una radicale trasformazione che lo avrebbe avvicinato agli Dei. Per fare era ciò era però necessario fare un’alleanza con il Signore del mondo, il Re della Paura che regna su una città nascosta in qualche luogo dell’Oriente. Hitler credeva a tutto ciò. Si nutriva di queste teorie e probabilmente questa è stata la molla che lo ha spinto ad entrare in politica. Ricordiamo che il Fuhrer si svegliava in piena notte lanciando urla lancinanti: “E’ lui, è lui! E’ venuto qui!”.

 

Anche il simbolo scelto per rappresentare il nazismo, la svastica, aveva un forte valore magico. A suggerirla a Hitler era stato un occultista di nome Friedrich Kohn, ma Hitler l’aveva fatta modificare invertendo  la direzione delle braccia della svastica: da simbolo solare e positivo a simbolo notturno e negativo. Hitler lanciò i suoi uomini, fra cui le famigerate SS (Schutz-Staffel ovvero “Forza Assalto) in folli avventure come quella della ricerca di Agarthi in Tibet. Non si è sicuri che tale spedizione sia avvenuta realmente; fatto sta che dopo la caduta di Berlino i sovietici trovarono i cadaveri di molti tibetani in uniforme tedesca.

 

 

Un’altra impresa fu quella di tentate di dimostrare che la terra era effettivamente cava (1942, isola di Rugen). Per non parlare del furto della lancia di Longino, l’arma con cui, secondo la leggenda, il pretoriano Longino, aveva trafitto il costato di Gesù Cristo. Si riteneva che questa lancia desse enormi poteri a chi ne fosse entrato in possesso. Hitler ci riuscì, ma fortunatamente nel 1945 gli alleati riuscirono a recuperarla e la riconsegnarono al legittimo proprietario, l’Austria (che la custodisce gelosamente all’Hofburg di Vienna). C’è addirittura chi sostiene che quella in possesso dell’Austria non è altro che una copia della lancia.

 

 

L’originale sarebbe custodita dall’”Ordine dei Cavalieri della Lancia Sacra”, che la conserverebbe in un nuovo nascondiglio per mantenere “la giustizia e la pace nel mondo”. Per ordine di Hitler, poi, il colonnello delle SS Otto Rahn effettuò alcuni scavi a Montsegur alla ricerca del Sacro Graal! Terribile è l’episodio che ha visto coinvolti alcuni soldati tedeschi che, nonostante il resto del loro esercito fosse inseguito dagli alleati che incalzava i nazisti in Francia, tornarono al paesino francese di Renne Le Chateaux alla ricerca del Graal, e non trovandolo sterminarono tutti gli abitanti.

 

 

Come potete leggere Hitler si è imbarcato in numerose imprese legate al mondo dell’occultismo. Come interpretare tutto ciò? C’è chi pensa che il Fuhrer fosse solo un paranoico ossessionato dalla magia, ma c’è chi arriva a sostenere che fosse un vero e proprio stregone che aveva stretto un patto con oscure potenze, a cui offriva sacrifici rituali in cambio del potere assoluto. C’è ancora un’altra ipotesi: dietro Hitler c’era qualcuno che lo manovrava come un fantoccio.

 

 

Un ultimo inquietante elemento: il Fuhrer decise di suicidarsi il 30 Aprile, il giorno che si conclude con la notte di Valpurga, la notte in cui le forze del male celebrano il loro trionfo.

 

 

 

FONTI:

 

“Il Mattino dei maghi” di Louis Pauwels e Jacques Bergier e “L’eniclopedia dei misteri” a cura di Alberto Castelli.

Il gigante dei cieli: il dirigibile LZ 129 Hindenburg e il suo impatto culturale

Il dirigibile LZ 129 Hindenburg era un capolavoro di ingegneria e di eleganza, il più grande oggetto volante mai costruito, capace di trasportare oltre 130 persone tra passeggeri ed equipaggio attraverso l’oceano Atlantico. Era lungo quasi 250 metri, aveva un volume di 200.000 metri cubi e poteva raggiungere una velocità massima di 135 km/h. Era dotato di tutti i comfort, tra cui una sala da pranzo, un salone, una sala scrittura, una biblioteca e persino un pianoforte a coda. Era chiamato così in onore del presidente tedesco Paul von Hindenburg, che aveva sostenuto il progetto e la sua realizzazione.
Il dirigibile Hindenburg fu costruito dalla Luftschiffbau Zeppelin GmbH nel 1935, su progetto di Ludwig Dürr, uno dei più famosi progettisti di Zeppelin. Era il primo di una serie di due dirigibili rigidi destinati al servizio transatlantico, insieme al LZ 130 Graf Zeppelin II. Entrambi i dirigibili erano stati pensati per essere riempiti con elio, un gas inerte e sicuro, ma a causa di un embargo statunitense su questa sostanza, i tedeschi furono costretti a utilizzare l’idrogeno, un gas altamente infiammabile e pericoloso.
Il dirigibile Hindenburg fece il suo primo volo nel marzo del 1936 e completò una doppia traversata atlantica nel tempo record di 5 giorni, 19 ore e 51 minuti nel luglio dello stesso anno. Durante la sua breve ma intensa carriera, effettuò 63 voli, tra cui 17 transatlantici, trasportando oltre 2.600 passeggeri e 160 tonnellate di merci e posta. Fu anche utilizzato per scopi propagandistici dal regime nazista, che lo fece svolazzare sopra le Olimpiadi di Berlino del 1936 e sopra le manifestazioni del Partito Nazionalsocialista.
Il dirigibile Hindenburg divenne famoso in tutto il mondo per le sue imprese aeronautiche, ma anche per la sua tragica fine. Il 6 maggio del 1937, mentre stava atterrando alla base navale di Lakehurst, nel New Jersey, dopo un volo da Francoforte, il dirigibile prese improvvisamente fuoco e si incendiò in pochi secondi davanti agli occhi attoniti degli spettatori. Il disastro causò la morte di 36 persone (13 passeggeri e 22 membri dell’equipaggio), su un totale di 97 persone a bordo. Le cause dell’incendio non sono mai state chiarite con certezza, ma tra le ipotesi più accreditate ci sono quelle di una scintilla elettrica causata da un fulmine o da una scarica statica, o di un sabotaggio da parte di un passeggero o di un membro dell’equipaggio.
L’incidente dell’Hindenburg segnò la fine dell’era dei dirigibili rigidi e della loro aspirazione a diventare il mezzo di trasporto del futuro. Tuttavia, il dirigibile Hindenburg lasciò anche un segno indelebile nella cultura popolare, ispirando opere letterarie, cinematografiche, musicali e artistiche di vario genere.

Tra le più note possiamo citare:

– Il film “Hindenburg” del 1975, diretto da Robert Wise e interpretato da George C. Scott e Anne Bancroft, che racconta gli ultimi giorni del dirigibile e propone la teoria del sabotaggio.
–  La leggendaria scena del film “Indiana Jones e l’Ultima Crociata“, in cui Indy si finge un cameriere dello zeppelin per salvare il padre da un controllo documenti inaspettato…
– Il romanzo “La svastica sul sole” del 1962, scritto da Philip K. Dick e ambientato in un mondo alternativo in cui i nazisti hanno vinto la seconda guerra mondiale e usano i dirigibili come mezzi di trasporto e di dominio.
– La canzone “Stairway to Heaven” del 1971, composta dai Led Zeppelin e considerata una delle più belle canzoni rock di tutti i tempi. Il nome della band si ispira proprio ai dirigibili Zeppelin, e la copertina del loro primo album raffigura il disastro dell’Hindenburg.
Questi sono solo alcuni esempi di come il dirigibile Hindenburg abbia stimolato la fantasia e la creatività di molti artisti e autori, che hanno saputo cogliere il fascino e il mistero di questo gigante dei cieli, simbolo di un’epoca e di un sogno mai realizzato.

La svastica nelle tenebre. Nazismo magico

“La svastica nelle tenebre. Nazismo magico” di Marco Castelli è un interessante saggio edito dall’Ass. Culturale Il Foglio, che descrive gli studi di “Scienza alternativa” da parte del Nazismo, i terrificanti esperimenti genetici e viaggi ai confini del mondo per recuperare potenti talismani ed antiche conoscenze, occultismo e rituali magici. La Germania nazista non tralasciò nulla per raggiungere quella vittoria finale che avrebbe diviso il mondo in padroni e schiavi e il mago Hitler trasformò in pochi anni un millenario simbolo di prosperità e fortuna, quale era la svastica, in un emblema di terrore e distruzione.
 
Il saggio di Castelli parla del nazismo ma va oltre la comune conoscenza di un movimento politico razzista, responsabile dell’Olocausto e di altri terribili crimini contro l’umanità. L’autore ci fa scoprire in maniera approfondita il volto nascosto del nazismo e i motivi occulti alla base di molte decisioni e viaggi dei gerarchi di Hitler. Il testo esamina gli aspetti interni del fenomeno, svelandone il mistero. Si parte dall’Ariosofia e dalla Società Thule fino a rivelare la fonte luciferina della mistica, della tecnologia e dell’antropologia nazista. Un libro ricco non solo di storia e di orrore, ma anche di mistero e di magia. (Maurizio Maggioni)
Exit mobile version