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Joulupukk: il Babbo Natale finlandese
In Finlandia, Joulupukki è un demone che premiava, certo, i bambini buoni, ma con quelli cattivi non si limitava al carbone. È credenza comune che Babbo Natale, il caro nonnino che si diverte a portare i regali volando su una slitta trainata da renne, abbia la sua fabbrica di giocattoli a Korvantunturi, nel Nord della Finlandia. Ma in questa località viveva, in antichità, Joulupukki, un Babbo Natale molto meno generoso.
La leggenda vuole che discendesse da caproni, che trainavano il carro del dio Thor. Joulupukki era quindi mezzo umano e mezza capra. Come il Babbo Natale odierno, tendeva a distinguere i bambini buoni da quelli cattivi anche se in modo più estremo. Joulupukki non si muoveva su una slitta per il globo, ma girava per la Finlandia e bussava alle porte.
Se gli apriva un bambino buono, gli dava un dono. Mentre quelli cattivi venivano da lui frustati e rapiti. Con il tempo, grazie al cristianesim, ha perso le corna e ha assunto un aspetto più simpatico, mantenendo però la sua caratteristica “di capra” per via delle capre che trainavano la slitta, capre poi divenute renne.
Notare come ricordi notevolmente la figura del Krampus e delle Perchten!
La leggenda di Natale in Islanda
Secondo la tradizione islandese esiste una creatura di sesso femminile, sempre affamata di bambini, di nome Grýla, che abita assieme al marito Leppalúði a Bláfjöll (“Montagna Blu”), nei pressi di Reykjavík,e che fa la sua comparsa durante il periodo natalizio per cercare i bambini cattivi e rapirli. Figli di Grýla e di Leppalúði sono gli Jólasveinar ovvero i “ragazzi di Natale”, tredici elfi chiamati rispettivamente Stekkjarstaur, Giljagaur, Stúfur, Þvörusleikir, Pottaskefill, Askasleikir, Hurðaskellir, Skyrgámur, Bjúgnakrækir, Gluggagægir, Gáttaþefur, Ketkrókur e Kertasníkir, e che ogni notte a partire dal 12 dicembre, vigilia di Santa Lucia, scendono ad uno ad uno dalla montagna per rubare del cibo o per fare scherzi ai bambini prima di fare ritorno a casa, sempre uno ad uno, durante i tredici giorni che intercorrono tra Natale e l’Epifania.
- Il 12 dicembre scende il primo, Stekkjastaur, facile da ricordare e da riconoscere per le sue gambe di legno, e dispettoso soprattutto nei confronti delle pecore. Per cui, va lasciato perdere, in quanto alla fine appare come un vecchio strambo che si diverte a correre dietro a quelle povere bestie.
- Il 13 dicembre arriva Giljagaur, un po’ più sobrio del fratello. Lui, infatti, si nasconde aspettando il momento adatto per entrare nelle stalle e rubare del latte fresco.
- Il 14, invece, scende Stúfur che ha una particolare passione per le stoviglie sporche: nel senso che si intrufola nelle case degli islandesi, rubando le padelle usate per leccare i residui di cibo rimasti su di esse.
- Il 15 dicembre scende Þvörusleikir. Matto come Stekkjastaur, magro, malnutrito, anche lui si intrufola nelle case delle persone. Ma al contrario di Stúfur, non ruba le pentole, ma i cucchiai di legno sporchi anche in questo caso per leccarli.
- Il 16 è il turno di Pottaskefill. Lui è particolarmente subdolo: infatti, quando i genitori, a fine cena, danno come premio al loro figlio l’ultima porzione rimasta della cena, improvvisamente Pottaskefill bussa alla porta. Il bimbo, ignaro, apre, ma non appena lo fa, ecco che Pottaskefill irrompe in casa e ruba la pentola con gli avanzi!
- Il 17 arriva Askasleikir, che si nasconde sotto il letto e aspetta che a terra venga appoggiata la askur, una ciottola che in passato gli islandesi lasciavano ai piedi del letto con gli avanzi per gli animali domestici per rubarseli.
Il 18 dicembre compare Hurðaskellir, uno dei più fastidiosi. Egli non ruba niente, ma ha la sua passione è quella di sbattere le porte tutta la notte. - Il 19, dalla montagna scende Skyrgámur. Grosso, burbero e particolarmente ghiotto dello skyr, un formaggio islandese. Skyrgámur si intrufola nelle cantine per cercare la botte dove lo si conserva e, quando la trova, ne mangia il più possibile, fino a scoppiare.
- Il 20 dicembre arriva Bjúgnakrækir, che ghiotto di salsicce che ruba dalle case dove vengono tradizionalmente appese!
- Il 21 dicembre arriva Gluggagægir, che si piazza fuori dalla finestra e spia all’interno per vedere se ci sono oggetti, che poi ruberà successivamente.
- Il 22 compare Gáttaþefur, facilmente riconoscibile per il suo naso enorme con cui annusa le porte delle case per capire se c’è del pane appena sfornato di cui lui è ghiotto e quindi rubarlo.
- Il 23 dicembre arriva Ketrókur, che preferisce la carne affumicata e che ruba dalle dispense utilizzando un lungo uncino che fa passare dal camino.
- Alla vigilia di Natale, il 24, arriva Kertasníkir, l’ultimo dei figli di Grýla e Leppalúð. Lui è attratto dalle luci delle candele. Infatti spia i bambini che giocano la sera aspettando il momento più opportuno per rubarlee mangiarle. Questo perchè le candele venivano fatte con grasso animale e non con c’era d’api.
La leggenda, infine, vuole che dopo la loro comparsa i 13 Jólasveinar passino la notte di Natale a guardare da lontano le luci della città, tornando, uno alla volta, nella loro grotta. Senza alcun tipo di rimorso o pentimento per le loro scorrerie. Grýla e Leppalúði possiedono inoltre un animale domestico terrificante, il Gatto di Natale chiamato Jólaköttur, che secondo la tradizione rapisce e/o divora i bambini e gli adulti che la notte di Natale non indossano o non hanno ricevuto un abito nuovo. Pare che questa leggenda del gatto fosse finalizzata allo spingere le persone ad impegnarsi nella lavorazione della lana e dei filati. A seguito di un decreto del 1746 che vietava la narrazione ai bambini di storie spaventose aventi come protagonisti gli elfi queste figure assunsero caratteristiche più bonarie e gli Jólasveinar sono così diventati dei portatori di doni, tanto che i bambini lasciano fuori una scarpa con la speranza di trovarla riempita. Ovviamente soltanto i bambini buoni riceveranno però un dolcetto o un altro regalo, mentre i bambini cattivi riceveranno una patata rinsecchita.
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Alessandro “Thaurwath” Ahrens: un talento vivo e costante
Alessandro “Thaurwath” Ahrens nasce a Milano nel lontano 30/06/1970 e poi inizia il suo viaggio per l’Italia trasferendosi dapprima in provincia di Ancona e poi nel 1975 in Abruzzo. Qui inizia e completa i suoi studi sino ad avviare la sua professione sanitaria di Odontoiatra e Protesista Dentale, attività che svolge tutt’ora dopo essersi trasferito nuovamente nelle Marche, per la precisione a Gradara dove attualmente risiede. Sin dalla tenera età di 5 anni manifestava una innata tendenza alla fantasia che si è manifestata nella scrittura con poesie, racconti e romanzi che sono ora disponibili su Amazon ed i cui proventi vengono devoluti in beneficenza.
Dal 2012 è poi entrato in punta di piedi nel mondo del cosplay portandovi, primo fra tutti, la tradizione dei Krampus e che ancora continua a portare con maschere e costumi sempre nuovi. Parallelamente si è dedicato, assieme alla sua compagna, alla realizzazione di eventi horror come la Zombie Walk Gradara od il Dans Macabre per assecondare la sua horrorfilia, ad eventi Steampunk come il Gradara 800 a Vapore, Altrofuturo e Urbinottocento per dar pieno sfogo alla sua passione per i personaggi original che proprio nel mondo Steampunk possono trovare una delle massime forme di espressione. Sempre con la sua amata compagna si dedica a poi a realizzare anche eventi a tema fantasy, medievale e pirata. Il suo nickname è semplicemente la traduzione in elfico il suo nome di battesimo.
Una passione innata nella costumistica e nel performing è sempre stata insita in Thaurwath e spesso si manifestava, in adolescenza, con costumi di Carnevale originali realizzati i proprio o fatti realizzare su precise indicazioni. Il primo vero e proprio cosplay, inteso come non original e non attinente al mondo Krampus, Thaurwath lo propose impersonando i Visitor dell’omonima serie tv ed un Centurion della Umbrella Corporation per rendere omaggio a quelle serie. E Subito dopo sono seguiti i cosplay di Sandokan e de Il Corsaro Nero per rendere omaggio ad Emilio Salgari. Dire quanti e quali cosplay abbia realizzato Thaurwath, tra original e non, è impresa ardua. Sicuramente sono oltre i cinquanta considerando che solo i suoi Krampus sono dieci, poi abbiamo Sandokan, Il Corsaro Nero, tre versioni dei Visitors, 3 versioni Umbrella corporation, il crociato Atanvaro da Gubbio, Guglielmo di Baskerville de “il nome della Rosa, Albus Silente, Lo Snaso, il bradipo Flash, una quindicina di zombie original, ed una ventina di original legati al mondo fantasy / medievale ed una decina di cosplay legati al mondo horror. Con tutti i suoi personaggi Thaurwath sente un vivo e forte legame che rende difficile stabilire una particolare preferenza. Ma forse quello a lui più caro è quello che gli ha permesso di entrare in contatto con Edoardo, il figlio con disturbo dello spettro autistico della sua compagna e che ha permesso poi la nascita di una bella storia d’amore.
Thaurwath, quando possibile e se nelle sue corde, preferisce realizzare in proprio i suoi costumi e accessori come per il suo elfo dei boschi Feonor Telperien ma quando ciò non è possibile si occupa della ideazione e commissiona la creazione pratica a coloro che più ritiene in grado di soddisfarlo. Alessandro crede che gli original siano una componente essenziale del cosplay, quella che può fornire spunti creativi ad illustratori, scrittori, filmmaker oltre che contribuire alla realizzazione di fanart a cui altri possano ispirarsi.
Alessandro, seguendo il suo talento, non si è ispirato a nessun modello ma semplicemente segue la propria passione dedicandosi a personaggi in cui si riconosce senza seguire un filone mainstream giusto per apparire o farsi notare. Crede che si possa diventare “bravi” cosplayer seguendo e vivendo il proprio personaggio senza farsi condizionare da terzi ma semmai accettando consigli.
Negli anni Thaurwath ha partecipato a tanti eventi anche se ultimamente a causa di impegni sta riducendo la sua partecipazione alle manifestazioni. Tra gli eventi che preferisce ci sono sicuramente quelli curati dai BHC, da Mara Pelizza con la quale collabora anche come presentatore / ospite /coorganizzatore, ed alcuni eventi Epicos. Diciamo che la sua partecipazione è più legata alla logistica ed agli altri impegni lavorativi.
Alessandro non trova stressante di imbattersi in persone che criticano il suo stile Cosplay semplicemente perchè ha la capacità di ignorare certi atteggiamenti conscio di fare ciò che fa per passione e per regalare emozioni ad altri. Di aneddoti ne avrebbe tanti Alessandro da raccontare, piacevoli o meno, ma preferisce tenerli per sé anche per per non scatenare flames e mettere in difficoltà terze persone. Alla fine sono proprio questi “eventi particolari” che contribuiscono a tener viva la passione.
Thaurwath vive la sua creatività a 360° portando i suoi personaggi non solo durante degli eventi ma talvolta anche quotidianamente. Inoltre si dedica alla scrittura dei suoi racconti e romanzi ed alla organizzazione di eventi. La sua creatività Cosplay si connetta moltissimo nella sua vita sociale, privata e professionale: basti pensare che nel suo Studio Dentistico in Pesaro, Thaurwath ha una area dedicata al mondo cosplay. Spesso usa proprio questo mondo anche per aumentare la compliance dei pazienti, specialmente pediatrici o disabili cognitivi.
Personalmente negli ultimi anni Alessandro ha notato, da un lato, un notevole miglioramento della parte “scenica” del Cosplay, con costumi ed accessori di alta qualità ma talvolta un decadimento della parte “interpretativa” con un sempre più frequente ricorso al playback a discapito di una interpretazione “Live” del proprio personaggio. Quasi un dedicarsi più all’apparenza che alla sostanza. Purtroppo inoltre ha visto negli anni accrescersi una accesa e malsana competitività che talvolta ha assunto toni esasperati, con taluni cosplayer che vivono questa passione più come rivalsa sociale che come passione e divertimento fine a sé stesso.
Secondo Thaurwath si può decisamente parlare di Industria legata al mondo cosplay per il volume di affari che vi gira attorno e di tutto l’indotto che si è creato grazie a valenti costumisti, propmaker. Sul guadagnare con la propria passione non si arroga il diritto di giudicare perchè ognuno deve essere libero di fare ciò che ritiene giusto per sé stesso. Thaurwath pensa che i Social, se da un lato hanno permesso un allargamento della platea ed una diffusione del mondo cosplay dall’altro lo hanno contaminato portandovi all’interno influenze negative che lo stanno corrodendo e talvolta dandogli una accezione negativa. Non crede esista trasgressione nel cosplay ma la libera espressione della propria individualità. Semmai sono gli altri a non percepirla come tale e attribuirle un concetto di trasgressione perchè al di fuori dei propri canoni. Essere sé stessi è sempre stato e sempre sarà difficile se non si ha la forza di resistere a critiche ed attacchi; purtroppo i pregiudizi son sempre esistiti e sempre esisteranno perchè insiti nella natura umana.
L’unico consiglio che si sente di dare a coloro che vogliono iniziare il proprio percorso creativo nel Cosplay è:
“Siate sempre voi stessi, vivete il personaggio che vi piace senza farvi condizionare o tarpare le ali da chi si arroga il diritto di giudicarvi invece di elargire semmai consigli utili. Non permettete a nessuno di dirvi NON PUOI FARLO. Vi piace? Fatelo e basta. Dovete solo divertirvi!”.
Per scoprire l’affascinante talento di Alessandro “Thaurwath” Ahrens non vi resta che seguirlo nei suoi canali ufficiali: Facebook, Instagram e TikTok.