Le teorie più strane sulla realtà che vi faranno perdere la testa (o no?)

La realtà è ciò che percepiamo con i nostri sensi, vero? Beh, non è sempre così scontato. Da sempre, filosofi, scienziati e persone comuni si interrogano sulla natura della realtà, ipotizzando l’esistenza di mondi paralleli, simulazioni e universi olografici.

1. La Terra è piatta:

Partiamo da un classico. La teoria della Terra piatta, nonostante le evidenze scientifiche, continua ad avere sostenitori. L’idea che la Terra sia un disco circondato da un muro di ghiaccio è affascinante per alcuni, che vedono nella “verità nascosta” un complotto governativo.

2. Matrix:

La famosa trilogia cinematografica ha dato vita a una teoria che stuzzica la fantasia: la nostra realtà è una simulazione creata da intelligenze artificiali. Se ci pensate, non è poi così impossibile… o no?

3. Il tempo è un’illusione:

Secondo alcuni fisici, il tempo non è una linea retta, ma una sorta di “blocco” in cui passato, presente e futuro coesistono. Un po’ complicato da immaginare, ma non impossibile da accettare.

4. L’universo è un ologramma:

Questa teoria, proposta da alcuni studiosi, ipotizza che l’universo sia bidimensionale, come un ologramma proiettato su una superficie. Un’idea che sfida la nostra concezione di spazio e tempo.

5. Siamo tutti nella mente di Dio:

Un’idea più spirituale che scientifica, ma che ha comunque il suo fascino. Secondo questa teoria, la realtà è solo un’illusione nella mente di Dio, e noi siamo solo dei personaggi immaginari.

E voi, cosa ne pensate?

Quale di queste teorie vi ha fatto riflettere di più? Credete che la realtà sia solo ciò che percepiamo, o c’è qualcosa di più misterioso che ci sfugge?

Condividete le vostre opinioni nei commenti!

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Le origini del pensiero scientifico: il libro che sfida le interpretazioni accademiche

Gli Adelphi

La collana “Gli Adelphi” è una collana economica fondata nel 1989 dall’editore Adelphi. La collana pubblica libri di vario genere, tra cui opere di narrativa, saggistica e poesia. Alcuni dei libri più famosi pubblicati dalla collana includono “L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello” di Oliver Sacks, “Spillover. L’evoluzione delle pandemie” di David Quammen e “L’insostenibile leggerezza dell’essere” di Milan Kundera. Alcuni dei libri più recenti pubblicati dalla collana includono “Le origini del pensiero scientifico” di Giorgio de Santillana e “Atti umani” di Han Kang.

Giorgio de Santillana

I libri Adelphi sono considerati politicamente scorretti perché sfidano i confini tra le discipline e provocano la rabbia degli esperti e dei fondamentalisti. La ripubblicazione de L’origine del pensiero scientifico di Giorgio de Santillana, un capolavoro sulla storia della scienza che è stato ripubblicato dopo quarant’anni dalla prima edizione ne è un valido esempio. Oggi, l’autore verrebbe probabilmente etichettato come un “complottista” dal CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze) e dagli scientisti, ma in realtà fu un genio.

È ormai chiaro che la scienza ha a che fare non solo con la Storia, ma anche con le storie, soprattutto per coloro che hanno letto le nuove frontiere della storia e della sociologia della scienza nell’ambito STS (Science and Technology Studies), un campo interdisciplinare di insegnamento e ricerca accademica che si concentra sull’analisi della scienza e della tecnologia come costrutti sociali complessi con influenze sociali che comportano molteplici questioni epistemologiche, politiche ed etiche. La ripubblicazione con nuova traduzione del saggio di Giorgio de Santillana, Le origini del pensiero scientifico: da Anassimandro a Proclo, ci permette di ricostruire gli inizi della scienza, che sempre più studiosi fanno risalire alla scienza ellenica, alla Grecia, da Anassimandro a Eudosso.

Il libro di de Santillana ci offre anche uno sguardo sulle condizioni di salute della scienza attuale e dell’impresa intellettuale in senso lato. Questo perché l’approccio di de Santillana è sempre stato quello di un ricercatore curioso ed espansivo, in grado di collaborare e ampliare i confini dello studio fino a comprendere sempre nuovi ambiti, mito compreso. In contrasto con i nostri tempi, in cui gli scienziati si limitano al loro campo e i difensori della scienza agiscono a scapito di un vero dialogo tra campi del sapere.

Contaminazioni

De Santillana, fisico di formazione, è stato uno dei più importanti storici della scienza del Novecento a livello internazionale. Docente al MIT ma laureato a Roma, fu assistente e compagno di viaggio di Federigo Enriques, una delle menti italiane più grandi del secolo scorso.
Il nome di Giorgio de Santillana, uno dei più importanti storici della scienza del Novecento, è stato spesso associato a movimenti di indagine e ricercatori considerati complottisti o cospirazionisti. Questo è in parte dovuto al suo lavoro con Herta von Dechend, “Il Mulino di Amleto”, che divenne popolare grazie alla menzione nel volume “Impronte degli dei” di Graham Hancock. Tuttavia, questa associazione è un limite dei suoi detrattori.

Conclusioni

La grande lezione di de Santillana è quella di diffidare dei “cautious contemporaries”, quei ricercatori vigliacchi che nulla concedono alle nuove idee e all’entusiasmo della ricerca. Oggi l’opposizione arriva non solo dall’Accademia, ma anche dai media e dall’opinione pubblica. In un’epoca in cui la ragione è isterica, autori come Giorgio de Santillana offrono un’alternativa razionale in cui l’intelletto riunisce i vari indirizzi di ricerca in un unico grande viaggio planetario.

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