The Necronomicon Gamebook – Kadath ritorna in edizione in Pelle

Dopo il successo  di Dagon e Carcosa, i librogame italiani più venduti su Kickstarter, celebriamo il 5° anniversario di questo progetto vincitore del premio di Lucca Comics & Games nel 2020 (il più importante riconoscimento europeo per la narrativa interattiva), con un’edizione di lusso che raccoglie i volumi in una sovraccoperta di pelle, un playset corredato da dado, matita, mappa e segnalibro, e un terzo libro: The Necronomicon Gamebook – Kadath, che vi guiderà nelle Terre del Sogno raccontate da Howard P. Lovecraft.

[LINK ALLA CAMPAGNA KICKSTARTER IN PARTENZA IL 2 OTTOBRE]

Il volume riadatta il classico immortale di H. P. Lovecraft, Kadath, in una narrazione interattiva ambientata nelle Terre del Sogno dove sarà possibile affrontare alcune delle sue creature più iconiche, fino a giungere al cospetto di Cthulhu e Nyarlathotep per tentare di mantenere unite le trame dell’universo. Ispirato dai grandi maestri dei librogame come Joe Dever ed Herbie Brennan, The Necronomicon Gamebook possiede una formula unica nel suo genere, che si distingue da altri titoli perché garantisce al lettore un’immersività assoluta adattando le migliori meccaniche di gioco alla narrazione.

The Necronomicon Gamebook – Kadath rappresenta un’estensione delle Terre del Sogno contenute nei volumi Dagon e Carcosa e ne amplia l’esperienza di gioco, ma può anche essere letto singolarmente.

Armati di dado e matita, percorrerete luoghi inquietanti e affronterete oscure forze ancestrali. Per provare a respingerle dovrete utilizzare potenti artefatti e gli antichi sortilegi del Necronomicon, sempre che non impazziate prima…

Il volume, pubblicato dallo studio creativo Officina Meningi e scritto da Valentino Sergi, pluripremiato autore di GDR e Librogame, comprende numerose splendide illustrazioni firmate da Francesco Biagini e Jacopo Schiavo e la cover firmata da Alberto Dal Lago (cover artist di Lupo Solitario)

Lo stile di gioco è una fusione di alcuni grandi classici Adventure Gamebook (o Librogame, come sono stati tradotti in Italia), l’ultima evoluzione dei Choose Your Own Adventure books, perché dotati di meccaniche ed enigmi molto più complessi e coinvolgenti di semplici percorsi a bivi.

L’autore si è ispirato a maestri del genere come Joe Dever ed Herbie Brennan per sviluppare un sistema di gioco nuovo, ma fedele alla tradizione, in cui è necessario usare un dado a 6 facce e un Diario d’avventura, oltre a raccogliere armi e oggetti che saranno necessari ad affrontare prove e nemici, o a svelare paragrafi segreti.

Valentino Sergi, autore di Librogame e GDR, ed esperto di marketing editoriale.Valentino Sergi, direttore creativo di Officina Meningi e autore di giochi, è uno degli autori di riferimento del rinascimento dei librogame con titoli pluripremiati come The Necronomicon Gamebook, insignito del premio di Librogames Land e Lucca Comics & Games nel 2020, Edgar Allan Poe – The Horror Gamebook, vincitore del premio popolare Best Gamebook agli NDU Awards del 2021, e Il Sangue del barbaro (Best Gamebook premio Charme, Originalità e Rivelazione agli NDU Awards del 2022 e trofeo IoGioco per il miglior Librogame nello stesso anno). Come autore di GDR ha firmato la direzione artistica di Blood Sword 5e, adattamento del titolo leggendario di Dave Morris edito in Italia da Librarsi, Last Sabbath, il gioco di ruolo delle streghe made in Shockdom e Officina Meningi illustrato da Loputyn e scritto con Atropo Kelevra, e Odyssey – Black Tales, rivisitazione oscura del classico di Omero progettata con Andrea Rossi, curatore dell’edizione italiana di Old School Essential. Ha firmato inoltre avventure e soggetti per GDR come Farsight (Lightfish Games), Xenoscape (Tin Hat Games), Rayn (Aristea), 1000 Anni da Vampiro (Narrattiva) e Brancalonia (Acheron Games – vincitore di 4 Ennies Awards), di cui ha anche seguito il lancio della campagna Kickstarter come Marketing Expert del settore editoriale. Dal 2020 infatti è responsabile del successo di numerose campagne crowdfunding da record, come Lex Arcana (Quality Games), Inferno – Dante’s Guide to Hell e Apocalisse – John’s Guide to Armageddon (Acheron Games).

Alberto Dal Lago crea suggestioni visive. Diplomatosi allo IED di Milano come illustratore, dal 2005 inizia la sua collaborazione con diversi editori italiani e stranieri nell’ambito della narrativa e ludica Fantasy. Tra i suoi committenti Wizards of The Coast, Paizo Publishing, Privateer Press, Applibot inc. e Sergio Bonelli Editore. Oltre al Fantasy si è cimentato anche nell’editoria per ragazzi lavorando per clienti come Mondadori, Lisciani Giochi, Edizioni Piemme e Salani. Dal 2013 diventa il copertinista ufficiale della storica serie di librigame di Lone Wolf (creata da Joe Dever negli anni ottanta e divenuta un successo mondiale in poco tempo) e pubblicata in versione italiana deluxe da Vincent Books Editore (Lupo Solitario Deluxe Edition). Sempre dal 2013 insegna come docente di Illustrazione Digitale e Concept Art presso la Scuola Internazionale dei Comics di Padova.

Francheco Biagini, perugino classe 1979, dopo aver frequentato la Scuola Perugina dei Fumetti nel periodo 1998/2002 ed essersi laureato in Lingue e Letterature Straniere, realizza illustrazioni e copertine per gruppi rock/metal come Endless Pain, Dogs’n’Bones e Wicked Machine e storie brevi a fumetti per il sito Abelard Studio. Nel 2007 disegna, su testi di Cristiano Fighera, il primo volume di Terra Inferno per la francese Soleil e nel frattempo vince per tre volte il concorso nazionale “Lanciano nel Fumetto” (2008: 1° classificato, 2005-2007: 3° classificato). Una sua partecipazione al concorso online “Zuda Comics” gli apre le porte della californiana Boom! Studios per due miniserie tra il 2009 e il 2010: “Dead Run“, scritta da Andrew Cosby e Michael Alan Nelson, e “Dingo“, sempre di Nelson. Poi la Dreaming Images lo coinvolge per il portfolio “Star Wars – The Saga continues” al fianco di artisti internazionali quali Dell’Otto, Camuncoli e Parrillo. Intanto realizza la copertina del volume “Grant Morrison All Star” (Double Shot), primo saggio critico sulla carriera dello sceneggiatore scozzese, (di Solinas, Peruzzi e  Agozzino). Nel 2011 la Boom! Studios lo sceglie come disegnatore per la serie “Elric di Melniboné – The Balance Lost” scritta da Chris Roberson basata sui romanzi dello scrittore inglese Michael Moorcock (ne realizza anche il design e le variant covers). In seguito disegna la miniserie “Higher Earth“, scritta da Sam Humphries (Boom!), oltre a collaborare con Andrea Cavaletto ad una short story per “Splatter” e al nuovo progetto “Paranoid Boyd” (2015). Nell’ambito videoludico, ha collaborato con la Pervactive come illustratore e concept designer per i videogiochi online Deus ex Inferis, Zombie Redux, Football Stars Online e Evil Metal Online. Ha lavorato con Graphic India per il motion-comic “18 Days” ideato da Grant Morrison e ha firmato la miniserie “Coming of Rage” (Liquid Comics) scritta da Wes Craven e Steve Niles, oltre ad aver realizzato insieme a Marco Cannavò il one-shot “Tzitzimime“. Attivissimo anche nel mondo del gioco, ha firmato le art di diversi GDR, tra cui anche best-seller internazionali come Brancalonia e Apocalisse (Acheron Games) e In ambito librogame ha di recente firmato le illustrazioni per Press – Start, Sette Eoni in Tibet e la nuova edizione della miniserie di culto Oltre l’incubo

Jacopo Schiavo, illustratore di Padova, i suoi generi preferiti per quel che riguarda il cinema, i libri, le opere videoludiche e i giochi di ruolo sono il fantasy e il fantascientifico nelle loro molteplici sfaccettature. Lavora principalmente nel mondo editoriale e spesso nel panorama dei giochi di ruolo (alcune case editrici con cui ha collaborato e lavora tuttora sono Serpentarium,Tin Hat Games, Schwalb Ent., Aces Games, Mana Project, Wyrd Edizioni, etc…) libri e librogame (copertinista per i romanzi di “Batard” edito da Alice Editions; illustratore per The Necronomicon Gamebook edito da Officina Meningi, etc…) e per clienti privati. Recente è la collaborazione con Tiwi Studio per il programma “In Compagnia Del Lupo” condotto da Carlo Lucarelli in onda su Sky Arte. Dal 2018 è co-fondatore di Wahtari Studio, studio creativo operante nel mondo dell’illustrazione, concept art, fumetto e animazione 2D principalmente per il mondo editoriale, cinematografico e di serie tv. Wahtari Studio ha collaborato con Cairo Editore; Big Jelly Fish; Fabio Guaglione, regista del film “Ride” e “Mine” e presenti rispettivamente su Netflix e Amazon prime video; Hive Division; Need Games; Pendragon; Ram Studio.

Praga magica e i suoi alchimisti

Praga è considerata una città magica sotto molti aspetti, per la sua architettura, fatta di pietra nera, per le leggende che ruotano attorno al ghetto, per l’incredibile storia del dottor Faust, anche  per la leggenda che la vuole nata dal sogno di una principessa Zingara, ma probabilmente il motivo che più di altri ha contribuito a dare alla città questo blasone è stato il periodo della gloria alchemica praghese, quando nel vicolo dell’oro sotto il castello dell’Harcadny, si sono ritrovati i migliori esponenti del mondo esoterico europeo, sotto il mecenatismo dell’allora imperatore d’Asburgo e re di Boemia Rodolfo II. Si tratta di personalità incredibili e tormentate, che per breve tempo si sono confrontate qui a Praga, ed in seguito si sono sparse nella varie corti europee, dando impeto alla grande ripresa delle dottrine alchemiche del XVII secolo.

 

Rodolfo II, l’imperatore eccentrico

Uno dei personaggi che più hanno contribuito alla leggenda di Praga come città magica è stato L’ imperatore del Sacro Romano impero Rodolfo II. Figlio dell’ imperatore Massimiliano II, nipote del grande Carlo V. Fu incoronato re di Ungheria nel 1572 ed in seguito re di Boemia e dei Romani. Nel 1576 succedette al padre e spostò la capitale dell’ impero a Praga. Era fortemente attratto dall’ occulto e dal mistero, si circondò di numerosi scienziati, alchimisti e maghi. Lo stesso imperatore era così attratto dal sopranaturale, che aveva allestito la più grande Wunderkammer ( raccolta di meraviglie) d’Europa: vi si trovavano tra l’altro il corno di un unicorno (in realtà un dente di Narvalo che è ora custodito tra i gioiellidella corona asburgica all’ Hofburg, Vienna), feti dotati di due teste, due piante di mandragora e numerosi oggetti magici o particolari, tra cui i quadri del pittore Arcimboldo, pittore ufficiale Imperiale. Inoltre Rodolfo arricchi di opere di ogni tipo la sua biblioteca, tra cui il misteriossisimo codice Voychnic,  un ltrattato di botanico scritto in un coidce sconosciuto, che tratta di piante tutt’oggi sconosciute, che pagò a pesò d’oro

Gli alchimisti che aveva radunato da ogni parte d’ Europa lavoravano nella torre delle polveri al castello di Harcadny e vivevano probabilmente nel quartiere di Mala Strana, non nel Vicolo dell’ Oro, che ospitava le guardie del castello. Nella torre è possibile vedere la ricostruzione di un laboratorio alchemico, dotato di Alambicchi, mortai e alcuni Athanor, o forni alchemici. Il soffitto è visibilmente annerito e corroso dalla fuliggine. Gli alchimisti lavoravano per creare nuovi tipi di polveri da sparo per le batterie del castello, compito che probabilmente portavano avanti tra gli altri esperimenti. La stessa posizione della torre, staccata dal complesso e a picco sulla Valle dei Cervi avrebbe permesso di non arrecare troppo danno alla struttura del castello in caso di eventuali incidenti con materiale esplosivo.

L’imperatore era davvero disinteressato alla guerra: quando il principe di Transilvania Stefano Bocksai si fece eleggere Re di Ungheria, Rodolfo rimase a Praga disinteressandosene e costringendo i principi tedeschi cattolici ad esautorare l’ imperatore dal titolo di re di Boemia a favore di suo fratello, Mattia che prese in mano l’ esercito e sedò la rivolta. Difficile pensare che il suo fine fosse sviluppare armi belliche. Chi erano dunque questi personaggi che frequentavano la torre?

 

Thyco Brae

Una delle menti radunate da Rodolfo era il grande astronomo Thyco Brae, che è anche seppellito a Praga, nella chiesa di Santa Maria Del Thyn. Thyco Brae era astronomo ed astrologo, si interessò alle influenze degli astri sulle persone, e dimostrò la fallacia del sistema tolemaico. Thyco Brae era anche il matematico imperiale  ( Hofmathematicus); alla sua morte venne sostituito da un suo assistente, Johannes Kepler, (Keplero). Keplero era anche un astrologo, e non è difficile trovare molti riferimenti megici e metafisici nei suoi scritti. In quel periodo infatti credere nella magia e nella scienza non era vista come una contraddizione. Il mago non cadeva nella superstizione ma cercava di razionalizzare l’ occulto con la stessa convinzione di uno scienziato. La stessa matematica era considerata scienza magica ( Secondo la concezione Cabalistica di Paracelo)

Ma il castello era frequentato anche da altri personaggi, tra cui ricordiamo John Dee ed il suo amico Edward Kelly, L’ alchimista Michail Sendivogius,il botanico Horczicky , e il medico Ian Jessenius.

John Dee

John Dee era nato a Londra nel 1527, ed era consigliere e alchimista della regina Elisabetta I. Umanista, giurista, mago e matematico. Colto scrittore di opere sulla fisica e metafisica, per le sue conoscenze di astrologia e matematica si era fatto la fama di essere un potente stregone. La sua passione era la chiaroveggenza,ma non avendo il dono di prevedere il futuro, attività molto richiesta dalle corti dell’epoca,  si appoggiava al suo amico-rivale Edward Kelly. Insieme girarono gran parte dell’ Europa. Dee e Kelly si cimentavano nelle evocazioni e si vantavano di parlare una lingua usata dagli esterni, imparata durante le loro evocazioni.  I suoi studi sui cadaveri lo avevano reso  inviso sia alla chiesa cattolica, che a quella anglicana, e venne cacciato dalla città dii Londra.  Arrivò  a Praga per la prima volta nel 1583 ,dove fu accolto con tutti gli onori. Lowercraft sostiene che John Dee abbia curato la  prima  tradizione del necronomicon in inglese.

 

Edward Kelly

Edward Kelly, alias Talbot era un negromante, un veggente ed un demonologo. Era convinto di poter avere la ricchezza dalle arti magiche e perciò si dedicava alla magia rituale. Infido e poco attraente, perché basso e con le orecchie mozzate, Kelly non si faceva scrupoli nel praticare la magia nera, e non faceva nulla per mascherare la sua fama di demonologo. Kelly parlava una lingua angelica, che aveva soprannominato “ lingua di Enoch” , che aveva insegnato anche a John Dee, e possedeva numerosi libri occulti ed introvabili, tra cui la “ Clavicola Salomonis”. Cacciato una prima volta da Praga, con l’accusa di stregoneria e diabolismo,  vi si recò nuovamente e dimostrò di poter ricreare la trasmutazione della materia davanti agli occhi increduli di Rodolfo; per questo venne insignito del titolo di cavaliere. Si suicidò in galera, dopo essere scappato da Praga dove abitò per lungo tempo nella casa che un tempo appartenne alo studente di Praga, ossia il leggendario dottor Faust. 

Sendovogius 

Michayl Sendivogius nacque in Polonia. Qui salvò dalla prigionia un Alchimista Scozzese, che in cambio del suo gesto gli regalò la pietra filosofale. Sendivogius si recò a Praga e qui visse a lungo.Passò molto tempo a cercare di replicare la pietra, rendendosi conto che il suo operato era sbagliato. Scrisse un libro sugli errori insiti nell’ alchimia, in quanto a suo parere il fine ultimo non era la ricerca dell’ oro, ma uno scopo metafisico, di purificazione da se stessi. Sendivogius perse interesse alla ricerca della pietra e si dedicò alla trasmutazione della materia spirituale. In seguito a Stoccarda perse la sua pietra filosofale, sua unica fonte di sostentamento e morì in povertà.

Jessenius

Jan Jessenius era medico e professore dell’ università di Praga. Eccelleva negli studi anatomici e nella chirurgia. Effettuò le prime autopsie da cui redasse importanti note anatomiche. Studiava i cadaveri e cercava di capirne la causa della morte, ma soprattutto era interessato alla ricerca dell’ anima. Jessenius credeva , come molti al suo tempo che l’ anima avesse una qualche sede all’ nterno del corpo, e lui cercava nelle sue atopsie un particolare che avrebbe potuto portarlo a capire dove questa potesse essere nascosta. Oltre a questo, ha lasciato numerosi importanti fogli di studi anatomici. Fu condannato a morte e decapitato durante la repressione che seguiì la sconfitta nella battaglia della montagna bianca, dei ribelli Hussiti.  

Horczicky

Horczicky era un abile alchimista, ma soprattutto era un botanico ed un farmacista.Prima di venire chiamato al castello da Rodolfo, Horczicky studiò in un convento. Pervenuto a Praga iniziò subito ad imparare i segreti della farmacia, dell’ alchimia e dell’ Astrologia, che come abbiamo visto erano molto legate. Inventò una medicina favolosa chiamata Aqua Sinapisus. Divenne tra l’ altro il direttore dei Giardini reali e lavorò anche per i giardini dell’ ordine gesuita. Nei suoi manoscritti sono raffigurati strani ibridi di piante e animali, e questo ha fatto supporre che Horczicky riuscisse a creare tali ibridi che coltivava nelle terrazze del castello.

Arcimboldo

Giuseppe Arcimboldi era il pittore e maestro cerimoniere di corte. Famoso per avr dipinto le teste grottesche, ossia figure di facce umane costituite da altri elementi, era un umanista e dotto filosofo, seguace delle teorie aristoteliche. Arcimboldi non fu solo “pittore di corte”: alla sua cultura umanistica e alla sua creatività l’imperatore si affidò anche per le mascherate, i giochi e i cortei fantastici che allietavano la vita di corte. Memorabili furono, sotto questo profilo, le nozze dell’Arciduca Carlo di Stiria con Maria di Baviera, nelle quali Arcimboldi ebbe un ruolo di grande inventore e regista dei fasti nuziali.
 

Altri Dei in Lovecraft

Shub Niggurath, detto anche il Capro dai mille cuccioli,  ricorda molto quella di Satana. Sebbene Shub-Niggurath sia spesso associata all’epiteto “Nero Capro”, non è da escludere che questo capro sia in realtà un’entità separata dalla dea. Rodolfo Ferraresi, nel suo saggio The Question of Shub-Niggurath, afferma che lo stesso Lovecraft avesse separato queste due figure, come si evince per esempio in Dall’abisso del tempo (1935): in questo racconto, infatti, è spiegato che il capro altro non è che un’immagine simbolica attraverso la quale gli adepti adorano e celebrano Shub-Niggurath.

 

 

Hastur è un essere immaginario appartenente al Ciclo di Cthulhu. Appare per la prima volta nel racconto di Ambrose Bierce Haïta the Shepherd (1893), in cui viene descritto come una divinità benigna. Forse il meno malvagio degli Altri Dei, Hastur rappresenta il vuoto che ci circonda Nella raccolta di storie horror The King in Yellow (1895) scritta da Robert W. Chambers, “Hastur” è sia il nome di un essere soprannaturale che il nome di un luogo geografico.

 

Umr At-Tawil è un’entità che si trova a guardia all’Ultima Porta. Appare come una figura vagamente umanoide pesantemente ammantata, senza organi o caratteristiche distinguibili sotto i suoi abiti. Nei miti di Cthulhu questo essere è descritto in ” Attraverso i cancelli della chiave d’argento ” di HP Lovecraft e E. Hoffman Price.

Chi è Cthulhu?

Non è facile identificare completamente le radici culturali dell’immaginario di Howard Phillips Lovecraft, così perse tra mito, sogno, leggenda e letteratura, ma è comunque possibile cercare di individuare, in questo “mare magnum”, alcune isole, alcuni “fari” che permettano al lettore e all’appassionato se non la scoperta della corretta via, almeno l’individuazione di validi punti di riferimento, utili per non perdersi definitivamente e non fare naufragio verso “poco raccomandabili” atolli.

Cthulhu è un essere semi-divino di proporzioni e forza prodigiose: nei racconti del cosiddetto Ciclo di Cthulhu, anche noto come Miti di Cthulhu (definizione postuma dell’opera lovecraftiana e delle aggiunte di molti altri scrittori), l’autore e i suoi epigoni lo hanno definito come una deità blasfema, adorata da popolazioni degenerate, selvaggi e folli, connessa all’insorgere di incubi e il cui culto prevede atroci sacrifici umani. Cthulhu appare per la prima volta nel racconto intitolato Il richiamo di Cthulhu (1928). Cthulhu è sicuramente uno degli Altri Dei più mostruosi, se non altro per il suo terribile aspetto. Questo essere fu sconfitto dai Grandi Antichi, i primi abitatori della terra, e relegato nella città sommersa di R’lyeh. Da allora è in uno stato di quiescenza, in cui fa sogni di orribile malignità, ma è pronto a ridestarsi per travolgere tutto quello che può incontrare. Il suo aspetto è quello di un gigantesco polipo, alto quanto una montagna, ed è capace di muoversi velocemente negli abissi degli oceani, suo habitat naturale, ma anche di volare. Lo si può riconoscere per tre segni: il rumore diguazzante, il fetore pestilenziale ed il vento gelido fonte di angoscia. E’ capo degli esseri piovra ma ha numerosi seguaci anche tra gli umani, ai quali può inviare messaggi telepatici. La creatura risiede nella perduta città sommersa di R’lyeh, nei pressi di Ponape (l’odierna Pohnpei, in Micronesia) nelle rovine di Nam Tam Bao, in un sonno simile alla morte, nell’attesa che una congiunzione astrale favorevole ne consenta il risveglio

Cthulhu fa parte della complessa mitologia partorita dalla mente di H. P. Lovecraft e da lui attribuita ad un fittizio manoscritto (pseudobiblium) noto come Necronomicon, redatto dall'”arabo pazzo” Abdul Alhazred. Cthulhu è il principale, nonché sacerdote, dei Grandi Antichi, abominevoli creature aliene che si insediarono sulla Terra quando ancora la vita terrestre era agli inizi. Egli infatti giunse con la sua progenie stellare (la cosiddetta “prole stellare di Cthulhu”) sulla Terra e fondò la leggendaria città di R’lyeh, nella quale fu imprigionato (non è dato sapere se volontariamente o no) quando le stelle furono allineate correttamente («the stars come right»).

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