Prada e Axiom Space insieme per le tute spaziali della NASA

Una collaborazione inedita tra un marchio di lusso italiano e un’azienda aerospaziale commerciale per le tute spaziali della NASA destinate alla missione lunare Artemis III.

Prada, il marchio di moda italiano di fama mondiale, ha annunciato una collaborazione con Axiom Space, leader del settore spaziale e ideatore della prima stazione orbitale commerciale, per la progettazione delle nuove tute spaziali della NASA destinate alla missione lunare Artemis III.

La missione, prevista per il 2025, sarà il primo sbarco sulla Luna con equipaggio dai tempi di Apollo 17, che risale al dicembre 1972, ma sarà anche il primo a portare una donna su questo satellite.

La collaborazione tra Prada e Axiom Space è un’unione di due mondi apparentemente distanti, ma che condividono la passione per l’innovazione e la ricerca.

Prada, con il suo know-how in materie prime, tecniche di produzione e design, apporterà il suo contributo per garantire il comfort e la sicurezza degli astronauti sulla superficie lunare.

Axiom Space, con la sua esperienza nel settore aerospaziale, fornirà la consulenza tecnica necessaria per sviluppare tute spaziali che siano in grado di rispondere alle sfide di un ambiente unico come quello lunare.

I team di Prada e Axiom Space lavoreranno fianco a fianco per sviluppare soluzioni innovative in termini di materiali e di design che siano in grado di fornire protezione e comfort agli astronauti.

La tuta AxEMU, frutto di questa collaborazione, è progettata per garantire una maggiore flessibilità e protezione in un ambiente ostile, oltre a essere dotata di strumenti specializzati per l’esplorazione e per le attività scientifiche.

Grazie alle tecnologie applicate e al design innovativo, la tuta AxEMU consentirà di ampliare il raggio delle esplorazioni lunari come mai prima d’ora.

La collaborazione tra Prada e Axiom Space è un passo importante verso una nuova era dell’esplorazione spaziale.

Un’era in cui la moda e la tecnologia si uniscono per creare prodotti che consentano agli esseri umani di spingersi oltre i confini del possibile.

Pneumatici a prova di foratura: le gomme Metl della Smart Tire Company cambiano le regole del gioco

Le gomme Metl della Smart Tire Company sono un prodotto innovativo nel campo della micromobilità. Queste gomme per biciclette sono realizzate con nitinol, una lega a memoria di forma composta da nichel e titanio, che è malleabile ed estremamente resistente.

A differenza degli pneumatici tradizionali, le gomme Metl non necessitano di essere gonfiate e mantenute in pressione. Sono realizzate con una rete strutturale in nitinol rivestita da un battistrada in gomma. Questa caratteristica le rende impossibili da forare, offrendo così una maggiore durata e minori problemi di manutenzione rispetto agli pneumatici tradizionali.

Tuttavia, l’innovazione ha un prezzo. Per montare due pneumatici Metl sulle loro biciclette, i ciclisti devono impegnare almeno 500 dollari in un pre-ordine su Kickstarter. Nonostante il costo iniziale possa sembrare elevato, la Smart Tire Company sostiene che il costo è giustificato se si considera che questi pneumatici non avranno mai bisogno di essere cambiati: basta rifare la copertura in gomma ogni pochi anni, un’operazione il cui costo stimato dall’azienda è di circa 10 dollari.

La campagna di crowdfunding per le gomme Metl ha già superato il suo obiettivo finanziario, il che è un segno positivo per le possibilità di successo del progetto. Se tutto andrà secondo i piani, le prime ruote Metl saranno spedite ai sostenitori della campagna a giugno 2024.

NASA: la Capsula con campioni dell’asteroide Bennu atterra nello Utah

Il 24 settembre 2023 una capsula a forma di disco volante contenente i campioni dell’asteroide Bennu è stata paracadutata dolcemente nel deserto occidentale dello Utah (USA).

Si tratta della prima missione della NASA a riportare sulla Terra frammenti di un asteroide, polveri che potrebbero svelare molto sulla storia del Sistema Solare e sull’origine della vita sul nostro Pianeta.

La capsula sigillata è stata subito trasportata in elicottero in una “camera bianca” della NASA, dove è stata connessa a un flusso continuo di azoto per evitare contaminazioni terrestri.

I 250 grammi di rocce e polveri prelevati da Bennu non sono stati alterati dal passaggio in atmosfera terrestre.

La NASA conserverà il 70% delle rocce per le future generazioni di scienziati, invierà il 4-5% ai partner di missione di Canada e Giappone e terrà il restante 25% per analisi dettagliate.

Gli scienziati cercheranno nelle polveri di Bennu tracce di molecole organiche, tra cui amminoacidi, peptidi e zuccheri.

L’atterraggio della capsula con i campioni di Bennu è un importante passo avanti nella nostra comprensione del Sistema Solare e dell’origine della vita.

Torna a Roma la Space Apps Challenge 2023, il contest più stellare al Mondo!

Se anche tu vuoi arrivare “dove nessuno è mai giunto prima” o vuoi studiare “galassie lontane lontane”, innanzitutto spegni le tue piattaforme di streaming e inizia a metterti in gioco sul serio perché sta arrivando sulla Terra (e più precisamente anche a Roma)  la Nasa International Space Apps Challenge.

Si tratta di un hackathon internazionale di 48 ore, organizzato principalmente dall’agenzia Spaziale statunitense, dedicato alla tecnologia spaziale e alle sue applicazioni terrestri. Si tiene ogni anno dal 2012 e fa parte dell’Open Government Initiative voluta dal Presidente Barack Obama.

Il contest si svolgerà il 7 e l’8 ottobre 2023, nella John Cabot University a Trastevere, nel centro di Roma.

La Nasa International Space Apps Challenge vuole far capire a tutti quanto sia importante proteggere l’ambiente, sia qui sulla Terra che nello spazio. Chi partecipa dovrà trovare delle soluzioni originali e intelligenti per risolvere questi problemi, usando le tecnologie e i dati che la Nasa mette a disposizione gratis. Ci sono 31 sfide da scegliere, che riguardano vari argomenti, dalla biologia all’informatica, e il tema principale è #OpenScience.

L’evento è gratuito e aperto a tutti quelli che hanno voglia di mettersi alla prova.

Non serve essere dei geni della tecnologia, perché ci sono sfide adatte a tutti i gusti. Puoi partecipare anche se sei un artista, un designer, un creatore di giochi, un biologo o semplicemente un appassionato. Basta registrarsi al link: spaceappschallenge.org/2023/locations/rome/.

Al contest parteciperanno squadre composte da 2 a 6 persone.

Puoi iscriverti da solo e trovare i tuoi compagni di squadra il giorno dell’evento. Ogni squadra dovrà creare un progetto basato su una delle sfide proposte dalla Nasa e svilupparlo in due giorni di hackathon, poi dovrà presentarlo a una giuria di esperti. I giudici daranno dei premi alle squadre migliori a livello locale e sceglieranno i progetti che andranno alla gara mondiale.

Questa edizione della Space Apps Challenge Rome avrà anche la partecipazione di 13 agenzie spaziali internazionali, che insieme alla Nasa daranno i dati necessari per le 31 sfide. In più, avremo l’onore di ospitare Marie Mimiaga, una dei capi del Team globale della Space Apps Challenge. Con lei, intervisteremo i protagonisti di questa edizione romana, facendo diventare la Space Apps Challenge Rome uno dei centri più importanti al mondo.

Oltre ai premi globali della Nasa, chi partecipa alla gara romana potrà vincere anche dei premi e dei gadget offerti dagli sponsor e dai partner locali. Questi premi valutano il lavoro delle squadre, dalle abilità tecniche alle capacità richieste nel campo della scienza e dell’innovazione.

Insomma, questa è una occasione fantastica per i giovani e i ragazzi del Lazio e di tutta Italia di divertirsi e usare le proprie passioni per migliorare il mondo. Per info e programma è disponibile il link: spaceappschallenge.org/2023/locations/rome/.

Planet Defence: come proteggere la Terra dagli impatti asteroidali

La Terra è costantemente esposta al rischio di collisioni con oggetti provenienti dallo spazio, come asteroidi e comete. Questi corpi celesti possono avere dimensioni e velocità molto diverse, e alcuni di essi possono causare danni catastrofici se impattano con il nostro pianeta. Per prevenire questo scenario, le agenzie spaziali di tutto il mondo stanno studiando e sviluppando diverse strategie di difesa planetaria, ovvero di deviazione o distruzione degli oggetti potenzialmente pericolosi.

Una delle fonti principali di questi oggetti è la nube di Oort, una regione sferica che circonda il sistema solare a una distanza compresa tra 20 000 e 100 000 unità astronomiche (UA) dal Sole, cioè tra 0,3 e 1,5 anni luce. Si stima che la nube di Oort contenga circa un trilione di nuclei cometari, che sono resti ghiacciati della formazione del sistema solare, avvenuta circa 4,6 miliardi di anni fa. Questi nuclei sono stabili nella nube perché la gravità solare è troppo debole per influenzarli, ma possono essere disturbati da eventi esterni, come il passaggio di stelle vicine, le perturbazioni galattiche o le maree gravitazionali. In questo modo, alcuni nuclei possono essere spinti verso l’interno del sistema solare, diventando comete di lungo periodo, con orbite ellittiche che possono durare migliaia o milioni di anni.

Le comete provenienti dalla nube di Oort sono difficili da prevedere e da monitorare, perché sono molto lontane e debolmente illuminate. Inoltre, possono avere orbite molto inclinate rispetto al piano dell’eclittica, il che le rende meno visibili dalle osservazioni terrestri. Alcune comete famose che si pensa abbiano origine dalla nube di Oort sono la Hale-Bopp, la Hyakutake e la ISON.

Per studiare meglio questi oggetti e testare una tecnica di difesa planetaria basata sull’impatto cinetico, la NASA e l’ESA stanno collaborando in un’ambiziosa missione chiamata Asteroid Impact Deflection Assessment (AIDA). Questa missione prevede il lancio di due sonde spaziali verso un sistema binario di asteroidi chiamato Didymos, composto da un corpo principale di 780 metri di diametro e da un satellite naturale di 160 metri chiamato Dimorphos. Il satellite è stato scelto come bersaglio perché ha una dimensione simile a quella degli asteroidi che potrebbero rappresentare una minaccia per la Terra.

La prima sonda a partire è stata la DART (Double Asteroid Redirection Test) della NASA, lanciata il 24 novembre 2021. La DART ha raggiunto il sistema Didymos il 26 settembre 2022 e ha colpito Dimorphos a una velocità di circa 6,6 km/s, modificandone l’orbita attorno al corpo principale. L’impatto è stato osservato da diversi telescopi terrestri e spaziali, tra cui il telescopio spaziale Hubble e il telescopio spaziale James Webb.

La seconda sonda a partire sarà la Hera dell’ESA, prevista per il lancio nell’ottobre 2024. La Hera raggiungerà il sistema Didymos nel dicembre 2026 e condurrà una dettagliata analisi post-impatto del satellite Dimorphos. La Hera misurerà la massa, la forma, la composizione e la struttura del satellite, nonché la dimensione e la morfologia del cratere prodotto dall’impatto della DART. Inoltre, la Hera rilascerà due CubeSat che esploreranno il sistema Didymos da diverse angolazioni e distanze. Uno dei CubeSat sarà dotato di un radar miniaturizzato che potrà sondare l’interno del satellite.

L’obiettivo principale della missione AIDA è quello di dimostrare la fattibilità e l’efficacia della tecnica dell’impatto cinetico come mezzo di difesa planetaria. Si tratta di una tecnica che consiste nel lanciare una sonda spaziale contro un asteroide per deviarne la traiettoria, sfruttando il trasferimento di momento angolare. Questa tecnica richiede una buona conoscenza delle caratteristiche fisiche e dinamiche dell’asteroide, nonché un’adeguata pianificazione e tempistica dell’impatto. La missione AIDA fornirà dati preziosi per valutare la risposta di un asteroide a un impatto cinetico e per migliorare i modelli di simulazione.

La missione AIDA è anche un’occasione unica per studiare un sistema binario di asteroidi, che rappresenta circa il 15% degli asteroidi conosciuti. Questi sistemi sono interessanti perché possono fornire informazioni sulla formazione e l’evoluzione degli asteroidi, nonché sulla loro struttura interna. Inoltre, la missione AIDA permetterà di esplorare il satellite Dimorphos, che è il primo oggetto nel sistema solare ad aver subito una variazione orbitale misurabile a causa dell’azione umana. Dimorphos è quindi un oggetto storico e scientifico, che potrebbe anche essere considerato come il primo monumento spaziale dell’umanità.

NASA+: lo spazio a portata di mano

Presto lo spazio sarà ancora più vicino e l’esplorazione del cosmo sarà a portata di telecomando grazie a NASA+, il nuovo servizio streaming di missioni spaziali live e video on demand.

Il lancio di questa nuova piattaforma digitale fa parte di un’operazione più ampia che vuole avvicinare l’ente governativo USA a un pubblico sempre più vasto. Infatti, nonostante l’impoverimento culturale generalizzato causato dai social, c’è una crescente richiesta di contenuti riguardanti l’esplorazione spaziale.

La presenza digitale della NASA sta, infatti, attraversando una fase di svecchiamento grazie all’aggiornamento dei siti web principali e scientifici come nasa.gov e science.nasa.gov, con l’obiettivo di offrire un’esperienza semplificata e mirata agli argomenti.

“La nostra visione è ispirare l’umanità attraverso un’esperienza web unificata e di livello mondiale”, ha affermato Jeff Seaton della NASA. “Si tratta di un’opportunità per migliorare notevolmente l’esperienza utente del nostro pubblico. Modernizzare i nostri siti Web principali dal punto di vista tecnologico e semplificare il modo in cui il pubblico interagisce con i nostri contenuti online sono i primi passi fondamentali per rendere le informazioni della nostra agenzia più accessibili, rilevabili e sicure”

Grazie al nuovo servizio di streaming totalmente gratuito e privo di pubblicità, gli iscritti potranno accedere alle dirette live delle missioni, disporre di un nutrito catalogo di video originali e produzioni scientifiche che verranno lanciate insieme alla piattaforma. Dalla ricerca sugli esopianeti, alla comprensione del clima della Terra, dall’influenza che ha il Sole sul nostro pianeta, all’esplorazione dello spazio fino alla copertura delle prossime missioni Artemis, sono solo alcuni degli argomenti che NASA Plus porterà direttamente nelle nostre case.

Introducing NASA's On-Demand Streaming Service, NASA+ (Official Trailer)

“Stiamo letteralmente mettendo lo spazio a portata di mano con la nuova piattaforma di streaming della NASA”, ha affermato Marc Etkind, responsabile comunicazione della NASA. “Trasformare la nostra presenza digitale ci aiuterà a raccontare meglio le storie di come la NASA esplora l’ignoto e lo spazio, ispira attraverso la voglia di scoperta e innova a beneficio di tutta l’umanità”.

Il servizio streaming NASA+ debutterà nel corso di questa estate sulla maggior parte delle principali piattaforme tramite l’app NASA disponibile su dispositivi mobili e tablet iOS e Android, lettori multimediali in streaming come Roku, Apple TV e Fire TV oltre che attraverso il web.

Siamo davvero entusiasti per questo nuovo servizio di streaming della NASA. Crediamo che sia un’ottima opportunità per avvicinare le persone allo spazio e per ispirare la prossima generazione di scienziati e astronauti. Non vediamo l’ora di iniziare a guardare i contenuti di NASA+ e di scoprire tutte le meraviglie del cosmo!

Virgin Galactic 01: il futuro del turismo spaziale è qui!

Virgin Galactic ha raggiunto un traguardo importante ieri sera, completando con successo la sua prima missione commerciale dopo anni di test e sviluppo tecnologico. Questo evento è stato particolarmente significativo per l’Italia, poiché a bordo c’era un equipaggio quasi interamente italiano.

Virgin Galactic ha sicuramente raggiunto un momento storico, con grandi ambizioni in questo settore. Il volo è partito da Spaceport America nel Nuovo Messico e ha raggiunto lo spazio suborbitale circa 58 minuti dopo il decollo. Dopo aver fluttuato per alcuni minuti ad un’altitudine di 85,1 chilometri, il velivolo spaziale è tornato a Spaceport America ed è atterrato alle 17:42 secondo il nostro fuso orario.

Prima di questo volo commerciale, Virgin Galactic aveva effettuato cinque voli spaziali con equipaggio, l’ultimo dei quali alla fine di maggio con quattro dipendenti a bordo. Sirisha Bandla, ingegnere aeronautico e vicepresidente degli affari governativi e delle operazioni di ricerca per Virgin Galactic, ha dichiarato dopo l’atterraggio dell’equipaggio:

“Che bell’atterraggio e un modo perfetto per completare il nostro primo volo commerciale e la nostra prima missione scientifica dedicata. Congratulazioni a tutti a bordo”.

I clienti della Galactic 01 erano membri dell’Aeronautica Militare Italiana e del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), che avevano prenotato un volo su SpaceShipTwo nel 2019 per condurre ricerche suborbitali. Le due organizzazioni hanno inviato tre persone a bordo dell’Unity: il Colonnello Villadei, comandante della missione; il Tenente Colonnello Landolfi, che si è occupato della misurazione delle performance cognitive in microgravità; e l’ingegnere Pantaleone Carlucci, che ha condotto studi sulla frequenza cardiaca e altri parametri vitali in microgravità.

C’era anche un quarto passeggero nella cabina dell’Unity: Colin Bennett, un istruttore di astronauti che lavora per Virgin Galactic e che ha valutato l’esperienza di volo del trio italiano.

Questo è stato il secondo volo spaziale per Bennett, che era stato uno dei compagni di equipaggio di Richard Branson nella missione di prova del luglio 2021. Anche Mike Masucci e Nicola Pecile erano a bordo della VSS Unity come comandante e pilota, mentre Kelly Latimer e Jameel Janjua hanno pilotato il VMS Eve.”

Lego Technic Nasa Mars Rover Perseverance

Lego ha presentato il nuovo modello Lego Technic Nasa Mars Rover Perseverance: un set ispirato al mondo spaziale e STEM, progettato per incoraggiare i bambini ad avvicinarsi al mondo dell’ingegneria.  Solo due anni fa, Perseverance è atterrato su Marte, iniziando il suo epico viaggio di esplorazione per cercare e segni di vita e raccogliere campioni geologici dal misterioso pianeta rosso.
Il nuovo set Lego Technic  consente ai piccoli costruttori dai 10 anni in su di comprendere le impressionanti caratteristiche ingegneristiche che rendono questo veicolo particolarmente adatto all’esplorazione su Marte, e di imparare come funzionano le sue componenti tecniche.

Il set è dotato di uno sterzo a 360° e di un braccio mobile, oltre a sospensioni completamente snodabili che consentono al rover di spostarsi su superfici irregolari con tutte e 6 le ruote. Proprio come l’originale, il nuovo set della linea LEGO Technic è affiancato da una riproduzione dell’elicottero Ingenuity, compagno di avventura nella missione di esplorazione.

Luke Cragin, Designer del Gruppo Legoha dichiarato:

“Lavorare su questo modello è stato impegnativo ed entusiasmante allo stesso tempoHo sempre avuto una passione per lo spazio, e il processo di progettazione di questo set mi ha permesso di esplorare e approfondire questo interesse, dovendo riprodurre l’incredibile ingegneria sviluppata dal team pionieristico della NASA. Speriamo che le caratteristiche e le funzioni del modello contribuiscano a incoraggiare i giovani amanti dello spazio a voler sapere di più di ingegneria e, in futuro, a raggiungere le stelle!”.

L’app di realtà aumentata chiamata Lego Technic AR offre un’esperienza sia fisica che digitale. I piccoli esploratori possono scoprire contenuti educativi ed emozionanti per conoscere il veicolo reale e la sua missione su Marte. Attraverso l’app, inoltre, è possibile avere una panoramica del tempo su Marte, conoscere l’ambiente e la missione del rover.

Dalla Terra alla Luna: la storia di un piccolo passo

Il 20 luglio 1969, gli astronauti americani Neil Armstrong (1930-2012) e Edwin “Buzz” Aldrin (1930-) divennero i primi esseri umani in assoluto ad atterrare sulla luna. Circa sei ore e mezza dopo, Armstrong divenne la prima persona a camminare sulla luna. Mentre faceva il suo primo passo, Armstrong disse: “Questo è un piccolo passo per l’uomo, un grande balzo per l’umanità”. La missione Apollo 11 avvenne otto anni dopo che il presidente John F. Kennedy (1917-1963) annunciò l’obiettivo nazionale di far sbarcare un uomo sulla luna entro la fine degli anni ’60. L’Apollo 17, l’ultima missione lunare con equipaggio, ebbe luogo nel 1972.Lo sforzo americano di inviare astronauti sulla luna ha avuto origine in un appello che il presidente Kennedy fece a una sessione speciale congiunta del Congresso il 25 maggio 1961: “Credo che questa nazione dovrebbe impegnarsi a raggiungere l’obiettivo, prima che questo decennio finisca, di far atterrare un uomo sulla luna e di riportarlo sano e salvo sulla Terra”.

A quel tempo, gli Stati Uniti stavano ancora seguendo l’ Unione Sovietica negli sviluppi spaziali e l’America dell’era della Guerra Fredda accolse con favore l’audace proposta di Kennedy. Nel 1966, dopo cinque anni di lavoro da parte di un team internazionale di scienziati e ingegneri, la National Aeronautics and Space Administration (NASA) ha condotto la prima missione Apollo senza pilota , testando l’integrità strutturale della proposta combinazione di veicolo di lancio e veicolo spaziale. 

Poi, il 27 gennaio 1967, una tragedia colpì il Kennedy Space Center di Cape Canaveral, in Florida, quando scoppiò un incendio durante un test con equipaggio della navicella spaziale Apollo e del razzo Saturno. Tre astronauti sono stati uccisi nel fuoco. Il presidente Richard Nixon ha parlato con Armstrong e Aldrin tramite una trasmissione radiofonica telefonica poco dopo aver piantato la bandiera americana sulla superficie lunare. Nixon la considerava la “telefonata più storica mai fatta dalla Casa Bianca”.

Nonostante la battuta d’arresto, la NASA e le sue migliaia di dipendenti andarono avanti e, nell’ottobre 1968, l’Apollo 7, la prima missione Apollo con equipaggio, orbitò attorno alla Terra e testò con successo molti dei sofisticati sistemi necessari per condurre un viaggio e un atterraggio sulla luna.  Nel dicembre dello stesso anno, l’Apollo 8 portò tre astronauti dall’altra parte della luna e ritorno, e nel marzo 1969 l’Apollo 9 testò per la prima volta il modulo lunare mentre si trovava in orbita terrestre. Quel maggio, i tre astronauti dell’Apollo 10 portarono la prima navicella spaziale Apollo completa intorno alla luna in una corsa a secco per la prevista missione di atterraggio di luglio.

Quante volte gli Stati Uniti sono sbarcati sulla Luna? 

Ci sarebbero altre cinque missioni di atterraggio lunare di successo e un passaggio lunare non pianificato. L’ Apollo 13 ha dovuto interrompere il suo atterraggio lunare a causa di difficoltà tecniche. Gli ultimi uomini a camminare sulla luna, gli astronauti Eugene Cernan (1934-2017) e Harrison Schmitt (1935-) della missione Apollo 17, lasciarono la superficie lunare il 14 dicembre 1972.

La Via per le Stelle su Disney+

Disney+ ha annunciato che la sua nuova serie originale La Via per le Stelle sarà disponibile in esclusiva su Disney+ da lunedì 6 ottobre con tutti e sei gli episodi. La docuserie, prodotta da Fulwell 73, accompagna gli spettatori, insieme al capitano astronauta della NASA Chris Cassidy, nel viaggio della sua ultima missione. Attraverso filmati e video diari personali e riprese in livestream, sia sulla Terra che nello spazio, gli spettatori hanno la possibilità di dare uno sguardo ravvicinato all’importantissimo gruppo di ingegneri, controllori di volo e specialisti che intraprendono queste pericolose e sorprendenti missioni per il bene collettivo.

Seguendo i successi e i fallimenti delle equipe nel corso di due anni, La Via per le Stelle offre un accesso dietro le quinte all’importante missione della NASA volta a riparare un esperimento scientifico da 2 miliardi di dollari, l’Alpha Magnetic Spectrometer (AMS), che ha come obiettivo quello di rivelare le origini dell’universo. Per riparare l’AMS, l’ex capitano dei Navy Seal, Cassidy, e la sua squadra devono intraprendere una serie di complesse passeggiate spaziali; ma la storia diventa presto un racconto sul team più ampio della NASA, sui loro ruoli in questa audace missione e sulla ricerca collettiva del successo.

Girato in collaborazione con diverse agenzie spaziali in tutto il mondo – dal Johnson Space Center della NASA a Houston, all’Agenzia Spaziale Europea a Colonia, dall’Agenzia Spaziale Giapponese fuori Tokyo fino all’Agenzia Spaziale Russa a Star City – gli spettatori vengono trasportati in tutto il mondo mentre seguono il Capitano Cassidy nel suo addestramento per partire verso la Stazione Spaziale Internazionale. Con la sua squadra sulla terra e con un’immensa pressione per portare tutto a termine, la sua ultima missione si trasforma rapidamente diventando incerta, mentre il mondo va in isolamento a causa della pandemia di COVID-19.

La serie presenta agli spettatori astronauti e ingegneri di tutto il mondo, tra cui l’astronauta partner del capitano Cassidy, Luca Parmitano dell’Agenzia Spaziale Europea; Drew Morgan, un astronauta della NASA alle prime armi pronto a cogliere l’occasione di una vita per riparare l’AMS; Emily Nelson, direttrice di volo AMS nonché decima direttrice di volo donna della NASA; Heather Bergman, manager degli strumenti per le passeggiate spaziali dell’AMS alla NASA, che guida un team dedicato alla creazione di strumenti per le passeggiate spaziali; il professor Samuel Ting, vincitore del premio Nobel per la scoperta della particella subatomica e inventore dell’AMS; e Ken Bollweg, project manager di AMS che ha lavorato fianco a fianco con il professor Ting sull’esperimento AMS fin dal suo inizio 25 anni fa.

La Via per le Stelle racconta l’ultimo frontiera della precedente era di viaggi spaziali basata sul trasporto di astronauti con lo shuttle. Esplora ciò che riserva il futuro, stando ai piani della NASA, di un ritorno sulla Luna e come le sue nuove partnership commerciali stiano spingendo le agenzie verso lo spazio profondo. La Via per le Stelle è prodotto da Fulwell 73 Productions per Disney+. Ben Turner è regista ed executive producer per la Fulwell 73. Gli executive producer di questa serie includono Gabe Turner, Leo Pearlman, Will Gluck e Richard Schwartz.

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