Horrified: Un viaggio fotografico tra i bunker della Sicilia

Nel Marzo 2018, il fotografo romano Mauro Colapicchioni e sua moglie Nicoletta lasciano la loro città per trasferirsi a Siracusa. Attratti dai numerosi bunker disseminati sul territorio siciliano, decidono di intraprendere un progetto fotografico per documentare e valorizzare queste testimonianze silenziose della Seconda Guerra Mondiale.

“Horrified”, il nome in codice con cui gli Alleati identificavano la Sicilia durante il conflitto, diventa il titolo di questo lavoro, che si articola in una mostra fotografica e un libro in imminente pubblicazione.

Le fotografie di Mauro Colapicchioni, scattate in pellicola bianco e nero con una Zenza Bronica 4,5×6, catturano la cruda bellezza di queste strutture in cemento armato, ormai integrate nel paesaggio siciliano. Attraverso un approccio contemplativo e una tecnica impeccabile, l’autore restituisce la drammaticità dei luoghi e invita a riflettere sulla memoria collettiva e sulle cicatrici del passato.

Il progetto non si limita alla documentazione fotografica. Attraverso un’approfondita ricerca storica, l’autore ricostruisce gli eventi bellici che si sono svolti in questi luoghi, riportando alla luce storie dimenticate e testimonianze dirette.

Il libro “Horrified” raccoglie le fotografie di Mauro Colapicchioni, accompagnate da testi critici di Giuseppe Cicozzetti e da contributi storici del Professor Salvatore Adorno e di Lorenzo Bovi. L’opera rappresenta un invito a riscoprire questi luoghi carichi di memoria e a riflettere sui tragici eventi che hanno segnato la storia d’Italia.

“Horrified” rappresenta un importante contributo alla memoria storica e alla valorizzazione del patrimonio culturale siciliano. Attraverso le immagini di Mauro Colapicchioni e le ricerche storiche condotte, il progetto invita a riflettere sui tragici eventi della Seconda Guerra Mondiale e a riscoprire i luoghi che ne conservano la memoria, se vuoi contribuire anche tu clicca qui.

Giornata della memoria: le graphic novel per ricordare la Shoah

Il 27 gennaio è la Giornata della memoria, una ricorrenza internazionale che commemora le vittime dell’Olocausto, il genocidio nazista che portò allo sterminio di circa sei milioni di ebrei e di altre minoranze etniche, religiose, politiche e sociali durante la Seconda guerra mondiale. In questo articolo, cercherò di spiegare il significato e la storia di questa giornata, che ha lo scopo di ricordare e sensibilizzare le generazioni presenti e future sui crimini commessi dal regime nazista e dai suoi alleati, e di promuovere i valori della democrazia, dei diritti umani e della tolleranza.

La scelta della data del 27 gennaio non è casuale, ma coincide con il giorno in cui, nel 1945, il maresciallo Ivan Konev e le truppe sovietiche liberarono il campo di concentramento e di sterminio di Auschwitz, il più grande e famigerato tra i lager nazisti, situato nella Polonia occupata. Qui, tra il 1940 e il 1945, furono deportati e imprigionati circa 1,3 milioni di persone, di cui oltre un milione perirono a causa delle condizioni disumane, delle torture, delle esecuzioni, delle camere a gas e dei forni crematori. Auschwitz divenne il simbolo dell’Olocausto, termine che deriva dal greco e significa “sacrificio per il fuoco”, e che indica l’annientamento sistematico e pianificato degli ebrei da parte dei nazisti, in base alla loro folle ideologia razzista e antisemita. Il termine ebraico per indicare l’Olocausto è Shoah, che significa “catastrofe” o “distruzione”.

L’Olocausto fu il culmine di una lunga e progressiva persecuzione degli ebrei da parte dei nazisti, che iniziò con la loro ascesa al potere in Germania nel 1933. In seguito alle leggi razziali, agli atti di violenza, alla propaganda diffamatoria e alla confisca dei beni, gli ebrei furono progressivamente esclusi dalla vita sociale, economica e culturale della nazione, e costretti a vivere in ghetti, quartieri isolati e sovraffollati. Con lo scoppio della guerra, i nazisti estesero la loro politica antisemita ai territori occupati, e iniziarono a deportare gli ebrei verso i campi di concentramento e di sterminio, dove venivano selezionati e uccisi in massa. Alcuni di questi campi erano situati in Polonia, come Auschwitz, Treblinka, Sobibor e Belzec, e facevano parte della cosiddetta “soluzione finale della questione ebraica”, il piano di sterminio totale degli ebrei d’Europa, ideato dai gerarchi nazisti nel 1942.

L’Olocausto non colpì solo gli ebrei, ma anche altre categorie di persone considerate “indesiderabili” o “inferiori” dai nazisti, come i rom, i sinti, i testimoni di Geova, gli omosessuali, i disabili, i prigionieri di guerra, i partigiani, i comunisti, i socialisti e i democratici. Si stima che il numero totale delle vittime dell’Olocausto sia di circa 15 milioni di persone, di cui 11 milioni di civili e 4 milioni di militari. Tra le vittime, vi furono anche molti italiani, in particolare dopo l’8 settembre 1943, quando l’Italia fu occupata dai tedeschi e si formò la Repubblica Sociale Italiana, uno stato fantoccio fedele al nazismo. Circa 8.000 ebrei italiani furono deportati nei campi di sterminio, e solo 600 circa sopravvissero. Tra i deportati, vi furono anche personalità illustri, come il fisico Enrico Fermi, il filosofo Benedetto Croce, il poeta Primo Levi, il musicista Arturo Toscanini e il politico Giorgio Amendola.

Il Giorno della Memoria fu istituito in Italia con la legge n. 211 del 20 luglio 2000, su proposta del senatore Furio Colombo, con lo scopo di “conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e di ricordare le vittime delle leggi razziali, delle persecuzioni e della deportazione”. Originariamente Colombo proprose il 16 ottobre, il giorno del rastrellamento del ghetto di Roma, quando nel 1943 oltre mille cittadini italiani di religione ebraica vengono deportati nel lager di Auschwitz

Ad oggi La legge prevede che in questa giornata si svolgano iniziative di commemorazione, di studio e di riflessione nelle scuole, nelle istituzioni, nei luoghi della cultura e nei media, coinvolgendo anche le testimonianze dei sopravvissuti e dei familiari delle vittime, e valorizzando il ruolo dei Giusti tra le nazioni, cioè quelle persone che, a rischio della propria vita, hanno aiutato, protetto o salvato gli ebrei perseguitati. Il Giorno della Memoria è anche l’occasione per ribadire il rifiuto di ogni forma di odio, di intolleranza, di discriminazione e di violenza, e per affermare i principi di libertà, di uguaglianza, di dignità e di pace.

Queste ricorrenza è fondamentale non solo per onorare la memoria delle vittime, ma anche per prevenire che si ripetano simili tragedie, e per educare le nuove generazioni al rispetto della diversità, al dialogo interculturale, alla solidarietà e alla responsabilità civile. Come scrisse Primo Levi, uno dei più noti testimoni dell’Olocausto:

“È avvenuto, quindi può accadere di nuovo: questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire. Può accadere, e dappertutto”.

Alcune graphic novel utili a ricordare

Ci permettiamo di suggerire ai nostri lettori alcune graphic novel che possano esser d’aiuto nel riflettere sulla Giornata della memoria. Tra le molte opere a fumetti dedicate a questo tema, vi suggeriamo queste cinque:

Ginette Kolinka: la testimonianza di una sopravvissuta ad Auschwitz-Birkenau di Aurore D’Hondt

Ginette Kolinka: la testimonianza di una sopravvissuta ad Auschwitz-Birkenau di Aurore D’Hondt (Becco Giallo, 2024). Si tratta della biografia a fumetti di Ginette Kolinka, una delle ultime sopravvissute della Shoah in Francia, che racconta la sua esperienza di deportata nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, dove arrivò all’età di 19 anni. Il fumetto è basato sulle testimonianze dirette della protagonista e sulle illustrazioni della giovane autrice, che ha voluto rendere omaggio alla sua storia di sofferenza e di speranza.

Maus di Art Spiegelman

Maus di Art Spiegelman (Pantheon Books, 1986-1991). Si tratta di un capolavoro della letteratura a fumetti, vincitore del Premio Pulitzer nel 1992, che narra la storia di Vladek Spiegelman, un ebreo polacco sopravvissuto all’Olocausto, e del suo rapporto con il figlio Art, autore e narratore dell’opera. Il fumetto usa una metafora animalesca per rappresentare le diverse etnie coinvolte nel conflitto: gli ebrei sono topi, i nazisti sono gatti, i polacchi sono maiali, i francesi sono rane, gli americani sono cani. Maus è un’opera di grande forza emotiva e di profonda riflessione sulla memoria, sull’identità e sulla colpa.

Il diario di Anne Frank di Ari Folman e David Polonsky

Il diario di Anne Frank di Ari Folman e David Polonsky (Rizzoli Lizard, 2017). Si tratta dell’adattamento a fumetti del celebre diario scritto da Anne Frank, la ragazzina ebrea che si nascose con la sua famiglia in un alloggio segreto ad Amsterdam per sfuggire alle persecuzioni naziste, fino al suo arresto e alla sua deportazione nel campo di Bergen-Belsen, dove morì di tifo nel 1945. Il fumetto ripercorre le vicende e i sentimenti di Anne, trasformando le sue parole in immagini suggestive e toccanti, con il rispetto e la sensibilità che la sua testimonianza richiede.

16 ottobre 1943. Storia di Emanuele che sfuggì al nazismo, di Ernesto Anderle e Emanuele Di Porto

Roma 16 ottobre 1943. È l’alba. Emanuele Di Porto, un ragazzino di dodici anni, dorme serenamente, quando all’improvviso la quiete viene spezzata: rumore di camion, grida. I tedeschi sono arrivati nel quartiere ebraico. Sua madre si precipita alla stazione per avvertire il marito, venditore ambulante. Dalla finestra Emanuele la vede costretta a salire su un camion sotto la minaccia delle armi dei soldati. Non esita: scende di corsa in strada per unirsi a lei, ma la madre riesce a metterlo in salvo. A casa non può tornare, il quartiere non è più un luogo sicuro. Trova rifugio a bordo di un tram, con la complicità silenziosa di bigliettai e autisti: è l’inizio di due lunghissimi giorni, carichi di tensione e speranza, in un’agonizzante ricerca della salvezza. A ottant’anni dal rastrellamento del quartiere ebraico di Roma, una delle storie più toccanti della Shoah italiana in un emozionante romanzo a fumetti.

Auschwitz di Pascal Croci 

Nel graphic novel Auschwitz di Pascal Croci edito da Il Nuovo Melangolo, si vive il ricordo del vecchio Kazik e di sua moglie su Auschwitz. Si tratta del primo racconto realistico a fumetti sulla Shoah, questa storia sconvolgente, direttamente ispirata alle testimonianze dei sopravvissuti del campo di Auschwitz-Birkenau, descrive la vita quotidiana nel campo di sterminio. L’autore non cerca di riassumere la storia della “Soluzione finale”, né di prospettare una qualche tesi storiografica, ma solo di sensibilizzare le nuove generazioni al dovere della memoria. Per non dimenticare mai i milioni di vittime del nazismo.

La serie tv de “La squadriglia delle Pecore Nere”

Oltre alla fantascienza e il fantasy, c’è anche un altro genere che regalato tante emozioni sia sul grande che sul piccolo schermo, il genere di “guerra”. Che la guerra piaccia o non piaccia, che sia giusta o sbagliata, se guardiamo i libri di storia, possiamo dire che è inevitabile, ma che moralmente sia giusta, non è questa la sede di cui discutere, qui possiamo solo stabilire e verificare, se un determinato film o serie televisiva di qualunque genere essa sia, sia un buon prodotto oppure pessimo, un successo oppure un flop colossale.

Una cosa che personalmente mi ha sempre entusiasmato nel genere di guerra, sono i duelli aerei e le battaglie navali, e mi ricordo che da ragazzino, non mi perdevo, quando riuscivo a trovarla; un solo episodio di una serie televisiva che per me era molto bella, di una squadriglia di aerei da combattimento americana che operava durante la seconda guerra mondiale nel sud pacifico, una serie prodotta da Donald P. Bellisario e sceneggiata da Stephen J. Cannell, autori di molte altre serie televisive; del 1978 il titolo era “Baa Baa Black Sheep” conosciuta da noi con il titolo di “la squadriglia delle Pecore Nere”, trasmessa  solo però su emittenti locali.

La squadriglia delle pecore nere

La serie composta da 37 episodi, suddivisa in 2 stagioni, parla non solo delle battaglie che le “Pecore Nere” hanno ingaggiato, ma anche delle vicende personali dei vari membri della squadriglia e del personale di terra, facendoci vedere anche il lato “umano” di ogni singolo membro, gli amori, le delusioni, le vittorie, le sconfitte i lutti e la gioia, il tutto sapientemente ricordato anche alla fine di ogni episodio dalla voice narrante del protagonista. Il realismo di questa serie è andche dato dal fatto che narra le vicende di una squadriglia realmente esistita, infatti le “Pecore Nere” erano dei piloti, al comando del maggiore Gregory “Pappy” Boyington, di cui è stato il consulente tecnico per tutta la durata della serie, regalando quel po’ di realismo che non guasta mai. Tra i protagonisti della serie figura anche John Larroquette, famoso per aver interpretato lo spregiudicato e donnaiolo procuratore distrettuale in “Giudice di Notte” e aver interpretato il personaggio di Galaad nella serie “The Librarians”, oltre ad apparizioni come quest star in serie televisive come Dr House.

Trama

Seconda Guerra Mondiale, teatro delle operazioni nel sud Pacifico, durante la campagna di Guadalcanal. L’azione ruota tutto intorno all’aeroporto militare dell’isola di Vella Lacava, qui una squadriglia di aerei da combattimento Chance Vought F4U nome in codice Corsair, opera nei mari del sud pacifico, per affrontare le squadriglie da combattimento e i bombardieri dell’esercito giapponese, oltre ai vari compiti di scorta e di attacco alle navi nemiche.

A far parte di questa squadriglia, vi sono gli elementi più indisciplinati di tutta l’aviazione di marina degli Stati Uniti, un vero cruccio per il comandante delle operazioni del pacifico di Espiritos Marcos il Generale Thomas Moore, per cercare di dare una radrizzata a quel gruppo di spostati, egli affida il comando non solo della squadriglia, ma della responsabilità completa di Vella Lacava al Maggiore Gregory Boyington soprannominato da tutti Pappy, pur essendo un ufficiale superiore, anche Pappy ha dato i suoi bei grattacapi al Generale Moore, infatti egli è tra i più indisciplinati dei suoi ufficiali che tranne che al Generale stesso non mostra nessun rispetto per l’autorità. Concede quindi un ultima possibilità come comandate a Pappy e come piloti effettivi al resto della squadriglia, in quanto se no essi sarebbero stati tutti messi a terra per provvedimenti disciplinari.

Così dopo i primi battibecchi tra Pappy e il resto dei piloti, dopo aver trovato un intesa e un affiatamento, nasce così la squadriglia demoninata “Pecore Nere” formata dai peggiori elementi indisciplinati dell’aviazione di marina, ma dimostrando di essere piloti da combattimento di prim’ordine, dando filo da torcere ai giapponesi in ogni singolo scontro aereo, fino alla vittoria finale, ad accompagnarli sia al decollo che al rientro, vengono sempre accolti dal burbero meccanico dei Marines Sergente John “Hutch” Hutchinson, e dalla loro mascotte “Polpetta” un simpatico cane di razza Bull Terrier.

Una serie molto dinamica, che si rifà ad avvenimenti storici realmente accaduti, ovviamente i nomi delle basi non sono quelli reali, mentre invece quelli dei componenti delle “Pecore Nere” sono reali; anche i duelli aerei sono ben fatti, in quanto sono stati utilizzati per le scene acrobatiche e di volo e di battaglia, veri aerei dell’epoca arricchiti da filmati di repertorio, rendendo i duelli aerei molto entusiasmanti. Poi anche vedere i vari retroscena e le varie interazioni di tutti i personaggi nella classica “vita quotidiana” in una base militare, anche nei momenti di ozio, la rende non solo realistica, ma anche più apprezzabile.

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