Miyamoto Musashi: la leggenda del samurai dietro l’icona pop Giapponese

Miyamoto Musashi, senza dubbio il più grande spadaccino nella storia del Giappone, è un nome familiare in tutto il mondo. Fondatore della rinomata scuola di spada Hyōhō Niten Ichi-ryū, Musashi è un’icona delle arti marziali e la sua eredità è ancora presente e viva oggi.

La sua fama si estende in vari ambiti, dalla letteratura al manga, dal cinema ai videogiochi. Il suo impatto è tangibile persino nella città giapponese di Mimasaka, dove il Musashi Budokan è stato eretto in onore del grande samurai. Questo luogo rappresenta un punto di riferimento per tutti coloro che apprezzano la sua straordinaria abilità e il coraggio leggendario.La sua influenza si fa sentire anche nel mondo letterario giapponese. Lo scrittore Eiji Yoshikawa ha dedicato un celebre romanzo biografico a Musashi, che narra la sua vita e le sue imprese. Questo romanzo è diventato un classico, pubblicato in versione integrale e abbreviata anche in Italia.La figura di Musashi ha trovato spazio anche nel mondo del manga. Mangaka famosi come Takehiko Inoue e Shotaro Ishinomori hanno creato opere interamente dedicate a Musashi, contribuendo a diffondere ulteriormente la sua leggenda. Il personaggio di Musashi compare anche in altri manga come “Yaiba” di Gōshō Aoyama e “Getter Robot” di Gō Nagai e Ken Ishikawa.I videogiochi non sono stati esclusi dal fascino di Musashi. Il suo personaggio è stato incluso in vari giochi, come “Onimusha: Blade Warriors” e “Samurai Warriors 2”. La sua influenza si fa sentire anche in giochi come “Shogun’s Blade” e addirittura nel celebre “League of Legends”. In sintesi, Miyamoto Musashi è diventato un’icona della cultura moderna, tanto amato e ammirato in tutto il mondo. La sua eredità continua ad alimentare la nostra immaginazione e ispira milioni di persone a perseguire la perfezione nelle arti marziali e nella vita stessa.

Opere

Oltre alle sue imprese sul campo di battaglia, Musashi è un autore di successo. Il suo lavoro più celebre, “Il libro dei cinque anelli”, rappresenta la quintessenza delle sue esperienze marziali. Diviso in cinque sezioni, ognuna rappresentante un elemento fondamentale secondo la filosofia Taoista, il libro è una guida completa all’arte della spada. Nel libro, Musashi esprime anche le sue conclusioni filosofiche, sottolineando l’importanza di agire in modo spontaneo e in armonia con la filosofia zen.

Storia e Leggenda

La biografia di Miyamoto Musashi, uno dei più grandi e affascinanti samurai della storia giapponese, è avvolta da una serie di leggende ed equivoci storici che si sono diffusi nel corso dei secoli. Nonostante i documenti che raccontano la sua vita siano frammentari e molti siano andati perduti nel tempo, i biografi riescono a ricostruire gli eventi salienti della sua straordinaria carriera.

Nato nel villaggio di Miyamoto nel 1584, Musashi ricevette un’educazione militare da suo padre, un famoso spadaccino riconosciuto dallo shōgun. Fu proprio suo padre a introdurlo nell’arte della spada, avviandolo così alla sua straordinaria carriera. Ma la sua formazione spirituale avvenne grazie al monaco zen Takuan Soho, amico di un celebre maestro di spade. Takuan Soho giocò un ruolo significativo nello sviluppo spirituale di Musashi, insegnandogli importanti principi morali e filosofici.A soli 13 anni, Musashi affrontò il suo primo duello mortale, segnando l’inizio di una carriera ricca di sfide e vittorie. Durante la sua vita, intraprese un viaggio nel Giappone alla ricerca di avventure e affermazione personale. Durante questo periodo, si trovò a combattere ben sessanta duelli, vincendoli tutti. Impressionante è il fatto che Musashi riuscì a sconfiggere avversari sia singolarmente che in gruppo, tra cui rinomati maestri di arti marziali come i samurai della famiglia Yoshioka.

Il duello più celebre di Musashi, combattuto nel 1612 sull’isola di Funa-jima, lo vide opposto a Kojiro Sasaki, noto come Ganryu. Utilizzando un bokken, una spada di legno, Musashi riuscì a sconfiggere il suo avversario con un solo colpo mortale sulla testa, un exploit che contribuì ad accrescere ulteriormente la sua leggenda. La leggenda del suo duello con Kojiro Sasaki, noto anche come Ganryu, ha suscitato un acceso dibattito tra gli storici. Mentre alcuni insinuano che Kojiro fosse il vincitore, i maggiori scritti attribuiscono la vittoria a Musashi, fatto confermato anche dalle tradizioni e dalle leggende successive.

Dopo una carriera di successi, a 50 anni Musashi decise di ritirarsi per dedicarsi allo studio, alla letteratura e ad altre discipline artistiche. Diventò un maestro in molte di esse, come la pittura, la calligrafia e l’arte della forgiatura delle tsuba, guardie delle spade. Era così abile nel suo mestiere che un modello di tsuba fu addirittura chiamato col suo nome.Musashi visse fino ad un’età avanzata, ma è probabilmente morto a causa di un tumore allo stomaco. Il suo funerale fu segnato da un potente tuono che scosse tutti i presenti, dando vita alla leggenda secondo cui era lo spirito di Musashi che lasciava il suo corpo.

Nonostante le leggende e gli equivoci che circondano la sua vita, è noto che Musashi ha avuto un impatto duraturo sulla cultura giapponese. Alla morte, aveva almeno tremila studenti che continuavano a studiare sotto la sua guida o quella dei suoi allievi. Ancora oggi, molte scuole in Giappone si rifanno alla sua dottrina.La figura di Musashi continua a essere una fonte di ispirazione per molti, non solo per la sua abilità nelle arti marziali, ma anche per le sue doti di studioso e pensatore. Il suo libro più famoso, “Il libro dei cinque anelli”, è giunto fino a noi grazie ai suoi allievi e rappresenta una preziosa testimonianza dei suoi insegnamenti.

Musashi: The Dream of the Last Samurai

Musashi: The Dream of the Last Samurai, diretto da Mizuho Nishikubo in collaborazione con Production IG, è un film d’animazione giapponese uscito nelle sale il 13 giugno 2009. Il film, sviluppato e scritto da Mamoru Oshii, è una reinterpretazione del leggendario spadaccino Miyamoto Musashi (1584-1645). A differenza di un adattamento della serie manga Vagabond di Takehiko Inoue, che si ispira liberamente al romanzo Musashi di Eiji Yoshikawa, questo film mira a essere una rappresentazione storica accurata e realistica del misterioso samurai. Mamoru Oshii ha basato la sua concezione di Musashi sulla sua lettura de Il libro dei cinque anelli, un trattato fondamentale di strategia militare scritto dallo stesso Musashi come mezzo per cercare “la via” per illuminare il suo spirito e coltivare la sua mente.

Il film adotta un approccio semidocumentaristico, utilizzando tre diverse forme di media. L’animazione 2D viene utilizzata per le scene di combattimento che coinvolgono Musashi, il CGI 3D viene utilizzato per i personaggi narranti e l’esposizione visiva delle tattiche militari e delle informazioni di base, e le riprese in live-action vengono incorporate per mostrare le effettive location dove si suppone si siano svolte le azioni. Il character design del film è stato realizzato da Kazuto Nakazawa, che è anche responsabile del suo lavoro in Samurai Champloo e ha lavorato come direttore segmento animazione in Kill Bill vol. 1 di Quentin Tarantino (2003).

MUSASHI: The Dream of the Last Samurai (Recut)

Sebbene il film possa avere momenti di prolissità, l’esperienza complessiva della visione è piacevole e coinvolgente. Tuttavia, è evidente che Musashi: The Dream of the Last Samurai sembra essere il “lavoro scartato” del suo stesso autore, un progetto interessante concettualmente, ma non altrettanto affascinante come ci si potrebbe aspettare da un maestro come Mamoru Oshii. È stata una scelta più saggia affidare il film a Mizuho Nishikubo, un artigiano esperto ma non particolarmente celebrato dell’animazione giapponese. Nishikubo ha diretto episodi di serie televisive di culto come The Fantastic World of Paul (1976-77), Lady Oscar (1979), Rocky Joe, the Champion (1980-81) ed Esteban (1982-83). Tuttavia, la sua filmografia non ha raggiunto grandi successi, concentrandosi principalmente sul mercato dell’OVA (Original Video Animation) e deludendo con il film Atagoal wa neko no mori (2006).

Tuttavia, Nishikubo, che ha collaborato con Oshii nella creazione di Musashi, sembra aver ottenuto una certa soddisfazione da questo film. La sua regia ha guadagnato una grande presentazione all’Isola del Cinema di Roma e una proiezione ancora più prestigiosa al Festival del film di Locarno.

Musashi: The Dream of the Last Samurai è indubbiamente atipico e probabilmente impegnativo per il pubblico occidentale. Tuttavia, offre sequenze spettacolari di duelli samurai che ricordano lo stile realistico e deciso visto nelle opere di Production I.G. Sebbene ci siano alcune scene con grafica meno impressionante, in particolare quando viene utilizzata l’animazione al computer, il film riesce a coinvolgere con le sue scene d’azione e spiegazioni storiche, anche se presentate in modo un po’ didattico.

Uno degli aspetti più piacevoli e interessanti di Musashi: The Dream of the Last Samurai è la spiegazione rapida ma efficace del conflitto russo-giapponese. Attraverso il design dei soldati “appiattito”, il film fa riferimento alla superliveanimation di Amazing Lives of the Fast Food Grifters.

Alla fine, Musashi: The Dream of the Last Samurai avrebbe tratto vantaggio da un maggiore contributo di Mamoru Oshii, con la sua ingegnosità visiva e narrativa. Tuttavia, il film si distingue per le sue animazioni 2D di buona qualità, le gag riuscite e la strana combinazione di animazione deformata e serietà dei temi. Nonostante alcune imperfezioni, il fascino dell’arte della spada, la storia della Terra del Sol Levante e la figura di Miyamoto Musashi rendono comunque il film degno di nota.

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