Basata sui libri best-seller di C.J. Sansom, Shardlake ha come protagonisti Arthur Hughes, Anthony Boyle e Sean Bean

Disney+ ha annunciato la data di debutto della nuova serie originale Shardlake, un’avvincente murder-mystery ambientata nell’epoca dei Tudor, basata sui popolari romanzi conosciuti a livello internazionale di C.J. Sansom. La serie debutterà il 1° maggio sulla piattaforma streaming con tutti gli episodi disponibili al lancio.

Intriso di mistero, suspense e inganni, questo drama in quattro episodi, tratto dal primo romanzo della serie di Sansom, è un inquietante giallo, ambientato nell’Inghilterra del XVI secolo durante la soppressione dei monasteri. La vita tranquilla dell’avvocato Shardlake viene stravolta quando Cromwell lo incarica di indagare sull’omicidio di uno dei suoi commissari avvenuto in un monastero nella remota cittadina di Scarnsea. Il commissario stava raccogliendo prove per chiudere il monastero ed è ora essenziale, per la sopravvivenza politica di Cromwell, che Shardlake risolva l’omicidio e chiuda il monastero stesso. Cromwell avverte Shardlake che il fallimento non è un’opzione e insiste che venga accompagnato da Jack Barak a Scarnsea, dove i due vengono accolti con ostilità, sospetto e diffidenza dai monaci, i quali temono per il loro futuro e sono determinati a preservare il loro ordine.

Arthur Hughes (Then Barbara Met Alan) interpreta Matthew Shardlake, un avvocato con uno spiccato senso della giustizia e uno dei pochi uomini onesti in un mondo pieno di intrighi e complotti. Shardlake lavora per Thomas Cromwell, interpretato da Sean Bean (Time), il pericoloso e onnipotente braccio destro di Enrico VIII. Anthony Boyle (Masters of the Air) interpreta il presuntuoso Jack Barak, lasciando Shardlake con il dubbio se sia un assistente o una spia di Cromwell. La serie è interpretata anche da Babou Ceesay (Abate Fabian), Paul Kaye (Fratello Jerome), Ruby Ashbourne Serkis (Alice Fewterer), Peter Firth (Norfolk), Matthew Steer (Goodhap), Brian Vernel (Fratello Mortimus), Irfan Shamji (Fratello Guy), David Pearse (Fratello Edwig), Miles Barrow (Fratello Gabriel), Mike Noble (Bugge), e Kimberley Nixon (Joan).

Shardlake è scritta da Stephen Butchard (The Good Mothers). George Ormond e Mark Pybus sono gli executive producer della serie per The Forge (una società di Banijay UK) e Stevie Lee per Runaway Fridge. La serie è stata commissionata da Lee Mason per Disney+, mentre Jonny Richards è l’executive producer per Disney+. Justin Chadwick (L’altra donna del re) ha diretto la serie con John Griffin come produttore.

L’occasione sprecata del live action de “I Cavalieri dello Zodiaco”

Seiya  è un testardo adolescente di strada che trascorre il suo tempo alla ricerca della sorella rapita e a combattere per ottenere denaro. Quando uno dei suoi combattimenti sprigiona involontariamente poteri mistici che non sapeva di avere, Seiya si ritrova coinvolto in un mondo di santi in guerra, antichi addestramenti magici e una dea reincarnata che ha bisogno della sua protezione. Per sopravvivere, dovrà abbracciare il suo destino e sacrificare tutto per conquistare il posto che gli spetta tra i Cavalieri dello Zodiaco.

Saint Seiya: Knights of the Zodiac teaser trailer

I Cavalieri dello Zodiaco, il lungometraggio live-action, prodotto da Toei Animation e Sony Pictures Worldwide Acquisitions dedicato al franchise di “Saint Seiya”, I Cavalieri dello Zodiaco, la meravigliosa saga creata nel 1985 da Masami Kurumada,  ha finalmente visto la luce, e possiamo dirvi che è esattamente quello che temevamo: una trasposizione sciatta e svogliata dell’opera di Kurumada, che non coglie minimamente lo spirito dell’originale. Abbiamo un immaginario iconico ridotto a costumi dozzinali, effetti speciali al risparmio e buchi narrativi grandi come case. Non proprio il punto di partenza ideale per una serie cinematografica. È davvero un peccato, perché sotto sotto c’era qualche buona idea. Ma forse è meglio lasciar perdere.

Sicuramente è un momento di fermento per lo storico brand di Saint Seiya: dopo il discusso lungometraggio in cgi I Cavalieri dello Zodiaco – La leggenda del Grande Tempio, numerose serie manga e anime prequel e sequel della saga originale, Netflix ha prodotto un discutibile reboot animato in 3D, intitolato Saint Seiya: I Cavalieri dello Zodiaco, che i nostalgici, sicuramente, non hanno gradito. Sarà questo film a trasformare finalmente l’iconica serie giapponese in un franchise mondiale da milioni di dollari?

La risposta purtroppo e NO! Portare un anime sul grande schermo – con attori veri e trame reali – è una sfida estremamente complicata, soprattutto se parliamo di un capolavoro iconico come I Cavalieri dello Zodiaco. Servono competenza, sensibilità e un budget sostanzioso. Purtroppo, il regista autodidatta Tomasz “Tomek” Bagińskii, che abbiamo già apprezzato per The Witcher, la popolare serie Netflix, sembra non averne avuto a sufficienza quando gli è stato affidato questo compito che non augureremmo nemmeno al nostro peggior nemico. Il cast sulla carta prometteva molto bene, con attori che sembrano davvero “da blockbuster” tra i quali  Mackenyu Arata (Pacific Rim: UprisingRurouni Kenshin Saishūshō The Final, Chihayafuru), il figlio del leggendario attore giapponese Sonny Chiba, che interpreta il protagonista Seiya, Famke Janssen (X-Men), Madison Iseman (Jumanji – Benvenuti nella giungla), come Saori/Isabel/Sienna, Diego Tinoco (Teen Wolf), Mark Dacascos (Il patto dei lupi),  Nick Stahl (Sin City) e Sean Bean (Il Signore degli Anelli) nel ruolo di Alman Kiddo, l’uomo che recluterà il protagonista per farlo diventare un cavaliere; inoltre Caitlin Hutson come Castalia (Marin dell’Aquila), Famke Janssen, Nick Stahl.

Nei ruoli creativi troviamo anche Will Geiger, Eugene Son e Blazej Dzikowski come sceneggiatori con la supervisione dello stesso Masami Kurumada, Andy Cheng, coreografo che si è recentemente distinto per le sue acrobazie per Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, Yoshi Ikezawa e Joseph Chou di Toei Animation e Jeffrey Chan, fondatore di ARGF e direttore operativo di Bona Film Group.

I Cavalieri dello Zodiaco - Il 26, 27 e 28 giugno al cinema - Trailer ufficiale

I primi trailer già facevano presagire il peggio, e possiamo confermare che il film fosse terribile e che disonorasse un immaginario a cui gli otaku di mezzo mondo sono particolarmente affezionati. In Giappone è stato intitolato Saint Seiya: The Beginning perché avrebbe dovuto essere il primo di una serie di sette film.

La prima delusione arriva subito guardando i costumi. Quando pensiamo a I Cavalieri dello Zodiaco, pensiamo alle icone armature agli scontri epici e a profonde riflessioni interiori che portano spesso ad elevare il concetto di nemico in amico. Nel film di Bagiński non c’è niente di tutto questo. Le armature compaiono solo negli ultimi dieci minuti di una pellicola di quasi due ore. È ovvio che qualcosa non torna.

In questo live action di I Cavalieri dello Zodiaco, ci sono solo due cavalieri principali: Seiya interpretato da Mackenyu e Nero (che sarebbe Ikki) interpretato da Diego Tinoco. Dimenticatevi di Sirio, Crystal o Andromeda. La storia ruota completamente attorno a Seiya, che deve fare di tutto per ottenere l’armatura di Pegasus e proteggere Isabel, la figlia adottiva di Alman, l’incarnazione della dea Atena. La sceneggiatura si complica in modo assurdo e pieno di buchi logici. Non solo, ma il regista ha anche rovinato alcuni personaggi. Cassios, ad esempio, che nel manga e nell’anime aveva un percorso di crescita e redenzione molto interessante, diventa un personaggio imbarazzante. Mentre Mylock, che era destinato a essere solo un comprimario, assume il ruolo di un John Wick.

Il problema principale è che il regista non ha compreso quello che rende speciale l’opera di Kurumada. Lo spirito di sacrificio, la devozione verso gli amici e la compassione verso gli avversari sono solo alcuni dei valori che vengono spogliati dalla storia, lasciando solo dei cosplayer un po’ impacciati che combattono con scarse coreografie e pessimi effetti speciali. In conclusione, I Cavalieri dello Zodiaco è un adattamento che cerca di buttare parole e concetti senza spiegarli a chi non conosce l’opera originale. Il risultato è una pellicola piena di buchi nella trama, effetti speciali di terza categoria e personaggi mal caratterizzati. C’è qualche buona intuizione qua e là, ma non basta a salvare questo film dalla mediocrità.

La Compagnia dell’Anello

Pochi film negli ultimi anni hanno creato un’atmosfera di fibrillante attesa come La compagnia dell’anello, atto primo della trilogia de Il signore degli anelli diretta da Peter Jackson e interpretato da Elijah Wood, Ian McKellen, Viggo Mortensen, Liv Tyler, Cate Blanchett, Ian Holm, Sean Bean, Christopher Lee. L’attesa è dovuta all’indiscusso valore della fonte letteraria, ovvero l’omonimo romanzo di John R.R. Tolkien divenuto, dalla sua pubblicazione (1954-55), testo di culto e libro per antonomasia del genere fantasy. La traslazione cinematografica del regista neozelandese ha l’indiscutibile merito di proiettarci senza sforzo apparente nell’arduo territorio del meraviglioso, direttamente all’interno del mito, con un sostanziale aiuto di effetti speciali ipertecnologici ma non invasivi ai fini della storia.

Il prologo narra come Sauron, re di Mordor, forgiò diciannove anelli magici per farne dono ai signori della Terra di Mezzo, tenendo per sé l’Unico, ovvero l’anello in grado di controllarli tutti, capace di dare il potere assoluto a chi lo porta. Il malvagio signore di Mordor tentò di portare le tenebre del suo regno nel mondo, ma fu sconfitto inaspettatamente da Isidur, che gli mozzò il dito con l’anello scemando il suo potere: il re degli uomini non riuscì a distruggere l’anello scagliandolo nel vulcano del monte Fato, lasciando al grande nemico una possibilità di riconquistare il potere. La trama prende avvio nella Contea degli hobbit con i festeggiamenti per il compleanno di Bilbo Baggins, l’ultimo tra i possessori dell’anello, che parte in viaggio e lascia il gioiello in eredità al giovane parente Frodo Baggins. Quest’ultimo scoprirà la natura dell’anello dal mago Gandalf, che lo avviserà del terribile pericolo che incombe su di lui, perché Sauron sta riorganizzando le sue sinistre armate ed è in cerca del monile perduto. Intorno a Frodo, eletto portatore dell’Unico, si formerà così la Compagnia dell’anello, composta dei vari esponenti della Terra di Mezzo: i tre hobbit Sam, Pipino e Merry, il mago Gandalf, il nano Gimli, l’arciere elfico Legolas, gli uomini Bormir e Aragorn, cavaliere ramingo, discendente di Isidur ed erede al regno di Gondor.

La compagnia dell’anello procede tra fughe serrate per le sterminate miniere di Moria, agguati nei picchi nevosi, una sosta nella spettacolare città degli Elfi, sanguinosi combattimenti, atti d’eroismo ed amicizia, e gli inevitabili momenti di confusione generati dal nefasto influsso dell’anello all’interno della stessa Compagnia.

Peter Jackson è riuscito nella ciclopica impresa ricreando nel dettaglio il complesso universo tolkieniano: la grande intuizione dello scrittore britannico era stata infatti quella di ambientare la sua sterminata saga in uno scenario creato ad hoc e studiato nei minimi particolari, ovvero la fabulistica Terra di Mezzo, non luogo fantastico all’interno del quale il lettore aveva l’impressione di perdersi – Tolkien aveva addirittura coniato un idioma elfico per amplificare il realismo del meraviglioso, dettaglio peraltro felicemente ripreso da Jackson -. Lo stesso effetto è all’opera anche nel primo tassello della trilogia de Il signore degli anelli, una lunga, fantastica e divertente avventura che procede a gran ritmo per quasi tre ore, interpretata da un cast perfettamente in parte e che promette nuove emozioni nella seconda e terza parte della saga filmica (Le due torri e Il ritorno del re), per le quali il countdown è già cominciato. Il film di Columbus è puro (magico) intrattenimento, La compagnia dell’anello, nonostante l’annesso carico di merchandising, si muove dalle parti del mito.

Il mistero dei Templari – National Treasure

Il mistero dei Templari – National Treasure è un avvincente film d’avventura che unisce storia, azione e mistero in un mix perfetto. Jon Turteltaub dirige con maestria questa pellicola che vede Nicolas Cage nei panni di un cacciatore di tesori alla ricerca di un’enigmatica reliquia legata ai Templari.

Il mistero dei Templari (film 2004) TRAILER ITALIANO

Benjamin Franklin Gates appartiene a una famiglia di appassionati archeologi che hanno dedicato la loro vita alla ricerca del leggendario tesoro perduto dei Templari, un tesoro di cui molti dubitavano persino dell’esistenza. L’avventuroso nonno di Ben ha lasciato al nipote un unico e misterioso indizio su un foglietto: “Charlotte ha in serbo il segreto”.Ben, armato di determinazione e curiosità, scopre che Charlotte è il nome di una nave che, a causa dei cambiamenti climatici, non è più nascosta sotto i ghiacci perenni. Deciso a seguire le orme della sua famiglia, organizza una spedizione nell’Artide insieme ad altri esperti archeologi, tra cui Ian Owe e Riley Poole. Durante l’esplorazione della nave, viene trovata una pipa di schiuma che rivela un altro indizio cruciale.

Tuttavia, i rapporti tra Ben e gli altri membri della spedizione si incrinano quando il protagonista decide di donare il tesoro trovato in beneficenza ai musei archeologici, mentre Ian mostra un lato senza scrupoli pur di raggiungere il suo obiettivo, arrivando addirittura a tentare di convincere Ben a rubare la Dichiarazione d’Indipendenza Americana.La situazione si complica ulteriormente quando Ian e i suoi complici decidono di imprigionare Riley e Ben nella stiva della nave, ma i due riescono a sopravvivere e a continuare la loro caccia al tesoro. Lungo il cammino, i protagonisti si imbatteranno in numerosi indizi legati alla massoneria, che li condurranno a una serie di avventure emozionanti.Ben, accompagnato dalla dottoressa Abigail Chase, con cui nascerà una storia d’amore, arriva infine alla tomba di un capo della massoneria nascosta sotto una chiesa secolare di New York, dove trova il tanto agognato tesoro. Grazie alla sua determinazione e alla sua intelligenza, Ben sconfigge Ian e i suoi complici, riabilitando la reputazione della sua famiglia e distribuendo il tesoro recuperato nei musei di tutto il mondo.

In questo affascinante viaggio alla scoperta del tesoro perduto, Ben Gates dimostra di essere un vero eroe avventuroso e appassionato, capace di superare sfide e ostacoli per portare alla luce un importante tesoro nascosto da secoli.

Il cast è strepitoso, con interpretazioni convincenti: la chimica tra gli attori è palpabile sullo schermo, creando un’atmosfera di tensione e suspense che tiene lo spettatore incollato alla poltrona fino all’ultima scena. Lo script è ben strutturato, con colpi di scena inaspettati e una trama avvincente che tiene viva l’attenzione del pubblico dall’inizio alla fine. Le location spettacolari e la colonna sonora coinvolgente contribuiscono a creare un’esperienza cinematografica indimenticabile. In conclusione, Il mistero dei Templari – National Treasure è un film che appassionerà sia gli amanti dell’avventura che gli appassionati di storia. Un mix perfetto di intrighi, azione e suspence che conquisterà il cuore dei telespettatori.

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