La serie televisiva di Furia cavallo del West

“Furia cavallo del West, che beve solo caffè, per mantenere il pelo più nero che c’è……”

Con questa intro, iniziava la canzone sigla di una longeva serie televisiva di fine anni 60 che ancora oggi alcuni ricordano con nostalgia; si tratta di “Fury”, qui conosciuta come “Furia cavallo del West” o semplicemente “Furia”, a differenza di altre serie televisive con protagonista un animale, tipo “Torna a casa Lessie”, “Rin-Tin-Tin”, “Super Dog Black”(cui abbiamo parlato in un altro servizio) e “il Commissario Rex”; invece di un cane come protagonista, venne utilizzato un altro simpatico quadrupede, un cavallo dal manto nero  notte. Serie realizzata dopo la metà degli anni 50 con più di cento episodi all’attivo, e per il ruolo di Furia (Fury) venne utilizzato un cavallo di razza Morello di nome Highland Dale, più altri quattro cavalli della stessa razza utilizzati come controfigure per le scene più pericolose, gli esterni vennero invece girati in California presso il Ray Corrigan Ranch, e tutta la serie è incentrata sulle avventure del nero cavallo e del suo piccolo amico.

In Italia venne trasmessa per la prima volta sulle reti della TV Svizzera (quante belle cose facevano all’epoca) dopo la seconda metà degli anni 60, successivamente venne trasmessa sulle reti RAI e più avanti in alcune emittenti locali, come detto in precedenza, la sigla italiana venne realizzata da Luigi Albertelli e i fratelli Guido e Maurizio De Angelis e cantata da Mal, incisa su dischi in vinile a 45 giri da Dischi Ricordi.

 

Sigle Tv Furia cavallo del west.

La storia è ambientata presso il Broken Wheel Ranch di proprietà di Jim Newton, ed è principalmente incentrata sul rapporto di amicizia quasi simbiotico tra Joey Clark Newton figlio adottivo di Jim e Furia, un cavallo  Morello dal manto nero e dall’animo selvatico, il quale permette solo a Joey di poterlo cavalcare. Infatti Furia concede la sua fiducia solo al suo piccolo amico Joey che insieme vivono numerose avventure aiutandosi a vicenda superando mille avversità, affrontando banditi, gare ippiche, avversità climatiche come inondazioni, e anche momenti piacevoli della vita, come un bel pic-nic nelle verdi vallate oppure divertendosi al Ranch.

Una serie che forse in pochi ricorderanno, in quanto non ha avuto moltissime repliche, però per quanto posso ricordare, questa serie era molto dinamica, avventurosa e divertente, e poi quanti da bambini non abbiamo sognato di cavalcare un nero cavallo che si staglia al vento a briglie sciolte. Lo ammeto molto spesso quando guardavo ogni episodio invidiavo il piccolo Joey in quanto poteva cavalcare un bellissimo cavallo come Furia.

La serie animata di The Lone Ranger

Aggiungiamo un nuovo capitolo nella descrizione di serie animate tratte da serie televisive più o meno di successo o tratte anche da serie a fumetti, quella di cui parliamo in questo frangente è una serie di genere western, di cui avevo visto anche la sua controparte dal vivo, e per via della sua particolarità, mi è rimasta nella memoria, “The Lone Ranger”, conosciuto da noi come “Il Ranger Solitario”. Serie animata del 1980 prodotta dalla famosa casa di produzione Filmation, di cui abbiamo già parlato, in collaborazione con la “Lone Ranger Television Inc.”, composta da una sola stagione per un totale di 14 episodi, ispirata dall’omonimo personaggio del 1933 creato da George W. Trendle.

https://www.youtube.com/watch?v=3mY-P-HILMI

Far West, queste sono le avventure di un uomo appartenente ai Rangers che porta sul volto  una maschera celando il suo vero aspetto. Tutti lo conoscono con l’appellativo di “Lone Ranger” (il Ranger Solitario), ad accompagnarlo nelle sue avventure vi è un nativo americano suo amico fedele di nome Tonto. Il pittoresco duo, vagabonda per tutto il selvaggio west, dalle praterie sconfinate, alle moderne città, fino agli avamposti di frontiera e i vari “pueblos”, per raddrizzare i torti e riportare la legge e l’ordine dove essa è carente, consegnando i colpevoli alla giustizia. Infatti sia Lone Ranger che Tonto, non temono nessuno, rapinatori di banca, ribelli indiani, uomini d’affari senza scrupoli e scienziati pazzi, essi li affrontano senza nessuna paura utilizzando non solo pistole, fucili o lazo, ma a volte anche solo la loro astuzia e intelligenza. Alla fine sconfitto il male, Lone Ranger dona una pallottola d’argento a quelle persone che hanno lottato con lui per riportare la giustizia e poi essi cavalcano verso il tramonto dirigendosi verso una nuova e indimenticabile avventura al grido di Lone Ranger “Forza Silver! Vai!”

Come avevo accennato in precedenza, questa serie mi piaceva per alcune particolarità, la prima è a chiusura dell’episodio dove mentre Lone Ranger e Tonto si allontanano, alcune persone vanno verso chi li ha aiutati e chiedono “ma chi è quell’uomo mascherato?” e la risposta immancabile “lui è il Lone Ranger” e con l’impennata del Lone Ranger sul suo bianco cavallo “yahoo Silver!”, l’altra particolarità è la sigla utilizzata anche per la serie televisiva, il famoso brano di Gioachino Rossini il tema del Gugliemo Tell. Poi come la maggior parte delle serie Filmation, alla fine vi era il solito messaggio morale tipico della casa di produzione, con protagonisti in questo caso lo stesso Lone Ranger oppure il suo amico Tonto. Nonostante non abbiano fatto molti episodi, la serie non esce penalizzata, anzi ogni episodio si rivede sempre volentieri in quanto l’azione, l’ironia e la dinamicità che vi sono in ogni avventura rendono piacevole la visione, peccato che in Italia abbia avuto pochissimi passaggi e solo sulle reti locali.

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