The Last Witch Hunter – L’ultimo cacciatore di streghe

Kaulder, ultimo discendente di un’antica stirpe di cacciatori di streghe, porta su di sé il peso di una maledizione, scagliata dalla Regina delle Streghe da lui uccisa, che lo ha condannato all’immortalità. L’uomo ha dovuto, così, sopportare la perdita dalla moglie e dalla figlia, ma la Regina ora è risorta ed è in cerca vendetta. Il fantasy si fonde con l’azione e un pizzico di horror in un film spettacolare che porta il protagonista di “Fast & Furious” a caccia di creature demoniache.

Dirk Gently – Agenzia di investigazione olistica

Dirk Gently – Agenzia di investigazione olistica (Dirk Gently’s Holistic Detective Agency) è una serie televisiva statunitense creata da Max Landis per BBC America e basata sull’omonimo personaggio della saga di romanzi Dirk Gently’s Holistic Detective Agency di Douglas Adams, già autore della Guida galattica per gli autostoppisti. Interpretata da Samuel Barnett nei panni del detective Dirk Gently e Elijah Wood nei panni del suo riluttante assistente Todd. Il trailer della serie ha debuttato al San Diego Comic Con 2016. La serie ha debuttato negli Stati Uniti d’America il 22 ottobre 2016 ed è stata rinnovata per una seconda stagione di 10 episodi il 21 novembre 2016, purtroppo il 19 dicembre 2017 BBC America ha cancellato la serie.

Dirk Gently – Agenzia di investigazione olistica è un thriller comico che segue le bizzarre avventure dell’eccentrico detective “olistico” Dirk Gently e del suo riluttante assistente Todd, mentre affrontano un grande e apparentemente insensato mistero, attraversando percorsi improbabili con uno stuolo di personaggi selvaggi e a volte pericolosi, mentre ogni episodio li porta sempre più vicini alla verità. Ho trovato la prima stagione carina, mi ha abbastanza tenuta incollata allo schermo e la scelta degli attori mi è piaciuta. Anche qui sono stupita dal fatto che la serie sia stata cancellata  dopo la seconda stagione, lasciando in sospeso molti elementi. Per quanto riguarda la seconda stagione sembra molto più fantasy della prima, Dirk per qualche oscuro motivo è più “spento” del solito, spaesato di fronte al caos che ha portato nella vita dell’amico Todd, mentre quello entusiasta è proprio Todd, anche se forse lo è solo perché più concentrato nella ricerca della redenzione nei confronti della sorella e tormentato da continui attacchi di pararibulite (la malattia immaginaria da cui è affetta anche Amanda).

Ci saranno bacchette magiche, collegamenti tra mondi lontani alla Once Upon a Time. Si apre, infatti, un universo magico parodia delle fiabe, con due famiglie – i nobili Dengdamor e i villici dai capelli rosa Trost – in conflitto tra loro. Non manca il perfido Mago (John Hannah).

Qui l’interrogativo è appunto come questo mondo debba fondersi con la nostra realtà, nel frattempo Todd è ancora alla ricerca della sorella fuggitiva Amanda (Hannah Marks), in fuga dall’Ala Nera assieme a Vogel (Osric Chau). Sembra davvero Once Upon a Time, coi personaggi che si trovano catapultati in mondi diversi e portali magici. La connessione si trova invece in un oscuro limbo.

Nella casa chiave di tutto (la casa dentro la casa), ci sono i disegni di un bambino, ricoperti da carta da parati, questi mostreranno il cielo di Wendimoor con una luna antropomorfa, e nella foresta troviamo strani e valorosi protagonisti, intelligenti e talvolta sanguinari. Nonostante calzamaglie, capelli  rosa e bottoni nelle barbe, mentre il mondo reale sembra confuso e pavido a tratti infantile. Susan Boreton (Amanda Walsh), sarà una improbabile villain assieme al Mago.

Casalinga frustrata frutto di una infanzia rovinata e quindi pessima adulta si impossessa di una bacchetta magica che  le consente sì di migliorare la sua vita ma più di ricondurla a quello che sognava nella sua infanzia. Altri personaggi imbranati sono i due ufficiali di polizia, lo sceriffo Sherlock Hobbs (Tyler Labine), e la sua vice Tina Tevetino (Izzie Steele), ex-tossica. Per i due è tutto un grande gioco, seguendo Dirk e la sua squadra nel mistero che affonda le radici nell’America rurale degli anni ’60.

La stravolta Bart invece dimostra di perso troppo presto il conforto dell’amicizia con Panto Trost (Christopher Russell), testimoniando il tragico tradimento di Ken (Mpho Koaho), che punta alla scalata ai vertici dell’Ala Nera.

Un paio di cose mi hanno fatto pensare anche a Donny Darko, poi vedrete perché e a Dark, coi fenomeni elettromagnetici. Mi sento di consigliarne la visione, per quanto assurda questa serie possa essere ha del potenziale, quindi guardatela! Peccato che la cancellazione ci abbia lasciato con un palmo di naso. Di nuovo.

Qualche dettaglio in più: Gently nasceva nel primo romanzo intitolato Dirk Gently, agenzia di investigazione olistica, pubblicato in patria nel 1987, il seguito, La lunga oscura pausa caffè dell’anima  è del 1988, mentre resta incompleto Il salmone del dubbio, a causa della morte dell’autore.

Nel 2010 la BBC Four ha fatto uscire il pilot cui seguono gli altri tre episodi nel 2012. Anche qui la serie venne cancellata. La sceneggiatura di questa serie non è un adattamento di nessuno dei romanzi, ma riprende personaggi e situazioni già apparsi nei libri e li intreccia in una nuova storia incentrata sul detective Dirk. Howard Overman ha chiarito come lui non abbia nemmeno tentato di adattare la storia vista nei libri, in quanto «impossibile da adattare, specialmente con i fondi della BBC Four».

 

 

La Compagnia dell’Anello

Pochi film negli ultimi anni hanno creato un’atmosfera di fibrillante attesa come La compagnia dell’anello, atto primo della trilogia de Il signore degli anelli diretta da Peter Jackson e interpretato da Elijah Wood, Ian McKellen, Viggo Mortensen, Liv Tyler, Cate Blanchett, Ian Holm, Sean Bean, Christopher Lee. L’attesa è dovuta all’indiscusso valore della fonte letteraria, ovvero l’omonimo romanzo di John R.R. Tolkien divenuto, dalla sua pubblicazione (1954-55), testo di culto e libro per antonomasia del genere fantasy. La traslazione cinematografica del regista neozelandese ha l’indiscutibile merito di proiettarci senza sforzo apparente nell’arduo territorio del meraviglioso, direttamente all’interno del mito, con un sostanziale aiuto di effetti speciali ipertecnologici ma non invasivi ai fini della storia.

Il prologo narra come Sauron, re di Mordor, forgiò diciannove anelli magici per farne dono ai signori della Terra di Mezzo, tenendo per sé l’Unico, ovvero l’anello in grado di controllarli tutti, capace di dare il potere assoluto a chi lo porta. Il malvagio signore di Mordor tentò di portare le tenebre del suo regno nel mondo, ma fu sconfitto inaspettatamente da Isidur, che gli mozzò il dito con l’anello scemando il suo potere: il re degli uomini non riuscì a distruggere l’anello scagliandolo nel vulcano del monte Fato, lasciando al grande nemico una possibilità di riconquistare il potere. La trama prende avvio nella Contea degli hobbit con i festeggiamenti per il compleanno di Bilbo Baggins, l’ultimo tra i possessori dell’anello, che parte in viaggio e lascia il gioiello in eredità al giovane parente Frodo Baggins. Quest’ultimo scoprirà la natura dell’anello dal mago Gandalf, che lo avviserà del terribile pericolo che incombe su di lui, perché Sauron sta riorganizzando le sue sinistre armate ed è in cerca del monile perduto. Intorno a Frodo, eletto portatore dell’Unico, si formerà così la Compagnia dell’anello, composta dei vari esponenti della Terra di Mezzo: i tre hobbit Sam, Pipino e Merry, il mago Gandalf, il nano Gimli, l’arciere elfico Legolas, gli uomini Bormir e Aragorn, cavaliere ramingo, discendente di Isidur ed erede al regno di Gondor.

La compagnia dell’anello procede tra fughe serrate per le sterminate miniere di Moria, agguati nei picchi nevosi, una sosta nella spettacolare città degli Elfi, sanguinosi combattimenti, atti d’eroismo ed amicizia, e gli inevitabili momenti di confusione generati dal nefasto influsso dell’anello all’interno della stessa Compagnia.

Peter Jackson è riuscito nella ciclopica impresa ricreando nel dettaglio il complesso universo tolkieniano: la grande intuizione dello scrittore britannico era stata infatti quella di ambientare la sua sterminata saga in uno scenario creato ad hoc e studiato nei minimi particolari, ovvero la fabulistica Terra di Mezzo, non luogo fantastico all’interno del quale il lettore aveva l’impressione di perdersi – Tolkien aveva addirittura coniato un idioma elfico per amplificare il realismo del meraviglioso, dettaglio peraltro felicemente ripreso da Jackson -. Lo stesso effetto è all’opera anche nel primo tassello della trilogia de Il signore degli anelli, una lunga, fantastica e divertente avventura che procede a gran ritmo per quasi tre ore, interpretata da un cast perfettamente in parte e che promette nuove emozioni nella seconda e terza parte della saga filmica (Le due torri e Il ritorno del re), per le quali il countdown è già cominciato. Il film di Columbus è puro (magico) intrattenimento, La compagnia dell’anello, nonostante l’annesso carico di merchandising, si muove dalle parti del mito.

Il Signore degli Anelli: curiosità dalla Terra di Mezzo

Il Signore degli Anelli, in originale The Lord of the Rings, è una trilogia cinematografica fantasy del regista neozelandese Peter Jackson, basata sull’omonimo romanzo scritto da John Ronald Reuel Tolkien. Insieme a Ben-Hur e Titanic, Il Ritorno del Re è il film premiato con il maggior numero di premi Oscar, 11, e complessivamente la saga è la più vittoriosa della storia: 17 statuette. Questa serie di film è celebre per l’estremo realismo degli effetti speciali, realizzati dalla società neozelandese Weta, fondata da Peter Jackson.

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