City Hunter: Il live-action Netflix è realtà!

Preparatevi a rivivere le avventure del cacciatore più sexy di Shinjuku: il leggendario City Hunter irrompe su Netflix in un film live-action che promette di accendere gli animi e far sognare i fan di tutto il mondo. Il film live action, basato sul celebre manga City Hunter di Tsukasa Hojo, è il quarto adattamento cinematografico del fumetto, dopo quello cinese del 1993 con Jackie Chan, quello non ufficiale di Hong Kong del 1996 e quello francese del 2018 con Philippe Lacheau.

City Hunter | Official Teaser | Netflix

Uscito in questi giorni il film riprende le atmosfere e i personaggi del manga e anime originale creato da Tsukasa Hojo, adattandoli alla modernità City Hunter racconta le avventure di Ryo Saeba, un investigatore privato e sicario che opera a Tokyo, e della sua partner Kaori Makimura, sorella del suo defunto amico e mentore Hideyuki. Ryo è famoso per le sue abilità di combattimento e di tiro, ma anche per il suo atteggiamento pervertito e donnaiolo, che spesso gli costa le ire di Kaori. Insieme, i due risolvono vari casi, spaziando dal genere poliziesco a quello sentimentale, con un tocco di umorismo e azione. Il film segue i primi capitoli del manga, concentrandosi sulla storia dell’Angel Dust, una droga che conferisce forza sovrumana ma priva della ragione. Ryo e la sorella di Hideyuki Makimura, Kaori, si trovano coinvolti in un caso che li porterà a fare squadra per risolvere il mistero e sconfiggere la misteriosa Unione responsabile dell’Angel Dust. Il film riesce a combinare azione e introspezione in modo equilibrato, mantenendo l’attenzione dello spettatore fino al finale soddisfacente.

Il film Netflix vede nel ruolo di Ryo Saeba l’attore Ryohei Suzuki, noto per aver interpretato il supereroe mascherato Hentai Kamen, il gangster Mera in Tokyo Tribe e il medico Kitami Kota in Tokyo MER. La prima foto ufficiale lo mostra con il tipico abbigliamento di Ryo, composto da una giacca blu, una camicia bianca, una cravatta rossa e un paio di occhiali da sole. Accanto a lui, il suo fedele revolver Colt Python. Il cast del film include anche Haruka Ayase (Our Little Sister, Ichi) nel ruolo di Kaori Makimura, Takaya Kamikawa (The Emperor’s Cook, Segodon) nel ruolo di Hideyuki Makimura, Yuki Uchida (GTO, Hana Yori Dango) nel ruolo di Saeko Nogami, una poliziotta amica di Ryo, e Shinnosuke Mitsushima (Erased, Inuyashiki) nel ruolo di Umibozu, un ex soldato e rivale di Ryo.

La regia del film è affidata a Shinsuke Sato, che ha già diretto altri film tratti da manga, come Gantz, Bleach e Kingdom. La sceneggiatura è firmata da Tsutomu Kuroiwa, che ha collaborato con Sato in Bleach e Kingdom, e da Kenichi Suzuki, che ha scritto le serie anime di JoJo’s Bizarre Adventure e Drifters. La colonna sonora è composta da Yugo Kanno, che ha lavorato alle musiche di Psycho-Pass, JoJo’s Bizarre Adventure e Seirei no Moribito. La produzione del film è curata da Netflix in collaborazione con HoriPro e Office Shirous, con la supervisione dello stesso Tsukasa Hojo. Le riprese si sono svolte a Tokyo, tra le strade che hanno fatto da sfondo alle avventure originali di Ryo Saeba.

Il nuovo adattamento live action di City Hunter su Netflix rappresenta una svolta positiva rispetto ai disastrosi tentativi del passato: questa nuova generazione di adattamenti sembra prendere più sul serio gli appassionati e sfrutta la tecnologia contemporanea per gestire in modo più efficace la transizione dalle opere originali al grande schermo. Il personaggio di Ryo Saeba viene esplorato in modo più approfondito, rivelando un lato oscuro e misterioso che aggiunge interesse alla sua figura. L’attore Ryohei Suzuki interpreta il ruolo con grande convinzione, immedesimandosi perfettamente nel personaggio. Anche il cast di supporto, seppur non utilizzato appieno, svolge un buon lavoro nell’interpretare i personaggi chiave dell’opera. City Hunter non si limita a riprodurre fedelmente il manga e l’anime, ma cerca di adattarli in modo efficace al contesto contemporaneo. La descrizione accurata di Shinjuku e le scene di azione ben coreografate contribuiscono a rendere il film coinvolgente e visivamente accattivante. Il regista dimostra una sensibilità nei confronti dell’opera originale, mantenendo un equilibrio tra comicità e dramma, azione e introspezione.

City Hunter The Movie: Angel Dust

Anime Factory, etichetta di proprietà di Plaion Pictures che racchiude il meglio dell’offerta anime, cinematografica e home video, è lieta di svelare il main poster ufficiale dell’attesissimo film anime City Hunter The Movie: Angel Dust di Kenji Kodama, che arriverà finalmente in Italia nelle sale cinematografiche in un evento speciale di tre giorni, il 19,20 e 21 febbraio 2024.

 

「劇場版シティーハンター 天使の涙(エンジェルダスト)」本予告90秒 | 9月8日(金)公開

Una tecnologia oscura chiamata “Angel Dust” trasforma chi la assume in un super soldato e attira l’attenzione di un gruppo di misteriosi sicari, che arriva a Tokyo per mettere le mani sull’ultima versione dell’arma. La lotta per questa pericolosa invenzione, che in passato è costata la vita al partner di Ryo Saeba, Hideyuki Makimura, trascinerà il duo City Hunter all’interno di una storia mozzafiato e ricca di colpi di scena.

Realizzato dallo studio di animazione giapponese Sunrise, celebre per aver lavorato alla serie anime originale di City Hunter e per molte altre opere di successo come Cowboy Bebop e GintamaCity Hunter The Movie: Angel Dust è il nuovo film tratto dal mitico manga di Tsukasa Hojo, fenomeno che ha segnato un’epoca vendendo oltre 50 milioni di copie in Giappone e conquistando fan in tutto il mondo. Realizzata per celebrare i 35 anni della serie animata, l’arrivo di questa pellicola in Italia rappresenta un evento assolutamente imperdibile per tutti i fan, mettendo in scena uno degli archi narrativi più importanti dell’opera originale: segna l’inizio dell’ultimo emozionante atto del manga di Hojo.

Il manga originale di City Hunter è stato scritto e disegnato da Tsukasa Hōjō ed è stato pubblicato in Giappone sulla rivista Shōnen Jump di Shūeisha dal 1985 fino al 1991. La serie animata, composta da 140 episodi divisi in quattro stagioni, è stata trasmessa per la prima volta in Giappone nel 1987 e in Italia nel 1997. La serie segue le avventure di Ryo Saeba, un cacciatore di taglie che risolve i crimini a Tokyo. Benché la serie abbia avuto un breve ciclo di vita originale, City Hunter è diventata una classica serie anime che ha acquisito una grande popolarità tra i fan degli anime. Una delle caratteristiche distintive di City Hunter è il suo stile di animazione. La serie utilizza animazioni fluide e dettagliate, che la rendono molto piacevole da guardare. Oltre all’animazione stessa, anche la colonna sonora della serie è diventata famosa, in particolare la canzone “Ai yo Kienaide” di Kahoru Kohiruimaki. Successivamente, è stato realizzato uno spin-off intitolato Angel Heart, ambientato in un universo parallelo in cui alcuni eventi si sono svolti in modo diverso. Nel 2017, Nishiki Sokura ha realizzato uno spin-off tributo sulla serie.

In City Hunter The Movie: Angel Dust, tutti i fan di vecchia data potranno ritrovare gli elementi che hanno imparato ad amare nel manga e nella serie animata, dall’azione investigativa al tipico humor che contraddistingue gli ormai iconici personaggi. Per celebrare i 35 anni dello sweeper nipponico più famoso di sempre, nella pellicola faranno un’apparizione speciale alcuni tra i più amati personaggi di fumetto e animazione giapponese: il trio Occhi di gatto e il mitico Lupin III. Le tre sorelle Kisugi protagoniste dell’altro grande capolavoro di Tsukasa Hojo e il mitico ladro gentiluomo creato da Monkey Punch arricchiranno la folta schiera di personaggi che appariranno nel film, in cui torneranno altri volti noti quali Miki e Falcon.

Dopo il successo di City Hunter: Private Eyes, alla guida del team di animazione c’è ancora una volta il regista originale della serie TV anni ‘90, Kenji Kodama, che ha lavorato al progetto come direttore generale. Per City Hunter The Movie: Angel DustTuskasa Hojo ha espresso la sua piena fiducia nelle capacità di Kodama:

Il regista rispetta sempre la mia opinione. Mi ha aiutato a portare City Hunter nel mondo. Parte del lavoro risiede in lui. Anche se il manga e l’anime sono un po’ diversi tra loro, mi piacerebbe che fosse lui a mantenere il comando”.

Dopo il successo dell’uscita giapponese, City Hunter The Movie: Angel Dust è pronto a conquistare il pubblico italiano grazie ad Anime Factory, con un evento speciale al cinema il 19, 20 e 21 febbraio.

Fiat Panda. Icona di un mito Nerd!

La Fiat Panda è una delle auto più amate dagli italiani, ma anche da una particolare nicchia di appassionati: noi nerd. Ma cosa rende la Panda così iconica, sopratutto per la generazione dei millenials?

Per rispondere a queste domande, bisogna ripercorrere la storia della Panda, nata nel 1980 come una superutilitaria economica, pratica e versatile. Disegnata da Giorgetto Giugiaro, la Panda si distingueva per le sue linee squadrate, il suo peso contenuto e il suo spazio interno sfruttabile in vari modi. La Panda era un’auto adatta a tutti, dai single alle famiglie, dai giovani agli anziani, dai cittadini ai contadini. Era anche una delle prime auto ad avere una versione a trazione integrale, ideale per affrontare terreni impervi, e una versione elettrica², anticipando le tendenze del mercato.

La Panda ha accompagnato gli italiani per oltre trent’anni, diventando un simbolo di semplicità, affidabilità e simpatia. Ma perché i nerd italiani l’hanno scelta come loro icona? Innanzitutto perchè La Panda è un’auto personalizzabile: inerd amano esprimere la loro creatività e la loro personalità attraverso le loro passioni. La Panda offre loro la possibilità di modificare l’auto a loro piacimento, aggiungendo adesivi, gadget, accessori e colori che richiamano i loro interessi. Basta fare una ricerca su internet per trovare esempi di Panda trasformate in Batmobile, DeLorean, Ecto-1 e altre auto famose del cinema e dei fumetti.

La Panda è un’icona del cinema e dei cartoni animati!

La Fiat Panda è un’auto che ha fatto la storia del cinema e non solo. La prima generazione della Panda, che negli anni ’80 era un simbolo di italianità sarebbe dovuta essere protagonista in una pellicola di James Bond! Nell’estate del 2005, i giornali italiani riportarono una notizia sorprendente. Nel nuovo episodio della saga di 007, l’agente segreto più famoso al mondo avrebbe guidato una Fiat Panda nera 4X4, al posto della solita Aston Martin. La produzione avrebbe anche ordinato due esemplari per le riprese, ma poi la cosa non si concretizzò. Mel film 007 – Casino Royale infatti, ùl’attore David Craig guida una Aston Martin DBS, che distrugge in un incidente spettacolare per salvare la sua Bond Girl legata in mezzo alla strada.

La Panda è molto presente in alcuni film cult (o trash, a seconda dei gusti) degli anni ’80, più recentemente è stata compagna di una singola avventura del commissario Montalbano, che, tradendo la sua fedele Fiat Tipo,  in un episodio della nota serie televisiva della Rai incontra una Panda azzurra. Monica Vitti in Io so che tu sai che io so di Alberto Sordi guida una Panda beige. Si vedono anche alcune Panda nei primi film di Fantozzi, dove però la regina è la Bianchina del ragionier Ugo. C’è la Fiat Panda in Benvenuti al nord, il film di Claudio Bisio che ha incassato 26 milioni al botteghino; la guida il personaggio interpretato da Alessandro Siani. La Panda fa capolino anche nel Cinepanettone del 2011 Natale a Cortina. Edwige Fenech e Lino Banfi si fanno strada nel traffico con una Panda 45 in Zucchero, miele e peperoncino del 1980. Anche Ornella Muti ne guida una, di colore arancio, in Bonnie e Clyde all’italiana del 1982.

Tornando al mondo Otaku, la Panda è la protagonista iconica nel famoso anime giapponese City Hunter che racconta le imprese di Ryo Saeba e Kaori Makimura, due investigatori privati che vivono avventure mozzafiato. Tra un inseguimento e l’altro spunta anche la Fiat Panda – ovviamente di prima generazione – guidata da Ryo Saeba. Anche il Sensei Akira Toriyama ha omaggiato la leggendaria vettura FIAT in una celebre illustrazione con la mitica Arale in compagnia di un Panda “autista” di una Panda.

La Panda più Panda che c’è Non c’ è è ispirata al terzo capitolo del celebre cartone animato Kung Fu Panda della Dreamworks: prodotta in un solo esemplare nel 2016 e presentata al salone dell’auto di Ginevra nello stesso anno. L’auto fu messa all’asta e il ricavato andò in beneficenza alla Conservation International, l’associazione che si occupa della protezione degli habitat naturali dove vivono i panda. Di questa simpatica auto con i poggiatesta a forma di panda non si è saputo più nulla.

E poi perchè senza dubbio, la Panda è un’auto divertente e autoironica.

I nerd hanno un senso dell’umorismo particolare, spesso basato su citazioni, ironia e autoironia. La Panda si presta a questo tipo di umorismo, grazie al suo aspetto simpatico e alla sua capacità di sorprendere. La Panda è stata infatti protagonista di alcune campagne pubblicitarie divertenti e originali, come quella del 2012 che vedeva l’auto parlare con vari animali, o quella del 2019 che mostrava l’auto in versione emoji.

La Fiat Panda non è solo un’auto per chi è nato negli anni ’80 ma un vero e proprio mito!

Questa autovettura è stata una delle prime macchina che ha accompagnato la nostra crescita e la nostra maturazione. La Panda è stata infatti lanciata nel 1980, lo stesso anno in cui sono nati i primi millenials, e ha seguito le loro trasformazioni e le loro sfide nel corso dei decenni. La Panda è stata per molti di loro la prima auto da guidare, da possedere, da condividere, da personalizzare, da amare. La Panda è stata anche un’auto che ha rappresentato i valori e gli ideali di questa generazione, come la semplicità, la versatilità, l’innovazione, la sostenibilità e il divertimento. La Panda è stata quindi un’auto che ha fatto parte della storia personale e collettiva di chi è nato negli anni ’80, e che continua a farne parte ancora oggi.

Kabukichō: Tokyo a luci rosse

Il Giappone, un luogo che tutti considerano meraviglioso: Tokyo? più che un luogo fisico, un vero paradiso per appassionati di anime e manga! Siamo cresciuti con il concetto che il Paese del Sol Levante fosse uno spazio perfetto, con una società moderna e perfetta che vive in un contesto idilliaco… Ma non è sempre così. Proprio nella capitale esistono quartieri in cui regna la malavita e pur offrendo “divertimenti alternativi” non sono consigliati assolutamente ai turisti. Oggi vi parliamo di Kabukichō (歌舞伎町?), il più grande quartiere a luci rosse di tutto il mondo.

Location per centinaia di ristoranti, club, bar e spazi per il Karaoke è anche la sede di numerosi locali gestiti dalla malavita che gestiscono un tipo di intrattenimento dedicato ad un target un po’ borderline, sessuale o dedito al gioco d’azzardo (il gioco del pachinko). Se per le strade di Tokyo un italiano si immagina migliaia di persone in giacca e cravatta o studenti in divisa che si muovono frenetici per le strade, in questo quartiere non è strano vedere passeggiare anche poliziotti antisommossa in tenuta da battaglia. Non vogliamo allarmarmi: la popolazione di Tokyo frequenta spesso i locali e ristoranti del quartiere … solo preferirebbe vivere lontano da questo luogo.

Kabukichō, si può intuire, prende il nome dal Teatro Kabuki, luogo che però non è mai stato effettivamente costruito. Già nel 1872, quinto anno dell’Era Meiji, il quartiere era diventato un luogo “a luci rosse” quando furono revocate le leggi che regolavano i rapporti con le geishe e le prostitute. Le leggi post seconda guerra mondiale, che combattevano la prostituzione, furono spunti per un rinnovamento del quartiere e una sua “pulizia” ma la Yakuza si oppose fermamente. Per favorire la riqualificazione del quartiere provarono anche a trasferire nel quartiere il teatro Kabuki-za di Ginza, distrutto da un incendio, ma senza successo; un altro teatro fu comunque costruito a Kabukichō, il teatro Koma, che si trova in un edificio che contiene alcuni bar e discoteche.

Il quartiere Kabukichō è, dunque, gestito principalmente dalla Yakuza, che si occupa di essere “stato nello stato” anche garantendo la sicurezza per le strade (in effetti è molto sicura come zona) ed è in costante attrito con la Triade Cinese in cerca di espansione.

La zona di Kabukichō è abbastanza citata nel mondo digitale. Si parla di  Kabukichō, sotto il nome di Kamurocho, nel videogioco Yakuza, è presente nel romanzo Tokyo Soup, scritto da Ryū Murakami e nel manga The School of Water Business, scritto da Hikaru Murozumi e disegnato da Shinobu Inokuma. Oltre al manga  Gintama, scritto da Hideaki Sorachi, e a Ichi The Killer.molti di noi lo ricorderanno come location principale delle avventure poliziesco/demenziali del capolavoro City Hunter scritto da Tsukasa Hojo.

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Speciale Tsukasa Hojo

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Tsukasa Hojo nasce nel 1959 nella prefettura di Fukuoka a Kokura (attuale città di Kitakyushu). Nel 1977 entra nella Kyushu Industrial University dopo aver preso il diploma di scuola superiore. Lo stile di TH è inconfondibile: egli si differenzia dagli altri autori per il suo tratto pulito, preciso e realistico, nonostante mantenga caratteri manga, e per le sue donne, tutte affascinanti e con educata sensualità.

Questo stile particolare porta all’albero di Hojo numerosi frutti; ecco una breve bibliografia:

Nel 1979 arriva secondo al 18° concorso “Tezuka” di Shonen Jump, la rivista leader della “Shueisha”. La sua opera si intitola “Space Angel”.

Nel 1980 esordisce come mangaka professionista con il fumetto “Io sono un uomo!” che viene pubblicato sul numero speciale di Shonen Jump uscito in agosto.

Il 1981 vede Hojo ottenere la laurea e  pubblicare “Il terzo poliziotto”, sul numero speciale di Shonen Jump di gennaio. Successivamente Hojo si dedica alla sua prima grande opera: “Cat’s Eye” Su Shonen Jump 29  ne viene pubblicato un teaser e la serie inizia ufficialmente con Shonen Jump 40 (1981). “Cat’s eye” andrà avanti fino al numero 44 del 1984.

Nell’82 Hojo pubblica “Space Angel” sul numero 16 di Shonen jump, storia breve che ha lo stesso titolo ma un diverso contenuto da quella con cui partecipò al premio Tezuka.

Nel 1983 “Cat’s Eye” diventa un cartone animato e Hojo dà vita al suo secondo grande progetto, ossia “City Hunter”. “City Hunter X Y Z”  viene pubblicato su Shonen Jump 18.

Nel 1984 tocca a “City Hunter – Doppio Taglio”, uscito su Fresh Jump di febbraio. Finita la serie regolare Hojo dedica ancora tempo e passione alle sue ladre più care con “Cat’s Eye – amore di nuovo”, pubblicato sul numero 6 di Shonen Jump del 1985.

Sempre sulla stessa testata, nel numero 13 (1985) parte la serie regolare di “City Hunter”. Dopo qualche mese di tregua, Hojo torna ad essere un mangaka sottoposto ai tradizionali e frenetici ritmi lavorativi imposti dalle grandi case editrici giapponesi.

Tra il 1987 e il 1989 Hojo da vita a una idea extra-City Hunter, ossia “Splash!”, di cui escono 4 episodi sul mensile Super Jump.

Nel 1996 sempre su Shonen Jump, patria fumettistica privilegiata di Hojo, prende il via “Family Compo”, nel quale lo stile di Hojo (vedi sopra) raggiunge il suo apice; infatti la gran parte delle donne che disegna Hojo sono degli uomini in realtà. Tuttavia riescono lo stesso a sprigionare un fascino femminile. Un esempio eclatante e’ Masahiko, il sedicenne protagonista, che si veste da donna per un progetto sperimentale cinematografico del suo liceo e riesce perfino a far innamorare di sé un affiliato della Yakuza, (la storia si puo trovare nel terzo volumetto).

Ultima fatica di questo autore è stato Angel Heart, un manga pubblicato su Weekly Comic Bunch dal 2001 al 2010. Dopo la chiusura della rivista Bunch, il manga è stato rinnovato su Monthly Comic Zenon con il titolo di Angel Heart: 2nd Season. Dal fumetto è stato adattato in un anime di 50 episodi, mantenendo lo stesso titolo. Come affermato dallo stesso autore, Angel Heart rappresenta un sequel alternativo di City Hunter, cioè ambientato in un futuro parallelo. Non è quindi da considerarsi un sequel vero e proprio, ma più uno spin-off.

Sia “Cat’s Eye” che “City Hunter” sono stati traslati e pubblicati integralmente sulla collana Starlight, per le edizioni Star Comics, nei numeri anteriori a “F.Compo”, mentre i quattro episodi di “Splash” si trovano nel volume “Tsukasa Hojo Illustration Book”, sempre pubblicato dalla Star comics.

Hōjō è stato il mentore di Takehiko Inoue, il creatore di Slam Dunk e Vagabond, che ha fatto parte del suo staff durante la realizzazione di City Hunter. Inoltre è amico di lunga data di Tetsuo Hara, creatore assieme a Buronson di Ken il Guerriero. Hojo ha lavorato sul character design di Reina, un nuovo personaggio femminile introdotto nel film di animazione Ken il guerriero – La leggenda di Hokuto uscito in Giappone nel 2006.

City Hunter, il leggendario sweeper Giapponese

Qual e’ il nome di quello strano individuo maniaco delle donne e micidiale con la pistola? Egli è Ryo Saeba, un ragazzo di 30 anni dalle origini poco chiare che si può fregiare del titolo di “sweeper” (letteralmente uno spazzino) più in gamba del Giappone!

Il manga shōnen “City Hunter” è stato creato da Tsukasa Hōjō e pubblicato sulla rivista Shōnen Jump. La storia è incentrata sul duo composto da Ryo Saeba e Kaori Makimura, noti come City Hunter, che operano come investigatore privato e guardia del corpo in modo non convenzionale. La serie presenta una serie di casi che svelano gradualmente passati e relazioni tra i personaggi, combinando azione, avventura ed umorismo.

L’autore Hōjō ha realizzato la serie a fumetti che è stata pubblicata per otto anni sulla rivista Shōnen Jump della casa editrice Shūeisha dal 26 febbraio 1985 fino al 19 novembre 1991. Successivamente è stato raccolto in 35 volumi (tankobon) pubblicati dal gennaio 1986 fino all’aprile 1992. La Star Comics ha pubblicato il manga in italiano sulla testata Starlight dal gennaio 1996 fino al marzo 1999 (totale 39 numeri). I primi volumi avevano dimensioni minori rispetto alla versione giapponese. La riedizione dell’opera, edita da Panini Comics (Planet Manga), è disponibile dal 7 ottobre 2010. Questa nuova edizione presenta alcune differenze rispetto alla precedente della Star Comics: alcune pagine (solitamente le prime di ogni episodio) sono presentate a colori che sfumano poi verso i toni del rosso e infine all’originaria scala di grigi, e ci sono differenze nella traduzione (per esempio, le erezioni di Ryo sono state mantenute con l’originale “mokkori”, che nella lingua giapponese ha una valenza comica, mentre la Star Comics le traduceva in “driz” per evocare un effetto divertente). Nella riedizione Panini, anche le onomatopee e i suoni ambientali non sono stati tradotti, per cui gli spari, il fruscio del vento, i rumori di strada, ecc. vengono rappresentati con ideogrammi che possono risultare complicati da comprendere per i lettori italiani non conoscitori dell’idioma nipponico.

La Sunrise ha realizzato 4 serie televisive di City Hunter: City Hunter (1987-1988) composta da 51 episodi, City Hunter 2 (1988-1989) con 63 episodi, City Hunter 3 (1989-1990) con 13 episodi e City Hunter ’91 (1991) composta da 13 episodi. Le prime due serie furono acquistate da Mediaset per essere trasmesse su Italia 1. Tuttavia, il doppiaggio eseguito dalla Merak Film a Milano nell’ottobre 1993, con dialoghi di Cristina Robustelli e direzione del doppiaggio di Adriano Micantoni e Federico Danti, subì alcune modifiche e censure, non risultando adatte al palinsesto del canale. Rimaste invendute per anni, vennero finalmente trasmesse su Italia 7 come un’unica serie denominata City Hunter a partire dal gennaio e marzo del 1997. Successivamente, sono state riproposte su molteplici altre piattaforme televisive, come Europa 7, Italia Teen Television, MTV Italia, GXT, Cultoon, Man-Ga, Italia 2 e Italia 1. Le terza e quarta serie vennero invece doppiate in italiano a fine anni ’90 dalla Dynamic Italia a Roma presso la Cooperativa Eddy Cortese, con traduzione e adattamento dei dialoghi di Luciano Setti, supervisione dei dialoghi di Gualtiero Cannarsi e direzione del doppiaggio di Fabrizio Mazzotta. Rispetto alle prime due serie, vennero ripristinati i nomi originali dei personaggi e minimizzati o eliminate le citazioni alla cultura nipponica. La terza serie venne trasmessa in prima TV su Junior TV nel 1998, presentata come “film” speciale e le due stagioni furono trasmesse per la prima volta per intero su MTV Italia nel 2005. Entrambe le stagioni sono state pubblicate per la visione in streaming sul sito internet Popcorn TV nel 2012, ma oggi non sono più disponibili. Tutte le serie sono state riproposte in DVD da Yamato Video e replicate su Man-ga dal 2011. In passato, la serie animata era stata inclusa nella programmazione futura del canale TV Anime Gold, ma a causa della prematura chiusura del canale non andò in onda.

Inoltre, lapopolare serie manga giapponese, ha ispirato diversi adattamenti nel corso degli anni. Di seguito sono elencati i vari film cinematografici, OAV, special televisivi, produzioni live action, videogiochi e musical ispirati al manga:

Film Cinematografici:

  • City Hunter Special: Amore, destino e una 357 Magnum (1989)
  • City Hunter: Private Eyes (2019)
  • City Hunter: Angel Dust (2023)

OAV:

  • City Hunter Special: Guerra al Bay City Hotel (1990)
  • City Hunter Special: Un complotto da un milione di dollari (1990)

Special TV:

  • City Hunter Special: Servizi segreti (1996)
  • City Hunter Special: La rosa nera (1997)
  • City Hunter Special: Arrestate Ryo Saeba! (1999)

Live Action:

  • Nel 1993, la Golden Harvest ha prodotto un film live action intitolato City Hunter – Il film, con regia di Jing Wong, Jackie Chan nella parte di Ryo Saeba e Joey Wong nel ruolo di Kaori. Nel 1996, è stato prodotto un adattamento non ufficiale della pellicola intitolata Meng bo. Il 6 febbraio 2019, è uscita una trasposizione di produzione francese intitolata Nicky Larson et le Parfum de Cupidon.

Live Drama:

  • Nel 2011, il canale televisivo SBS della Corea del Sud ha realizzato un drama live action intitolato City Hunter, con Lee Min-ho nel ruolo di Ryo Saeba e Park Min-young nel ruolo di Kaori.

Videogiochi:

  • Nel 1990, è stato pubblicato un videogioco ispirato al manga intitolato City Hunter. Ryo è anche un personaggio giocabile nel videogioco Jump Force.

Musical:

  • Un musical intitolato Musical City Hunter -Nusumareta XYZ- è stato annunciato a fine dicembre 2020 e verrà messo in scena al Teatro Takarazuka Grand dall’agosto al settembre 2021 e al Teatro Tokyo Takarazuka dal ottobre al novembre 2021.
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