Come una favola si trasforma in un gioco di ruolo

Quando si parla di fiabe, ci si riferisce a storie fantastiche dove vengono narrati fatti immaginari riguardanti personaggi, luoghi e avvenimenti. E spesso, in queste fiabe, troviamo elementi magici o soprannaturali che rendono la narrazione ancora più affascinante. D’altra parte, i giochi di ruolo rappresentano un’attività ludica in cui i partecipanti interpretano personaggi all’interno di un mondo fittizio, seguendo regole e trame predefinite o create da loro stessi. Ma come possiamo trasformare una fiaba in un’ambientazione per un gioco di ruolo? Vediamo insieme alcuni suggerimenti utili per fare proprio questo.

Il primo passo da compiere è scegliere una fiaba che sia sufficientemente conosciuta e che possieda elementi interessanti da esplorare, come personaggi, ambienti, conflitti, temi, e via dicendo. Per esempio, potremmo selezionare la fiaba di Cappuccetto Rosso, la quale ci racconta la storia di una ragazzina che deve portare dei dolci alla nonna malata, ma che si imbatte in un lupo cattivo durante il cammino.

Una volta scelta la fiaba, è importante analizzare attentamente la sua struttura, individuando i punti focali della trama, i ruoli dei personaggi e le loro motivazioni, le sfide e i pericoli che devono affrontare, nonché le soluzioni e le conseguenze delle loro azioni. Nell’esempio di Cappuccetto Rosso, i momenti chiave sono: la partenza della bambina da casa della madre, l’incontro con il lupo nel bosco, il dialogo tra i due, il piano del lupo per arrivare prima a casa della nonna e ingannare Cappuccetto Rosso, e infine l’intervento del cacciatore che risolve la situazione.

Successivamente, si può procedere all’ampliamento della fiaba, aggiungendo dettagli, varianti o modifiche volte a renderla più ricca e adatta a un gioco di ruolo. In questo modo si possono inventare nuovi personaggi, ambientazioni, sottotrame, regole di gioco, temi o messaggi. Per esempio, si potrebbe ambientare la fiaba in un mondo medievale-fantastico, in cui il lupo è in realtà un licantropo al servizio di una strega malvagia intenzionata a rapire Cappuccetto Rosso per usarla in un rituale magico. Si potrebbero introdurre personaggi secondari come animali parlanti, banditi, soldati o maghi, che possono aiutare o ostacolare i protagonisti. Si possono aggiungere ulteriori sfide o alternative di gioco, come enigmi, combattimenti o prove di abilità o moralità. E si possono persino modificare le prospettive o le alleanze dei personaggi, rendendo il lupo più simpatico o la nonna ambigua.

Oltre a ciò, per poter interpretare i personaggi della fiaba e interagire con il mondo creato, sarà necessario sviluppare un sistema di gioco. Si possono utilizzare sistemi esistenti oppure crearne di nuovi, a seconda delle preferenze e delle esigenze del gruppo. Sarà importante stabilire regole per determinare le caratteristiche e le abilità dei personaggi, le modalità di risoluzione delle azioni e dei conflitti, i livelli di difficoltà e di successo, nonché le conseguenze positive e negative delle scelte dei giocatori. Inoltre, bisognerà definire i ruoli dei partecipanti al gioco, cioè chi fa da narratore o da arbitro (il cosiddetto “master” o “game master”), chi interpreta i personaggi principali (di solito chiamati “giocatori” o “player”) e chi interpreta i personaggi secondari (i cosiddetti “personaggi non giocanti” o “NPC”).

Per poter giocare sarà necessario anche preparare tutto il materiale necessario, come schede dei personaggi, mappe delle ambientazioni, regole di gioco, dadi o altri strumenti per generare casualità, penne e fogli per prendere appunti, e così via. Si potranno utilizzare elementi scenografici o sonori per rendere il gioco ancora più coinvolgente e immersivo. Infine, si potrà dare il via al gioco, seguendo la trama della fiaba originale oppure creandone una completamente nuova basata sugli elementi della fiaba stessa. Sarà compito del master descrivere le scene e i personaggi, proporre le sfide e le situazioni, gestire le reazioni e le risposte del mondo, adattando la storia in base alle scelte e alle azioni dei giocatori. I giocatori, invece, dovranno interpretare i propri personaggi, esprimere le loro intenzioni e le loro emozioni, collaborare o competere tra loro, e affrontare le conseguenze delle loro decisioni. La durata del gioco potrà variare da poche ore a diversi giorni, a seconda della complessità e della lunghezza della storia.

E questo è solo un esempio di come si può trasformare una fiaba in un’ambientazione per un gioco di ruolo. Ovviamente, le possibilità sono infinite e ogni fiaba può offrire spunti diversi per creare un gioco originale e divertente. L’importante è usare la fantasia e la creatività e, soprattutto, divertirsi!

Come creare il tuo abito Fantasy

Il mondo degli Original Cosplay e del Larp è un ambito affascinante in cui la creatività può esprimersi liberamente, permettendo di trasportare le persone in mondi magici e immaginari. Creare un abito fantasy richiede passione, fantasia e un’attenta attenzione ai dettagli. In questo articolo, esploreremo i passaggi fondamentali per creare un abito fantasy unico e straordinario.

  1. Ispirazione e ricerca: Prima di iniziare il processo creativo, è importante ricercare e trovare l’ispirazione per il tuo abito fantasy. Puoi trarre idee da libri di fantasia, film o persino da leggende medievali. Guarda illustrazioni, sfilate di moda o dipinti per esplorare le caratteristiche che vorresti includere nel tuo abito.
  2. Scelta dei materiali: I materiali giusti sono fondamentali per creare un abito fantasy affascinante e autentico. Puoi optare per tessuti come seta, velluto, raso o organza per creare l’effetto desiderato. Inoltre, puoi utilizzare elementi come piume, pietre preziose finte o perline per aggiungere dettagli ornamentali.
  3. Design dell’abito: Una volta trovata l’ispirazione e decisi i materiali, è il momento di creare il design dell’abito fantasy. Puoi disegnarlo su carta o utilizzare software di progettazione per visualizzare l’aspetto finale dell’abito. Considera lo stile del tuo abito, i dettagli dei tessuti e la combinazione di colori che desideri utilizzare.
  4. Costruzione del modello: Dopo aver creato il tuo design, è tempo di costruire un modello dell’abito. Puoi utilizzare un manichino o fare un abbozzo sulla carta per creare un pattern che ti servirà come base per costruire fisicamente l’abito. Questo processo richiede abilità di modellismo e sartoria.
  5. Taglio e cucitura dei tessuti: Una volta che hai il modello pronto, puoi procedere tagliando i tessuti accuratamente. Assicurati di prendere le misure correttamente per ottenere un abito ben aderente e confortevole. Unisci i pezzi tagliati insieme con ago e filo o con l’ausilio di una macchina da cucire.
  6. Dettagli decorativi: Per rendere il tuo abito fantasy davvero unico, aggiungi dettagli decorativi. Puoi cucire piume, perline, gioielli o strisce di tessuto per creare effetti speciali. Assicurati di bilanciare i dettagli per evitare di sovraccaricare l’abito e rendere difficile la sua gestibilità.
  7. Finitura e rifinitura: Quando l’abito è cucito e i dettagli sono stati aggiunti, è il momento di rifinire il capo. Controlla che le cuciture siano solide, che non ci siano fili in eccesso o strappi. Fai tutte le modifiche necessarie per garantire che l’abito sia impeccabile.
  8. Provare e sistemare: Una volta che l’abito è finito, prova a indossarlo per assicurarti che sia comodo e si adatti bene alle tue misure. Fai le modifiche necessarie per garantire un’ottima vestibilità.
  9. Presentazione dell’abito: Ora che il tuo abito fantasy è completo, pensa a come presenterlo al pubblico. Puoi organizzare una sfilata di moda o scattare fotografie professionali per mostrare il tuo capolavoro.

Creare un abito fantasy richiede tempo, dedizione e competenze di sartoria, ma il risultato finale sarà sicuramente gratificante. Coltiva la tua creatività e libera il tuo spirito fantasioso nel disegno e nella realizzazione di un abito unico che catturerà l’immaginazione di tutti.

Lucca Games 2010, l’area giochi di ruolo dal vivo sarà a ingresso libero!

Lucca sdogana i giochi di ruolo dal vivo.

La notizia arriva oggi dall’ufficio stampa del Lucca Comics and Games 2010, con l’annuncio che la Cittadella, l’area che nelle ultime edizioni ha ospitato le associazioni e le attività dei GdR live, sarà a ingresso gratuito. Quest’anno la Cittadella uscirà dall’area Games per aprire i battenti sul Baluardo di Santa Maria.

Da parte mia non posso che essere d’accordo: in questo modo anche i non-nerd (passatemi la parola^^), potranno entrare nel mondo dei live e magari appassionarsi. Un vero e proprio tentativo di sdoganamento, esattamente come fui molto positivo quando, qualche anno fa e con dimensioni operative totalmente diverse, il Lucca Comics venne trasferito dal palazzetto dello sport al centro storico. Un bel modo di allargare la platea e di diffondere il “movimento”.

Cosa vuol dire Larp e come funziona?

Alla base di un evento Larp, normalmente c’è un associazione, che organizza date ed eventi, in modo tale da radunare più giocatori. In Italia sono svariate le associazioni che organizzano, alcune propongono un modo di giocare, alcune un altro, ma bene o male tutte hanno una loro personalità e rispondono a determinate esigenze da parte dei giocatori, c’è a chi piace giocare e avere un personaggio che diventa potente, c’è chi ama incontrarsi nel bosco e combattere, e chi invece preferisce il gioco di ruolo parlato o recitato, io non ve le spiegherò tutte, ma bensì vi dirò quello che io faccio, ciò a cui miro, e cosa vivo in prima persona.

 

Un LARP o GRV è il modo in cui noi lo chiamiamo, ma più semplicemente si può usare anche la parola “Live”: Immaginate di essere presi, spogliati, e vestiti con i panni di un orco o di un elfo direttamente nel ambientazione del film del signore degl’ anelli, immaginate, di trovarvi a combattere come nei scontri di Braveheart, è intendo da quello iniziale dove lui cerca di vendicare la sua ragazza, fino alla campale finale. Questo è, a grandi linee quello che succede in un enento dei nostri.  Ogni personaggio sceglie un ruolo nel gioco, che vanno dal barbaro gretto e manesco, fino ad un cavaliere elfico educato e vanitoso, i tratti caratteriali sono molteplici, ed è bello quando in gioco influiscono sulle scelte, ma sopratutto è bello trovare, persone che con la fantasia hanno reso originali ed unici i loro personaggi.

Ognuno in gioco è armato,
ognuno ha degli obbiettivi, che vanno da quelli dell’interpretazione, fino a quelli dettati dal gioco stesso (es. cerca e uccidi quel’uomo, oppure ruba l’oggetto) le classiche missioni di base. Ci incontriamo normalmente in un punto ben definito, dove non si vedono strade, dove siamo un po’ fuori da mondo, e sopratutto con prati e grossi spiazzi, magari anche coperti dagl’alberi, li nella vegetazione, iniziamo un Live. Normalmente essendo per lo più persone adulte, cerchiamo di organizzare sempre se possibile, partite di più giorni, in modo tale da sfruttare la notte, perchè dove gioco io a differenza di moltissime altre associazioni si gioca 24 ore su 24, in modo tale da non perdere quei momenti bellissimi, che possono essere il momento buono per un sicario di uccidere il proprio nemico, approfittarsi del sonno di una guardia per sgraffignare oggetti, o piu semplicemente per aspettare insieme il mattino.

Da noi molte cose sono possibili
perchè la mentalità che c’è dietro non è quella di venire per vincere o diventare il più forte, ma bensi per Divertirsi e stare in compagnia. Questo non significa che ci sia meno agonismo o meno crudeltà in gioco, ma bensi c’è molta correttezza e spontaneità. Il tutto se giocato bene diventa entusiasmante, venire trascinati a giocare è importante, dopo le prime volte che uno partecipa, a pelle può capire se gli piace o meno, il primo passo è la cosa più difficile. Il mio consiglio è, PROVARE, i live costano effettivamente poco, io parto il 13 settembre per andare a giocare in un posto e per due giorni e spendo 15 euro, inoltre a www.lerune.it o www.fucinadeldrago.com che sono i due negozi romani su cui potrete fare affidamento, con meno di 100 euro vi potete prendere pantaloni, maglia e spada se vorrete partecipare seriamente, anche perchè molti di voi danno per scontato che quando verrete per partecipare, dovrete comprare i materiali, invece l’associazione (in questo caso “festa del drago”) vi presterà i materiali per farvi provare, l’importante è venire vestiti il più semplicemente possibile, senza bande, righe, colletti e colori sfarzosi, un pantalone nero o marrone, e una maglia nera, sono perfetti. Mi raccomando gli anfibi!

Dal canto mio, potrò raccontarvi le mille situazioni e i mille aneddoti che in questi 14 anni ho vissuto, ma il vero gioco non saranno le associazioni a farlo, bensì i giocatori e le loro azioni. Viverlo in prima persona è molto più istruttivo che guardarlo.. Tutto è più semplice del previsto, molte delle domande più banali sul combattimento, sul gioco o su altro, potranno essere chiarite immediatamente ad un live, anche da me o dagl’altri organizzatori dell’evento. Un grande punto che ci contraddistingue e ci caratterizza, e che se il gioco è fondato sul divertimento e non sul vincere, e possibile da parte dei giocatori simulare i combattimenti e accusare i colpi con più facilità, anche perchè miriamo al fatto che sia un gioco bello, maturo, corretto, con agonismo e scenicamente figo, ma soprattutto “UN GIOCO”.

Non occorre essere spadaccini
per venire, ne essere grossi e forti, o fighi, serve la mentalità giusta, il voler entrare in un mondo nuovo, e soprattutto la passione. Non abbiate paura di sbagliare, fate il primo passo e provate, è il miglior consiglio che posso darvi. Io Andrea organizzo per “Festa del Drago” e il mio MSN è blackpdr@libero.it

Cosa sono i Giochi di Ruolo?

I giochi di ruolo godono di crescente popolarità, sia in Italia che nel  mondo, dove i titoli pubblicati sono ormai più di trecento; il capostipite dei giochi di ruolo, cosi come li conosciamo può essere considerato “Dungeons & Dragons”, pubblicato per la prima volta nel 1974. In Italia, dove vengono giocati da quasi centomila persone, ci sono almeno una quarantina di titoli a disposizione, scritti o tradotti nella nostra lingua.

Ma quanti, tra i non-giocatori, sanno cos’è davvero un gioco di ruolo? In questo articolo cerchiamo di rispondere agli interrogativi e ai dubbi correnti tra chi si approccia al gioco per la prima volta o, semplicemente, per chiunque sia curioso e voglia saperne di più.

Che cos’è un gioco di ruolo? È un gioco in cui i partecipanti fingono di essere i personaggi di una storia che essi stessi inventano mossa dopo mossa, sotto la guida di un Master (o “Narratore”). Quest’ultimo espone una situazione, mentre gli altri giocatori raccontano a turno che cosa farebbero se fossero davvero un gruppo di avventurieri che deve liberare la principessa prigioniera del drago, o uno sceriffo e i suoi aiutanti a caccia dei contrabbandieri di whisky nel selvaggio West, o i ribelli di Guerre Stellari che cercano di mettere in salvo i piani della più potente astronave della galassia, oppure coniglietti e maialini di un cartone animato in cerca delle loro leccornie preferite…

 Come nel “facciamo finta che io sono…” che si giocava da bambini? Sì. Ma attorno a un tavolo, senza bisogno di correre, saltare, inseguirsi. Se un giocatore vuole che il suo personaggio compia un’azione dall’esito incerto, come saltare giù da un treno in corsa o convincere il sospettoso custode di un museo a farlo entrare fuori orario, ricorre in genere al lancio dei dadi. L’azione riesce o fallisce, e dunque la storia procede in un modo o nell’altro, a seconda del risultato dei dadi.
 
Chi vince? Non vince nessuno. È un gioco di narrazione e di cooperazione. Lo scopo è divertirsi a inventare tutti insieme una storia.
 
E il Master gioca contro il gruppo? No. Si limita a descrivere le situazioni, a coordinare i giocatori nella creazione della storia, a gestire tutte le “comparse” della storia: cioè tutti quei personaggi secondari che non sono impersonati dai giocatori.
 
Chi è l’Arbitro di un gioco di ruolo? Chi è il Custode? Chi è il Regista? Non sono che tre dei tanti sinonimi con cui i diversi giochi di ruolo chiamano il Master, il Narratore.
 
È vero che il gioco di ruolo dura anni? Una singola storia, o “avventura”, può durare un paio d’ore o qualche pomeriggio. Ma i personaggi del gioco di ruolo sono come i protagonisti di una saga letteraria o di un serial televisivo: terminata una storia, li si può usare in altre avventure, affinandone i tratti psicologici, rendendoli più ricchi di sfumature. Come Sherlock Holmes e il dottor Watson, protagonisti di quattro romanzi e decine di racconti. O come Ridge, protagonista di centinaia di puntate di “Beautiful”.
 
Ma il gioco di ruolo non si fa al computer? Il vero gioco di ruolo si gioca attorno ad un tavolo. In questi ultimi anni si è sviluppato il gdr online, ma solo quello dove persone “reali” sono dall’altra parte dello schermo. Giochi per pc quali Baldurs’gate o The Elder Scrolls sono gdr ma in cui, anche se c’è la massima libertà di movimento (quasi) il tutto è meccanizzato, e non si interagisce con nessuna persona reale ma sono con una memoria computerizzata.
 
E non ci si deve travestire da guerrieri medievali, aggirarsi tra boschi e castelli? Di regola no: si gioca vestiti come sempre, seduti attorno a un tavolo. Alcuni appassionati hanno però inventato i “giochi di ruolo dal vivo”: organizzano delle avventure all’aperto, spesso in costume, che ricordano i “Grandi Giochi” della tradizione Scout. Quanto ai giochi in vendita in Italia, uno solo ricorda quelli “dal vivo”: é “Killer”, in cui i giocatori devono muoversi in una sorta di scherzoso guardie e ladri. È assai diffuso nelle università americane, dove ci si combatte utilizzando banane come pistole e palloncini pieni d’acqua come bombe. Ma a rigore non è un gioco di ruolo: non c’è alcuna trama, né i giocatori inventano dei personaggi.
 

“Magic – L’Adunanza“, e gli altri giochi simili, sono giochi di ruolo? No, sono giochi di carte collezionabili. In comune con i giochi di ruolo hanno spesso un’ambientazione fantastica, ma nulla di più. Non si creano storie: si gioca per vincere, come a briscola o a scala quaranta. Il mazzo, però, lo costruisce il giocatore, scegliendo tra le ormai migliaia di carte che vengono vendute in bustine assortite, come le tradizionali figurine: e molti si divertono anche a collezionarle, cercando di completare la raccolta una serie dopo l’altra.

E allora in che cosa si distinguono “Magic – L’Adunanza” e i suoi simili dagli altri giochi di carte? Come i pezzi degli scacchi ricordano due eserciti schierati a battaglia, mentre a dama giocano anonime pedine con regole più semplici, così “Magic – L’Adunanza®” ha regole più ricche e più tipi di carte rispetto al normale mazzo da briscola o da scala quaranta. Le carte di “Magic – L’Adunanza”, è vero, ricordano gli incantesimi di un mago. Ma non basta per definire gioco di ruolo quello che è e resta un “gioco di carte collezionabile” .
 

I libri-gioco sono giochi di ruolo? No. Sono racconti in cui ogni tanto si chiede al lettore di compiere una scelta: la storia prosegue in modo diverso, su pagine differenti a seconda di ciò che decide il lettore-protagonista. Al di là delle somiglianze, i libri-gioco si leggono da soli, e scegliendo fra due o più alternative prestabilite; il gioco di ruolo, invece, si fa in gruppo, e ciascuno sceglie liberamente le mosse e le azioni del suo personaggio.

È vero che molti enti pubblici inseriscono il gioco di ruolo tra le loro attività? Sì. Perché è un gioco socializzante. E perché sviluppa la creatività e la fantasia. In Francia viene usato da molti assistenti sociali con ragazzi che hanno problemi di integrazione, e la “Direction de la Jeunesse et des Sports” ne raccomanda l’utilizzo agli animatori delle Case di Quartiere. In Italia il gioco di ruolo viene impiegato da unità Scout, in attività ricreative nelle carceri, persino da alcune società di selezione del personale. Molte biblioteche, poi, ospitano e organizzano attività di gioco di ruolo.
 
Che cosa c’entrano le biblioteche? È semplice: il gioco di ruolo sprona alla lettura: spesso, infatti, i giocatori si documentano per definire meglio le ambientazioni del loro gioco preferito, o leggono i romanzi cui esso è ispirato: gli appassionati di giochi di ruolo, risulta da numerose ricerche sul campo, leggono mediamente di più dei loro coetanei.
 

In Italia hanno giocato persino nelle scuole, vero? Sì. Diverse scuole elementari e medie, sia inferiori che superiori, hanno utilizzato il gioco di ruolo nell’ambito dei loro programmi didattici. “Ludendo docere”, cioè “insegnare giocando”, è un motto antico: e il gioco di ruolo è assai adatto perché insegna a raccontare, a coordinare la propria creatività con quella degli altri. L’uso dei dadi abitua poi a stimare le probabilità di uscita di certi numeri o combinazioni, e dunque introduce a una certa dimestichezza con il calcolo delle probabilità. Molti Narratori amano inserire nelle loro avventure enigmi o problemi da risolvere, stimolando così le capacità logiche dei loro giocatori. E non scordiamone l’utilità per l’apprendimento delle lingue: gli appassionati, infatti, comprano spesso i giochi di ruolo stranieri prima che vengano tradotti in italiano: si esercitano così nella lettura dell’inglese, e talvolta del francese, del tedesco, dello spagnolo. Come ogni buon romanzo o film, infine, un buon gioco di ruolo di ambientazione storica o letteraria, e ce ne sono diversi, può insegnare facilmente e allegramente le più svariate nozioni e conoscenze.

Scuole e biblioteche usano gli stessi giochi che ci sono in commercio? Sì. Proprio il fatto di essere stati scritti per divertire, e non a scopi direttamente didattici, rende i giochi di ruolo particolarmente graditi ai ragazzi e quindi assai preziosi a fini educativi. Solo il Comune di Roma, per ora, ha pubblicato un suo gioco di ruolo, e l’ha distribuito gratuitamente a insegnanti e bibliotecari.
 

Insomma, il gioco di ruolo si rivolge soprattutto ai ragazzini? No. Ci sono giocatori di tutte le età: bambini che non hanno ancora imparato a leggere, adolescenti, adulti, anziani. Comunque i Narratori hanno, di solito, non meno di 10 anni.

Sono costosi, i giochi di ruolo? No. I più economici, tra quelli disponibili in italiano, costano 10 euro; i più cari non superano le 300. Dipende dalla lunghezza dei regolamenti, dalla ricchezza di dettagli sui “mondi” storici o fantastici in cui le avventure sono ambientate. Nel valutare la spesa bisogna inoltre tenere presente che lo stesso gioco si può usare per anni inventando storie sempre nuove, senza costi aggiuntivi se non quelli di qualche penna e foglio di carta. Gli appassionati di giochi di ruolo spendono mediamente meno, per il proprio hobby, di quanto i loro coetanei spendono per altri passatempi.
 

È vero che il gioco di ruolo è nato per scopi terapeutici? No. Il primo gioco di ruolo, “Dungeons & Dragons”, è stato pubblicato nel 1974 negli USA dalla TSR (Tactical Studies Rules): inventato da Gary Gygax e Dave Arneson, appassionati di giochi di simulazione, si rivolgeva a giocatori come loro e aveva come unico fine il divertimento. Alcune tecniche terapeutiche, come lo psicodramma, hanno una certa somiglianza con il gioco di ruolo. Ma in uno psicodramma vengono messi in scena problemi e conflitti della vita reale, che riguardano l’individuo e i suoi rapporti con gli altri; in un gioco di ruolo vengono interpretati personaggi di fantasia inseriti in un universo narrativo.

Qualche tempo fa, sui giornali, s’è scatenata una strana polemica sui giochi di ruolo e i loro presunti effetti negativi. Chi attacca i giochi di ruolo, e con quali ragioni? Di articoli, negli anni, ne sono stati pubblicati moltissimi, in genere assai favorevoli. Lo stesso vale per servizi e talk show in radio e tv. Con qualche eccezione, naturalmente. Le accuse vengono da gruppi fondamentalisti americani, gli stessi che attaccano cartoni animati come “Alice nel Paese delle Meraviglie” o film per ragazzi come “Casper” tacciandoli di violenza, e che per lo stesso motivo intendono far proibire in tv cartoni animati come “I Puffi” e “Bugs Bunny”. I più attivi sono stati i membri del NCTV (National Coalition on Television Violence) e del disciolto BADD (Bothered About Dungeons And Dragons).

Ma hanno qualche fondamento, queste accuse? No davvero. Non siamo noi a dirlo: lo documentano numerose ricerche e indagini di istituti autorevolissimi e indipendenti.

Quali ricerche? Cosa dicono? Che ne sono gli autori? Vediamo. La prima ricorrente accusa ai giochi di ruolo, lo abbiamo visto, è di essere violenti. Bene: i ricercatori americani Suzanne Abyeta e James Forest chiariscono con un’ampia documentazione che chi pratica giochi di ruolo ha invece meno tendenze violente e distruttive del resto della popolazione. Oltretutto, i personaggi più violenti ed egoisti vengono scelti da una minoranza dei giocatori, i più scelgono di interpretare eroi positivi, rispettosi delle regole e leali verso i compagni: lo rivela, in Italia, una ricerca di Alessandra Areni e Luca Giuliano, sociologi all’Università la Sapienza di Roma ed esperti di giochi di ruolo. Del resto, che la messa in scena della violenza abbia funzione catartica lo sosteneva già Aristotele, e le scene violente raccontate nell’avventura di un gioco di ruolo non sono più forti di quelle presenti in un qualsiasi romanzo d’avventure o in un film d’azione.
 

Quali altre accuse vengono mosse ai giochi di ruolo? La più grave, se avesse qualche minimo fondamento, sarebbe quella di istigazione al suicidio, sollevata “a effetto” su qualche giornale, l’anno scorso, quando si tolse la vita un ragazzo che era anche master di “Dungeons & Dragons”. Ma è un’accusa nettamente smentita da tutte le indagini sul campo. L’American Association of Suicidology di Denver, Colorado, e il Center for Disease Control di Atlanta, Georgia, dopo un approfondito studio dei casi di suicidio tra adolescenti, scrivono che non è stata evidenziata alcuna correlazione tra il suicidio nei teen-ager e i giochi di ruolo. Identiche considerazioni si ritrovano in calce ad analoghe indagini svolte dalla Association of Gifted and Creative Children di Dublin (California), dall’Albert Einstein College of Medicine (New York), dall’Health and Welfare di Ottawa, Canada. E il fascicolo inverno ‘94 dello “Skeptical Inquirer” conclude: La percentuale di suicidi tra i 15-24enni giocatori di ruolo è addirittura più bassa che in qualsiasi altro gruppo.

 

C’è una spiegazione a questa minore propensione al suicidio tra chi fa giochi di ruolo? Certo. Uno dei fattori determinanti per valutare la propensione al suicidio di un bambino o ragazzo, spiegano i ricercatori, è il fatto che sia o no una persona solitaria. E i giochi di ruolo spingono a stare con gli altri, a entrare in relazione con loro; l’esatto contrario della solitudine e assenza di comunicazione col mondo che possono indurre al suicidio. La partecipazione a un’attività di gruppo quale il gioco di ruolo abbassa drasticamente il potenziale autodistruttivo. Garantisce inoltre una cerchia di amici in grado di percepire comportamenti insoliti e di intervenire in caso di crisi. Uno studio degli americani Lisa A. DeRenard e Linda Mannik Kline ha infine dimostrato che chi pratica i giochi di ruolo tende ad avere una più alta considerazione di sé.

Manuale di sopravvivenza per un giocatore di ruolo

Se sei un appassionato di giochi di ruolo, sai bene che non si tratta solo di lanciare dadi e interpretare personaggi. Si tratta anche di affrontare sfide, risolvere enigmi, collaborare con gli altri e soprattutto divertirsi. Ma come fare a sopravvivere in un mondo fantastico pieno di pericoli, mostri e magia? Ecco alcuni consigli utili per rendere la tua esperienza di gioco più sicura e soddisfacente.

1. Scegli il tuo personaggio con cura

Il primo passo per sopravvivere in un gioco di ruolo è creare il tuo personaggio. Questo è un momento cruciale, perché il tuo personaggio sarà la tua identità nel gioco e influenzerà le tue azioni, le tue abilità e le tue relazioni. Prima di scegliere il tuo personaggio, devi considerare alcuni aspetti:

  • Il genere del gioco: a seconda del genere del gioco, potresti preferire un personaggio più adatto al contesto. Ad esempio, se il gioco è ambientato in un mondo medievale, potresti scegliere un personaggio che sia un guerriero, un mago, un ladro o un chierico. Se il gioco è ambientato in un mondo futuristico, potresti scegliere un personaggio che sia un hacker, un cyborg, un pilota o un soldato.
  • La razza del personaggio: a seconda della razza del personaggio, potresti avere dei vantaggi o degli svantaggi in determinate situazioni. Ad esempio, se il personaggio è un elfo, potrebbe avere una maggiore agilità e percezione, ma anche una minore resistenza e forza. Se il personaggio è un nano, potrebbe avere una maggiore forza e resistenza, ma anche una minore agilità e carisma.
  • La classe del personaggio: a seconda della classe del personaggio, potresti avere delle abilità specifiche che ti aiuteranno nel gioco. Ad esempio, se il personaggio è un guerriero, potrebbe avere una maggiore competenza nel combattimento corpo a corpo, ma anche una minore versatilità nel risolvere problemi. Se il personaggio è un mago, potrebbe avere una maggiore capacità di manipolare la magia, ma anche una minore difesa fisica.
  • La personalità del personaggio: a seconda della personalità del personaggio, potresti avere un modo diverso di interagire con gli altri personaggi e con il mondo di gioco. Ad esempio, se il personaggio è coraggioso, potrebbe essere più propenso a rischiare e ad affrontare le sfide, ma anche più esposto a mettersi nei guai. Se il personaggio è prudente, potrebbe essere più attento a valutare le situazioni e a pianificare le mosse, ma anche più restio a cambiare e a innovare.

Quando scegli il tuo personaggio, cerca di bilanciare i suoi punti di forza e di debolezza, in modo da renderlo interessante e credibile. Inoltre, cerca di creare un personaggio che ti piaccia e che ti rispecchi, in modo da poterti immedesimare e divertire.

2. Conosci le regole del gioco

Il secondo passo per sopravvivere in un gioco di ruolo è conoscere le regole del gioco. Le regole del gioco sono il sistema che regola il funzionamento del gioco e le possibilità dei personaggi. Le regole del gioco sono stabilite dal master, che è il narratore e l’arbitro del gioco. Il master ha il compito di creare la trama, gli scenari, i personaggi non giocanti e le situazioni che i giocatori dovranno affrontare. Il master ha anche il compito di interpretare le regole del gioco e di applicarle in modo equo e coerente.

Per conoscere le regole del gioco, devi consultare il manuale del gioco, che è il documento che contiene le regole del gioco e le informazioni sul mondo di gioco. Il manuale del gioco può essere più o meno dettagliato, a seconda del tipo e della complessità del gioco. In generale, il manuale del gioco contiene le seguenti sezioni:

  • La descrizione del mondo di gioco: questa sezione contiene le informazioni sul genere, l’ambientazione, la storia, la geografia, la cultura, la religione, la politica e le altre caratteristiche del mondo di gioco. Questa sezione ti aiuta a capire il contesto in cui si svolge il gioco e a creare il tuo personaggio in modo adeguato.
  • La creazione del personaggio: questa sezione contiene le regole per creare il tuo personaggio, scegliendo la sua razza, la sua classe, le sue abilità, i suoi attributi, i suoi equipaggiamenti e altri dettagli. Questa sezione ti aiuta a definire il tuo personaggio e a calcolare i suoi valori numerici, che influenzeranno le sue azioni nel gioco.
  • Il sistema di gioco: questa sezione contiene le regole per svolgere il gioco, determinando le azioni possibili, i conflitti, i risultati e le conseguenze. Questa sezione ti aiuta a capire come funziona il gioco e come usare i dadi, le carte, le schede e gli altri strumenti del gioco.
  • Le avventure: questa sezione contiene le trame, gli scenari, i personaggi non giocanti e le situazioni che il master può usare per creare le avventure del gioco. Questa sezione ti aiuta a capire cosa ti aspetta nel gioco e come prepararti alle sfide.

Quando conosci le regole del gioco, cerca di memorizzarle il più possibile, in modo da poter giocare in modo fluido e rapido. Inoltre, cerca di rispettare le regole del gioco, in modo da non creare problemi al master e agli altri giocatori.

3. Collabora con il tuo gruppo

Il terzo passo per sopravvivere in un gioco di ruolo è collaborare con il tuo gruppo. Il tuo gruppo è composto dagli altri giocatori, che interpretano i loro personaggi e condividono con te l’avventura. Il tuo gruppo è il tuo principale alleato nel gioco, perché ti aiuta a superare le difficoltà, a risolvere i problemi, a combattere i nemici e a raggiungere gli obiettivi. Il tuo gruppo è anche il tuo principale interlocutore nel gioco, perché ti permette di dialogare, di scambiare informazioni, di esprimere le tue opinioni e di divertirti.

Per collaborare con il tuo gruppo, devi considerare alcuni aspetti:

  • Il ruolo del personaggio: a seconda del ruolo del personaggio, potresti avere una funzione specifica nel gruppo. Ad esempio, se il personaggio è un guerriero, potrebbe avere il ruolo di proteggere il gruppo e di attaccare i nemici. Se il personaggio è un mago, potrebbe avere il ruolo di supportare il gruppo e di usare la magia. Se il personaggio è un ladro, potrebbe avere il ruolo di esplorare il gruppo e di disinnescare le trappole.
  • La relazione del personaggio: a seconda della relazione del personaggio, potresti avere un legame particolare con alcuni membri del gruppo. Ad esempio, se il personaggio è amico di un altro personaggio, potrebbe avere una maggiore fiducia e affinità con lui. Se il personaggio è nemico di un altro personaggio, potrebbe avere una maggiore rivalità e ostilità con lui. Se il personaggio è innamorato di un altro personaggio, potrebbe avere una maggiore attrazione e dedizione con lui.
  • La comunicazione del personaggio: a seconda della comunicazione del personaggio, potresti avere un modo diverso di parlare con gli altri personaggi. Ad esempio, se il personaggio è eloquente, potrebbe avere una maggiore capacità di persuadere e di negoziare. Se il personaggio è timido, potrebbe avere una minore capacità di esprimersi e di socializzare. Se il personaggio è sarcastico, potrebbe avere una maggiore capacità di ironizzare e di scherzare.

Quando collabori con il tuo gruppo, cerca di integrare il tuo personaggio con gli altri, in modo da creare una squadra efficace e armoniosa. Inoltre, cerca di comunicare con il tuo gruppo, in modo da condividere le tue idee, le tue informazioni e le tue emozioni.

 4. Segui il master

Il quarto passo per sopravvivere in un gioco di ruolo è seguire il master. Il master è il narratore e l’arbitro del gioco, che crea la trama, gli scenari, i personaggi non giocanti e le situazioni che i giocatori dovranno affrontare. Il master ha il compito di guidare il gioco, di descrivere le scene, di interpretare i personaggi non giocanti, di gestire i conflitti, di assegnare i premi e di creare le sorprese. Il master ha anche il compito di garantire il divertimento, la coerenza, la creatività e la partecipazione di tutti i giocatori.

Per seguire il master, devi considerare alcuni aspetti:

  • Il ruolo del master: a seconda del ruolo del master, potresti avere una relazione diversa con lui. Ad esempio, se il master è un narratore, potrebbe avere una maggiore importanza nella creazione della storia e nel coinvolgimento dei giocatori. Se il master è un arbitro, potrebbe avere una maggiore importanza nell’applicazione delle regole e nel rispetto dell’equilibrio. Se il master è un amico, potrebbe avere una maggiore importanza nella condivisione del divertimento e nella gestione dei problemi.
  • La fiducia nel master: a seconda della fiducia nel master, potresti avere una maggiore o minore disponibilità a seguire le sue indicazioni. Ad esempio, se il master è competente, potresti avere una maggiore fiducia nel suo modo di condurre il gioco e nel suo senso della giustizia. Se il master è inesperto, potresti avere una minore fiducia nel suo modo di gestire il gioco e nel suo senso dell’avventura.
  • La collaborazione con il master: a seconda della collaborazione con il master, potresti avere una maggiore o minore influenza sul gioco. Ad esempio, se il master è aperto, potresti avere una maggiore collaborazione nel contribuire alla creazione della storia e nel proporre le tue idee. Se il master è chiuso, potresti avere una minore collaborazione nel seguire la trama prestabilita e nel rispettare le sue decisioni.

Quando segui il master, cerca di ascoltare il suo racconto, di capire le sue intenzioni, di accettare le sue sfide e di apprezzare le sue sorprese. Inoltre, cerca di dialogare con il master, di esprimere le tue preferenze, di chiedere le tue spiegazioni e di dare i tuoi feedback.

5. Divertiti

Il quinto e ultimo passo per sopravvivere in un gioco di ruolo è divertirsi. Il gioco di ruolo è un’attività ludica, creativa e sociale, che ti permette di vivere delle esperienze uniche e indimenticabili. Il gioco di ruolo è un’occasione per esplorare il tuo immaginario, per esprimere la tua personalità, per sperimentare le tue emozioni e per condividere le tue passioni. Il gioco di ruolo è un modo per divertirti, per imparare, per crescere e per fare amicizia.

Per divertirti in un gioco di ruolo, devi considerare alcuni aspetti:

  • Il piacere del gioco: a seconda del piacere del gioco, potresti avere una maggiore o minore soddisfazione nel partecipare al gioco. Ad esempio, se il gioco è coinvolgente, potresti avere una maggiore soddisfazione nel vivere le avventure e nel superare le sfide. Se il gioco è noioso, potresti avere una minore soddisfazione nel subire le situazioni e nel sopportare le difficoltà.
  • Il rispetto del gioco: a seconda del rispetto del gioco, potresti avere una maggiore o minore considerazione per il gioco. Ad esempio, se il gioco è importante, potresti avere una maggiore considerazione per il gioco e per le sue regole, cercando di seguire la logica e la coerenza del gioco. Se il gioco è irrilevante, potresti avere una minore considerazione per il gioco e per le sue regole, cercando di infrangere la logica e la coerenza del gioco.
  • Il divertimento del gioco: a seconda del divertimento del gioco, potresti avere una maggiore o minore gioia nel giocare. Ad esempio, se il gioco è divertente, potresti avere una maggiore gioia nel giocare, ridendo, scherzando e godendoti il gioco. Se il gioco è stressante, potresti avere una minore gioia nel giocare, arrabbiandoti, lamentandoti e soffrendo il gioco.

Quando ti diverti in un gioco di ruolo, cerca di apprezzare il gioco, di rispettare il gioco e di goderti il gioco. Inoltre, cerca di trasmettere il tuo divertimento agli altri, di ringraziare il master e gli altri giocatori e di ricordare il gioco.

Adunanza 1104

 Non poteva che essere il Parco Carnè di Brisighella, sull’appennino tosco-emiliano, ad ospitare il quinto compleanno di Adunanza, il maggiore evento annuale dell’associazione nazionale GRVItalia. Perché fin dal 1999 la bella cittadina medioevale ha ospitato alcuni tra gli eventi più significativi della storia dell’Associazione, perché il parco è un luogo ideale in cui passare sei giorni all’aria aperta all’insegna del gioco di ruolo dal vivo, ma anche per il valore affettivo che la maggior parte dei “veterani” riconosce a Brisighella quale culla di quella trasposizione fantastica della penisola italiana che prende il nome di Elavistol.

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