Animazione Made in Japan

L’animazione giapponese, nota anche come anime, è un fenomeno culturale che ha conquistato il mondo intero. Ma quali sono le origini e le caratteristiche di questo genere artistico?

L’animazione giapponese ha inizio nel 1917, quando alcuni pionieri come Shimokawa Oten, Kitayama Seitaro e Kouchi Junichi realizzano i primi cortometraggi animati, ispirati ai cartoni animati americani dell’epoca. Questi filmati, però, sono di scarsa qualità e durata, e non hanno una distribuzione regolare. Solo negli anni ’50, con l’avvento della televisione e l’influenza di Walt Disney, l’animazione giapponese inizia a svilupparsi e a differenziarsi da quella occidentale. Nascono così i primi studi di animazione, come Toei Animation e Mushi Production, e i primi maestri del genere, come Tezuka Osamu, considerato il padre del manga e dell’anime moderni, e Miyazaki Hayao, fondatore dello Studio Ghibli e autore di capolavori come La città incantata e Il castello errante di Howl.

L’animazione giapponese si caratterizza per alcuni elementi distintivi, che la rendono unica e apprezzata in tutto il mondo. Tra questi, possiamo citare:

– La varietà di generi e tematiche, che spaziano dalla fantascienza alla commedia, dal dramma alla storia, dal romance all’horror, e che si rivolgono a diverse fasce di pubblico, dai bambini agli adulti.

– Lo stile grafico, che mescola elementi realistici e fantastici, e che si basa su una forte espressività dei personaggi, soprattutto attraverso gli occhi, grandi e luminosi, e le espressioni facciali, spesso esagerate.

– La tecnica di animazione, che privilegia la fluidità e la dinamicità delle scene, e che fa uso di effetti speciali come le linee di movimento, le deformazioni e le distorsioni, le esplosioni e le trasformazioni.

– La colonna sonora, che accompagna e sottolinea le emozioni e le atmosfere delle storie, e che spesso include canzoni originali, interpretate dai doppiatori o da cantanti famosi.

– La cultura e la tradizione giapponese, che si riflettono nei riferimenti storici, mitologici, religiosi e sociali presenti nelle opere, e che offrono uno spunto di riflessione e di confronto per gli spettatori di altre nazioni.

L’animazione giapponese, dunque, è un’arte che ha saputo innovare e reinventarsi nel tempo, e che ha dato vita a opere di grande valore e impatto, sia dal punto di vista estetico che narrativo. Alcuni esempi di anime famosi e apprezzati sono Astro Boy, Lupin III, Gundam, Dragon Ball, Sailor Moon, Neon Genesis Evangelion, Cowboy Bebop, Naruto, One Piece, Death Note e molti altri.

Naruto conquista Nintendo

 È arrivato il momento di picchiare duro con NARUTO Clash of Ninja Revolution 2 per Wii e Naruto Ninja Destiny 2 per DS, disponibili in Europa rispettivamente dal 13 febbraio e dal 6 marzo 2009. NARUTO Clash of Ninja Revolution 2 – Basato sul popolare manga Shonen Jump’s Naruto e progettato in esclusiva per Wii, il gioco vanta una spettacolare visualizzazione in 3D realizzata con la tecnica “Cel Shading”, una trama unica nel suo genere e 15 nuovi personaggi.
 

Leggi tutto “Naruto conquista Nintendo”

Le censure nella versione italiana di Naruto

Nell’edizione italiana dell’anime di Naruto il sangue non esiste!
Le scene in cui compare, a causa di ferite dei personaggi, hanno sempre una variazione di colora: o l’intera sequenza è trasformata in bianco e nero, o lo stesso fluido vitale viene colorato in nero o marrone o la scena “virata” in negativo.
Il sangue “rosso” è off limit per la cultura mediale italiana.
In Naruto non esiste la “Morte”. Nessun personaggio nell’edizione italiana ha la facoltà di morire: i personaggi sono semplicemente “sconfitti”, “scomparsi”, “finiti”, mai morti.
Durante la nota “Tecnica dell’Erotismo” (in Italia “Tecnica Seducente”) di Naruto, l’intera scena viene virata in giallo.

Nella versione originale Sasuke apostrofa molto spesso Naruto con la parola “baka”, semplicemente “stupida”, epiteto che il protagonista della storia davvero non sopporta: nella versione italiana è sostituita con molti aggettivi diversi tipo “pecorella”, “testa quadra”, “fifone”..

Exit mobile version