Giornata della memoria: le graphic novel per ricordare la Shoah

Il 27 gennaio è la Giornata della memoria, una ricorrenza internazionale che commemora le vittime dell’Olocausto, il genocidio nazista che portò allo sterminio di circa sei milioni di ebrei e di altre minoranze etniche, religiose, politiche e sociali durante la Seconda guerra mondiale. In questo articolo, cercherò di spiegare il significato e la storia di questa giornata, che ha lo scopo di ricordare e sensibilizzare le generazioni presenti e future sui crimini commessi dal regime nazista e dai suoi alleati, e di promuovere i valori della democrazia, dei diritti umani e della tolleranza.

La scelta della data del 27 gennaio non è casuale, ma coincide con il giorno in cui, nel 1945, il maresciallo Ivan Konev e le truppe sovietiche liberarono il campo di concentramento e di sterminio di Auschwitz, il più grande e famigerato tra i lager nazisti, situato nella Polonia occupata. Qui, tra il 1940 e il 1945, furono deportati e imprigionati circa 1,3 milioni di persone, di cui oltre un milione perirono a causa delle condizioni disumane, delle torture, delle esecuzioni, delle camere a gas e dei forni crematori. Auschwitz divenne il simbolo dell’Olocausto, termine che deriva dal greco e significa “sacrificio per il fuoco”, e che indica l’annientamento sistematico e pianificato degli ebrei da parte dei nazisti, in base alla loro folle ideologia razzista e antisemita. Il termine ebraico per indicare l’Olocausto è Shoah, che significa “catastrofe” o “distruzione”.

L’Olocausto fu il culmine di una lunga e progressiva persecuzione degli ebrei da parte dei nazisti, che iniziò con la loro ascesa al potere in Germania nel 1933. In seguito alle leggi razziali, agli atti di violenza, alla propaganda diffamatoria e alla confisca dei beni, gli ebrei furono progressivamente esclusi dalla vita sociale, economica e culturale della nazione, e costretti a vivere in ghetti, quartieri isolati e sovraffollati. Con lo scoppio della guerra, i nazisti estesero la loro politica antisemita ai territori occupati, e iniziarono a deportare gli ebrei verso i campi di concentramento e di sterminio, dove venivano selezionati e uccisi in massa. Alcuni di questi campi erano situati in Polonia, come Auschwitz, Treblinka, Sobibor e Belzec, e facevano parte della cosiddetta “soluzione finale della questione ebraica”, il piano di sterminio totale degli ebrei d’Europa, ideato dai gerarchi nazisti nel 1942.

L’Olocausto non colpì solo gli ebrei, ma anche altre categorie di persone considerate “indesiderabili” o “inferiori” dai nazisti, come i rom, i sinti, i testimoni di Geova, gli omosessuali, i disabili, i prigionieri di guerra, i partigiani, i comunisti, i socialisti e i democratici. Si stima che il numero totale delle vittime dell’Olocausto sia di circa 15 milioni di persone, di cui 11 milioni di civili e 4 milioni di militari. Tra le vittime, vi furono anche molti italiani, in particolare dopo l’8 settembre 1943, quando l’Italia fu occupata dai tedeschi e si formò la Repubblica Sociale Italiana, uno stato fantoccio fedele al nazismo. Circa 8.000 ebrei italiani furono deportati nei campi di sterminio, e solo 600 circa sopravvissero. Tra i deportati, vi furono anche personalità illustri, come il fisico Enrico Fermi, il filosofo Benedetto Croce, il poeta Primo Levi, il musicista Arturo Toscanini e il politico Giorgio Amendola.

Il Giorno della Memoria fu istituito in Italia con la legge n. 211 del 20 luglio 2000, su proposta del senatore Furio Colombo, con lo scopo di “conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e di ricordare le vittime delle leggi razziali, delle persecuzioni e della deportazione”. Originariamente Colombo proprose il 16 ottobre, il giorno del rastrellamento del ghetto di Roma, quando nel 1943 oltre mille cittadini italiani di religione ebraica vengono deportati nel lager di Auschwitz

Ad oggi La legge prevede che in questa giornata si svolgano iniziative di commemorazione, di studio e di riflessione nelle scuole, nelle istituzioni, nei luoghi della cultura e nei media, coinvolgendo anche le testimonianze dei sopravvissuti e dei familiari delle vittime, e valorizzando il ruolo dei Giusti tra le nazioni, cioè quelle persone che, a rischio della propria vita, hanno aiutato, protetto o salvato gli ebrei perseguitati. Il Giorno della Memoria è anche l’occasione per ribadire il rifiuto di ogni forma di odio, di intolleranza, di discriminazione e di violenza, e per affermare i principi di libertà, di uguaglianza, di dignità e di pace.

Queste ricorrenza è fondamentale non solo per onorare la memoria delle vittime, ma anche per prevenire che si ripetano simili tragedie, e per educare le nuove generazioni al rispetto della diversità, al dialogo interculturale, alla solidarietà e alla responsabilità civile. Come scrisse Primo Levi, uno dei più noti testimoni dell’Olocausto:

“È avvenuto, quindi può accadere di nuovo: questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire. Può accadere, e dappertutto”.

Alcune graphic novel utili a ricordare

Ci permettiamo di suggerire ai nostri lettori alcune graphic novel che possano esser d’aiuto nel riflettere sulla Giornata della memoria. Tra le molte opere a fumetti dedicate a questo tema, vi suggeriamo queste cinque:

Ginette Kolinka: la testimonianza di una sopravvissuta ad Auschwitz-Birkenau di Aurore D’Hondt

Ginette Kolinka: la testimonianza di una sopravvissuta ad Auschwitz-Birkenau di Aurore D’Hondt (Becco Giallo, 2024). Si tratta della biografia a fumetti di Ginette Kolinka, una delle ultime sopravvissute della Shoah in Francia, che racconta la sua esperienza di deportata nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, dove arrivò all’età di 19 anni. Il fumetto è basato sulle testimonianze dirette della protagonista e sulle illustrazioni della giovane autrice, che ha voluto rendere omaggio alla sua storia di sofferenza e di speranza.

Maus di Art Spiegelman

Maus di Art Spiegelman (Pantheon Books, 1986-1991). Si tratta di un capolavoro della letteratura a fumetti, vincitore del Premio Pulitzer nel 1992, che narra la storia di Vladek Spiegelman, un ebreo polacco sopravvissuto all’Olocausto, e del suo rapporto con il figlio Art, autore e narratore dell’opera. Il fumetto usa una metafora animalesca per rappresentare le diverse etnie coinvolte nel conflitto: gli ebrei sono topi, i nazisti sono gatti, i polacchi sono maiali, i francesi sono rane, gli americani sono cani. Maus è un’opera di grande forza emotiva e di profonda riflessione sulla memoria, sull’identità e sulla colpa.

Il diario di Anne Frank di Ari Folman e David Polonsky

Il diario di Anne Frank di Ari Folman e David Polonsky (Rizzoli Lizard, 2017). Si tratta dell’adattamento a fumetti del celebre diario scritto da Anne Frank, la ragazzina ebrea che si nascose con la sua famiglia in un alloggio segreto ad Amsterdam per sfuggire alle persecuzioni naziste, fino al suo arresto e alla sua deportazione nel campo di Bergen-Belsen, dove morì di tifo nel 1945. Il fumetto ripercorre le vicende e i sentimenti di Anne, trasformando le sue parole in immagini suggestive e toccanti, con il rispetto e la sensibilità che la sua testimonianza richiede.

16 ottobre 1943. Storia di Emanuele che sfuggì al nazismo, di Ernesto Anderle e Emanuele Di Porto

Roma 16 ottobre 1943. È l’alba. Emanuele Di Porto, un ragazzino di dodici anni, dorme serenamente, quando all’improvviso la quiete viene spezzata: rumore di camion, grida. I tedeschi sono arrivati nel quartiere ebraico. Sua madre si precipita alla stazione per avvertire il marito, venditore ambulante. Dalla finestra Emanuele la vede costretta a salire su un camion sotto la minaccia delle armi dei soldati. Non esita: scende di corsa in strada per unirsi a lei, ma la madre riesce a metterlo in salvo. A casa non può tornare, il quartiere non è più un luogo sicuro. Trova rifugio a bordo di un tram, con la complicità silenziosa di bigliettai e autisti: è l’inizio di due lunghissimi giorni, carichi di tensione e speranza, in un’agonizzante ricerca della salvezza. A ottant’anni dal rastrellamento del quartiere ebraico di Roma, una delle storie più toccanti della Shoah italiana in un emozionante romanzo a fumetti.

Auschwitz di Pascal Croci 

Nel graphic novel Auschwitz di Pascal Croci edito da Il Nuovo Melangolo, si vive il ricordo del vecchio Kazik e di sua moglie su Auschwitz. Si tratta del primo racconto realistico a fumetti sulla Shoah, questa storia sconvolgente, direttamente ispirata alle testimonianze dei sopravvissuti del campo di Auschwitz-Birkenau, descrive la vita quotidiana nel campo di sterminio. L’autore non cerca di riassumere la storia della “Soluzione finale”, né di prospettare una qualche tesi storiografica, ma solo di sensibilizzare le nuove generazioni al dovere della memoria. Per non dimenticare mai i milioni di vittime del nazismo.

Il conflitto tra Isreale e Palestina attraverso i fumetti

Il conflitto tra Israele e Palestina è una delle questioni più complesse e drammatiche della storia contemporanea, che coinvolge aspetti politici, religiosi, etnici e umanitari. La violenza che si scatena periodicamente tra le due parti ha provocato migliaia di vittime, tra cui civili innocenti, e ha alimentato l’odio e la paura reciproca. Per cercare di capire le origini, le cause e le conseguenze di questo conflitto, oltre ai libri di storia e ai reportage giornalistici, esistono anche opere di narrativa grafica che offrono una prospettiva diversa e originale, spesso basata su testimonianze dirette o su ricerche approfondite. In questo articolo vi presentiamo alcuni dei fumetti e delle graphic novel fondamentali che raccontano il conflitto tra Israele e Palestina, con uno sguardo critico, empatico e a volte provocatorio.

Unknown/Sconosciuto di Rutu Modan

Rutu Modan, la famosa fumettista israeliana, presenta in “Unknown/Sconosciuto” un’Israele segnata dagli attentati terroristici. Il fumetto narra delle difficoltà “normali” di vivere vicino al terrorismo e dell’incertezza che esso comporta. L’intera storia viene raccontata attraverso gli occhi di una ragazza israeliana “qualsiasi”, che sta facendo il servizio militare e deve bilanciare le relazioni umane e sentimentali con la sopravvivenza in un costante stato di allerta. Questo fumetto offre una testimonianza “leggera” di una società complessa, ma viene tratteggiata con precisione lucida, sia dal punto di vista grafico che letterario.

Valzer con Bashir. Una storia di guerra di Ari Folman e David Polonski

La graphic novel di Ari Folman e David Polonski Valzer con Bashir. Una storia di guerra racconta della strage di Sabra e Chatila, descrivendo gli gli eventi di cui lo stesso Folman è stato protagonista, avendo partecipato alla guerra in Libano nell’esercito israeliano. La narrazione si apre con un incubo: tutte le notti un amico e commilitone di Folman, sogna di essere inseguito da 26 cani famelici, quelli che ha dovuto uccidere per evitare che la sua brigata venisse scoperta. Ascoltando l’amico il protagonista inizia a chiedersi che cosa sia stata veramente la guerra a cui ha partecipato, ma di cui non ha alcun ricordo. Decide così di intraprendere un viaggio per raccogliere le testimonianze degli altri compagni di battaglia e scopre dai loro racconti che ciascuno ha rielaborato la memoria della guerra in modo diverso. Piano piano riemerge in Folman la memoria rimossa della strage, costringendolo a misurarsi con la disumanità della guerra.

Capire Israele in 60 giorni (e anche meno) di Sarah Glidden

Sarah Glidden, giovane statunitense di origini ebraiche, adotta uno stile di narrazione diverso nel suo libro “Capire Israele in 60 giorni (e anche meno)“. Con il suo tratto stilizzato e gli occhi disegnati come piccoli punti neri, Glidden offre una prospettiva naïf e a tratti anche spensierata sulla questione israelo-palestinese. Il libro è un diario che documenta un’esperienza particolare: un viaggio turistico unico nel suo genere chiamato “Taglit, un viaggio alla scoperta d’Israele”. Questo progetto è finanziato sia dal governo israeliano che da privati e permette a giovani di origine ebraica di visitare Israele gratuitamente. Nel corso dei giorni, Glidden, una critica scettica, si ritrova spesso confusa, poiché mette in scena le molte contraddizioni tra la normalità della vita in questa regione e la complessità nascosta di eventi storici e interpretazioni. Questo libro rappresenta un’esplorazione, spesso critica, di dubbi sia grandi che piccoli che affollano la mente di molti cittadini confusi da un’informazione spesso dominata dalla propaganda.

Palestina di Joe Sacco

Palestina è una graphic novel di Joe Sacco. Tra la fine del 1991 e l’inizio del 1992 l’autore ha trascorso due mesi in Israele e nei Territori Occupati, viaggiando e prendendo appunti. Ha vissuto nei campi palestinesi, condividendone la vita (o meglio, la loro sopravvivenza) in mezzo al fango, in baracche di lamiera arrugginita, tra coprifuoco e retate dell’esercito israeliano. Risultato del suo meticoloso lavoro d’inchiesta è questo volume che, combinando la tecnica del reportage di prima mano con quella della narrazione a fumetti, riesce a dare espressione a una realtà tanto complessa e coinvolgente come quella del Medio Oriente.

Gaza 1956 di Joe Sacco

Il conflitto nella Striscia di Gaza ha radici profonde nella lunga storia di questa regione al confine tra Egitto e Israele. Joe Sacco, con il suo lavoro “Gaza 1956”, offre una ricostruzione storica piuttosto che una semplice testimonianza. Attraverso varie conversazioni con i palestinesi di Khan Younis e Rafah, Sacco intreccia gli eventi del 1956 con gli avvenimenti più recenti, come la Seconda Intifada, la morte di Rachel Corrie e la guerra in Iraq. L’autore maltese crea così un’opera ambiziosa che mescola passato e presente, ricerca e ricostruzione, per illuminare gli aspetti nascosti del conflitto israelo-palestinese.

Portraits of Israelis and Palestinians: For My Parents, di Seth Tobocman

Seth Tobocman è un artista americano indipendente che si distingue non solo nel campo del fumetto giornalistico, ma soprattutto in quello investigativo e controinformazione. In questo libro, “Portraits of Israelis and Palestinians: For My Parents” Tobocman abbandona il suo stile tipico caratterizzato da tratti densi e compatti, ispirato alla tradizione dell’incisione su legno, per indulgere in matite e schizzi molto più liberi e spontanei. Il libro nasce dall’esperienza vissuta da Tobocman nel 2002, quando era insegnante di arte per i bambini di un villaggio al di fuori di Ramallah, in Palestina. Tornato negli Stati Uniti, desiderava raccontare non solo la sua esperienza, ma anche la vita di quelle popolazioni ai suoi parenti e amici di origine ebraica. Così, ha creato questo intrigante sketchbook, ricco di illustrazioni e appunti presi sul posto.

Saltare il muro di Maximilien Leroy

“Saltare il muro” di Maximilien Leroy racconta racconta la vita di Mahmoud, un giovane palestinese che vive la situazione di ogni prigioniero, quella di non poter uscire fuori dalle mura che lo tengono rinchiuso all’interno della Palestina occupata. L’unico luogo in cui si sente veramente libero è la sua mente e attraverso questo artificio ripercorre la sua storia: quella di rifugiato palestinese, recluso dietro un muro di cemento e filo spinato, all’ombra delle torrette di vigilanza dell’occupazione. I prigionieri, talvolta, ricevono delle visite. Mahmoud è sensibile al fascino delle belle straniere, ma decide di aprire la sua porta anche a Maximilien, un giovane uomo venuto dalla Francia che disegna, sa vedere e ascoltare. “Saltare il muro” è il risultato dell’incontro di questi due giovani ventiduenni, che insieme disegnano le immagini di una libertà per ora inaccessibile.

Il mio migliore nemico di Jean-Pierre Filiu e David B.

“Il mio migliore nemico” di Jean-Pierre Filiu e David B. ci offre invece una prospettiva più ampia, abbracciando l’intera storia dei rapporti tra Stati Uniti d’America e Medio Oriente, partendo dagli antichi miti fino ai giorni nostri. Con una rigorosa impostazione storica, il graphic novel ripercorre secoli di inimicizie, guerre e collaborazioni economiche, offrendoci uno sguardo lucido e critico su questa complessa relazione. Nonostante l’aspetto pedagogico possa limitare la creatività di David B., l’opera rappresenta comunque un notevole strumento di consultazione, arricchita dallo stile visivo di un abile fumettista che sa come “visualizzare idee”.

Cronache di Gerusalemme di Guy Delisle

Agosto 2008: un volo notturno porta Guy Delisle a Gerusalemme, dove il fumettista e la sua famiglia trascorreranno un anno della propria vita per dare modo a Nadège, la compagna di Guy, di partecipare a una missione di Medici Senza Frontiere. Vivranno a Beit Hanina, un quartiere nella zona est della città che sin dalla prima passeggiata si mostrerà, in tutta la sua desolazione, decisamente diverso dalla Gerusalemme propagandata dalle guide turistiche; e si destreggeranno più o meno goffamente in una quotidianità fatta di checkpoint e frontiere – teatro di perquisizioni e infiniti quanto surreali interrogatori -, delle mille sfumature di laicità e ultraortodossia, di tensioni feroci e contrasti millenari, e della disperata speranza, della rabbia e della frustrazione del popolo palestinese, in lotta ogni giorno contro l’occupazione, devastato dall’atrocità di un attacco (la tristemente nota Operazione Piombo Fuso) di cui l’autore si trova a essere basito spettatore.

Not the Israel My Parents Promised Me di Harvey Pekar e JT Waldman

Not the Israel My Parents Promised Me è una graphic novel di Harvey Pekar e JT Waldman, pubblicata postuma nel 2012. La madre di Harvey Pekar era sionista per via della politica. Suo padre era sionista per via della fede. Che Harvey frequentasse lezioni di ebraico giornaliere o partecipasse a picnic sionisti, è cresciuto come un fermo sostenitore dello Stato ebraico. Ma presto si trovò a mettere in discussione le stesse convinzioni e ideali dei suoi genitori. In quest’opera, la memoria grafica finale dell’uomo che ha definito il genere, Pekar esplora cosa significa essere ebreo e cosa Israele rappresenta per gli ebrei. Nel corso di una sola giornata nella sua città natale di Cleveland, Ohio, Pekar e l’illustratore JT Waldman si confrontano con le mitologie e le realtà che circondano la patria ebraica. Pekar intreccia la sua crescente disillusione verso lo stato moderno di Israele con una storia completa del popolo ebraico dai tempi biblici ai giorni nostri, e il risultato è un’odissea personale e storica di straordinaria potenza. Schietto ed empatico, Pekar non aveva pazienza per ingiustizia e pregiudizio in qualsiasi forma, e seppur comprendendo le radici dell’amore incondizionato dei suoi genitori per Israele, giunge alla ferma convinzione che tutti i popoli debbano essere sottoposti agli stessi standard universali di decenza, equità e democrazia.

Israël – Palestine entre guerre et paix di Uri Fink

Uri Fink è uno dei più acclamati autori di fumetti israeliani, un nome di grande rilievo sin dagli anni Ottanta. Uno dei suoi lavori più importanti è “Israël – Palestine entre guerre et paix” che riflette l’impegno dell’autore come attivista pacifista e mostra la sua critica audace delle politiche israeliane. Uri Fink racconta la vita quotidiana di un israeliano che desidera la pace, ma si ritrova coinvolto nelle logiche che regolano la politica del suo paese. Attraverso diversi periodi della sua vita, Fink mostra l’evoluzione del suo pensiero riguardo al conflitto israelo-palestinese. Sotto l’influenza delle opere di Joe Sacco, tanto nel disegno quanto nella scrittura, Fink costruisce una testimonianza diretta e tangibile di quegli israeliani che, seppur minoritari, non sono affatto invisibili e si oppongono al conflitto.

Le juif arabe di Asaf Hanuka

Il fumetto “Le Juif arabe” di Asaf Hanuka riguarda la ricerca sia familiare che personale dell’autore, che cerca di affrontare la storia del suo paese e smantellare il nazionalismo della destra israeliana. La storia del fumetto inizia nel 1929 a Giaffa durante le rivolte arabe e arriva al 2001 attraverso la storia familiare di Hanuka. La storia rappresenta tutti gli arabi, israeliani, la Palestina e Israele. Il libro racconta anche la storia di una filiazione, con i ruoli di padre e figlio che si alternano per mostrare che palestinesi e israeliani sono un unico popolo. Il protagonista principale è Abraham Yeshua, un negoziante ebreo di Tiberiade, che salva la vita di un orfano arabo di nome Ben Tsion, che a sua volta salva la vita di Abraham. Il fumetto affronta il tema dell’identità, che è impossibile da definire per palestinesi e israeliani. Le date del 1929 e del 2001 corrispondono alle rivolte palestinesi e sono associate ad arrivi significativi. Hanuka vuole mettere in luce l’accusa contro gli estremismi che dividono il popolo e creano identità nemiche. “Le Juif arabe” mostra la possibilità di una riconciliazione, riunendo ciò che era stato separato. In un momento in cui il governo è diviso, questo è un messaggio di speranza.

Baddawi di Leila Abdelrazaq

Baddawi è una graphic novel di Leila Abdelrazaq, pubblicata nel 2015. Si tratta di una storia semi-autobiografica in cui l’autrice racconta la vita di suo padre, Ahmad, nato in un campo profughi palestinese in Libano nel 1959. Ahmad cresce tra le difficoltà e le speranze di una comunità che cerca di sopravvivere e di resistere all’ingiustizia. La sua infanzia è segnata dalla guerra civile libanese, dalla violenza dei militari israeliani e libanesi, ma anche dall’amicizia, dall’amore e dalla solidarietà. Baddawi è una graphic novel toccante e poetica, che narra la storia di una generazione di palestinesi esiliati dalla loro terra.

Handala, un bambino in Palestina

Naji Ali è il più grande vignettista della storia della Palestina. Con il suo inchiostro ha saputo raccontare l’orrore, la resistenza e la sofferenza del popolo palestinese. Ha criticato l’occupazione illegale israeliana, il governo palestinese e i regimi arabi, ha fatto della sua matita una spada. Naji ha realizzato oltre 40 mila vignette, un fumettista politico senza precedenti. Handala, un bambino sempre di spalle con le mani incrociate dietro la schiena, è diventato la sua firma. Un bambino scalzo e vestito di stracci, spettatore di una guerra lunga oltre 60 anni. Nessuno conosce il volto di Handala, erba amara, il suo viso sarà “rivelato solo quando i rifugiati palestinesi torneranno in patria”. Grafite al servizio del popolo, Naji Ali è l’esempio di come una vignetta di pochi centimetri quadri possa servire più di un’intifada, fermare l’occupazione, e sventare il velo di menzogna che ricopre la Palestina.

 

Cartoons On The Bay – International Festival of Animation, Transmedia and Meta-Arts 2023

Giunto alla 27a edizione, il festival internazionale del cinema d’animazione Cartoons On The Bay – International Festival of Animation, Transmedia and Meta-Arts 2023, organizzato da Rai Com e promosso da Rai, torna a Pescara dal 31 maggio al 4 giugno 2023.

Quest’anno il tema portante dell’evento sarà Reale, Irreale, Virtuale. Mondi immaginati e mondi immaginari. Tra utopia, opportunità e alienazione. La sospensione dell’incredulità tecnologica. Il Festival, diretto da Roberto Genovesi assegnerà a giugno tre nuovi Pulcinella Award che guardano al futuro e alla capacità di innovazione del settore: Premio Transmedia (al brand in grado di portare gli spettatori su diverse piattaforme grazie alle sue capacità narrative), Premio Meta (al brand in grado di immergere lo spettatore in un ambiente digitale affascinante, stimolante e sicuro). Cartoons è anche il primo festival al mondo a introdurre il riconoscimento al prodotto creativo che meglio di altri ha saputo raccontare ai target di riferimento la complessità  della tematica del gender, il Premio Arlecchino.

Tra i premi già assegnati e resi noti due alla Carriera che nei giorni del Festival verranno consegnati al regista e produttore israeliano Ari Folman e a Peter Lord, regista e produttore cinematografico britannico, comproprietario e direttore creativo della Aardman Animations, lo studio di animazione britannico vincitore di premi Oscar con sede a Bristol, in Inghilterra, che ha co-fondato con David Sproxton nel 1972. La Aardman Animations ha prodotto tra l’altro il famoso cartone animato Galline in fuga (2000), ambientato in un allevamento di galline, diretto da Peter Lord e Nick Park.

Sarà presentato in anteprima italiana, giovedì 1 giugno 2023I Cavalieri dello Zodiaco, diretto da Tomek Bagiński.. Tratto dalla celebre serie animata, porta per la prima volta sul grande schermo la saga di Saint Seiya di Masami Kurumada in live-action. Giunto alla 27a edizione, Cartoons On The Bay, promosso da Rai e organizzato da Rai Com, torna dal 31 maggio al 4 giugno 2023 Pescaradopo il successo dello scorso anno.

Annunciate novità anche per le categorie del concorso:  Preschool Tv Show (2-4 anni), Upper Preschool Show (4-6 anni), Kids  Tv Show (7-11 anni), Youth Tv Show (11+ anni), Interactive AnimationLive Action And Hybrid ShowTv PilotShort Film e Animated Feature. Le opere in concorso nell’ultima edizione sono state 360 e oltre mille i professionisti del settore accreditati al Festival, più di 5 mila le presenze agli spettacoli in piazza Salotto, migliaia gli studenti che hanno assistito alle proiezioni in anteprima.

Per tutte le informazioni: Sito Rai di Cartoon on the Bay

Anna Frank e il diario segreto

Anna Frank e il diario segreto. Arriva dal 29 settembre solo al Cinema il nuovo film di animazione di Ari Folman, che dopo l’acclamato Valzer con Bashir ci regala uno splendido ed emozionante adattamento de Il diario di Anna Frank.

Anna Frank e il diario segreto di Ari Folman | Trailer ITA HD

Con Kitty sulle tracce di Anna, nel mondo di oggi

Ari Folman dà vita a Kitty, l’amica immaginaria a cui si rivolge Anna nelle sue pagine, decisa a ritrovare l’amica tanto amata in una febbrile ricerca attraverso l’Europa di oggi. Armata del prezioso  Diario e aiutata dal suo amico Peter, che gestisce un centro di accoglienza segreto per rifugiati clandestini, Kitty segue le tracce di Anna.

Sconcertata da un mondo lacerato e dalle ingiustizie sopportate dai bambini rifugiati, Kitty decide di realizzare l’intento di Anna e, grazie alla sua onestà e al suo senso morale, lancia un messaggio di speranza e di generosità indirizzato alle generazioni future.

Un lungo lavoro

Presentato fuori concorso e accolto con dieci minuti di ovazione al Festival di Cannes, applaudito dai ragazzi di Alice nella Città, Anna Frank e il Diario Segreto è frutto di otto anni di lavoro da parte del regista candidato all’Oscar® e vincitore del Golden Globe e della disegnatrice Lena Guberman.

Dal film Folman ha realizzato anche un graphic novel, edito in Italia da Einaudi.

La frase da ricordare

«Anna non ha scritto il Diario per essere venerata.

La cosa importante è che facciate tutto il possibile per proteggere anche una sola anima dal male»

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