Godzilla e Kong – Il nuovo Impero

L’epica battaglia continua! Il Monsterverse cinematografico di Legendary Pictures dà seguito allo scontro esplosivo di “Godzilla vs. Kong” con una nuovissima avventura che vedrà l’onnipotente Kong e il temibile Godzilla combattere fianco a fianco contro una colossale minaccia sconosciuta che si cela nel nostro mondo, mettendo a dura prova la loro stessa esistenza… e la nostra. “Godzilla e Kong – Il nuovo Impero” approfondisce ulteriormente le storie e le origini di questi due Titani, nonché i misteri di Skull Island, tra gli altri, svelando la mitica battaglia che ha contribuito a forgiare questi esseri straordinari e li ha legati per sempre all’umanità. Il film sarà distribuito nelle sale cinamatografiche italiane a partire dal 28 marzo 2024 da Warner Bros. Pictures.

Godzilla e Kong - Il Nuovo Impero | Trailer Ufficiale

Adam Wingard torna a dirigere il film, interpretato da Rebecca Hall (“Godzilla vs. Kong”, The Night House – la casa oscura”), Brian Tyree Henry (“Godzilla vs. Kong”, “Bullet Train”), Dan Stevens (la serie TV “Gaslit”, “Legion”, “La Bella e la Bestia”), Kaylee Hottle (“Godzilla vs. Kong”), Alex Ferns (“The Batman”, “La furia di un uomo – Wrath of Man”, “Chernobyl”) e Fala Chen (“Irma Vep”, “Shang Chi e la leggenda dei Dieci Anelli”).

La sceneggiatura di “Godzilla e Kong – Il nuovo Impero” è di Terry Rossio (“Godzilla vs. Kong”, la serie “Pirati dei Caraibi”), Simon Barrett (“You’re Next”) e Jeremy Slater (“Moon Knight”), da una storia di Rossio, Wingard e Barrett, basato sul personaggio “Godzilla” di proprietà e creato da TOHO Co., Ltd.. Il film è prodotto da Mary Parent, Alex Garcia, Eric Mcleod, Thomas Tull, Jon Jashni e Brian Rogers, mentre i produttori esecutivi sono Wingard, Jen Conroy, Jay Ashenfelter, Yoshimitsu Banno, Kenji Okuhira.

Wingard torna a collaborare con il direttore della fotografia Ben Seresin (“Godzilla vs. Kong”, “World War Z”), lo scenografo Tom Hammock (“Godzilla vs. Kong”, “X: A Sexy Horror Story”, “The Guest”), il montatore Josh Schaeffer (“Godzilla vs. Kong”, “Molly’s Game”), la costumista Emily Seresin (“L’uomo invisibile”, “Top of the Lake – Il mistero del lago”). Le musiche del film sono opera dei compositori Tom Holkenborg (“Godzilla vs. Kong”, “Mad Max: Fury Road”) e Antonio Di Iorio (musica aggiuntiva su “Godzilla vs. Kong”, i film “Sonic”).

Kaiju Nation: un romanzo di mostri che vi conquisterà

Kaiju Nation è il romanzo d’esordio di Giovanni Lanteri, un giovane scrittore italiano che ha già conquistato il cuore di migliaia di lettori. La storia racconta di un mondo in cui la maggior parte della popolazione umana è stata uccisa da un patogeno che ha mutato gli animali in mostri giganti. I pochi sopravvissuti vivono in città circondate da una barriera di energia, ma cosa accadrà quando la barriera scomparirà?

Lanteri ha un talento naturale per raccontare storie, e la sua scrittura è ricca di suspense, azione e colpi di scena. I personaggi sono ben caratterizzati e la trama è avvincente. Kaiju Nation è un romanzo che vi conquisterà dall’inizio alla fine.

Se amate i romanzi di fantascienza, i mostri e le storie di sopravvivenza, allora Kaiju Nation è il libro che fa per voi. Acquistatelo oggi stesso e non ve ne pentirete!

Ecco alcune delle caratteristiche che rendono Kaiju Nation un romanzo imperdibile:

  • Una storia originale e avvincente
  • Personaggi ben caratterizzati
  • Una scrittura fluida e coinvolgente
  • Un finale sorprendente

Se siete alla ricerca di un romanzo da divorare, Kaiju Nation è la scelta perfetta per voi!

King Kong vs Godzilla: Il trionfo di King Kong

Il film del 1962 “Il trionfo di King Kong”, meglio conosciuto come “King Kong vs Godzilla” è quel tipo di fantascienza che adoro. Dopotutto, lo avrete intuito, adoro questo genere in ogni sua manifestazione, dai libri ai film ai fumetti, non faccio distinzioni. Adorando in particolare le battaglie spaziali e gli scontri titanici e ho trovato nel cinema orientale molto materiale riguardante i film che i telefilm di questo genere; per chi mi conosce non sono stati gli anime dei “robottoni” a farmi innamorare del Sol Levante, in realtà ciò che mi ha avvicinato a questa cultura orientale sono stati proprio i film giapponesi del periodo alla fine degli anni 70 primi anni 80. Tutta questa premessa, è perché vorrei introdurre nei miei prossimi articoli, anche il filone dei film di fantascienza orientali, non solo di produzione giapponese, ma anche cinese, coreana eccetera. Il primo di cui vorrei parlare oggi, è un vecchio film che per chi segue le notizie cinematografiche, potrebbe considerarsi attuale, visto che sembra previsto un remake a conclusione di una nuova saga di fantamostri. Il titolo di tale film è “Kingu Kongu tai Gojira”. Conosciuto negli Stati Uniti come “King Kong versus Godzilla” e qui da noi come “Il Trionfo di Kong Kong”.

L’idea della realizzazione di questo film, venne in mente a Willis O’Brein, creatore di effetti speciali, i più famosi quello del primo film “King Kong” (1933); egli aveva pensato di riutilizzare l’idea del gigantesco scimmione che combatte contro una specie di mostro di Frankestein, solo che dopo molti tentativi andati a vuoto per realizzare tale film, l’unico interessato a tale progetto fu Ishiro Honda, il papà di Gojira, il lucertolone che ancora oggi è conosciuto in tutto il mondo; che trovò l’idea interessante, tanto che decise che il film avesse come avversario di King Kong. Così nel 1962 prese vita il film “Il Trionfo di Kong Kong”. Visto che il King Kong originale del 1933, era alto 10 metri, contro i 50 metri di altezza di Godzilla, King Kong subì una specie di cambiamento quasi radicale, infatti per giustificare la sua altezza pari a quella del sauro atomico, nel film venne spiegato che egli nella sua isola si nutre di bacche contaminate dalle radiazioni degli svariati test atomici effettuati nella zona, e per contrastare il soffio atomico di Godzilla, gli venne anche conferito il potere di manipolare e generare elettricità.

Godzilla Vs. King Kong Trailer

Al largo delle acque del Giappone, un sottomarino americano decide di effettuare segretamente dei test nucleari per collaudare alcune testate, durante uno di questi esperimenti, in un’isola vicina viene risvegliato Godzilla dal suo stato di ibernazione, il quale si scaglia contro il sottomarino e la sua base distruggendoli con il suo soffio atomico. Dopo tale devastazione si dirige verso il Giappone per sfogare tutta la sua furia. Appena viene segnalato l’arrivo di Godzilla le autorità Giapponesi mettono in pre-allarme la nazione e il JSDF (Japan Self Defence Force) le forze di autodifesa giapponesi, con l’aiuto e la collaborazione dell’esercito degli Stati Uniti cercano di fermare il gigantesco sauro atomico, ma le forze combinate di entrambe vengo facilmente sbaragliate, e Godzilla continua la sua corsa verso Tokyo. Intanto i rappresentanti di un’industria farmaceutica giapponese, si trovano in trasferta in Indonesia per cercare nuovi prodotti medicinali da poter brevettare e venderli sul mercato, nella loro ricerca giungono su Faro, un’isola dove secondo alcune leggende e voci, crescono delle bacche che pare abbiano delle particolarità anestetiche molto più efficaci dei farmaci esistenti; mentre i rappresentanti cercano di convincere la popolazione locale a vendergli le “bacche miracolose”, dal mare emerge un gigantesco polpo che i locali chiamano Oodako, frutto forse degli esperimenti atomici effettuati su quegli atolli, che si dirige verso il villaggio con intenzione di distruggerlo, ma dalla foresta sotto l’adorazione dei locali e lo stupore dei nuovi arrivati, giunge un enorme scimmione che gli abitanti di Faro chiamano King Kong. Kong dopo una furiosa lotta contro Oodako, ne esce vincitore. Dopo la lotta Kong si ingozza di bacche e si addormenta nella sua tana. I rappresentanti della ditta dopo lo spavento appena passato, vedono in King Kong un ottimo strumento da sfruttare come attrazione pubblicitaria, decidono così di organizzare una spedizione per catturarlo, dono molte difficoltà ci riescono e dopo averlo narcotizzato e legato su un enorme zatterone trainato da una nave, si dirigono verso il Giappone, ignari che Godzilla sta scorrazzando indisturbato nel paese devastando ogni cosa che si para davanti al suo cammino. La nave che sta trainando Kong Kong viene intercettata dalla JSDF e in un primo momento contro il parere del rappresentante della ditta farmaceutica, intima la distruzione dell’enorme scimmione, ma poi il governo cambia idea trovando in King Kong il mezzo per poter combattere Godzilla e salvare il Giappone, viene così liberato Kong e, utilizzando dei palloni aerostatici lo trasportano sul monte Fuji, dove si trova anche Godzilla, i due titani si scontrano e la loro battaglia è così furiosa da provocare dei violenti smottamenti tellurici, alla fine i due mostri finiscono in mare avvinghiati l’uno all’altro, e dopo alcuni attimi fuoriesce dai flutti King Kong che vittorioso si dirige verso la sua casa all’isola di Faro, di Godzilla non vi sono tracce, però viene ipotizzato che egli sia ritornato al suo stato di ibernazione, stato dal quale era stato destato all’inizio. Il Giappone è salvo… per ora.

King Kong vs Godzilla - Round 1

Visto che nel film vi è lo scontro tra due titani appartenenti a due culture differenti tra loro King Kong in rappresentanza dell’America e Godzilla del Giappone, per molto tempo è circolata una voce che divenne leggenda urbana, che vennero realizzati due finali, uno con King Kong che ne esce vincitore, e l’altro invece dove è Godzilla a uscire dalle acque come unico vincitore del titanico scontro. Leggenda sfatata con l’uscita dell’edizione Home Video, in cui l’unica differenza nel finale è che nella versione Giapponese, mentre King Kong si allontana si sente in sottofondo l’urlo di Godzilla facendo intendere che il sauro è ancora vivo, mentre la versione americana venne lasciato solo il ruggito di King Kong. Ishiro Honda per la realizzazione del film e per rendere omaggio al King Kong originale, voleva per realizzare lo scontro tra i due titani lo “stop-motion”, però tale tecnica risultò troppo costosa e quindi venne riutilizzata la stessa tecnica che Honda utilizzava per i suoi film, attori all’interno dei costumi raffiguranti Godzilla e King Kong, e per lo scontro tra Kong e Oodako venne utilizzato un vero polpo.

KING KONG VS GODZILLA (1962) [trailer]

Come anticipato precedentemente è previsto un remake di questo film, facente parte di una saga denominata MonsterVerse realizzata dalla Warner Bros., di cui sono già usciti i primi due capitoli Godzilla (2014) e Kong, Skull Island (2017), è previsto il terzo capito della saga per il 2019 “Godzilla King of the Monster”, mentre questo remake è previsto per il 2020 con il titolo Godzilla vs Kong a conclusione della saga.

Film per certi aspetti, molto ingenuo come trama, le classiche botte tra mostri giganti, mentre gli inermi abitanti guardano, però alla fine il divertimento fine a se stesso di questa tipologia di film era proprio vedere i mostri che distruggevano le città, come alla fine è Pacific Rim, botte da orbi tra titani.

 

 

 

King Kong di Peter Jackson

Il cinema può essere definito in tanti modi. Esso è, però, essenzialmente, un ricettacolo di sogni. I sogni dei giovani, appassionati aspiranti cineasti (come il sottoscritto) che, nel buio delle sale cinematografiche, continuano ad emozionarsi come la prima volta pur sapendo perfettamente come siano state realizzate le immagini che scorrono davanti ai loro occhi. Ma anche i sogni degli spettatori che, per due ore, hanno l’illusione di vivere in un mondo distante e assai diverso da quello caotico e cinico, nemico di ogni meraviglia, che si trova al di fuori. La fascinazione generata dalle immagini proiettate sullo “schermo argentato” ci rende tutti dei bambini sognanti.

E bambino era anche Peter Jackson quando, un venerdì sera, vide il film che per primo, nel 1933, ebbe il merito di dare forza e vigore a questa visione del cinema. Si trattava di King Kong, “film-logo” del cinema (non Hollywood) come “fabbrica dei sogni” e oggi quel bambino neozelandese, cresciuto e diventato uno dei più acclamati registi del nostro tempo, ne ha fatto un remake che rappresenta uno dei più sontuosi omaggi che un cinephile abbia mai fatto al film che ha ispirato la sua carriera. La storia è rimasta la stessa: uno scimmione gigantesco, strappato alla sua terra incontaminata e trapiantato nella New York degli anni ’30 corrotta dalla civilizzazione del progresso economico e tecnologico per essere esposto come “ottava meraviglia del mondo”, spezza le catene che lo imprigionano per amore dell’attrice Ann Darrow, per la quale arriverà a sacrificare la sua stessa vita precipitando dall’Empire State Building.

La grandezza del progetto di Jackson sta proprio nel prendere il medesimo materiale di partenza portandone, però, ad evoluzione il sottotesto socio-culturale. Il cinema è cambiato, in questi ultimi settant’anni. E non necessariamente in meglio, nonostante l’evoluzione tecnologica. Non è un caso, infatti, che il cambiamento più evidente rispetto alla pellicola del ’33 sia rappresentato dal personaggio di Carl Denham (Jack Black, sorprendentemente in parte), il regista-avventuriero che cattura Kong e ne fa una bestia da baraccone. Le sue azioni non hanno più la loro motivazione nella passione artistica ma solo nell’ambiziosa rincorsa al prestigio personale. Dall’essere “un’entusiasta”, come lo definiva una magnifica battuta del film di Cooper e Schoedsack, egli diviene un uomo con l’”inesauribile capacità di distruggere quello che ama”, citando un’altra battuta, altrettanto significativa, stavolta di questo remake, pronunciata dal commediografo amante del teatro Jack Driscoll (Adrien Brody, purtroppo nota stonata del film: la scimmia ha maggiore espressività!)

Anche la storia d’amore tra Kong ed Ann (Naomi Watts, bravissima e semplicemente incantevole, grazie anche ad una regia e ad una fotografia che, in ogni inquadratura, ne esaltano la naturale bellezza), nodo centrale dell’intero film con il suo innocente, divertente e, al tempo stesso, malinconico romanticismo, s’incastra in questo disegno. La Bestia non è, in questo film, conquistata dalla Bella per via di un’animalesca passione erotica: Kong è sedotto dall’artista, l’attrice di vaudeville che con i suoi numeri da giocoliere e le sue danze lo rinfranca dopo una faticosa (ma stupefacente, per lo spettatore) lotta con i Tyrannosaurus rex. E’ ammaliato dallo Spettacolo (la maiuscola non è casuale), quello puro e fatto da veri appassionati che il cinema contemporaneo, trascinato dalla degenerazione della logica dello studio-system, sta inesorabilmente perdendo.
Al di là di tutte queste metafore e simbolismi, il King Kong di Peter Jackson è un grande film. Forse un capolavoro. E’ un film appassionato, romantico, commovente, come un tramonto da guardare affascinati assieme a chi si ama o addormentarsi dolcemente tra le sue braccia (o, in questo caso, nel palmo della sua mano). Ma non solo: è anche un film adrenalinico, pieno, forse troppo, di scene d’azione incredibili mai viste finora e rese possibili dalla tecnologia digitale sviluppata dalla Weta Digital.

Un film d’avventura d’altri tempi, insomma, capace di emozionare dal primo all’ultimo dei suoi 188 minuti. Ma anche un’opera colma di nostalgia per un cinema che non c’è più, distrutto dalle “fiamme dell’industria” che ne segnano, però, l’intrinseca contraddizione. Perché se è sincero, e lo è, l’atteggiamento nostalgico del regista di Wellington, è altrettanto vero che esso viene espresso con l’utilizzo estremo di effetti speciali di sintesi, evidente in 20-30 minuti di dinosauri ed insetti giganti che potevano essere tagliati. Ma forse non c’è nessuna contraddizione e questo King Kong, pur guardando con ammirazione e rammarico al passato, è interamente proteso verso il futuro. Ad ogni modo la “grande scimmia” rappresenta, ancora una volta, una svolta per il mondo del cinema. Se questo sia un bene o un male, solo il tempo potrà dirlo.

Piercarlo Fabi

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