Stupore e tremori: un viaggio tra le insidie del mondo del lavoro

Hai mai sognato di lavorare in una grande azienda giapponese? Immaginati catapultato in un ambiente rigido e gerarchico, dove il rispetto per le superiori è sacro e il minimo errore può costarti caro. È proprio questo il mondo che Amélie Nothomb ci racconta nel suo romanzo “Stupore e tremori”.

Un’autobiografia romanzata

Pubblicato nel 1999, “Stupore e tremori” è un libro autobiografico in cui l’autrice ripercorre la sua esperienza lavorativa in una grande multinazionale giapponese. Assunta come traduttrice, Amélie si trova a dover affrontare un sistema di regole ferree e una cultura aziendale completamente diversa da quella occidentale.

Tra umorismo e riflessione

Con il suo stile ironico e dissacrante, Nothomb ci accompagna in un viaggio tra le assurdità e le contraddizioni del mondo del lavoro giapponese. L’autrice non risparmia critiche al sistema, ma allo stesso tempo ci mostra la bellezza e la complessità di una cultura diversa dalla nostra.

Un libro per tutti

“Stupore e tremori” è un romanzo che piacerà a chiunque abbia voglia di leggere una storia divertente e riflessiva al tempo stesso. Che tu sia un giovane alle prime armi con il mondo del lavoro o un adulto con esperienza, questo libro ti farà sorridere, riflettere e, perché no, anche sognare.

Perché leggere “Stupore e tremori”?

  • Per immergerti in un mondo affascinante e misterioso come quello del Giappone
  • Per scoprire le insidie e le contraddizioni del mondo del lavoro
  • Per leggere un libro divertente e riflessivo al tempo stesso
  • Per conoscere la storia di una giovane donna che ha avuto il coraggio di inseguire i suoi sogni

Se sei curioso di saperne di più, non perderti il nostro prossimo articolo su “Stupore e tremori”!

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La fattoria degli animali – il film d’animazione del ’54

Ogni tanto mi piace ricordare che molte opere cinematografiche di vario genere, sono tratte da altrettante opere letterarie, alcune in maniera fedele alla versione cartacea, altre invece ne traggono solo spunto. In questa occasione vorrei parlare di un film di Animazione che mi ha particolarmente colpito, La Fattoria degli Animali.

Questo film mi ha molto colpito, in primo luogo perché esso è uno dei primi film di animazione degli anni ’50 rivolto a un pubblico molto più adulto, infatti, viste le tematiche, esso è quasi considerato una metafora dello sfruttamento dei padroni nei confronti dei lavoratori; in secondo luogo perché è tratto da un romanzo di George Orwell, visionario scrittore, precursore della fantapolitica conosciuto già per un’altra sua opera con tematiche similari intitolato 1984, di cui venne fatta una versione cinematografica chiamata Orwell 1984. Film del 1954 prodotto e realizzato quasi interamente nel Regno Unito, venne considerato il primo film britannico di animazione destinato anche a essere immesso nel circuito internazionale di distribuzione cinematografica. Nonostante numerose critiche su alcuni cambiamenti rispetto al romanzo di Orwell, compreso il finale che sembrava più un manifesto di propaganda politica che di satira contemporanea come Orwell amava definire le sue opere, ottenne comunque un grande successo che e nel 1956 la nomination al premio Bafta come lungometraggio di Animazione.

 

LA FATTORIA DEGLI ANIMALI di George Orwell P1

La storia si svolge presso una fattoria in una non ben identificata regione della Gran Bretagna, il proprietario della fattoria è il signor Jones, ma egli invece di badare ai lavori della fattoria e al benessere e nutrimento degli animali, preferisce passare intere giornate e nottate a ubriacarsi presso il “Leone Rosso”, l’osteria del paese vicino, insieme ad altri avventori. Una notte gli animali della fattoria, si riuniscono in un’ assemblea generale tenuta dal “Vecchio Maggiore” un maiale tanto anziano quanto saggio, che esorta i suoi “compagni” animali a riflettere sulla loro situazione e li invita a prendere la situazione in mano contro l’uomo e fare una vera e propria rivoluzione, però, dopo aver finito il suo discorso, il Vecchio Maggiore muore davanti a tutti per via dell’emozione. Passa un po’ di tempo da quella fatidica assemblea, quando un giorno gli animali, non trovando la loro razione di cibo, ripensando alle parole del Vecchio Maggiore, si ribellano e al comando di Palla di Neve un giovane e forte maiale dal cuore d’oro, attaccano il signor Jones scacciandolo dalla fattoria,  ma egli riunisce tutti gli agricoltori della zona e insieme si lanciano alla riconquista della fattoria, però gli animali, grazie anche all’intelligenza di Palla di Neve, riescono a resistere all’attacco degli umani conquistando definitivamente la fattoria e prendendone possesso. Pian piano tutti gli animali ritornano alle loro mansioni giornaliere contando sul fatto che sotto la saggia guida del loro capo Palla di Neve le cose andranno per il meglio. Un giorno Palla di Neve decide di riunire tutti gli animali in un’assemblea straordinaria per esporgli un nuovo progetto di espansione, però prima di giungere nell’edificio dove si tiene l’assemblea, Palla di Neve viene attaccato da alcuni cani e dopo un breve inseguimento, egli viene ucciso e sbranato: ad aizzargli contro i cani è Napoleone, un altro maiale che a differenza di Palla di Neve non è per nulla altruista ma egoista e avido di potere, infatti è Napoleone a presiedere l’assemblea voluta da Palla di Neve facendo credere a tutti gli animali che egli voleva tradirli e venderli agli umani per far sì che venisse ricostituito l’ordine gerarchico precedente in cambio di alcuni privilegi extra, ma non solo convince gli animali a credere nel tradimento del compagno, ma si appropria del suo progetto, ovvero la costruzione di un mulino, che dovrebbe portare prosperità a tutti. Pian piano Napoleone prende sempre più potere all’interno della gerarchia degli animali, e, grazie alla sua arte oratoria, il potere dei maiali diviene sempre più solido facendone diventare in poco tempo i nuovi padroni della fattoria, per avere sempre più potere egli stringe anche degli accordi con gli umani, infatti per esempio, in cambio di uova riesce a barattare con un macellaio del paese vicino derrate alimentari per sé e i suoi accoliti, e chi si ribella agli ordini di Napoleone viene sbranato dai suoi cani divenuti nel frattempo le sue guardie personali. Così per settimane e settimane Napoleone comanda sugli animali con pugno di ferro e lui e i suoi compagni maiali fanno la bella vita. Finché un giorno durante i lavori del mulino, il cavallo Gondrano lavoratore instancabile che mai si lamentava e mai ha dato problemi, si ferisce gravemente, così Napoleone visto che non vuole mantenere un parassita, fa un nuovo accordo con il macellaio e vende Gondrado in cambio di una scorta di Whisky per lui e i suoi accoliti. Però questa è la goccia che fa traboccare il vaso, infatti l’asina Berta amica di Gondrado visto il destino che è incorso all’amico riunisce tutti gli animali facendogli capire che ormai l’idea iniziale della rivoluzione e libertà è stata stravolta da Napoleone e che hanno sostituito un dittatore in cambio di un altro, si ribellano e attaccano i maiali che facevano festa e vengono quindi presi di sorpresa ed eliminati dal primo all’ultimo. Il film si conclude con una citazione da parte di Berta “Padroni Maiali, Domani Prosciutti!”

LA FATTORIA DEGLI ANIMALI di George Orwell P11

Film bello, interessante, con una trama per certi versi molto intricata e intrigante con chiari riferimenti al periodo della Guerra Fredda, alcune scene sono anche di una tale crudezza che in effetti e meglio che non sia visionato da un pubblico facilmente impressionabile. Ottima l’allegoria e la satira che parla dello sfruttamento tra padroni e lavoratori che nonostante siano passati decenni è un argomento tutt’ora attuale. Anche l’animazione è fatta bene e, utilizzando solo voci narranti, rende questo film ancora più caratteristico, da vedere almeno una volta, e per chi ama anche la lettura, io consiglio anche la versione cartacea di George Orwell.

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