Hitler e la sua ossessione per i manufatti antichi e mitologici: una storia di follia e distruzione

La ricerca maniacale di Adolf Hitler per i manufatti antichi e mitologici è uno degli aspetti più affascinanti e inquietanti della storia del nazismo. Come tutti i fan di Indiana Jones sanno, il dittatore tedesco era convinto di poter trovare nelle antiche civiltà le prove della superiorità della razza ariana e i segreti per conquistare il mondo. Per questo motivo, ordinò numerose spedizioni e saccheggi in vari paesi, alla ricerca di oggetti e documenti che potessero confermare le sue teorie.

In primis, Hitler era ovviamente ossessionato dalla svastica, il simbolo che aveva scelto per rappresentare il suo partito e il suo regime. La svastica era un antico simbolo solare, diffuso in molte culture e civiltà, che esprimeva un augurio di fertilità e benessere. Hitler, però, la interpretava come il segno distintivo degli ariani, che avrebbero inventato questo simbolo per indicare la loro nobiltà e il loro dominio. Hitler era convinto che la svastica fosse stata usata dagli ariani in India, in Grecia e in Germania, e che fosse stata trasmessa da generazione in generazione fino ai tempi moderni. In realtà, la svastica non aveva nulla a che fare con la razza ariana, che era solo un’invenzione degli studiosi tedeschi dell’Ottocento, basata su errori e falsificazioni.

Uno dei principali obiettivi di Hitler era l’isola di Thule, un luogo leggendario situato al nord del mondo, dove si credeva avesse avuto origine la civiltà iperborea, progenitrice degli ariani. Hitler pensava che in questa isola fossero conservati i resti di Atlantide, la mitica città sommersa che secondo Platone era stata la culla di una cultura avanzata e potente. Hitler era affascinato dalla filosofia platonica, che riteneva derivasse dalle antiche conoscenze ariane. Inoltre, sperava di trovare in Thule la lancia di Longino, l’arma che avrebbe trafitto il costato di Cristo sulla croce, e che secondo una profezia avrebbe garantito la vittoria a chi l’avesse posseduta.

Un altro luogo che attirava l’interesse di Hitler era il Tibet, dove credeva fossero rifugiati gli ultimi discendenti degli ariani dopo il diluvio universale. Hitler riteneva che nei monasteri tibetani fossero custoditi i segreti della razza superiore, tra cui la scienza della levitazione, la telepatia e la reincarnazione. Nel 1938, inviò una spedizione di studiosi e militari in Tibet, con il compito di esplorare il territorio, studiare la cultura e la religione locale, e cercare eventuali tracce di origine ariana. La spedizione durò due anni e raccolse molti dati e documenti, ma non trovò alcuna prova della presunta parentela tra i tibetani e gli ariani.

In particolare, Hitler aveva un’ossessione per i manufatti mitologici della religione ebraica e cristiana, che riteneva fossero fonti di potere e di conoscenza. Tra questi, vi erano:

  • L’Arca dell’Alleanza, il contenitore che custodiva le tavole della Legge ricevute da Mosè sul monte Sinai, e che secondo la Bibbia era in grado di produrre fulmini e terremoti. Hitler credeva che l’Arca fosse nascosta in Etiopia, e inviò una spedizione per cercarla, ma senza successo.
  • Il Sacro Graal, il calice usato da Gesù nell’Ultima Cena, e che secondo la leggenda era stato portato in Francia dai cavalieri templari. Hitler pensava che il Graal fosse collegato al sangue di Cristo, e che potesse conferire l’immortalità a chi lo bevesse. Hitler ordinò di cercare il Graal in diversi luoghi, tra cui il castello di Montségur, dove si diceva fosse stato nascosto dai catari.
  • La Lancia di Longino, la lancia che avrebbe trafitto il costato di Gesù sulla croce, e che secondo una profezia avrebbe garantito la vittoria a chi l’avesse posseduta. Hitler era ossessionato da questa lancia, che riteneva fosse la stessa usata da Carlo Magno e Federico Barbarossa. Hitler si impossessò della lancia che era conservata a Vienna, ma si trattava probabilmente di una copia.

Hitler era convinto di poter usare questi oggetti per realizzare il suo sogno di creare un nuovo ordine mondiale basato sulla supremazia della razza ariana. In realtà, Hitler si basava su miti e leggende infondate, e non riuscì mai a trovare i veri manufatti, che forse non sono mai esistiti.

La ricerca maniacale del Führer per i manufatti antichi e mitologici fu quindi una delle manifestazioni più evidenti della sua follia e della sua megalomania. Hitler si illudeva di poter ricostruire una storia alternativa, in cui gli ariani fossero i padroni del mondo e i detentori di una saggezza e di una potenza ineguagliabili. Per perseguire questo delirio, Hitler non esitò a depredare e distruggere le opere d’arte e i tesori culturali di altri popoli, commettendo uno dei più gravi crimini contro l’umanità.

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