Mini Fiabe (e altre storie) di Paolo Massagli

Cut-Up Publishing presenta Mini Fiabe (e altre storie), un elegante volume a fumetti cartonato per la collana Ecate curata da Stefano Fantelli. Ormai le fiabe classiche ci sono state proposte in tutte le salse possibili, ma è comunque impossibile restare indifferenti quando un autore particolare come Paolo Massagli decide di darne la propria visione.  L’autore ci porterà ad esplorare gli aspetti più oscurisensuali e gotici di tanti personaggi delle fiabe che ci sono familiari da sempre, con i quali siamo cresciuti tutti. Da Biancaneve a Cenerentola, dalla Bella Addormentata a Trilli di Peter Pan, da Pinocchio ad Alice nel Paese delle Meraviglie, passando per Pollicino e Raperonzolo, solo per citarne alcuni. 

Nella prefazione, Giuseppe Di Bernardo scrive:

“Le pagine a fumetti di Paolo Massagli sono piene di uno spietato humor più nero della pece infernale con la quale sembrano illustrate. Il grottesco diventa creepy e wired, ma lo è da molto prima che questi aggettivi diventassero cool e social. Grazie al suo talentuoso pennello, i corsetti, i meccanismi, le cuciture, gli innesti metallici e i bendaggi, diventano sublime bellezza. Le illustrazioni sono disturbanti e allo stesso tempo seducenti, cariche di una tensione erotica annodata alla celebrazione della morte, Eros e Thanatos, bianco e nero che stanno in perfetto equilibrio come nello Yin e Yang”.

Mini Fiabe (e altre storie) uscirà a maggio, ma fino al 30 aprile è disponibile in prevendita, scontato e con la spedizione gratuita, sullo shop di Cut-Up Publishing.

“Pinocchio” illustrato da Paolo Mottura

La storia di Pinocchio è uno di quei classici da leggere e rileggere più volte nella vita, di generazione in generazione. Nato dalla mente di Carlo Collodi e pubblicato nella versione completa nel 1883 (dopo le apparizioni a puntate nei due anni precedenti) ad ogni lettura si presta a diverse chiavi di lettura grazie alle innumerevoli sfumature contenute nel testo. Difficile tener conto di tutte le interpretazioni e gli omaggi registrati negli anni: dal cinema alla musica, tutte le forme d’arte hanno celebrato e reinterpretato le vicende del burattino di legno. 

Lo ha fatto anche Paolo Mottura, artista noto – tra le altre cose – per la sua collaborazione con Disney Italia (ha disegnato le storie di «Topolino», «Paperinik», «Minni & Co.») e con Sergio Bonelli Editore («Dylan Dog»), e vincitore di prestigiosi premi tra cui il “Topolino d’oro” per la migliore storia Disney del 1997. Nel volume «Pinocchio», pubblicato da Edizioni NPE e realizzato in collaborazione con Associazione La Nona Arte, l’autore piemontese si è ispirato alle primissime raffigurazioni del personaggio dal naso lungo, offrendo al tempo stesso una nuova e più attuale visione dell’opera collodiana: le sue illustrazioni sviluppano infatti una particolare metafora intorno al dramma esistenziale del protagonista che, abbandonando le fattezze da burratino, dice addio al bambino per lasciare spazio all’adulto.
Pagine ricche di suggestioni visive che, tra incantevoli pastelli, acquerelli e oli, si fondono perfettamente al testo di un capolavoro intramontabile

Per il lancio del volume, Edizioni NPE ha pensato ad un’iniziativa specialei primi 250 che lo acquisteranno, riceveranno in omaggio una litografia di Paolo Mottura. Dal 3 febbraio, saranno disponibili 200 copie con litografia nelle fumetterie aderenti e le restanti 50 sul sito edizioninpe.it.

Pinocchio, Carême e altre storie

Il CAMeC, Centro Arte Moderna e Contemporanea della Spezia, presenta, dal 29 gennaio al 1 maggio 2022, un Paolo Mottura inedito con la mostra “Pinocchio, Carême e altre storie”, a cura di Eleonora Acerbi e Cinzia Compalati, e la realizzazione di un grande murales, che racconta l’artista e le sue passioni. Interprete del fumetto, molto noto per la sua collaborazione con la Walt Disney, Paolo Mottura espone al CAMeC altri e meno conosciuti versanti del suo lavoro, che si distingue per il segno talentuoso, la tecnica preziosa e versatile, l’adozione di storie originali e appassionanti.

Il progetto espositivo, allestito al piano 2 del Centro, si articola attraverso numerosi racconti illustrati, a partire dall’ultimo suo lavoro, dedicato alla più celebre e rappresentata fiaba per l’infanzia, “Pinocchio” (Edizioni NPE, 2021), con una serie di tele e di carte colorate che ne reinterpretano gli episodi e sviluppano una particolare metafora intorno all’invenzione collodiana. Seguono diverse tavole preparatorie originali di un’altra importante produzione, “Carême” (Les Humanoïdes Associés, 2009), un’ode all’amicizia, scritta da Christophe Bec, che delinea la travagliata avventura di due uomini dall’indole solitaria: Martinien Fidèle, un gracile rappresentante di aspirapolveri smarrito tra le montagne, e Aimé Carême, un restauratore di dipinti, spirito arguto oggetto di scherno a causa della sua straordinaria obesità. Ancora francese “Deus” (Soleil, 2008), romanzo grafico dall’ambientazione storica e dal contenuto attualissimo, il cui protagonista è una creatura umanoide – l’Uomo Nuovo – che sembra invulnerabile alle malattie. Dopo “Carême” e “Deus”, “Redemption” (Dupuis, 2009) segna la terza collaborazione tra Paolo Mottura e Christophe Bec, che qui affrontano il tema dell’uomo senza un passato, dello straniero che arriva in una città sconosciuta, fantasma, non a caso chiamata “Death” o “Redemption”. Ancora alcuni disegni per il racconto visionario “Hanté” (Soleil, 2008), per l’audiolibro dedicato ai bambini “Per me si va nella grotta oscura” (Voglino Editrice, 2016) e per tre romanzi e racconti di Stefano Benni: “Terra!”, “Il nuovo libraio”, “Il sax del Nuvola rossa”.

In esposizione, inoltre, un lavoro eminentemente pittorico, che rende conto di un Paolo Mottura sconosciuto al grande pubblico e della sua predilezione per la sperimentazione materica: “No graffiti”, del 1998. Da segnalare, infine, un contributo fondamentale per connotante il progetto inedito della mostra al CAMeC: un intervento site-specific, realizzato sulla parete del corridoio; un grande disegno ad acrilico che rappresenta l’autore stesso, circondato da oggetti e personaggi protagonisti delle sue ‘storie’ e legati alle passioni che coltiva insieme all’arte, quali la musica e il mare.

Venerdì 28 gennaio, in occasione della giornata inaugurale, è prevista l’apertura della mostra dalle 13.00 alle 18.00 con ingresso gratuito e accesso contingentato. Il CAMeC è aperto al pubblico da martedì a domenica dalle 11.00 alle 18.00. Ingresso intero euro 5, ridotto euro 4, ridotto speciale euro 3,50. 

Paolo Mottura nasce a Pinerolo (TO) nel 1968. Nel 1989 inizia a pubblicare con la Disney Italia, all’epoca Arnoldo Mondadori Editore, lavorando da allora su “Topolino, Minni & Company”, “Paperinik” e “PKNA (Paperinik New Adventures)”, nonché per la sezione Disney books. La prima sceneggiatura disegnata in Disney è “Zio Paperone e il mistero dell’Olimpo” di Giorgio Pezzin. Tra le numerosissime storie rappresentate a fumetti possiamo ricordare “Dalla parte sbagliata” (1998) e “L’ombra del drago” (1999), scritte entrambe da Tito Faraci, “Topolino e la valle della dimenticanza” (2001) di Rudy Salvagnini. Nel 1998 riceve il premio “Topolino d’oro” per la migliore storia Disney del 1997. Collabora anche con altri editori e testate come “Il Sole 24 Ore” e “La Stampa”. Dal 2003 lavora con l’editore francese Les Humanoïdes Associés, per il quale disegna la serie “Carême” con cui si aggiudica il premio “Albert Uderzo 2005” come miglior nuovo talento. Dal 2007 inizia una collaborazione con l’editore Soleil Productions per cui pubblica “Deus” su testi di Bec/Betbeder e dal 2008 con Dupuis con il quale dà alle stampe “Redemption”. Nel 2010 disegna, insieme all’amico Fabio Celoni, l’adattamento a fumetti del videogioco “Epic Mickey” sceneggiato dallo statunitense Peter David e la graphic novel del film “Tron: Legacy”. Dal 2011 inizia a collaborare con Sergio Bonelli Editore per cui pubblica tra l’altro una storia di “Dylan Dog”, scritta da Barbara Baraldi, ed illustra, su sceneggiatura di Fausto Vitaliano, un numero di “Le Storie”. Più recentemente Paolo Mottura si è impegnato nelle grandi parodie, legate ad opere letterarie e cinematografiche, tra le quali “Topolino e il ritorno alla dolce vita”, sceneggiata da Roberto Gagnor e Marco Ponti,” On the road” di Fausto Vitaliano, “Moby Dick” e “Metopolis”, scritte da Francesco Artibani.

Pinocchio and Friends

Arriva sul piccolo schermo Pinocchio and Friends, la nuova attesissima produzione animata creata da Iginio Straffi. Il cartone firmato Rainbow, appena presentato in anteprima mondiale all’ITTV Festival di Los Angeles e a Lucca Comics, è realizzato in collaborazione con Rai Ragazzi e andrà in onda su Rai Yoyo in anteprima assoluta il 29 novembre alle ore 20.25, e dal 30 novembre tutti i giorni anche alle ore 13.00. Dal 2022 verrà inoltre lanciato sul mercato internazionale.

La Bottega delle Meraviglie di Geppetto è lo straordinario luogo dove l’anziano falegname aggiusta di tutto, un luogo dove si respira la magia. Sì, perché è la casa di Pinocchio e i suoi amici, piccoli eroi sempre pronti a vivere una nuova avventura! Pinocchio è un burattino allegro, generoso, determinato, un irrimediabile pasticcione che racconta spesso piccole bugie a fin di bene…  Peccato che il suo naso rivelatore si allunghi sempre! E così la verità viene sempre a galla! Freeda è la sua inseparabile amica, una bambola piratessa pronta all’arrembaggio! Pinocchio e Freeda sono un duo imbattibile, sempre accompagnato dal timoroso e brontolone Grillo Parlante, incaricato dalla Fata Turchina di tenerli sempre d’occhio. Insieme scopriranno luoghi incredibili, dal Bosco Magico all’oceano, e incontreranno amici e nemici vecchi, nuovi, buoni e cattivi… come il Gatto e la Volpe, il duo di furfanti costantemente impegnato a combinare guai!

Pinocchio and Friends è pronto a conquistare il cuore di grandi e piccoli con ventisei episodi per bambini in età scolare con un’animazione di altissima qualità realizzata in CGI. Ispirandosi alla fiaba più amata di tutti i tempi, Iginio Straffi ha ricreato una storia universale trasportando il classico di Collodi nel mondo contemporaneo e facendo emergere, al tempo stesso, l’essenza di ciò che rende Pinocchio un intramontabile sogno a occhi aperti.

Iginio Straffi ha dichiarato:

“Il nostro Pinocchio parla ai bambini in modo moderno e spensierato, spingendoli a coltivare i loro sogni con storie ricche di colori, avventura e colpi di scena. Ci siamo divertiti a giocare con la fiaba creando situazioni in cui i bambini possono riconoscersi, ma sempre collegate ai personaggi e all’immaginario di Pinocchio… Pinocchio è il personaggio italiano più amato che sia mai stato creato nella letteratura fiabesca, e le radici del Gruppo Rainbow sono italiane. Oggi più che mai, le esigenze dei bambini meritano le attenzioni degli adulti, e Pinocchio è la più grande dichiarazione di amore verso l’infanzia ed i percorsi di crescita dei più piccoli. Ecco perché era giusto tornare a Collodi, attualizzando quello che era possibile rendere ancora più contemporaneo di una storia che non invecchia mai”.

Il nuovo Pinocchio di Straffi è un adattamento esilarante e originale di una delle fiabe più famose di tutti i tempi che grazie alla fantasia del suo creatore rinasce nella sua essenza di storia ricca di valori quali l’amicizia, la condivisione, l’inclusione, e parla ai bambini con uno stile spensierato, incoraggiandoli a seguire i loro sogni con storie colorate, avventurose e ricche di colpi di scena, ambientate nella Toscana di oggi.

ll risultato è una serie innovativa, che mantiene il DNA della fiaba con i suoi personaggi classici ma li ripropone in modo avvincente, portandoli fra i bambini che potranno condividere la curiosità di Pinocchio e il suo amore per l’avventura all’aria aperta in un mondo sempre più tecnologico. La nuova property del gruppo Rainbow, fiore all’occhiello dell’entertainment Made in Italy, ci trascinerà in un mondo di gag, scoperte e magia intrecciando avventura, educazione e divertimento.


Il Pinocchio di Luigi Comencini

Continuando a parlare di Pinocchio, abbiamo varie versioni che riadattano il romanzo di Collodi, vi ho già parlato delle due versioni giapponesi, esiste anche la versione Disney e quella con Roberto Benigni, in più abbiamo una miniserie televisiva italiana composta da 2 puntate, prodotta da Rai Fiction, Lux Vide e dalla casa di produzione inglese Power, diretta da Alberto Sironi, e scritta da Ivan Cotroneo e Carlo Mazzotta.

Oggi, però, voglio ricordare insieme a voi Le avventure di Pinocchio, lo sceneggiato televisivo diretto dal regista Luigi Comencini, e trasmesso per la prima volta dalla televisione italiana sul Programma Nazionale nell’aprile 1972, suddiviso in cinque puntate, per una durata totale di 280 minuti. Fu poi replicato, in occasione del decennale nel 1982 sempre sulla Rai1.

Comenicini realizzò una versione più lunga, suddivisa in sei puntate che fu adattata anche in francese, da Pierre Cholodenko, trasmessa nel dicembre 1972 dall’emittente Première chaîne de l’ORTF. La versione a sei puntate fu riprodotta in versione home video, quindi digitalizzata e trasmessa sulle emittenti digitali Rai Movie e TV2000.

Io avevo la videocassetta ed ero convinta fino a non poco tempo fa che si trattasse di un unico film, invece vengo a scoprire che era una serie. Chi di voi non ricorda la musichetta di Pinocchio?  Chi non ricorda il mitico cast che lo compone? Andrea Balestri: Pinocchio, Nino Manfredi: Geppetto, Gina Lollobrigida: Fata, Vittorio De Sica: giudice, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia: nel ruolo del Gatto e della Volpe, Lionel Stander: Mangiafoco, Ugo D’Alessio: mastro Ciliegia e Mario Adorf nei panni del direttore del circo.

La storia non la ripeto perché la sapete già, quello che non sapete forse è che inizialmente per la realizzazione del burattino era stato chiamato l’artista Carlo Rambaldi, cui la Rai chiese la realizzazione dei provini per il burattino. Poi andò a trovarlo un uomo, un ingegnere meccanico che gli pose diverse domande sui meccanismi.  Comencini e i produttori del film gli chiesero la realizzazione di un Pinocchio meccanico dai movimenti credibili a sue spese perché non c’erano soldi. Il burattino venne realizzato e fu apprezzato molto anche da Renato Guttuso che voleva comprarlo a tutti i costi. Fece tre versione del burattino: uno che scagliava il martello, uno che camminava, e un altro che parlava e gesticolava. Il risultato fu che l’idea dell’artista venne copiata e lui fece causa e la vinse. Il burattino di legno utilizzato nel film fu opera di Oscar Tirelli. Anche qui vennero fatti tre esemplari: uno statico, il cui originale poi acquistato da un imprenditore di Nizza, uno meccanico, conservato negli archivi della San Paolo Film di Milano, abbiamo anche una testa senza occhi conservata nel Teatro Prati di Roma, e un altro acquatico, costituito da vari pezzi divisi e impermeabili, conservato negli archivi Cinepat di Roma.

Le nuove avventure di Pinocchio

Oggi, in un rinnovato spirito allegro e frivolo, legato alla leggerezza del carnevale, vi parlerò dell’anime o cartone animato o chiamatelo come vi pare, più deprimente, o forse se la batte anche con le varie Api Magà e Maia “mai una gioia”, vabbè, uno dei più deprimenti di produzione giapponese.

Le nuove avventure di Pinocchio (樫の木モック Kashi no Ki Mokku?) è un anime giapponese del 1972, della Tatsunoko di 52 episodi, liberamente tratta dal romanzo Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino di Carlo Collodi. Il titolo originale significa Mokku della quercia.

Nel 1976 la Nippon Animation ha prodotto un’altra serie animata ispirata ai personaggi del romanzo di Collodi, conosciuta in Italia col titolo “Bambino Pinocchio” (Bambino Pinocchio (ピコリーノの冒険 Pinocchio Yori Piccolino no Boken?) è un cartone animato tedesco-giapponese prodotto da Nippon Animation e Apollo Films.). In Italia la progressione delle due versioni è invertita temporalmente, per prima è stata mandata in onda la serie della Nippon Animation, in seguito quella prodotta precedentemente dalla Tatsunoko. Le due serie si differenziano per l’ambientazione: quella della Nippon Animation più leggera, mentre quella della Tatsunoko cupa, inquietante e paurosa.

Non so chi di voi se lo ricorda, è andato in onda anche su Rai1 nel 1980, ma francamente credo di averlo visto su reti private, anche perché nell’80 non ero ancora nata. Questo cartone animato, se Pinocchio già era triste di per sé, lo batte in via definitiva. L’unica cosa allegra era la sigla: Pinocchio perché no, incisa da Luigi Lopez. Durante l’intera serie, in parte a causa della sua delinquenza e ostinata disubbidienza, e vabbé, un discolo lo era sempre stato, vien sottoposto a tutta una serie di dolorose prove esistenziali: viene tormentato, perseguitato, maltrattato, umiliato, ingannato e deriso, emarginato e picchiato. Insomma la gioia e l’allegria adatta ai bambini. Lo sfondo culturale degli episodi ricorda quello di una regione alpina nella seconda metà del XIX secolo, con l’aggiunta del tema mitico comprendente vampiri, fate, streghe e sirene, malvagi o benevoli a seconda delle situazioni.

Ovviamente io ricordo solo l’adattamento più cupo, l’altro, che era quello più fedele al racconto di Collodi non ricordo di averlo visto, era andato in onda su Canale 5 nel 1982.

 

Perché esistono le barzellette sui Carabinieri?

L’Arma dei Carabinieri è una forza di polizia militare che ha una storia più che bicentenaria, risalente al Regno di Sardegna degli inizi del XIX secolo. Oggi sono una realtà all’avanguardia nei metodi e nelle tecnologie usate, e sono apprezzati in tutto il mondo per il loro impegno e la loro professionalità. Tuttavia, sono anche i protagonisti di innumerevoli barzellette che li dipingono come stupidi, goffi, ingenui o maldestri. Ma da dove nasce questa tradizione di scherzare sui Carabinieri? Quali sono le origini e le ragioni di questo fenomeno?

Le origini delle barzellette sui Carabinieri

Non esiste una data precisa che segna l’inizio delle barzellette sui Carabinieri, ma si può ipotizzare che siano nate nel corso del XX secolo, in concomitanza con alcuni eventi storici e sociali che hanno coinvolto l’Arma. Alcuni possibili fattori che hanno contribuito alla nascita delle barzellette sono:

  • Le modalità di reclutamento dei Carabinieri, che in passato erano molto diverse da quelle odierne e non richiedevano particolari titoli di studio. Questo avrebbe fatto sì che all’interno dell’Arma fosse facile trovare persone di cultura non particolarmente elevata, da cui l’idea del “carabiniere stupido”.
  • Il ruolo dei Carabinieri come forza di ordine pubblico, che li ha portati ad avere spesso rapporti conflittuali con la popolazione civile, soprattutto in occasione di manifestazioni, scioperi, proteste o episodi di criminalità. Questo avrebbe generato un sentimento di antipatia o di sfida verso i Carabinieri, che si sarebbe espresso attraverso le barzellette come forma di rivalsa o di ironia.
  • La diffusione dei mezzi di comunicazione di massa, come la radio, il cinema, la televisione e poi internet, che hanno amplificato e diffuso le barzellette sui Carabinieri, rendendole un fenomeno popolare e condiviso da molte persone. Inoltre, alcuni personaggi famosi, come attori, comici, scrittori o politici, hanno contribuito a creare o a diffondere le barzellette sui Carabinieri, rendendole ancora più note e apprezzate.

Le ragioni delle barzellette sui Carabinieri

Oltre alle origini storiche e sociali, ci sono anche delle ragioni psicologiche e culturali che spiegano perché esistono tante barzellette sui Carabinieri. Alcune di queste sono:

  • Il bisogno di ridere e di scherzare, che è una caratteristica tipica degli italiani, che amano divertirsi e alleggerire le tensioni con l’umorismo. Le barzellette sui Carabinieri sono un modo per far ridere e per creare un clima di simpatia e di complicità tra le persone.
  • Il meccanismo della contrapposizione, che consiste nel creare una distinzione tra noi e gli altri, tra il gruppo di appartenenza e il gruppo estraneo. Le barzellette sui Carabinieri sono un modo per esaltare la propria intelligenza e la propria astuzia, contrapponendola alla presunta stupidità e goffaggine dei Carabinieri.
  • Il principio dell’esagerazione, che consiste nel rendere più evidenti e più ridicoli i difetti o le caratteristiche negative di una persona o di un gruppo. Le barzellette sui Carabinieri sono un modo per enfatizzare e per deformare i comportamenti o le situazioni in cui i Carabinieri si trovano coinvolti, rendendoli più comici e più assurdi.

La valenza delle barzellette sui Carabinieri

Le barzellette sui Carabinieri, pur essendo spesso irriverenti e offensive, non vanno prese sul serio, ma vanno intese come una forma di umorismo che non ha lo scopo di denigrare o di offendere l’Arma, ma di divertire e di far sorridere le persone. Le barzellette sui Carabinieri, infatti, non sono un segno di disprezzo o di ostilità verso l’Arma, ma sono un segno di affetto e di riconoscimento del loro ruolo e della loro importanza nella società. Le barzellette sui Carabinieri, inoltre, non sono una manifestazione di ignoranza o di cattivo gusto, ma sono una manifestazione di creatività e di fantasia, che dimostra la capacità degli italiani di inventare e di raccontare storie divertenti e originali. Le barzellette sui Carabinieri, infine, non sono una minaccia o una provocazione verso l’Arma, ma sono una sfida e un invito a prendersi in giro e a ridere di sé stessi, senza perdere il senso dell’umorismo e della simpatia.

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