“Si può fare” … a diventare leggenda. Addio Willy Wonka!

The Associated Press ha appena diffuso la triste notizia della morte di Gene Wilder, questo terrificante 2016 ci porta via a 83 anni il leggendario Willy Wonka, e protagonista delle mitiche commedie di Mel Brooks e vera icona di un cinema meraviglioso che, ormai, non esiste più! Tra le prime testate USA a riportare la notizia è Variety, specificando che la morte è avvenuta nella sua casa di Stamford, nel Connecticut. Quanto alle cause della sua scomparsa il nipote di Wilder, Jordan Walker – Pearlman, ha specificato che è morto per complicazioni del morbo di Alzheimer dal quale era afflitto.

Gene Wilder, pseudonimo di Jerome Silberman, nasce a Milwaukee, negli Stati Uniti, l’11 giugno 1933, in una famiglia di ebrei russi immigrati. Da sempre ammiratore dello sceneggiatore Thornton Wilder, l’interprete si è voluto ispirare a lui per la scelta del suo cognome d’arte; “Gene” invece è un chiaro e semplice omaggio alla madre dell’attore, scomparsa anni prima.  Citando Wikipedia: Wilder ottiene il primo ruolo da protagonista nel capolavoro Per favore, non toccate le vecchiette, del 1968, opera prima dell’epico regista Mel Brooks. Per la sua interpretazione riceve la nomination all’Oscar come miglior attore non protagonista, mentre il film si aggiudica la statuetta per la miglior sceneggiatura originale. Inizia così la proficua collaborazione tra i due, che raggiunge l’apice della creatività intorno alla metà degli anni settanta. La vera consacrazione è arrivata nel 1971 del film Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato, di Mel Stuart, tratto dal romanzo La fabbrica di cioccolato di Roald Dahl. Come in tanti altri “strani casi”, questo film fu un flop commerciale, probabilmente risultando poco gradita al pubblico familiare a cui era destinata a causa di un umorismo a tratti crudele, ma col tempo è diventato un vero e proprio film di culto. Wilder ritrova il successo commerciale nel 1972 grazie al film di Woody Allen Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso (ma non avete mai osato chiedere) di cui interpreta uno degli episodi più divertenti. All’indomani del film Wilder inizia a lavorare ad un copione intitolato Young Frankenstein. Dopo averne scritto un canovaccio di due pagine contatta Mel Brooks, che pur ritenendo l’idea “carina” si dichiara in un primo tempo non interessato. Nel frattempo, mentre Frankenstein Junior è nella fase preparatoria e Mel Brooks è impegnato nelle riprese di Mezzogiorno e mezzo di fuoco, Wilder è chiamato a interpretarvi il ruolo di Waco Kid dopo che Dan Dailey aveva dato forfait all’ultimo momento. I due film escono a distanza di pochi mesi, nel 1974, e sono due grandi successi commerciali. Frankenstein Junior regala a Wilder e Brooks una nomination all’Oscar per la migliore sceneggiatura non originale. Nel 1976 nasce la coppia comica con Richard Pryor, che lui stesso aveva suggerito come partner ai produttori, per il film Wagons-lits con omicidi. Nel 1977 è la volta della sua seconda regia, Il più grande amatore del mondo, ispirata al film di Federico Fellini “Lo sceicco bianco”, e che si rivela un insuccesso di critica e di pubblico.Nel 1979 viene diretto da Robert Aldrich nella commedia western Scusi, dov’è il West?, dove duetta con un emergente Harrison Ford, che aveva sostituito in fase di pre-produzione John Wayne.

Con Richard Pryor, Gene Wilder interpreta Nessuno ci può fermare (1980), diretto da Sidney Poitier. Nel 1984, dirige e interpreta La signora in rosso, con Kelly LeBrock, remake di Certi piccolissimi peccati (1976) che ottiene un notevole successo al box office. Due anni dopo, l’attore americano dirige se stesso e la moglie Gilda Radner in Luna di miele stregata (1986). Il 20 maggio 1989 una profonda tragedia segna la vita dell’attore: la terza consorte Gilda Radner muore di tumore alle ovaie. Dopo questa tremenda perdita, il divo fonda la Gilda’s Club, a sostegno della ricerca contro il Cancro. Superato questo momento di crisi , è ancora a fianco di Richard Pryor nelle commedie Non guardarmi: non ti sento (1989), di Arthur Hiller, e Non dirmelo’ non ci credo (1991), di Maurice Phillips.

Dopo la commedia romantica Bebè mania Wilder gira nel 1991 l’ultimo film con Pryor, Non dirmelo… non ci credo, che rappresenta l’unico flop della coppia e nel quale è visibile il deterioramento fisico di Pryor dovuto alla sclerosi multipla. Il film è anche l’ultimo ruolo da protagonista per Pryor e l’ultimo film per il cinema di Wilder.  Wilder ritorna in scena nel 1999, dove appare nel pluripremiato adattamento televisivo della NBC di Alice nel paese delle meraviglie e in due film-tv polizieschi sceneggiati dallo stesso Wilder. Tre anni dopo compare come guest star nel telefilm Will & Grace nei panni di Mr. Stein, ruolo per cui vince un Emmy. Purtroppo in quell’anno, Wilder è stato costretto a ritirarsi dalle scene, dopo che gli è stato diagnosticato un linfoma che lo costringe a sottoporsi a frequenti sedute di chemioterapia.

Questa la biografia di una vera e propria leggenda del Cinema che ci ha cresciuti e ci ha lasciato un segno indelebile nella nostra memoria… che dire di questo funesto 2016 che ci sta togliendo uno dopo l’altro i miti della nostra infanzia?

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Autore: Redazione

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