Trilli: Addio o Arrivederci? La fata Disney tra polemiche e realtà

Nel magico mondo Disney, soffia un vento di cambiamento. Protagonista questa volta è Trilli, la fatina campanellino legata alle avventure di Peter Pan. Secondo alcune indiscrezioni, la Disney avrebbe deciso di “cancellare” il personaggio, ritenuto problematico per le nuove generazioni. Ma sarà davvero così?

Tra accuse e ripensamenti: la fata al centro del dibattito

Tutto nasce da un post sui social, dove un presunto rappresentante Disney avrebbe ammesso che Trilli non sarebbe più in linea con i valori odierni. Le critiche mosse al personaggio riguardano la sua immagine, considerata troppo magra e sessualmente allusiva, e la sua dipendenza da Peter Pan.

Fake news o realtà? La verità dietro la scomparsa di Trilli

In realtà, la situazione sembra essere più complessa. Innanzitutto, la paternità delle dichiarazioni è dubbia. Inoltre, come sottolinea The Direct, Trilli non è stata completamente eliminata dai parchi Disney. La segnaletica con il personaggio è stata rimossa solo in Florida, mentre Trilli è ancora presente in California e in altre aree. La sua assenza dai meet and greet potrebbe essere dovuta semplicemente a un normale ricambio dei personaggi.

Un personaggio in evoluzione: Trilli tra passato, presente e futuro

Tuttavia, la vicenda evidenzia un tema più ampio: l’evoluzione dei personaggi Disney in un’epoca di maggiore sensibilità verso certi temi. Già in passato, la casa di Topolino aveva apportato modifiche ad alcuni classici per renderli più adatti ai tempi.

Il caso di Trilli rappresenta un nuovo capitolo in questo processo di revisione. Che sia un addio definitivo o un arrivederci con un nuovo look, il futuro della fatina campanellino resta incerto. Una cosa è certa: la magia di Trilli continua ad affascinare grandi e piccini, e il suo posto nel cuore dei fan è ben saldo.

Dinosauri: nomi “non inclusivi”? La polemica woke infuria

Paleontologi divisi sulla richiesta di cambiare i nomi di alcuni dinosauri perché considerati troppo maschili o legati al colonialismo.

Nomi controversi:

Un team di paleontologi ha identificato 89 nomi di dinosauri potenzialmente offensivi su un totale di 1.500. Tra i “problemi” individuati: nomi legati a razzismo, sessismo, colonialismo o figure controverse. L’obiettivo è quello di creare sistemi di denominazione più rigorosi e inclusivi.

Critiche alla proposta:

Il numero di nomi “problematici” è relativamente basso (meno del 3%). Cambiarli sarebbe un’impresa costosa e di dubbia utilità. Meglio concentrarsi sulla ricerca e sulla divulgazione scientifica.

Eponimi e stereotipi:

Negli ultimi anni è aumentato l’uso di nomi di persone per battezzare i dinosauri. L’87% di questi nomi è al maschile, perpetuando stereotipi di genere. I ricercatori suggeriscono di utilizzare nomi basati sulle caratteristiche fisiche degli animali.

ICZN: buonsenso o conservatorismo?

La Commissione Internazionale per la Nomenclatura Zoologica non sembra intenzionata a cambiare i nomi esistenti. Una decisione che alcuni considerano di buonsenso, altri di conservatorismo miope.

Dibattito aperto:

La questione dei nomi “non inclusivi” dei dinosauri è destinata a far discutere. Paleontologi, storici, linguisti e appassionati di dinosauri sono chiamati a confrontarsi per trovare una soluzione equilibrata.

#dinosauri #nomi #inclusività #colonialismo #woke #paleontologia #scienza #cultura #dibattito

Il Natale tra la Cultura Woke e il Nazismo

Siamo in pieno periodo delle Festività Natalizie: i social, la televisione, tutti i media sono inondati da articoli sul Natale, sulla gastronomia, i viaggi, sulla corsa agli ultimi regali, sugli addobbi luminosi e anche sul nostro sito ci sono tantissime news di questo tipo … ovviamente in salsa Nerd! Tra gli innumerevoli temi natalosi che inondano la nostra agenda mediatica quello che fa sicuramente più riflettere è proprio quello sulle “tradizioni e riti” riguardanti la festa che, a rigor di logica, dovrebbe celebrare la nascita di Gesù Cristo a Betlemme più o meno nello 0 d.C. (o 0 a.C. francamente non saprei).

Badate bene, cari lettori, quello che sto scrivendo è un articolo prettamente sarcastico e vuole, magari, suggerirvi una riflessione: certamente non vuole fornirvi un parere “certo” o un’opinione “folgorante” perchè non sono proprio all’altezza di potervela dare.

Il Natale politically correct

Bene tornando al concetto di Tradizioni, come ogni anno, vengono riportate dai giornali numerose iniziative perbeniste in cui il concetto di nascita di Gesù viene “evoluto” in qualcos’altro, sostituendo ad esempio la statuetta di Giuseppe con un’altra Madonnina nel presepe, anzi proprio abolendo l’idea stessa di allestire un “plastico di miniature del I secolo a.C.” così come è stato ipotizzato da San Francesco negli edifici pubblici; c’è chi cambia le strofe nella canzoni delle recite dei bambini a scuola, c’è chi vede nell’augurio “Merry Xmas” un chiaro riferimento alla fanteria di marina della Repubblica di Salò (un po’ come Montesano a Ballando con le Stelle del 2022), c’è chi sostituisce il concetto di Natale riportando in auge l’idea millenaria di Festa della Luce.

Tutte queste iniziative nascono da un sedicente impeto di rispetto reciproco, soprattutto verso le religioni di altri bambini, in un’estenuante impeto di “politically correct” che più che alla cultura woke sembra appartenere al più blando dei populismi.

Tanto tempo fa, in una Palestina Lontana Lontana…

Ora vale la pena ricordare alcune cose: in primis, l’idea stessa di festeggiare il Natale il 25 dicembre non nasce esattamente il giorno 0 d.C. e neanche nel 34 d.C. ma è stata una scelta “politca” successiva, condivisa almeno dal 336 d.C. (post Concilio di Nicea), come è indicato nel Cronografo, il primo documento a contenere un riferimento alla data del 25 dicembre per il Natale. Dopotutto, nei Vangeli non vi è mai specificato il giorno e il mese di nascita nel nostro Messiachan: la data che tutti festeggiamo è stata scelta per «cristianizzare» le precedenti feste pagane come i Saturnali e la festa del “Sol Invictus” nell’ambito dei più antichi riti riguadanti il Solstizio d’Inverno.

Infine, siamo sinceri con noi stessi, la stragrande maggioranza dei bambini, almeno negli ultimi quarant’anni, aspetta la mezzanotte del 24 dicembre non per andare a Messa e festeggiare la nascita di Cristo ma per cercare di scorgere Babbo Natale intento a consegnare i doni in tutto il mondo con la sua slitta. Babbo Natale, ovvero San Nicola (il Patrono di Bari, proprio lui), la cui estetica è stata creata dalla Coca Cola.

Ricordato questo, perchè sono citati i Nazisti nel titolo di questo articolo?

Perchè spulciando su Wikipedia, ho letto cosa fece la Propaganda di Hitler  al “Natale” per renderlo una festa very Nazista. Dal 1933 al 1945, il governo tedesco cercò di eliminare gli aspetti legati alle origini ebraiche di Gesù cercando di focalizzare l’attenzione dei cittadini sugli elementi pre-Cristiani della festività. I leader del Partito Nazionalsocialista sostenevano infatti che le celebrazioni natalizie fossero state corrotte dalle influenze cristiane, a discapito delle antiche tradizioni germaniche. Secondo loro, il periodo del Natale originariamente non aveva nulla a che fare con la nascita di Gesù Cristo, ma festeggiava Yule e “rinascita del sole”. Per promuovere questa nuova visione, sono stati creati dei poster raffiguranti il dio norreno Odino nell’immagine dell'”uomo del Solstizio” cercando di sostituire la già incessante presenza di Babbo Natale. Odino era raffigurato come un uomo elegante sulla sua cavalcatura bianca, con una lunga barba grigia e un cappello rilassato, oltre a un sacco pieno di regali. Anche l’albero di Natale ha subito delle modifiche. I termini tradizionali “Christbaum” o “Weihnachtsbaum” sono stati sostituiti con termini come “abete”, “albero di luce” o “albero di Yule”. La stella posta sulla cima dell’albero è stata ovviamente sostituita con la svastica o una runa Sig, simboli che rappresentavano il sole. Durante il regime nazista, si è cercato addirittura di eliminare l’associazione del Natale con Gesù e di sostituirla con l’arrivo di Hitler, che veniva raffigurato come un Messia inviato per salvare la Germania. Anche i canti natalizi sono stati modificati per riflettere questa nuova ideologia. Le parole di famose canzoni come “Stille Nacht” sono state modificate per non contenere riferimenti a Dio, Cristo o alla religione. Allo stesso modo, anche l’inno “Per noi è giunto il momento” è stato modificato per eliminare i riferimenti a Gesù. Un canto natalizio molto popolare promosso dai nazisti è stato “La Notte gloriosa delle chiare Stelle” di Hans Baumann, che ha sostituito i tradizionali temi cristiani con le ideologie razziste del nazionalsocialismo. Questa canzone è rimasta popolare anche dopo la fine del regime nazista, venendo eseguita regolarmente fino agli anni Cinquanta e saltuariamente anche in tempi moderni.

Questi “spunti creativi” durante le celebrazioni natalizie nella Germania nazista riflettono l’adesione al dogma e alle ideologie razziste del Terzo Reich… alcuni di essi non vi ricordano qualcosa?

Caro Babbo Natale…

Approfittando per raccontarvi un po’ di storia, quella “vera”, quella da studiare per non ripetere gli stessi errori, credo che sia già chiaro a tutti voi lettori la mia misera tesi, quindi non c’è bisogno di altre parole…

Il concetto è che ognuno è libero di credere a ciò che gli pare ma è obbligato al rispetto di tutto ciò che gli altri credono, anche se fosse distante o opposto dal proprio punto di vista. I riti fanno parte di una paradigma sociale, così come la lingua di una nazione o di un popolo e la sua religione. Un paradigma può essere stravolto ed evoluto in un altro migliore,  ma per farlo è necessaria una vera scintilla di rivoluzione culturale: un mero tantivo di attrarre visibilità alle proprie azioni per scalare le classifiche dei social non basta per evolvere in meglio una società. Il più bel regalo di Natale che possiamo farci è quello di studiare, imparare, rispettare e rivoluzionare cercando in ogni modo di non commettere gli stessi errori del passato.

Coco Rido: il gioco di carte politicamente scorretto fa dietro front!

Raven Distribution ha introdotto in Italia Coco Rido, il divertente party game politicamente scorretto per adulti, creato da adolescenti e prodotto da bambini. Se non lo conoscete, si tratta del “gemello” di Cards Against Humanity, noto all’estero con il nome di Blanc Manger Coco. Il gioco ha ottenuto un grande successo grazie al suo contenuto esplicito e provocatorio, con carte contenenti termini e frasi che difficilmente troverete in altri giochi sul mercato.

Coco Rido vanta ben 600 carte divise in domande e risposte, utilizzate dai giocatori per creare frasi dissacranti e divertenti durante la partita. Tuttavia, a partire da gennaio 2024 alcune carte particolarmente discutibili verranno modificate o sostituite per evitare problematiche legate alla discriminazione.

Recentemente, l’azienda produttrice di Coco Rido ha deciso di rispondere alle critiche e ai feedback della community, promettendo di migliorare il gioco. Diverse carte del gioco avevano suscitato polemiche per il loro contenuto sessista e violento, spingendo alcune persone a chiedere il ritiro del gioco dal commercio. Nel comunicato ufficiale, il Team di Coco Rido ha riconosciuto il problema e si è scusato con coloro che si sono sentiti offesi dalle carte criticate. Si è deciso quindi di apportare delle modifiche per eliminare le carte che potrebbero incoraggiare la discriminazione e alimentare pregiudizi dannosi. Tuttavia, il gioco rimarrà pensato esclusivamente per un pubblico adulto e saranno presenti delle carte bianche per personalizzare l’esperienza di gioco.

L’obiettivo dell’azienda è garantire che Coco Rido rimanga divertente senza risultare offensivo o discriminatorio, assicurando che giocare sia un’esperienza positiva per tutti. Con queste modifiche e miglioramenti, Raven Distribution si impegna a offrire un’esperienza di gioco più inclusiva e rispettosa.

Exit mobile version