L’anime di Capitan Harlock: 45 anni sbarcava in Italia

Quarantacinque anni fa, precisamente il 9 aprile 1979, un iconico pirata spaziale fece il suo sbarco in Italia. Si trattava di Capitan Harlock, il leggendario eroe degli irregolari. L’anime debuttò su Rai Due, e sebbene all’inizio non riscosse un grande successo, in poco tempo conquistò il cuore di tutti gli spettatori diventando un icona pop tra generazioni.

La Terra del 2977 è un luogo piuttosto tranquillo, addirittura noioso. Tuttavia, i terrestri, totalmente dipendenti dalle macchine, sono vittime di una totale indolenza e solo pochi spiriti liberi cercano di combattere questa inconsapevole e diffusa apatia. Tra loro ci sono il Capitano Harlock, un pirata dello spazio, e l’equipaggio della sua nave spaziale, l’Arcadia, armata con cannoni laser e un rostro a prua capace di squarciare le navi nemiche. Il potente Ministro Kirita, comandante militare terrestre, li dà la caccia. Ma lui non è l’unico nemico del nostro eroe. Harlock si accorge che i Mazons, un popolo di esseri vegetali guidato dalla Regina Raflesia, stanno per invadere la Terra indifesa. Anche dopo averli sconfitti, Harlock si sente rifiutato dal Ministro Kirita, il quale teme che la ventata di libertà che Harlock porta con sé possa contaminare la sua gente. Amareggiato, Harlock ritorna da solo sull’Arcadia a solcare la solitudine dello spazio, lasciando all’equipaggio il compito di creare un mondo migliore.

L’anime “Capitan Harlock” è stato prodotto dalla Toei Doga tra il 1978 e il 1979 ed è composto da 42 episodi. Purtroppo, devo ammettere che la prima serie dedicata al pirata spaziale non è tecnicamente eccellente. L’animazione è approssimativa e gli accostamenti di colori spesso improbabili. Anche se il mecha è innovativo, presenta alcune imperfezioni. Ad esempio, il movimento delle astronavi a volte non rispetta le leggi della fisica. Tuttavia, nonostante queste pecche, la qualità dell’animazione è comunque buona, considerando che il team tecnico era impegnato contemporaneamente in altre serie TV come “Galaxy 999” e “Starzinger”. Invece, il character design è splendido: i personaggi sono ben resi nella loro fisionomia e i loro movimenti sono realistici. La fotografia tiene molto in considerazione le inquadrature del manga, sfruttando le linee cinetiche e i fermo-immagine artistici. Inoltre, la qualità dei disegni è molto buona.

Nella prima serie dell’anime si fa spesso riferimento al computer dell’Arcadia, che altro non è che il cervello del defunto amico di Harlock, Toshiro. Toshiro ama Esmeralda ed è ricambiato. Dal loro amore nascerà Maiu, la bambina della prima serie a cui Harlock regala un’ocarina. Infine, un elogio a favore di Kirita, che durante la prima serie dimostra di essere uno degli ultimi valorosi uomini terrestri e, diventato amico di Capitano Harlock, difende da solo l’accesso alla sala computer dell’Arcadia contro decine di Mazons. L’astronave si salverà solo al costo della vita del grande generale, che viene lanciato nello spazio in una capsula e riceve gli onori e il massimo rispetto dal suo ex-nemico Harlock.

Colonna sonora

Il soundtrack è eccezionale. Come spesso accade negli anime di Matsumoto, la colonna sonora supera l’eccellenza. Avvalendosi di professionisti del calibro di S. Yokohama e S. Kikuchi, abili nel creare possenti muri sonori orchestrali, Matsumoto utilizza al meglio la lezione di Stanley Kubrick in “2001: Odissea nello spazio”, unendo sinfonie orchestrali a ambientazioni spaziali. Tutto lo sfondo si basa sulle versioni strumentali delle sigle.

La sigla di apertura “Captain Harlock no uta” (“La canzone di Capitan Harlock”) è veramente una bellissima canzone. È facilmente riconoscibile in molti arrangiamenti e viene spesso utilizzata per sottolineare momenti d’azione (è la musica di sottofondo di questo articolo!). All’inizio della sigla si sente il rumore delle onde del mare (un’idea splendida).

La sigla di chiusura è “Warera no tabidachi” e, al contrario del cliché comune, non è una canzone dolce e cadenzata, ma un allegra melodia che potrebbe tranquillamente essere usata come sigla di apertura. Anche questa viene utilizzata in vari arrangiamenti come sottofondo musicale (anche in situazioni d’azione).

Il pezzo fondamentale dell’anime è sicuramente la melodia triste che prende il nome di “Mayu’s ocarina theme”. Un brano estremamente delicato che inizia con un semplice duetto strumentale arpa/ocarina e che pian piano si arricchisce dell’apporto di un’intera orchestra, coinvolgendo emozionalmente l’ascoltatore: è l’esempio perfetto di ciò che intendo per “sensazioni sonore”…

 

La leggendaria sigla italiana

In Italia chi non ricorda la splendida sigla “Capitan Harlock” della “Banda dei Bucanieri” meriterebbe la pubblica flagellazione (magari a colpi “Fivelandia 3500”). Sotto il nome “La banda dei Bucanieri” si celano i “Micronauti” autori di splendide sigle come “Remì”, “Anna dai capelli rossi”, “Daitarn 3”, “Capitan Futuro”, “Hello Spank” e molte altre… La sigla è stata composta dal duo “Albertelli/Tempera” e presenta una storia non comune: il testo che era stato scritto per questa canzone era un altro che fu scartato dalla dirigenza Rai perché giudicato anarchico. Anche gli autori riconobbero l’errore, e ritornarono sui propri passi modificando il testo.Il basso è suonato da Ares Tavolazzi (il bassista degli “Area”), la batteria da Ellade Bandini (che suona spesso con Guccini), mentre il sintetizzatore, le tastiere e la direzione degli ottoni sono di Vince Tempera. Pubblicato dalla “Cetra” nel 1979 con “I Corsari delle Stelle” (di Albertelli/De Luca) come lato B.

Quando si tratta di brani “storici” come questo è difficile essere obiettivi nel giudicare perché forte è la tentazione di lasciarsi andare a celebrazioni enfatiche. La sigla è cantata da Michel Tadini (vero nome Alberto Tadini) che è lo stesso cantante di “Ufo Robot”. La sigla sembra cantata a due voci, ma probabilmente è lo stesso Tadini che sfruttando la sovraincisione le faceva entrambe. È possibile che il coro sia composto da Ares Tavolazzi, Massimo Luca, Michel Tadini e Fabio Concato.Tadini a quell’epoca andava in TV vestito da Harlock con una band agghindata a tema.

La fortuna del brano, caratterizzato da una melodia molto appropriata ai temi della serie, è il sapiente utilizzo delle trombe e della grancassa rinforzati negli accenti da un basso favoloso. Ascoltandola attentamente (magari con le cuffie), si può notare un gioco instancabile e virtuoso del basso, che dona alla melodia quel ritmo brioso che le è proprio. L’arrangiamento è completato da una batteria altrettanto buona che fa il suo dovere sfruttando un charleston dal suono nobile e un ride argentino. È evidente subito la bravura del batterista, che guida il pezzo con autorità e riempie i vuoti con i campanelli. Le chitarre sono due: una “clean” dal suono brillante che ritma per tutto il brano (risultando essenziale negli incisi ma poco profonda nelle strofe) e l’altra con un suono distorto, protagonista nei bridge (con un celebre riff). Ad essere sinceri, l’unica cosa che non mi piace è quell’intermezzo musicale che riprende il tema delle strofe, per il resto rimarrà epico il trionfante intro: “Capitan Harlock SOL-DO”.

Anche se le sigle dei Micronauti non brillano per i testi, questo è un caso a parte. Come vi ho detto, il testo originale parlava di libertà e anarchia, e non penso che sia stato completamente rifatto. Probabilmente è stato “epurato” di alcuni vocaboli o concetti scomodi. Frasi come “Il suo teschio è una bandiera che vuol dire Libertà” lasciano intravedere la bellezza dell’antico testo, che mi piacerebbe conoscere. Ritornando al testo “ufficiale” si possono fare gli soliti appunti (cioè che fu fatto guardando solo le prime puntate) e, sinceramente, non mi soddisfa pensare ad Harlock solo come “pirata spaziale” e non come antieroe romantico.

Per il resto il testo è meraviglioso, poetico come pochi. Chiaramente non è un testo facilmente riproducibile da un bambino, sia per la velocità della canzone sia per il susseguirsi di parole troncate che rendevano oggettivamente difficile la loro identificazione.Il video della sigla di apertura comprende parecchi spezzoni tratti dalla serie, mentre il video di chiusura è più attinente all’originale. Una menzione va fatta per la splendida sleeve di copertina, ammiratela perché è la migliore copertina di 45 giri che ci sia.

“Capitan Harlock: L’Arcadia della mia giovinezza” al cinema il 20, 21 e 22 maggio

Per me un pirata è sinonimo di libertà. Ho compreso fin da giovane che un drappo pirata può rappresentare le vestigia di noi stessi, quando combattiamo per un ideale.

L’Arcadia è un microcosmo, l’unione di tante persone che si aiutano a vicenda e non sanno se faranno mai ritorno dalle loro avventure.

LEIJI MATSUMOTO 

È il 9 aprile del 1979 quando il pubblico italiano “incontra” per la prima volta uno dei personaggi più iconici dell’intera animazione giapponese in una serie tv divenuta leggendaria. Il film “L’Arcadia della mia giovinezza” (Waga Seishun no Arcadia) è stato realizzato dalla Toei per conto della Tokyu nel 1982. È il primo segmento della vita di Harlock ed è il film pilota della seconda serie TV intitolata appunto “Waga Seishun no Arcadia – Mugen Kido SSX”. Come la serie, “L’Arcadia della mia giovinezza” non è tratta da un manga di Matsumoto, il quale si limita a fare solo la supervisione. La storia è molto ben curata e ci fornisce la risposta a molte curiosità.

Ci presenta Toshiro, il costruttore dell’Arcadia, la regina Esmeralda, il primo amore di Harlock (una certa Maya) e soprattutto scopriamo come Harlock si è procurato la ferita che lo ha reso orbo. Tecnicamente è un gran bel film, realizzato con maestria e soluzioni all’avanguardia. La colonna sonora di stampo epico rafforza le scene di battaglia, mentre ogni singolo personaggio viene curato nel design. Impressionanti sono le astronavi realizzate con sorprendente e maniacale cura da uno staff veramente eccellente. Kazuo Komatsubara è cresciuto molto rispetto alla prima serie di Harlock e i risultati lo dimostrano. Certo, i personaggi non hanno raggiunto la loro maturità e anche lo stesso Harlock è molto diverso da come siamo abituati a vederlo, ma vederlo non dispiacerà a nessuno.

CAPITAN HARLOCK. L’ARCADIA DELLA MIA GIOVINEZZA: al cinema solo il 20, 21, 22 maggio

45 anni dopo, il pirata dello spazio creato dalla fantasia del geniale Leiji Matsumoto torna al cinema con”Capitan Harlock: L’Arcadia della mia giovinezza“, l’anime che narra la giovinezza del celebre corsaro. L’evento speciale sarà la più grande reunion al cinema dei fan di Capitan Harlock, pensata per festeggiare l’anniversario in compagnia dei personaggi storici della serie (da Tochiro a Emeraldas passando per Mayu). L’appuntamento nelle sale è fissato per il 20, 21, 22 maggio (elenco a breve su nexodigital.it) grazie alla Stagione degli Anime al Cinema 2024, un progetto esclusivo di Nexo Digital distribuito in collaborazione con Yamato Video.

Spietato, idealista, leale e incorruttibile, Capitan Harlock è il pirata spaziale più famoso dell’animazione giapponese. Benda nera a coprire un occhio, cicatrice che gli attraversa il volto, un lungo mantello nero, stivali che anticipano il suo arrivo con passo leggero ma autoritario. Capitan Harlock è prima di tutto un personaggio nato a fumetti nel 1977 per mano di Leiji Matsumoto, che al corsaro dello spazio aveva in realtà dedicato più di un’opera, quelle dove il protagonista è conosciuto come il “proto-Harlock”. In un manga del 1972, Gun Frontier, ambientato nel vecchio West, Harlock fa per esempio la conoscenza con il giapponese Tochiro: colui che diventerà nella fenomenologia della serie il suo migliore amico, nonché il costruttore geniale della nave Arcadia. Il pirata diventa una star nel 1978 quando Toei dà vita alla celeberrima serie animata in 42 episodi diretta da Rintarō. Nell’anime l’Arcadia cambia colore rispetto al fumetto, un colore blu notte. Inoltre, per accentuare il tono drammatico e nostalgico della trama viene creato il personaggio di Mayu: la piccola è molto affezionata a Harlock e in più di un’occasione giocherà un ruolo centrale nell’affetto e nelle decisioni del pirata. Se in Giappone il corsaro spaziale occupa le pagine dei principali mensili specializzati in animazione e viene omaggiato da numerosi libri illustrati, in Italia la popolarità della serie si fa registrare anche grazie al successo della sigla cantata da La banda dei bucanieri (Fonit Cetra), scritta da Luigi Albertelli con Vince Tempera.

In “Capitan Harlock: L’Arcadia della mia giovinezza” la guerra contro gli Illumidiani é perduta, la libertà una chimera. Un valoroso guerriero torna, stanco ma indomito, sul suo pianeta occupato: il suo nome è Harlock. Le città sono in rovina e i governanti corrotti non hanno esitato a vendersi all’invasore. Ma c’è ancora qualcuno che combatte per la libertà: Maya, la “voce” della resistenza; Zoll, il mercenario di Tokarga deciso a vendicare il suo popolo; Emeraldas, una piratessa spaziale. E infine Tochiro, legato ad Harlock da un’amicizia che si trasmette da generazioni, il geniale costruttore di una possente astronave che porta il nome di un’utopia: Arcadia. La battaglia per la libertà sta per iniziare.

L’unico grave difetto di questo film (e anche della serie che seguirà) è che l’Arcadia, da ibrido astronave/galeone, diventa (sembra per una questione di diritti) una fredda astronave di solido acciaio; splendida nell’insieme, ma ben lontana dallo stridente lirismo della “vera” Arcadia. In Italia venne trasmesso per la prima volta nel 1990, quando Italia 7 lo spezzettò in cinque parti e li trasmise come episodi della serie. Del film ne esistono due versioni: quella trasmessa da Italia 7, che contiene la vecchia sigla TV e presenta diverse censure (e se non ricordo male un altro doppiaggio) e quella della Yamato Video che presenta un’edizione più curata senza tagli e con il ripristino della bellissima sigla di coda… Infatti, nella versione di Italia 7 (che io possiedo), mentre assistiamo al mesto finale, la triste musica che scandisce gli eventi viene interrotta dalla, pur bellissima, ma inadeguata sigla della “Banda dei Bucanieri”.

La nuova Stagione Anime al Cinema è un progetto esclusivo di Nexo Digital distribuito in collaborazione con Yamato Video e con i media partner Radio Deejay, MYmovies.it, Lucca Comics&Games e ANiME GENERATION. Dopo Capitan Harlock. L’arcadia della mia giovinezza l’appuntamento della Stagione degli Anime al cinema proseguirà con Lupin III. La pietra della saggezza (1978).

Leiji Matsumoto rivive grazie a una AI che creerà nuovi manga

Un anno fa, il leggendario mangaka Leiji Matsumoto ci lasciava, ma il suo sogno di creare cloni di sé stesso si è avverato. Sua figlia ha annunciato che una intelligenza artificiale creata apposta continuerà a produrre nuovi manga con il suo stile e la sua visione.

Leijisha, lo studio che Matsumoto aveva fondato, pubblicherà presto nuovi fumetti ufficiali del maestro, realizzati dalla AI.

La figlia di Matsumoto ha ringraziato i fan per il loro affetto e ha condiviso i suoi pensieri sul padre. “Dove sarà adesso? Sarà riuscito a vedere lo spazio oltre il buco nero come desiderava? Ogni sera, alzando gli occhi al cielo, penso queste cose. Lui voleva disegnare più manga e creare ancora anime. Voleva anche creare cento cloni di sé stesso per farli lavorare al posto suo quando era sotto pressione. Così lui avrebbe potuto mangiare, divertirsi e dormire.”

「松本零士50周年プロジェクト」特別映像

In un video, la doppiatrice di Tetsuro in Galaxy Express 999, Masako Nozawa, ha dialogato con la AI di Matsumoto, che ha annunciato nuovi progetti in arrivo. “Sono in viaggio verso il luogo in cui gli anelli del tempo si ricongiungono. I manga di Capitan Harlock e Galaxy Express 999 compiranno 50 anni nel 2027. Vari progetti stanno iniziando a muoversi. Ora, con tutto il mio sentimento, lancerò il progetto del cinquantesimo anniversario.

Addio Yamato: il film anime in streaming su Anime Generation!

Amici di Yamato, preparatevi a salpare di nuovo! Il secondo lungometraggio della saga, Addio Yamato, è in arrivo per la prima volta in streaming su Anime Generation, il canale tematico di Amazon Prime Video.

Dal 5 febbraio, potrete rivivere l’emozionante viaggio della Yamato contro la misteriosa cometa bianca che minaccia il pianeta Telezart. Un’avventura ricca di azione, sentimento e sacrificio, che ha fatto la storia dell’animazione giapponese.

Non solo nostalgia: Addio Yamato è un film che appassiona ancora oggi, con una trama avvincente e personaggi indimenticabili. Un must per tutti gli amanti dei classici anime e per chi vuole scoprire la leggenda della Yamato.

Cosa aspetti? Salpa a bordo della Yamato e preparati a vivere un’avventura epica!

Scopri di più:

  • Data di uscita: 5 febbraio 2024
  • Dove vederlo: Anime Generation su Amazon Prime Video
  • Genere: Animazione, Azione, Avventura
  • Registi: Leiji Matsumoto, Toshio Masuda
  • Anno: 1978

“Interstella 5555: The 5tory of the 5ecret 5tar 5ystem” compie 20 anni!

Il 18 maggio 2003 veniva proiettato al Festival di Cannes il capolavoro del cinema d’animazione giapponese “Interstella 5555: The 5tory of the 5ecret 5tar 5ystem”. Diretto dal leggendario e mai compianto abbastanza Leiji Matsumoto (“Capitan Harlock”, “La regina dei mille anni”, “Galaxy Express 999”, , etc.), e prodotto dai Daft Punk il film è l’espressione visuale dell’album del duo francese “Discovery”  creando una connessione unica tra la musica e l’immagine.

Il film racconta la storia di una band aliena rapita da un malvagio manager terrestre, che cerca di sfruttare la loro musica per il suo profitto personale. La band, che consiste di quattro membri, viene portata sulla Terra e la loro musica è usata per fare fortuna nel mondo della musica pop.

La collaborazione tra Thomas Bangalter e Guy-Manuel De Homen-Christo (in arte i Daft Punk) e il maestro Matsumoto è nata quando quest’ultimo ha accettato di occuparsi della regia dei video dei brani dell’album Discovery (“One More Time”, “Aerodynamic”, “Digital Love” e “Harder Better Faster Stronger”), dove ogni clip rappresenta un episodio collegato agli altri; proprio come un anime a puntate… Fino ad arrivare a un sorprendente musical di animazione post-moderno. Interstella 555 è dunque un’opera romantica corale, con personaggi e ambienti che rimandano ai primi disegni animati televisivi con eroi spaziali, un’esplosione di tecno house. Musica, cinema e anime, anche grazie alla collaborazione della società di produzione giapponese Toei Animation, a cui già si devono serie animate mitiche (Candy, Goldrake, etc.).

Il film è un omaggio al cinema d’animazione, una sorta di racconto senza parole, che fonde perfettamente l’immagine e il suono.  Gli alieni, che sembrano caratterizzati da un’intelligenza istintiva e una forma di comunicazione basata su colori e suoni, sono capaci di attingere alla vera essenza della musica e di trasmettere emozioni profonde attraverso di essa. La colonna sonora di Interstella 5555 contribuisce ad aumentare l’effetto emotivo del film, facendo sì che ognuna delle canzoni dei Daft Punk diventa una sorta di inno alle emozioni dell’anima.

In definitiva, Interstella 5555 è un’esperienza cinematografica che è ben oltre la sua narrazione. Si tratta di un tributo alla musica, una fusione di suono e immagine che non possiede alcun parallelismo nel panorama del cinema d’animazione. Il talento dei Daft Punk e di Leiji Matsumoto ha creato un’opera d’arte che supera le barriere culturali e linguistiche, e che può essere apprezzata da tutti quelli che amano l’arte che va oltre i limiti tradizionali delle narrazioni.

Cosmowarrior Zero. Il prequel di Capitan Harlock

Cosmowarrior Zero, serie animata OAV del 2001 composta da 13 episodi più 2 speciali, nasce dalla geniale mente di Leiji Matsumoto come prequel alla famosa saga di Capitan Harlock e viene pubblicata direttamente in DVD. In Italia, Dynit ha provveduto a distribuire la serie su supporto fisico tra il 2005 e il 2006, mentre dal marzo del 2013 è possibile guardarla in streaming sul sito Popcorn TV. In Giappone, la serie è stata trasmessa su TV Tokyo a partire dal 6 luglio 2001, mentre in Italia è stata invece trasmessa su Italia Teen Television dal 1º dicembre 2003.

I 13 OAV e i 2 episodi speciali narrano le avventure del giovane Harlock, ancora non orbo, e del capitano Zero della Karyu. La loro nave, chiamata Drago di Fuoco, è un orgoglio della flotta della Marina terrestre indipendente, in seguito alla conquista del pianeta azzurro da parte degli uomini macchina. A bordo della Karyu di Zero convivono sia esseri umani che macchine, in ottemperanza al programma terrestre volto a preservare una minima autonomia degli esseri umani. Anche in questo momento, Harlock e il suo inseparabile amico Tochiro si trovano in opposizione al governo collaborazionista, considerati nemici. Le vie della Death Shadows II di Harlock e della Karyu di Zero sono destinate a incrociarsi, preannunciando uno scontro inevitabile.

Addio a Leiji Matsumoto: il genio della fantascienza nipponica

Una notizia davvero triste per tutti gli Otaku del mondo! Si è spento il maestro Leiji Matsumoto, colui che ci ha condotto verso stelle lontane a bordo di astronavi senzienti e di treni galattici. Matsumoto, diventato icona globale grazie alle sue opere leggendarie come “La corazzata spaziale Yamato”, “Galaxy Express 999”, “Starzinger” e soprattutto per il capolavoro “Capitan Harlock”, è morto per insufficienza cardiaca acuta in un ospedale di Tokyo il 13 febbraio 2023, all’età di 85 anni.

Akira Matsumoto, noto con lo pseudonimo di Leiji (Reiji), nasce il 25 Gennaio 1938 a Kurume, prefettura di Fukuaka (Kyushu).  Figlio di un pilota di “Zero” (i caccia dell’aeronautica giapponese della seconda guerra mondiale), resterà per tutta la vita attratto dalla guerra in se stessa tanto da diventare un grande collezionista di cimeli e da renderla protagonista di tutte le sue opere. Inizia a disegnare manga all’età di otto anni. La sua carriera di fumettista inizia nel 1953 quando, a soli quindici anni, vince il premio di miglior fumettista esordiente messo in palio dalla rivista “Manga Shonen”.

La storia si intitola “Mitsubachi no Boken” (Le avventure di un ape) che ha l’onore, in quanto vincitrice, di essere pubblicata. In seguito, per la necessità di crearsi una posizione, si dedica al fumetto per ragazze realizzando per la rivista femminile “Shojo” una storia romantica: “Kuroi Hanabira” (Petalo nero). La prima storia di fantascienza è datata 1961 quando realizza “Denko Ozma” (Lampo elettrico Ozma), per il periodico “Dokura”. Dell’anno successivo è “Zero Pilot” ambientato nella seconda guerra mondiale.

Autore versatile nel ’67 si dedica al western con la storia “Western Gohiki no Yojinmo”. Di quegli anni sono anche “S no Taiyo” (Il sole di S), “Akage no Hitotsu” (Manto Rosso), “Super 99″,”Sexaroid” e “Kosoku Esper”. Nel frattempo migliora la qualità dei disegni e sopratutto del mecha-design. Nel 1971 crea uno dei suoi più grandi successi: “Otoko Oidon” (Io sono un uomo), uno spaccato in chiave umoristica della gioventù giapponese. La storia tratta di un ragazzo che, a causa delle belle donne, non riesce mai a superare gli esami di accesso all’università. Nel 1973 ritorna al filone bellico con “Senjoo” (Campo di battaglia), composto da una serie di brevi storie tra cui spicca “Borei Senshi” (Il guerriero fantasma).

Il vero successo arriva con la serie “Uchu Senkan Yamato” (La corazzata spaziale Yamato) pubblicato nel 1974 dalla Shoonen Gahodha. Nel 1977, pressato dalla casa editrice, compie l’unica incursione nel filone robotico con “Wakusei Robot Danguard Ace” (Il robot planetario Danguard Ace). La storia è realizzata con superficialità a causa dell’avversione dell’autore per il genere.

Il 1977 lo incorona come grande stella nel firmamento fumettistico giapponese realizzando le quattro opere che gli daranno l’immortalità: “Uchu Kaizoku Captain Harlock” (Il pirata spaziale Capitan Harlock), “Queen Emeraldas”, “Ginga Tetsudo 999” (Linea ferroviaria galattica 999) e “Sennen Jo’o” (La regina dei 1000 anni). Questi plot vengono tutti acquisiti dalla Toei Doga che li trasforma in anime nel 1978 (tranne “Sennen Jo’o” che viene realizzata nel ’81). Nel 1978 realizza “SF Saiyuki Starzinger”, mentre cura per l’Office Academy la serie Tv “Uchu Kubo Blue Noah”  (Blue Noa la Portaerei dello spazio). Negli anni ’80 realizza nuove storie a fumetti, legate soprattutto al tema della guerra:  “Hard Metal” (pubblicato nella collana “Big Comics”) e “The Cockpit” (edito dalla casa editrice Shogakukan).

Successivamente, realizza “Yotsu Gen Sekai” (“Il quarto inizio del mondo”) nel quale riprende i temi fantascientifici. 

Nel 1980 realizza il film “Marin Snow no Densetsu” (“La leggenda di Marin Snow”) e nel 1985 realizza “Halley No Kagami” (“Lo specchio di Halley”). Reiji Matsumoto è ancora in attività e continua a creare dal suo studio, nel quale vi è  una gigantografia della Terra vista dallo spazio, nuove avventure e nuovi eroi.

“Il mio sogno è sempre stato vivere come un uomo che, in ogni momento della propria esistenza, è pronto a partire a bordo del proprio vascello, per mari sconosciuti […]. Egli incarna ciò che ho sempre voluto essere e può compiere imprese che un uomo comune, ritrovandosi nella propria realtà, può emulare soltanto in un modo: avventurandosi nell’immenso mare della propria anima […]. Harlock è disposto a sacrificarsi, a faticare, a bere sangue e sudore in nome di un ideale, ed ha una fervida fede […] quasi religiosa per la vita. E’ dunque il simbolo stesso del possibilismo […]. Io spero che i giovani, sebbene vivano in un epoca che non garantisce un futuro promettente, imparino da Harlock a […] coltivare i propri sogni gelosamente […] senza mai rinnegarli, come un pirata non abbandonerebbe la propria nave neppure se stesse per colare a picco!”.

Successivamente ricordiamo Racconti dal “Bar Miraggio” del 1991, “Il mondo quadrimensionale” (Yojigen sekai) del 1995, “Danguard A” (Fukkokuban Wakusei Robot Danguard A) del 1997), “La corazzata spazio-temporale Mahoroba” (Chou jikuu senkan Mahoroba) del 1998), “The Shadow Warrior” (Jijo Eyuuden) del 1999, “La nuova corazzata Yamato” (Shin uchuu senkan Yamato) nel 2001, “Harlock Saga – L’anello dei Nibelunghi” (Haarokku Saaga Niiberungu no yubi wa) nel 2002).

Nel 2003, Leiji Matsumoto è anche l’autore di Interstella 5555, un anime-musical con colonna sonora dei Daft Punk. Alcuni estratti del film sono stati proposti in senso autonomo come videoclip per i singoli che la band francese ha distribuito durante il lancio del proprio album.

Nel 2014 Leiji Matsumoto pubblica “Capitan Harlock: Dimension Voyage” (Kyaputen Haarokku – Jigen koukai).

Fra le sue collaborazioni, Matsumoto è stato anche il disegnatore della serie L’uccellino azzurro (diretta da Hiroshi Sasagawa), tratta da un racconto dello scrittore e Premio Nobel belga Maurice Maeterlinck. Matsumoto possiede una delle collezioni di fumetti più importanti al mondo, ed è anche autore di un saggio sulla storia dei manga.

Il governo giapponese ha annunciato la sua premiazione all’Ordine del Sole Nascente, cavalierato di IV classe, nell’autunno del 2010. Il 23 ottobre 2012 presso l’ambasciata giapponese in Francia viene insignito dell’Ordre des Arts et des Lettres, mentre il 15 febbraio 2013 riceve dall’ambasciata cubana a Tokyo un diploma commemorativo per i suoi 60 anni di carriera.

 

Capitan Harlock: la creatività come uscita dalla crisi

Rivedere oggi l’Anime di Capitan Harlock ci riporta ad un passato nostalgico di pirati, astronavi e amori terminati. I temi della paternità con quelli della giustizia si fondono, creando un’opera innovativa e degna di una profonda riflessione psicoanalitica.

Il prossimo 16 novembre 2021, alle ore 21, in un evento digitale gratutito, lo Studio Psicologico Melandri, affronterà insieme all’artista Marco Giocoli, musicista di professione, cosa voglia dire salire a bordo dell’Arcadia in un momento di buio interiore. La live sarà altamente interattiva e alla fine si potrà assistere ad un lavoro inedito su Capitan Harlock, la cui gestazione è durata più di un anno, ma non vi dico altro per non rovinare la sorpresa. L’appuntamento è sul canale YouTube di Studio Psicologico Melandri, per info: facebook.com/events/215194517377619.

 

Capitan Harlock: la creatività come uscita dalla crisi

 

Capitan Harlock, creato dall’autore Leiji Matsumoto è il protagonista di diversi anime e manga di ambientazione fantascientifica. La prima serie anime, creata nel 1978 e giunta in Italia l’anno successivo. Capitan Harlock è il protagonista della storia, un pirata misterioso e taciturno, che viaggia sulla nave spaziale Arcadia attraverso lo spazio. Il suo aspetto è inconfondibile, con un enorme mantello nero e la cicatrice sul volto. Di lui, della sua vita passata, si conosce poco, se non che è stato amico di Tochiro Oyama, il geniale costruttore della nave spaziale. Harlock è una persona idealista, romantica, ma anche capace di azioni violente e coraggiose. La sua visione della società terrestre è molto critica, ma si sforza di credere ad un mondo migliore per i pochi che ancora se lo meritano. Nella saga di Capitan Harlock, l’Arcadia è la nave stellare più potente dell’universo, tecnologicamente superiore a tutte le altre del suo tempo. Essa diviene lo strumento con il quale difendere i suoi ideali. L’Arcadia viene considerata dall’autore Matsumoto come un vero e proprio personaggio che spesso gioca un ruolo da protagonista ma è comunque anche un luogo, una fortezza inespugnabile, simbolo di libertà e indipendenza.

Secondo il Dott. Stefano Lalle, Psicologo clinico, Psicoterapeuta e Psicologo Analista Junghiano dello Studio Psicologico Melandri: “La mente umana è un terreno meraviglioso di continua scoperta”. Proprio mosso da questo spirirto, il dott. Lalle si è laureato in psicologia clinica in un primo momento, per poi specializzarsi in una scuola di psicologia analitica junghiana: l’Aipa (Associazione Italiana Psicologia Analitica). Confrontandosi per molti anni con i servizi territoriali della Asl, ha potuto percepire il disagio psichico con cui giornalmente ci troviamo a fare i conti e così ho deciso di aprire il suo studio privato: uno studio che venisse incontro alle esigenze economiche di ogni persona, ricorrendo a prezzi sociali. il Dott. Stefano Lalle crede fortemente che un percorso di psicoterapia sia fondamentale quando si vivono problematiche psichiche complesse, e che debba essere accessibile a tutte le persone che vivono un disagio mentale.

Il manga di Queen Emeraldas di Leiji Matsumoto

Queen Emeraldas, capolavoro della fantascienza creato dal geniale Leiji Matsumoto, si inserisce perfettamente nell’universo narrativo delle sue più celebri opere, come Capitan Harlock e Galaxy Express 999. La storia segue le avventure di Hiroshi, un giovane orfano in viaggio nello spazio alla ricerca della libertà, che si trova coinvolto in un attacco al vascello su cui è imbarcato. Quando sembra che la situazione stia per precipitare, compare improvvisamente una misteriosa nave, quella di Queen Emeraldas, il leggendario corsaro stellare di fama immensa.

Accanto a Queen Emeraldas, Hiroshi inizia un incredibile viaggio attraverso le galassie alla ricerca di tesori e avventure. Il manga, pubblicato nel 1978, racconta la storia di Emeraldas, conosciuta come la strega del grande universo, una donna solitaria e immortale che combatte senza sosta nel mare cosmico per uno scopo misterioso. Il giovane Hiroshi incontra Emeraldas sulle sabbie rosse di Argyre, dando inizio a una storia lunga e malinconica.

Queen Emeraldas è un imperdibile classico del genere della fantascienza, da possedere assolutamente per tutti gli appassionati e i fan del Maestro Leiji Matsumoto. La sua edizione definitiva permette di immergersi pienamente nell’universo straordinario creato dal geniale autore, con personaggi indimenticabili e avventure spettacolari che trasportano il lettore in mondi lontani e affascinanti.

I manga inediti di Leiji Matsumoto

L’Associazione Culturale Leiji Matsumoto, che si prefigge il compito di promuovere e diffondere nel nostro Paese la conoscenza e il valore artistico delle opere del grande autore giapponese, si accinge a pubblicare una selezione di opere del Maestro, attraverso una collana libraria che permetterà ai lettori di scoprire le mille sfaccettature di questo straordinario e poliedrico mangaka.

Da giugno, il 9 di ogni mese, saranno disponibili in tutte le fumetterie e online alcuni dei titoli più importanti di Leiji Matsumoto ancora inediti in Italia al grande pubblico. L’opera di esordio da professionista di Leiji Matsumoto, “Le avventure di un’ape” (1954), aprirà il ciclo di uscite insieme al primo volume di “Sexaroid” (1968), capolavoro fantascientifico che si completerà nei mesi di luglio e agosto e potrà essere raccolto in un elegante cofanetto. Tra gli altri titoli previsti ci sono le opere giovanili più rappresentative dell’autore, alcune storie inedite di Capitan Harlock e “Miraizer Ban” (1976), altra pietra miliare che definisce compiutamente il concetto di tempo alla base del Leijiverse.

Lo scopo di promuovere e divulgare il valore artistico e letterario del Sensei Matsumoto passa attraverso questo progetto, per il quale ci impegneremo a offrire un prodotto curato per lavorazione e contenuto che sarà edito in tiratura limitata. L’Associazione Culturale Leiji Matsumoto invita gli addetti ai lavori e tutti gli appassionati a partecipare il 27 maggio (ore 21.00) alla presentazione del programma con Giorgia VecchiniAnimeClick.it e altri ospiti.

Sarà possibile seguire la diretta accedendo alle seguenti pagine Facebook:

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