Shohei Ohtani: il nuovo re dei Paperoni dello sport

Siamo abituati ad associare il successo e il prestigio degli atleti a nomi come Messi, Cristiano Ronaldo o LeBron James, ma ora c’è un nuovo protagonista che si è guadagnato il titolo di re dei Paperoni dello sport a livello globale. Il suo nome è Shohei Ohtani, è giapponese ed è una vera star del baseball. Ma non è solo per le sue imprese sul campo che passerà alla storia, bensì per l’enorme accordo decennale da 700 milioni di dollari (quasi 650 milioni di euro) che ha firmato con i Los Angeles Dodgers.

È la cifra più alta mai ottenuta da uno sportivo professionista su un singolo contratto, superando di circa 200 milioni il precedente primato stabilito da Patrick Mahomes, campione della NFL (il football americano), nel 2020. È incredibile pensare che il baseball, uno sport così popolare in Giappone, abbia portato Ohtani a raggiungere tale accordo finanziario straordinario.

Ci sono diverse possibili spiegazioni per il grande successo del baseball in Giappone. Innanzitutto, è stato introdotto nel paese alla fine del XIX secolo da alcuni americani presenti per lavoro o studio. Da allora, il gioco si è diffuso rapidamente tra le scuole e le università, venendo considerato un modo per promuovere la disciplina, lo spirito di squadra e la competizione sana. Inoltre, il baseball ha giocato un ruolo importante nella storia e nella cultura giapponese. Durante la seconda guerra mondiale, ad esempio, era considerato un simbolo di resistenza e sfida nei confronti degli Stati Uniti. Dopo la guerra, il baseball ha contribuito a ricostruire i rapporti tra i due paesi e a favorire l’integrazione dei giapponesi nella società internazionale. Il baseball si adatta perfettamente alla mentalità e al carattere dei giapponesi. Questi apprezzano la concentrazione, la precisione, la strategia e il lavoro di squadra. Il baseball richiede anche una forte etica del lavoro e una dedizione costante al miglioramento, valori molto rispettati in Giappone.

Tornando a Shohei Ohtani, è importante sottolineare che ha trascorso le ultime 5 stagioni con un’altra squadra di Los Angeles, gli Angels. Ora si unisce ai Los Angeles Dodgers, una delle franchigie più famose e ricche della Major League Baseball (MLB). I proprietari dei Dodgers, Todd Boehly e Mark Walter, sono anche co-proprietari del Chelsea FC, ma nonostante gli ingenti investimenti sul mercato, il club di calcio inglese sta attraversando una fase difficile in Premier League.

Per avere un’idea della portata della firma di Ohtani con i Dodgers, basti pensare che Lionel Messi ha raggiunto un totale di 674 milioni di euro con tutti i contratti sottoscritti con il Barcellona. Cristiano Ronaldo, secondo la classifica stilata dal magazine Forbes, rimane addirittura fuori dal podio con un guadagno di 518 milioni di euro dall’accordo con l’Al-Nassr. Meglio di lui, ma solo di appena 2 milioni, è il golfista Jon Rahm, terzo con 520 milioni di euro all’anno.

Nonostante tutti questi numeri impressionanti, c’è un record che Ohtani non è riuscito a battere: quello delle persone che hanno seguito online il volo di Romelu Lukaku da Londra a Ciampino. Quest’estate, infatti, circa 50.000 persone hanno monitorato virtualmente il viaggio del campione di calcio. Ma una cosa è certa: Shohei Ohtani è destinato a diventare un’icona nello sport e a lasciare un segno indelebile nella storia del baseball e del mondo dello sport in generale.

La serie tv dimenticata di Death Valley

Vi fu un periodo durante gli anni 90 e poi proseguito su alcune produzioni ancora tutt’oggi, programmi in presa diretta in pratica delle troupe televisive, si aggregano ad una pattuglia di polizia, oppure all’interno di un pronto soccorso o nella caserma dei vigili del fuoco, seguendoli passo passo per un intero turno, dove riprendono tutti gli incarichi che la pattuglia o il reparto dove questa troupe è stata assegnata, seguendone le procedure, e anche le varie situazioni che si susseguono volta per volta, vi potranno essere situazioni di estrema emergenza come anche situazioni che possono avere un risvolto comico, di questi programmi possiamo ricordare COPS, Airport Security e 911 per dirne qualcuno, e alcuni sono anche stati trasmessi in Italia su canali come DMax.

Death Valley - Trailer

Questi programmi poi hanno anche avuto un discreto successo che alcune stazioni televisive, o produttori cinematografici, ne hanno tratte delle serie televisive oppure una serie di film, tra i più conosciuti, ricordiamo la produzione spagnola della quadrilogia di REC che poi ne venne fatto un remake americano del primo film e anche la serie di film Paranomal Activity.

Quella di cui vogliamo parlare oggi è una serie televisiva prodotta nel 2010 intitolata Death Valley, una serie poliziesca con tinte horror ambientata nella Sun Fernando Valley in California, composta da una sola stagione di 12 episodi e trasmessa sia negli Stati Uniti che in Italia sul canale MTV

Trama

La serie si basa sulle situazioni che una troupe televisiva riprende all’interno di uno dei tanti distretti del dipartimento di polizia di Los Angeles (LAPD), più precisamente la divisione Undead Task Force abbreviata con la sigla di servizio U.T.F..

Ogni episodio è montato come fosse un vero e proprio documentario in presa diretta di una normale giornata lavorativa delle pattuglie della UTF e anche delle varie situazioni che la divisione affronta giorno per giorno, le telecamere infatti seguono passo passo quello che accade ai vari protagonisti come il capo divisione il Capitano Frank Dashell e gli agenti Joe Stubecker e Carla Rinaldi o l’agente John “John-John” Johnson.

La particolarità della divisone della UTF, non sono le classiche situazioni che un normale distretto o divisione della polizia si occupa, infatti l’Undead Task Force come il nome riferisce, tratta casi particolari, come per esempio interviene in caso di zombi e/o lupi mannari e vampiri, infatti la divisione si occupa della vera e propria parte oscura di Los Angeles e dintorni, troveremo i vari agenti di pattuglia che affrontano e in molti casi arrestano creature della notte come lupi mannari ad esempio, utilizzando mezzi e attrezzature adatte ad affrontare queste situazioni, come aste con laccio per evitare di essere morsi, pistole taser, acqua benedetta, croci e paletti di legno, come dei veri e propri cacciatori come in “supernatural” ma senza dimenticare di essere al servizio della polizia, infatti in caso di arresto i vari “sospettati” gli vengono elencati i loro “diritti” ovviamente adattati al loro status di non-morti o creature delle tenebre.

Ma la serie non riprendeva solo le varie situazioni di pattuglia, ma seguiva ogni momento della giornata della divisione, infatti si vedevano quando i vari sospettati venivano portati in cella e registrati come fosse un normale arresti, i vari confronti con le vittime per stabilire se lo zombie arrestato era veramente il colpevole oppure uno zombie innocente per fare un esempio, vediamo anche gli agenti di ritorno dal loro turno di servizio che redigono i vari rapporti, il capitano che discute animatamente con il “politico” di turno oppure coi suoi superiori per questioni di budget, e anche le varie situazioni personali, colleghi che si sposano, divorziano hanno dei figli, pensionamenti, nuovi amori, come fosse un documentario basato su una giornata tipo di distretto di polizia, con la differenza che invece dei soliti taccheggiatori o spacciatori di droga, essi affrontano zombie oppure umani che spacciano sangue finto ai vampiri.

Le situazioni più divertenti, sono quando gli agenti vanno nelle scuole della zona ha descrivere una loro giornata tipo e sia i bambini che gli insegnati come i genitori, seguono le varie lezioni e ascoltano i vari consigli, come se dover affrontare tali creature in quella zona di Losa Angeles fosse all’ordine del giorno.

Peccato che la serie sia durata così poco, infatti me la ricordo, in quanto sono riuscito a vedere tutti gli episodi che vennero trasmessi ai tempi d’oro di MTV in Italia, e forse purtroppo fecero un solo passaggio, è il classico caso di serie televisive che avrebbero potuto avere una continuazione, anche perché riprende temi molto attuali come il lavoro della polizia che si ritrova sempre ad affrontare situazioni quotidiane con fondi sempre più diminuiti, attrezzature molto spesso inadeguate e anche il muro di gomma che i media a volte mettono i bastoni tra le ruote alle verie indagini, il tutto dipinto con quelle situazioni horror-comiche già utilizzate in serie televisive come Buffy l’ammazzavampiri e in alcuni episodi di supernatural.

Unica stagione con pochi episodi, ma ben studiati e sceneggiati, che meriterebbe un nuovo passaggio televisivo e magari anche un paio di remake

Enos – La serie spin-off di Hazzard

Enos è la serie spin-off di Hazzard  incentrato sul personaggio di Enos Strate (Sonny Shroyer), l’ex vice-sceriffo nella contea di Hazzard che si trasferisce a Los Angeles per entrare nel LAPD. Come probabilmente avrò detto in precedenza, oppure da come si evince dai miei scritti, ho una predisposizione particolare per il periodo a cavallo tra gli anni settanta e ottanta, infatti ritengo quel periodo molto prospero.

Sono stati anni in cui siamo stati letteralmente invasi da serie televisive, fumetti, film, musica pop, libri e cartoni animati con relative serie di giocattoli tratti da essi, molti di questi sono diventati dei veri cult, altri invece, nonostante siano prodotti di qualità, non hanno saputo fare breccia nel pubblico e altre invece sono cadute in un vero e proprio oblio.

Per fortuna, o sfortuna dipende dal punto di vista, la mia vasta memoria e anche vari appunti presi da riviste dell’epoca che ho conservato nella mia collezione, posso farvi riscoprire queste opere ormai perdute nei flussi del tempo.

Ma come è nata questo spin-off di una famosa serie che tutti ormai conosciamo bene “Hazzard”?  Enos è nata dal distacco da parte di uno dei suoi protagonisti, il vice-sceriffo Enos Strate, infatti la serie è a lui dedicata ed è intitolata appunto Enos; realizzata agli inizi degli anni ottanta, per un totale di diciotto episodi racchiusi in una sola stagione, e poi successivamente cancellata in quanto non ottenne l’accoglienza di pubblico sperata, nemmeno con l’inserimento all’interno della serie i protagonisti di Hazzard, tipo zio Jesse, Rosco e Daisy Duke come guest star, si riuscì a risollevare le sorti di tale serie, che sparì definitivamente facendo rientrare il vice sceriffo in forza presso la sua natia Hazzard.

Enos TV series title sequence and theme song

Come abbiamo anticipato, le vicende della serie ruotano tutte intorno al vice sceriffo Enos Strate, che dopo non poche difficoltà, ottiene il trasferimento, dalla contea di Hazzard per andare a Los Angeles in forza presso LAPD (Los Angeles Police Departiment), agli ordini del Capitano Dempsey. Qui nella grande città californiana, Enos, affiancato dal collega Turk Adams, indaga sui vari crimini che gli vengono assegnati, e con la sua simpatia e la sua ingenuità di bravo ragazzo del sud, riesce sempre a risolvere il caso in questione, anche se molto spesso deve ringraziare la sua buona stella. Ogni episodio si chiude con Enos che scrive una lettera alla sua amica Daisy Duke in cui le racconta ogni volta l’avventura appena vissuta.

Una serie carina, divertente e molto dinamica, che nonostante l’assenza dei cugini Duke e del Generale Lee, grazie alle scene mozzafiato e i momenti ilari col simpatico vice sceriffo riesce a piacere, è un peccato che qui in Italia ci siano stati pochissimi passaggi, anzi forse un unico passaggio su Canale 5, perché se ci avessero creduto veramente, questa serie sarebbe diventata un cult come la sua sorella maggiore Hazzard.

Disneyland, il non luogo

Il non luogo inizia con il dire che rappresenta il risultato del nuovo millennio. Il termine non luogo è stato coniato dal ’ antropologo francese Marc Auge’ il quale si riferiva con questo termine ad una serie di spazi che potrebbero essere aeroporti, centri commerciali, sale cinematografiche e fast food ma soprattutto parco giochi e luna park. Essendo questa una tesina riguardante un seminario sul fumetto, vi starete domandando: ”Cosa potrà centrare mai il termine non luogo con il fumetto o con il cartoon?”. Beh io vi rispondo che centra eccome!

 

Lo straordinario animatore chiamato Walt Disney dopo aver prodotto una serie di cartoni animati come pinocchio, Biancaneve ed i sette nani, la spada nella roccia, si rese conto che serviva qualcosa di più forte, di più coinvolgente. Cosa fece allora… Creò  ad Orlando in Florida  un parco  interamente dedicato al gioco chiamato Disney world. Questo parco era letteralmente un posto dove ogni personaggio e ogni struttura  al suo interno doveva riprendere i temi dei film e cartoni da lui prodotti. Era un luogo, o meglio un non luogo, dove i bambini camminavano circondati da colori, giochi, montagne russe, potevano passeggiare con i loro idoli come pluto o topolino, o esser persino baciati da una Biancaneve a misura d’uomo. Lo scopo di questo parco era quello di far immedesimare completamente il bambino, nel cartone come  se ci stesse realmente vivendo dentro.
Tutti conosciamo lo straordinario successo che Disneyland ha avuto in tutto il mondo ricevendo migliaia di turisti in tutto il mondo, ma soprattutto inaugurando la moda del non luogo. Oggi a distanza di una cinquantina d’anni dalla sua nascita siamo circondati da non luoghi, centri commerciali a due piani, sale cinematografiche con svariate sale, aeroporti con shopping malls al loro interno insomma chi più ha più ne metta.
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