Addio ad Alfredo Castelli

Il maestro del fumetto italiano, Alfredo Castelli, ci ha lasciato nella mattinata del 7 febbraio 2024. Nato a Milano nel 1947 durante gli anni della ricostruzione post guerra, Castelli ha vissuto un’infanzia caratterizzata dalla scarsità di risorse ma anche da un grande ottimismo e dalla volontà di utilizzare la fantasia al massimo. Ai tempi, i film potevano essere visti solo al cinema, ma i fumetti erano numerosi, anche se Castelli ne leggeva poco a causa delle convinzioni dei suoi genitori che ritenevano che questi potessero essere dannosi per la sua educazione. Gli era permesso soltanto di leggere il “Corriere dei Piccoli”, ma almeno poteva sfogliare numerosi libri.

Affascinato dall’arte dell’animazione, inizialmente sognava di diventare il Disney italiano, ma ben presto capì che questa strada non faceva per lui. Fu il libro “I fumetti” di Carlo Della Corte a stimolarlo a intraprendere la carriera di cartoonist. Castelli presentò i suoi primi lavori come autore e disegnatore a diverse case editrici, tentando prima con il disegno realistico e poi con quello umoristico. Dopo alcuni tentativi falliti, Angela e Luciana Giussani acquistarono alcune puntate di una serie interpretata da un gruppo di mostri, intitolata Cattiverius Junior, ma che non venne mai pubblicata. Le geniali sorelle, autrici ed editrici di Diabolik, scelsero di introdurre in quest’ultimo un personaggio tra i comprimari di Cattiverius, uno scheletro vivente ribattezzato Scheletrino, che iniziò a comparire in appendice a Diabolik nel gennaio 1965. Rivedendo le sue semplici storie, Castelli decise che sarebbe stato meglio dedicarsi alle sceneggiature per il bene dei lettori.

Nel 1967, insieme all’amico Paolo Sala, Castelli fondò la prima fanzine italiana, Comics Club 104, e lavorò come soggettista per Cucciolo, Kolosso, Pedrito El Drito e altri personaggi umoristici. L’anno successivo, insieme a Mario Gomboli e Marco Baratelli, con i disegni di Carlo Peroni, creò TILT, una rivista che durò solo due numeri, ispirata alla celebre MAD statunitense, famosa per le sue geniali parodie di fumetti, film e programmi televisivi.

Castelli collaborò anche con la rivista Psyco, scrivendo insieme a Marco Baratelli “Van Helsing”, un fumetto con l’antagonista storico di Dracula disegnato ancora da Carlo Peroni. Insieme a Pier Carpi, Castelli diede vita a Horror, una rivista interamente dedicata all’orrore e al soprannaturale, pubblicata dal vulcanico editore Gino Sansoni, dove alcuni dei più importanti autori italiani ebbero finalmente uno spazio. Qui comparve anche Zio Boris, una striscia comica di ambientazione horror. Dopo Horror, Zio Boris ricomparve nel 1972 sul Corriere dei Ragazzi, una rivista che ha segnato una delle proposte più ricche e interessanti di giornalismo a fumetti per ragazzi. Castelli fu uno dei principali sceneggiatori, insieme al giornalista e autore Mino Milani. Su quelle pagine, Castelli trasformò TILT in una rubrica demenziale, con la collaborazione di Bonvi e Daniele Fagarazzi, creando anche l’indimenticabile Omino Bufo, una striscia disegnata in modo approssimativo e piena di umorismo demenziale, che rimase nel cuore di generazioni di lettori.

Ancora, con i disegni di Sergio Zaniboni, Castelli inventò Gli Aristocratici, un gruppo di impeccabili ladri gentiluomini inglesi. Negli stessi anni, Castelli scrisse molte storie per un’altra importante testata per ragazzi, Il Giornalino. Nel 1975, Castelli scrisse insieme a Mario Gomboli e con i disegni di Milo Manara la storia “Un fascio di bombe”, un importante esempio di fumetto giornalistico originariamente pubblicato dal PSI, che narra la strage di Piazza Fontana a Milano e l’inizio della “strategia della tensione” che ha insanguinato il Paese.

Nel 1983, Castelli e Silver (Guido Silvestri, creatore di Lupo Alberto) presero in mano la rivista Eureka, ideata nel 1967 da Luciano Secchi, noto come Max Bunker. Rinnovarono la rivista con una serie di numeri monografici e allegarono al primo numero della loro gestione “Come si diventa autore di fumetti”, un utile prontuario per chi voleva avvicinarsi alla professione o curiosare dietro le quinte della Nona Arte. Sempre attento alle novità del fumetto internazionale, Castelli curò nel 1966, per l’agenzia Opera Mundi, il famoso Blue Book, un catalogo dei personaggi del King Features Syndicate statunitense, in lingua italiana.

A distanza di tempo è anche tra i primi in Italia a parlare dei manga e delle serie animate giapponesi, curando un catalogo in lingua inglese per l’importante casa editrice giapponese Kodansha.

La creatura più importante e famosa di Alfredo Castelli, Martin Mystère, disegnato soprattutto da Giancarlo Alessandrini e pubblicato a partire dal 1982 dall’editore Sergio Bonelli (e oggi dalla Sergio Bonelli Editore). La lunga gestazione di Martin Mystère ha avuto inizio con un personaggio ispirato ad Allan Quatermain, protagonista dei romanzi di H. Rider Haggard. Nonostante non sia stato pubblicato sul Giornalino, il personaggio ha fatto la sua breve apparizione nel 1978 in due numeri di Supergulp!, un settimanale a fumetti creato in seguito all’omonima trasmissione televisiva. In una mostra recentemente organizzata, sono state presentate per la prima volta le tavole inedite disegnate da Fabrizio Busticchi per quella storia incompiuta.

Successivamente, Castelli ha ripreso il personaggio di Quatermain insieme a Sergio Zaniboni, con l’intenzione di pubblicarlo sul settimanale tedesco Zack. Tuttavia, il progetto non ha avuto successo. Dopo ulteriori modifiche, Quatermain è diventato Martin Mystère e finalmente è stato accettato da Sergio Bonelli. Il personaggio è stato presentato alla Fiera del libro di Bologna con il nome di Doc Robinson, ma alla fine ha ripreso il suo nome definitivo.

Prima di Martin Mystère, Castelli ha scritto per altre serie di successo come Zagor e Mister No per la Bonelli Editore. Ha sceneggiato oltre sessanta numeri di Mister No, tra cui storie come “Destinazione Haiti”, “Eldorado”, “Accusa di omicidio”, “Intrigo internazionale”, “Cinema crudele”, “La città del crimine”, “Le montagne della luna”, e “La diga del deserto”.

Nel 1991, Castelli ha ideato il mazzo di tarocchi “Martin Mystère: Tarocchi di Atlantide”, disegnato da Giancarlo Alessandrini e pubblicato da Lo Scarabeo di Torino con la supervisione di Pietro Alligo e Giordano Berti. Non contento delle sue numerose attività, nel 1997 Castelli ha anche contribuito alla realizzazione delle sceneggiature per la docufiction di Italia 1 “AleX, indagini su mondi segreti”, una serie di sei puntate che si occupavano di misteri.

Negli ultimi anni, Castelli ha esteso il suo campo di interesse al fumetto storico. Ha condotto approfondite ricerche sulle origini del fumetto, pubblicando un volume illustrato intitolato “Eccoci ancora qui” nel 2006. Questo lavoro ricopre un periodo che va dalla fine del XIX secolo ai primi del XX secolo, focalizzandosi sul fumetto americano.

La carriera di Castelli non è passata inosservata, infatti ci sono state diverse pubblicazioni biografiche su di lui da parte di associazioni e enti legati al mondo del fumetto. Tra queste ricordiamo “Castelli 25” dell’Associazione Nazionale Amici del Fumetto e dell’Illustrazione, pubblicata in occasione dei suoi 25 anni di carriera. Inoltre, il Napoli Comicon ha dedicato un libro a Castelli intitolato “Alfredo Castelli – Storie e Mysteri di un grande narratore” e l’Associazione Culturale Nipoti di Martin Mystère ha celebrato il suo quarantennale con il libro “Castelli di Carta”.

La morte di Alfredo Castelli lascia un vuoto incolmabile nel panorama del fumetto italiano, ma il suo ricordo e la sua opera resteranno vivi nei cuori e nelle menti dei suoi numerosi fan e ammiratori. A loro e ai suoi familiari va il nostro più sentito cordoglio.

Taranto Diabolik Days: Meeting 2023

Sabato 17 giugno 2023 a Taranto, presso la Galleria Comunale del Castello Aragonese di Taranto, alle ore 10.30, si terrà il Taranto Diabolik Days: Meeting 2023, L’iniziativa è stata organizzata anche quest’anno dal diaboliko Vladimiro Garofalo, colonna portante del gruppo fan pugliese. Al Taranto Diabolik Days   prenderanno parte appassionati e collezionisti provenienti da tutta l’Italia che non si lasceranno sfuggire l’occasione di vedere in un’unica location, le opere originali di alcuni tra i più grandi disegnatori della testata: Enzo Facciolo, Giuseppe Palumbo, Sergio Zaniboni, Beniamino Del Vecchio, Giuseppe di Bernardo, Giorgio Montorio,Antonio Muscatiello e Riccardo Nunziati. L’iniziativa è autorizzata dalla Casa Editrice Astorina ed è appoggiata anche dall’Associazione Il Mondo di Diabolik.

Vladimiro Garofalo, artefice per la seconda volta dell’importante evento, ha dichiarato che

“L’idea per i Diabolik days è nata per la grande passione per Diabolik e per tutto ciò che ha rapresentato per noi appassionati lettori, in questi sessanta anni di pubblicazione. C’era inoltre una richiesta da parte di tanti collezionisti, per realizzare un incontro al sud Italia, anche perchè l’unico posto dove venivano fatte le reunion era Napoli. Cosicchè dallo scorso anno abbiamo pensato di proporre a Taranto i Diabolik Days, l’iniziativa ha avuto un grande successo sono arrivati collezionisti e appassionati da tutta Italia. Vorrei sottolineare che Taranto Diabolik Days ha l’appoggio e l’autorizzazione da parte dell’Astorina, forse non tutti sanno che qualsiasi gadget e/o pubblicazione  con Diabolik e i suoi personaggi, deve essere autorizzato. Ci sarò il firmacopie dei due autori presenti, Muscatiello e Nunziati”.

Un week end assolutamente da non perdere per gli amici diabolici! È previsto un incontro  firma copie con gli autori, l’ingresso è libero e saranno dati gadget omaggio ai visitatori.

  • Riccardo Nunziati,  fiorentino, classe 1974, fumettista e illustratore, tra i nomi di punta della casa editrice Astorina. Ha lavorato a 13 albi della serie inedita di Diabolik e al Grande Diabolik realizzando sia le copertine che le storie. Cura l’immagine per la mostra Diabolika al museo del cinema di Torino, dedicata ai 60 anni del Re del Terrore, i folder filatelici e cartoline per Poste Italiane, le illustrazioni per il romanzo Mondadori di Diabolik e gadget ufficiali. Realizza le matite dei fuoriserie di Diabolik Il prigioniero di Porto Azzurro, Colpo sul set, Colpo al museo dell’oro di Arezzo, La Rosa Dei Venti per il ventennale di Diabolik Club. Disegna la Trilogia della Fine, prima storia di Diabolik divisa in 3 albi inediti, dedicata ai 60 anni del personaggio, realizza anche l’albo celebrativo Colpo alla Rinascente, Nel Nome dei Kant, l’inedito che celebra i 60 anni di Eva Kant;  la linea di gadget dei 60 anni, le karte da gioco, il Kalendario.
  • Antonio Muscatiello nasce a Manfredonia nel 1960, dove frequenta il Liceo Scientifico. Da ragazzo una intervista a Jack Kirby trasmessa in tv  fa scattare in lui la passione per il mondo delle nuvole. Decide di diventare disegnatore e manda in giro i suoi lavori alle case editrici. Il suo destino, infine, lo porterà  a entrare, nel 2018, nello staff dei disegnatori di Diabolik. Il suo stile è tra i più apprezzati dai fan del criminale in tuta nera.

I maestri della Matita al Wow di Milano

Proseguono le grandi mostre dedicate da WOW Spazio Fumetto – Museo del Fumetto di Milano ai grandi protagonisti della Nona Arte. Dopo le due grandi mostre dedicate a Aurelio Galleppini (creatore di Tex Willer) e a Guido Crepax, dal 3 marzo al 13 maggio sarà allestita una mostra davvero unica che omaggia tre grandi matite italiane, tre protagonisti assoluti appartenenti a tre generazioni e scuole diverse: Sergio Zaniboni (recentemente scomparso, disegnatore che ha aggiornato l’immagine di Diabolik diventandone uno dei disegnatori più apprezzati), Angelo Stano (autore fondamentale di Dylan Dog e copertinista dal numero 42 al 361) e Simone Bianchi (uno dei maggiori artisti al lavoro sui supereroi Marvel e DC Comics).  Allestita con il sostegno di LYRA, brand di F.I.L.A. dedicato al disegno artistico e alle belle arti e Matita Ufficiale di WOW Spazio Fumetto, la mostra propone una ricchissima carrellata di schizzi, bozzetti, illustrazioni, tavole e copertine di questi artisti, raccontando l’evoluzione del loro stile e del loro metodo di lavoro, permettendo di ammirare come hanno saputo raccontare personaggi amati da milioni di persone, come Spider-Man, Dylan Dog o Diabolik, usando uno strumento semplice ma potentissimo, capace di creare un universo immaginario con pochi tratti: la matita. In occasione della mostra, WOW Spazio Fumetto organizza masterclass professionali con tre artisti della matita: Simone Bianchi e Angelo Stano, protagonisti della mostra, e Martoz, astro nascente del fumetto italiano. La mostra sarà inaugurata sabato 3 marzo in un incontro pubblico con Simone Bianchi e Angelo Stano. Sarà visitabile fino al 13 maggio 2018 presso WOW Spazio Fumetto (Viale Campania 12) tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle 15.00 alle 19.00 e il sabato e la domenica dalle 15.00 alle 20.00. Chiusa a Pasqua (1° aprile), il 25 aprile e il 1° maggio. Chiusura straordinaria giovedì 15 marzo. Ingresso 5 euro (intero) e 3 euro (ridotto).

Alla base di ogni fumetto c’è uno strumento, la matita. I più grandi disegnatori di ogni epoca e paese hanno da sempre tracciato prima a matita rapidi schizzi delle loro tavole, stabilendo volumi e inquadrature, per poi passare a definirli sempre più fino ad arrivare alla tavola completa, da passare quindi a china o da dipingere. Quando un fumetto è frutto di un lavoro d’équipe, quello che in gergo tecnico viene chiamato “matitista” è sempre l’autore più esperto nel team artistico, affiancato poi da disegnatori più giovani con il compito di rifinire e inchiostrare le sue tavole. La mostra celebra il lavoro di tre dei più importanti disegnatori italiani di fumetto seriale, esempi e punti di riferimento per gli altri disegnatori e per chi sogna un giorno di diventarlo. Il racconto delle loro carriere, legate ai personaggi più celebri a cui hanno prestato la propria arte e sviluppato attraverso l’esposizione di preziose tavole originali, è accompagnato da bozzetti, studi, matite, tavole incompiute, provenienti dai cassetti dei loro studi, dall’archivio della Fondazione Franco Fossati e da importanti collezioni private, oltre che dagli archivi della casa editrice Astorina.

Perché questi autori? Per questa mostra si sono scelti tre autori che, al di là della grande bravura con la matita, avessero sensibilità e percorsi professionali completamente diversi.

Sergio Zaniboni è l’artista che ha rinnovato l’immagine di Diabolik nelle sue storie a partire dalla fine degli anni Sessanta, con uno stile che è diventato quello che i lettori oggi associano all’immagine del personaggio.  Ogni storia di Diabolik è frutto di un lavoro di squadra, in cui disegno e inchiostrazione sono generalmente realizzati da persone diverse, in modo che in fase di inchiostrazione venga data un’uniformità grafica che rende il personaggio molto riconoscibile. Pur all’interno di una tradizione così radicata, Zaniboni ha saputo innovare il mondo di Clerville con il suo stile estremamente realistico, che si avvale dell’uso frequente di fotografie in fase di disegno e di una scelta dell’inquadratura di sapore cinematografico. Non è un caso che l’arte di Zaniboni sia spesso utilizzata per gli innumerevoli prodotti di merchandising dedicati al Re del Terrore. E non è un caso che una storia disegnata da Sergio Zaniboni sia la sola ad essere stata pubblicata direttamente a matita, all’interno dell’albo speciale Notte magica.

Angelo Stano è l’autore a cui Sergio Bonelli Editore ha affidato il compito di disegnare la prima storia di Dylan Dog, L’alba dei morti viventi. Il suo segno sporco e ruvido, i suoi personaggi scavati, contorti, quasi emaciati, perfetti per le trame horror, ricordano da vicino lo stile del pittore austriaco Egon Schiele. Nonostante le copertine e il design iniziale del personaggio siano opera di Claudio Villa, è lo stile di Stano a essere subito abbinato al personaggio, tanto che dal numero 42 ne diventa il copertinista ufficiale: per 26 anni è lui a disegnare le copertine della serie regolare e di varie edizioni speciali, le immagini promozionali e sempre a lui vengono affidate le storie più importanti. È sua l’immagine di Dylan Dog più famosa in assoluto, frontespizio di quasi tutti gli albi di cui è stato copertinista, quella che lo vede camminare verso il lettore in compagnia dell’assistente Groucho seguito da una massa di mostri, omaggio al quadro Il quarto stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo. Nonostante da qualche anno disegni in digitale, Stano continua ad adoperare la matita per realizzare studi e bozzetti, che poi rifinisce al computer.

Simone Bianchi è uno dei disegnatori italiani più apprezzati negli Stati Uniti. Le sue matite hanno tratteggiato tutti i supereroi più importanti, prima che Marvel Comics lo ingaggiasse in esclusiva: per la Casa delle Idee ha disegnato centinaia di pagine, copertine e illustrazioni di Spider-Man, Wolverine, Thor, Capitan America, ma anche tavole per Star Wars apprezzate dallo stesso George Lucas. Il suo stile è potente, molto ricco. Nelle sue tavole il segno a matita è protagonista indiscusso, utilizzato per disegnare linee molto dinamiche e per dare forma alle masse imponenti dei corpi dei supereroi. La matita è spesso lasciata visibile, non coperta dalla china: sarà il colore, dipinto ad acrilico sulle copertine o aggiunto in digitale sulle tavole interne, sempre insieme a espressivi sprazzi di colore acrilico, a completare il pezzo. Grazie a questa tecnica mista di matita, chine e acrilico, Simone Bianchi riesce a rappresentare dei personaggi estremamente realistici, quasi fotografici; in ogni sua tavola inserisce sempre un guizzo, un colpo di genio, firma del suo talento, che dona un alito di vita al disegno.

La mostra sarà introdotta da una sezione tecnica sulla realizzazione del fumetto. Saranno riassunte le varie fasi di lavorazione: l’ideazione della storia e la stesura del soggetto e della sceneggiatura; gli studi dei personaggi; la fase di layout delle tavole; il disegno a matita, il ripasso a china, la colorazione e il lettering. Questo percorso sarà realizzato sia con disegni originali, sia con l’ausilio di riproduzioni. Verranno inoltre mostrati gli strumenti necessari per fare un fumetto: i vari tipi di matita, le chine, la carta, i colori, con curiosità storiche e sulla produzione dei vari strumenti. A chiudere la sezione, un’esposizione di tavole a matita di autori come Magnus e Jack Kirby, Corrado Mastantuono e Tanino Liberatore, Will Eisner e Carlo Peroni, per poter ammirare direttamente tecnica e approccio di maestri di epoche e provenienze diverse.  Ad ognuno dei tre disegnatori protagonisti della mostra sarà dedicata una sala, in cui il percorso creativo dell’artista verrà raccontato attraverso schizzi, disegni, riproduzioni delle tavole stampate, ingrandimenti e particolari per guidare al meglio il visitatore lungo il processo di realizzazione del fumetto. Ogni sezione diventerà così una vera e propria personale dell’artista, ripercorrendone la carriera e focalizzandosi sulla diversità di stile e di approccio dei diversi artisti. L’allestimento porrà al centro della mostra proprio il segno dell’autore. Lungo le pareti e a dividere le sezioni troveranno spazio pannelli e teli decorati con ingrandimenti di tavole e copertine dei vari autori.  La mostra, in collaborazione con LYRA, il brand di F.I.L.A. dedicato al disegno artistico e alle belle arti nonché Matita Ufficiale di WOW Spazio Fumetto, sarà allestita dal 3 marzo al 13 maggio presso WOW Spazio Fumetto. Angelo Stano e Simone Bianchi saranno presenti all’inaugurazione della mostra, aperta al pubblico, sabato 3 marzo alle ore 16:30.

In occasione della mostra, in sinergia con LYRA, Matita Ufficiale di WOW Spazio Fumetto e grazie al know how di F.I.L.A., sono state sviluppate delle masterclass professionali che saranno tenute da Simone Bianchi, Angelo Stano e Martoz, astro nascente del fumetto italiano, vincitore degli importanti premi Micheluzzi e Boscarato. Ogni lezione, della durata di 4 ore, approfondirà un diverso aspetto del disegno a matita. La MasterClass rappresenta un’occasione unica per conoscere il mondo del disegno e dei suoi strumenti e per lavorare con autori che, proprio attraverso le matite, realizzano la propria arte e la propria professione. Un’esperienza che consente di confrontarsi con i maestri della matita e di conoscerne il grande potenziale artistico, per imparare a rendere visibile e concreta la propria creatività attraverso il segno puro a matita tracciato sul foglio. Un’occasione per conoscere stili e generi differenti, tratti specifici e caratterizzanti di un autore, grazie ai quali cercare un proprio stile e un proprio tratto.  Durante le lezioni i partecipanti impareranno a utilizzare correttamente i diversi tipi di mine e le sue gradazioni, scoprendo come esse influiscano sul disegno. Impareranno a regolare la pressione sul foglio, in dipendenza del segno che vogliono ottenere, e a come servirsi delle diverse matite per ottenere gli effetti desiderati. Apprenderanno alcune tecniche fondamentali del disegno e verranno guidati nella creazione della propria tavola, dalla progettazione iniziale, fino alla realizzazione finale utilizzando le diverse tipologie di mine e applicando le diverse tecniche.

Di seguito le date delle masterclass. Per informazioni e prenotazioni: edu@museowow.it 

  • Simone Bianchi – domenica 4 marzo
  • Martoz – domenica 22 aprile
  • Angelo Stano – sabato 5 maggio

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