La Trilogia Delle Gemme di Kerstin Gier

La Trilogia Delle Gemme di Kerstin Gier, composta da Red, Blue e Green, è un’opera che unisce semplicità, romanticismo e fantastico in una trama avvincente. L’autrice tedesca ambienta la storia nella contemporanea Londra, arricchendola con elementi storici, mitici e reali.

Il primo libro, Red, introduce la giovane protagonista Gwendolyn Shepherd, una ragazza di sedici anni alle prese con i tipici problemi adolescenziali. Improvvisamente, Gwendolyn scopre di appartenere a una stirpe di viaggiatori del tempo legata a una setta massonica e di essere destinata a svolgere un ruolo importante. La protagonista è un personaggio interessante, con una personalità fresca e un pizzico di umorismo. Tuttavia, la sua inesperienza la rende facilmente influenzabile dagli adulti che la circondano.

Il secondo libro, Blue, approfondisce il tema dei viaggi nel tempo, dei paradossi e delle conseguenze nel presente. Gwendolyn si trova a dover affrontare sfide sempre più grandi e scopre nuove abilità legate al suo potere. Viene introdotto anche un coprotagonista maschile, Gideon de Villiers, che aggiunge una trama romantica alla storia.

Il terzo libro, Green, risponde alle domande lasciate in sospeso e porta la protagonista ad affrontare la situazione con determinazione. I legami familiari tornano al centro dell’attenzione e la parte romantica della storia si approfondisce ulteriormente. Ci sono colpi di scena e rivelazioni sorprendenti che mantengono il lettore interessato fino alla fine.

Un aspetto interessante di questa trilogia è l’attenzione ai dettagli nell’ambientazione. L’autrice riesce a trasportare il lettore nel tempo e nello spazio con descrizioni semplici ma dettagliate, offrendo una panoramica ben realizzata di ogni periodo storico.

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Scritto da MarcoF  

El Grande: il ritorno di un grande gioco da tavolo!

El Grande, un titolo che fa parte del vasto e affascinante mondo dei giochi da tavolo, si distingue per la sua meccanica principale incentrata sulle maggioranze. Originariamente pubblicato nel 1995 e successivamente ristampato nel 2023, questo gioco si è guadagnato un posto di prestigio tra le pietre miliari del genere. Con la sua eleganza, fluidità, sfida e malizia, El Grande trasporta i giocatori in una battaglia per il controllo della Spagna nel XV secolo, divisa in regioni.

Iniziamo con i materiali di prima qualità che accompagnano il gioco: la plancia è chiara e ben strutturata, i segnalini in legno sono affascinanti ed eleganti. Una nota di merito va anche al castello modulabile in cartone di buona fattura, che si contraddistingue per la sua bellezza e funzionalità. Le carte, sia quelle relative ai poteri che alle azioni, sono semplici ma curate nei minimi dettagli. I disegni sono intuitivi e le descrizioni concise, eliminate qualsiasi incertezza. Inoltre, la scatola contiene delle mini scatole, una per giocatore, ideali per contenere sia i segnalini che le carte potere, che si rivelano estremamente pratiche, arricchendo l’esperienza di gioco di El Grande.

In conclusione, El Grande è un gioco abbastanza semplice e veloce, ma mai banale, che si caratterizza per l’alto grado di interazione tra i giocatori e il fatto che la “malizia” è sempre dietro l’angolo. Il regolamento è chiaro, con numerosi esempi che agevolano l’apprendimento del gioco. Tuttavia, è adatto a tutti, anche ai neofiti. Nonostante non sia uno dei giochi più complessi o elaborati, personalmente ho trovato El Grande esteticamente piacevole, appagante e, nonostante la sua semplicità, ricco di tattiche e strategie. A causa del tipo di interazione che offre, consiglio di giocarlo con 4 o 5 giocatori, anche se è possibile giocarlo anche in 2 o 3 giocatori utilizzando il lato specifico della plancia.

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El Grande: la recensione

Scritto da Il Cobra

 

La recensione della seconda stagione di Link Click

La seconda stagione di Link Click si anima di mistero e suspense, accelerando la narrazione in un crescendo di intrighi e azione che non ti aspetti. Le serie animate cinesi non sono particolarmente conosciute dal grande pubblico, ma è un mercato in rapida crescita, e in questo momento ci sono alcune proposte che hanno un livello qualitativo davvero interessante. Link Click aveva conquistato lo spettatore per le note agrodolci delle tante storie narrate nella prima stagione; ora cambia letteralmente pelle, diventando un’unica storia che inizia e si conclude in dodici episodi e immerge il lettore in un ottimo thriller soprannaturale sapientemente gestito.

Torniamo al negozio Time Photo Studio, dove avevamo lasciato Cheng Xiaoshi e Lu Guang alle prese con un finale di stagione rocambolesco. I due ragazzi, che grazie a una sorta di potere soprannaturale viaggiano nel tempo usando fotografie, si sono ritrovati ad affrontare uno scomodissimo avversario che sembra avere dei poteri molto simili ai loro. La vita dei due giovani e di coloro che li circondano viene costantemente messa in pericolo da questo killer professionista che non si fa scrupoli a controllare la gente e a sacrificarla per i suoi interessi; ma chi si cela dietro a questo pericolosissimo criminale? In un crescendo di azione, mistero e dramma, la storia di Link Click ci regalerà una sconvolgente situazione ormai del tutto fuori controllo e allo stesso tempo ci farà assaporare l’amarezza di una drammatica violenza familiare.

Cheng Xiaoshi e Lu Guang rimangono perfettamente caratterizzati, e la loro maturazione durante questo secondo arco narrativo si percepisce principalmente nei momenti di difficoltà e nel finale davvero concitato. Nuovi personaggi entreranno in scena per aiutare e ostacolare l’indagine che i due ragazzi portano avanti; tutte queste nuove conoscenze sono ben delineate, ma palleggiano a confronto del cattivo di turno. Quando si parla di una grande storia, ci si rende sempre conto che dietro c’è un grande cattivo con un vissuto quasi sempre estremamente complesso e complicato. Anche in Link Click la storia dietro al killer è incredibilmente drammatica nella sua totale brutalità, e questo esalta ancora di più questa seconda stagione. Ci sono forse alcune piccole sbavature su alcune giustificazioni un po’ fragili, ma sono sviste più che tollerabili nel complesso della storia narrata.

I disegni rimangono di ottima qualità mantenendo quello stile molto longilineo che evidentemente è stato studiato ad arte per renderlo altamente riconoscibile. Anche l’animazione rimane molto fluida e devo ammettere che non perde minimamente di qualità nelle scene d’azione più concitate, cosa che invece accade in tanti altri prodotti che improvvisamente provano a fare qualcosa che non gli appartiene. Quello che mi ha stupito è la sequenza animata di tutt’altra fattura che si può ammirare tra la sigla e l’inizio di ogni puntata; l’esperimento, se così lo possiamo chiamare, è realizzato con una tecnica in computer grafica davvero ben riuscita che però si limita a poche sequenze di sguardi; che sia un indizio per qualcosa di nuovo all’orizzonte?

La prima stagione ha una sigla iniziale non particolarmente entusiasmante, affiancata da una canzone orecchiabile che rimane impressa nella memoria. Invece la nuova proposta sembra invertire i fattori; l’idea del video è decisamente più interessante, giocando con il tempo che si riavvolge fino a che i due protagonisti non si danno il “cinque” per poi tornare a scorrere ripercorrendo velocemente al contrario le immagini già viste. In questo caso è la musica a non supportare sempre a dovere la parte visiva; alcuni spezzoni della sigla andavano sostenuti musicalmente in modo più convincente.

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Link Click – Stagione 2: la recensione

Scritto da MarcoF  

La prima stagione di Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo

La serie “Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo”, che ha fatto il suo debutto su Disney+ lo scorso 20 dicembre, si basa sulla saga di libri best-seller della Disney Hyperion dell’autore pluripremiato Rick Riordan. Prodotta da Rick Riordan e Jon Steinberg, la serie vede tra i produttori esecutivi Steinberg e Dan Shotz, insieme a Rick Riordan, Rebecca Riordan, Ellen Goldsmith-Vein di The Gotham Group, Bert Salke, Jeremy Bell e D.J. Goldberg di The Gotham Group, James Bobin, Jim Rowe, Monica Owusu-Breen, Anders Engström e Jet Wilkinson

La serie è destinata ai giovani spettatori, ma non manca di attirare anche l’attenzione dei loro genitori che sono ancora affezionati alle storie dei “Cavalieri Dello Zodiaco” e agli anni in cui i miti greci potevano cambiare il corso di un fine settimana con i genitori.

Percy Jackson and The Olympians | Teaser | Disney+

Per coloro che non conoscono la trama della serie, si tratta di un viaggio che coinvolge il protagonista Perseo tra il nostro mondo e l’Olimpo. Perseo, un emarginato dai suoi coetanei, scopre di essere un semidio, figlio non riconosciuto di Poseidone del mare. Insieme ai suoi amici Grover e Annabeth, Perseo intraprende un’impresa per ritrovare la folgore di Zeus e prevenire una guerra tra le divinità. La storia ricorda un po’ “Harry Potter”: un adolescente insicuro che scopre di avere poteri nascosti e frequenta una scuola per ragazzi speciali per imparare a diventare eroi.

La serie è composta da otto episodi che sono ben realizzati e dotati di effetti speciali credibili. Ad esempio, il Minotauro è stato rappresentato in modo convincente, evitando di cadere nell’eccesso fantastico. Anche la rappresentazione della Medusa è spaventosa al punto giusto. Le armature e le spade sono ben realizzate e gli attori sono ben scelti. Anche il giovane Walker Scobell, che a volte sembra più adatto a cantare in una boy band che a recitare, riesce a rendere piacevole la versione seriale di Percy.

Tuttavia, c’è un difetto nella serie: gli episodi durano troppo poco. Sono tutti di durata inferiore a un’ora, il che lascia l’impressione che la storia venga un po’ affrettata, come se si stesse ascoltando un messaggio vocale della zia rompiscatole a doppia velocità o studiando un riassunto epico al liceo. Qui torniamo ai banchi di scuola dove ci sono state presentate le varie divinità greche come Dioniso, Ares e Pan, che tutti i satiri cercano nel mondo come Siffredi farebbe con l’ultima delle vergini.

Battaglie epiche, capricci da pop star e una vita piena di vino e sesso extraconiugale: la vita all’Olimpo è tutto tranne che noiosa. E questa serie potrebbe essere l’antipasto di un banchetto memorabile o un rutto di un ciclope annoiato. Non ci resta che aspettare la seconda stagione per scoprirlo. Poiché non possiamo prevedere il futuro e abbiamo perso il numero di telefono dell’oracolo di fiducia.

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Percy Jackson E Gli Dei Dell’Olimpo: la recensione

Scritto da Biancaneve

Candy and Cigarettes di Tomonori Inoue

“Candy and Cigarettes” è una serie manga giapponese scritta e illustrata da Tomonori Inoue, che ha conquistato il pubblico con la sua trama avvincente. Il manga è stato serializzato sulla rivista di manga seinen Young Magazine the 3rd di Kodansha da gennaio 2017 a maggio 2021, e i suoi capitoli sono stati raccolti in 11 volumi tankōbon. La serie segue le vicende di un ex agente di polizia di mezza età che diventa l’assistente di un assassino professionista di soli 11 anni, immergendo il lettore nell’oscuro ed intricato mondo della malavita giapponese.

Ciò che rende “Candy & Cigarettes” unico e irresistibile è senza dubbio il rapporto tra i suoi improbabili protagonisti: un anziano poliziotto in pensione e una giovanissima ragazzina. Hiraga Raizou, il protagonista, raggiunge l’età pensionabile e decide di ritirarsi dal difficile lavoro di poliziotto a causa delle cure costose necessarie per il suo sfortunato nipote, afflitto da una malattia incurabile. In cerca di un lavoretto extra, Raizou si imbatte casualmente in un’angusta libreria, dove incontra una ragazza che gli fornisce informazioni sulla misteriosa Agenzia SS. Qui inizia una storia travolgente che si sviluppa tra strati di suspense, rivelazioni e colpi di scena, mantenendo il lettore con il fiato sospeso.

Il protagonista accetta un lavoro all’interno di quest’Agenzia SS, nonostante l’ambiguità e le ombre che circondano l’offerta. Il suo compito consiste nel ripulire, nel modo più discreto possibile, un appartamento che nasconde un macabro segreto. Qui Raizou si imbatte nel cadavere di un uomo e nella giovane ragazzina Miharu, che aveva incontrato prima del tragico evento.

Raizou, con la sua vasta esperienza nel campo della polizia, sa come gestire situazioni estreme e di intricata illegalità. Ma ora, la sua conoscenza viene messa alla prova in modo inaspettato, quando si trova coinvolto in una missione per arginare il potere di una malavita avida e impunita. Questa classe dirigente composta da politici, industriali e ricchi imprenditori sembra intoccabile dalla legge. Ecco perché qualcuno ha creato l’Agenzia SS: per ripristinare la giustizia in un mondo corrotto.

Dall’altra parte della medaglia c’è Miharu, una giovane ragazzina orfana cresciuta da uno spietato sicario. Sotto il suo volto innocente si nasconde una profondità spaventosa. I suoi occhi, soprattutto quando è in azione, sembrano privi di emozioni, come se lei fosse un’arma perfetta. La sua abilità nel parlare e agire è in netto contrasto con la sua giovane età, ma in pubblico cerca di condurre una vita il più normale possibile. Non sembra avere alcun obiettivo o scopo, ma ciò che compie è quasi meccanico, come se fosse stata addestrata per uccidere senza mostrare emozioni. L’interazione tra i due protagonisti è bizzarra e allo stesso tempo coinvolgente. Raizou, con il suo temperamento burbero ma protettivo, inizia a sviluppare uno strano legame con Miharu, che sembra quasi la sua nipote. Dall’altro lato, Miharu dimostra di essere un’assassina impeccabile, ma allo stesso tempo gode nel prendere in giro il suo compagno di lavoro con battute che lascerebbero basiti. Le loro scaramucce nascondono un rapporto che si evolve nel corso della storia, rendendoli una famiglia di fatto e creando un’interazione esplosiva, divertente e a tratti commovente.

Il tratto di Tomonori Inoue è particolare e suggestivo, con una pennellata quasi tremolante che esalta i chiaroscuri e le zone d’ombra. Si tratta di un mix che richiama il fumetto degli anni ottanta piuttosto che allo stile giapponese moderno. Non mancano, comunque, scene d’azione e sparatorie, accompagnate da schizzi di sangue, che rendono omaggio a quel filone pulp degli anni novanta.

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Scritto da MarcoF  

La recensione della prima stagione di My Daemon

“My Daemon” è una serie animata unica nel suo genere, prodotta da Igloo Studio per Netflix. Diretta da Nat Yoswatananont, la storia si svolge in un prossimo futuro dove la Terra e l’Inferno si sono scontrati a causa di un’esplosione nucleare. Qui, lo studente elementare Kento trova e alleva una piccola creatura demoniaca di nome Anna. La serie segue le avventure di Kento e Anna mentre intraprendono un viaggio per riportare in vita la madre del ragazzo.

My Daemon | Official Trailer | Netflix

La trama di “My Daemon” si sviluppa in un mondo post apocalittico dove l’umanità cerca di sopravvivere e adattarsi alla nuova realtà. Non vengono fornite spiegazioni sulle cause della catastrofe e in realtà non siamo neanche interessati a saperle, ciò che conta è la storia di come le radiazioni hanno generato una nuova specie vivente chiamata Daemon. Queste creature, con aspetto spaventoso, si sono moltiplicate velocemente sul pianeta utilizzando una particolare polvere chiamata “particelle demoniache”. Questa polvere si deposita ovunque, persino all’interno dei corpi umani, generando nuove forme di vita con caratteristiche variegate.

Al vertice di questo nuovo mondo si trova l’Organizzazione Pace, una corporazione che studia i Daemon per limitarli o sottometterli, al fine di utilizzarli come schiavi o armi. L’umanità, impotente di fronte al disastro nucleare, inizia a sviluppare un profondo odio verso queste creature pericolose che possono infrangere le leggi fisiche. Ma Kento, un giovane ragazzo contaminato dalle particelle demoniache, non prova né odio né paura verso i Daemon, al contrario sviluppa un rapporto affettivo con Anna, una piccola creatura che si comporta come un cane, ma che ricorda i ruvidi gatti senza pelo.

Kento vive con sua madre, che accoglie con favore la presenza della piccola creatura per accontentare le richieste del figlio. La situazione si complica quando Anna inizia a sviluppare un potere straordinario che le permette di immagazzinare oggetti in uno spazio al di fuori del tempo. Il capo dell’Organizzazione Pace viene a conoscenza dell’esistenza di Anna e dei suoi poteri, inviando immediatamente un gruppo di “Daemon User”, esseri umani che usano le creature come strumenti di combattimento, per catturarla. Purtroppo, la madre di Kento diventa tragicamente vittima di questa situazione, perdendo la vita. Questo spinge il ragazzo a intraprendere un viaggio alla ricerca di un misterioso Daemon in grado di manipolare il tempo, nella speranza di riportare in vita sua madre.

“My Daemon” è un’opera realizzata completamente in computer grafica, ma a differenza di molte altre produzioni, non sfrutta tale tecnologia per creare movimenti tridimensionali fluidi. Tuttavia, devo ammettere che il lavoro svolto non è affatto male. Oltre alla scelta stilistica della computer grafica, la produzione ha fatto una scelta audace anche nella caratterizzazione dei mostri, i quali presentano caratteristiche estetiche brutte. Anna non è affatto la classica creatura “carina”, come spesso afferma Kento, ma forse è proprio questa peculiarità nel design che diventerà, nel lungo periodo, un elemento distintivo e vincente per la serie.

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My Daemon – Stagione 1: la recensione

Scritto da MarcoF  

Dungeons 4: la recensione

Dungeon 4, il nuovo gioco di Kalypso Media, ha finalmente ridato vita alla formula dei city builders per cattivoni. Unendo la gestione del nostro dungeon ad un RTS semplificato, il titolo offre un’esperienza stravagante e avvincente per gli appassionati del genere. Il gioco, sviluppato da Realmforge Studios, rappresenta la diretta continuazione di Dungeons 3 e si caratterizza per le due fasi di gioco differenti ma contemporanee che propone. Da un lato abbiamo il nostro covo, dove possiamo indirizzare i nostri servitori a scavare nella roccia, estrarre oro e mana, o costruire stanze, trappole e macchinari. Dall’altro lato, possiamo attaccare le forze del Bene, che tentano di respingere i nostri assalti con scarsa fortuna.

Dungeons 4 - Official Gameplay Teaser Trailer

Le due fasi di gioco si differenziano notevolmente sia per la gestione che per la resa visiva, anche se presentano alcune somiglianze. Nella gestione del dungeon, non abbiamo un controllo diretto sulle creature al nostro comando e dobbiamo utilizzare una mano gigante per dare loro istruzioni o attaccare il nemico. Tuttavia, questo sistema di controllo può risultare scomodo, specialmente a causa dell’affollamento a schermo e della mancanza di uno zoom adeguato. Inoltre, l’eccesso di finestre e la dimensione spropositata della mano tendono a limitare la visuale del giocatore, creando un certo disagio.

Nonostante questi inconvenienti, la gestione del dungeon è indubbiamente il punto di forza del gioco. Dungeons 4, basandosi sugli episodi precedenti della serie, offre la possibilità di creare covi personalizzati in base alle nostre preferenze e necessità. La campagna single player prevede missioni ben strutturate, ma la fase di costruzione della base ci dà una buona libertà creativa, permettendoci di posizionare trappole strategiche e ottenere una gratificazione simile a quella di Orcs Must Die. Inoltre, dobbiamo assicurarci di mantenere un costante afflusso di risorse per mantenere le strutture e i mostri al nostro servizio. Tuttavia, la gestione delle truppe risulta ancora scomoda, poiché dobbiamo spostare manualmente le schiere il più vicino possibile al nemico per poterle vedere all’opera. Inoltre, la manona gigante non si posiziona mai esattamente sul punto indicato dal cursore, rendendo il controllo meno preciso di quanto si vorrebbe.

Nella fase del gameplay esterno, il gioco segue le dinamiche dei classici RTS, dove dobbiamo guidare le nostre truppe verso le posizioni nemiche in massa. Tattiche e strategie contano poco, contano piuttosto il numero e la tipologia delle unità. Inoltre, abbiamo la possibilità di lanciare incantesimi per facilitare la vittoria o ribaltare l’esito di uno scontro negativo. Gli incantesimi, le trappole e molte delle stanze e dei mostri sono sbloccabili attraverso un pannello di ricerca semplificato, che ci permette di accedere immediatamente ai risultati desiderati utilizzando le risorse accumulate.

Dal punto di vista del multiplayer, è possibile giocare in cooperativa con un amico, dividendo i compiti per una sfida ancora più divertente. L’umorismo che pervade il gioco, insieme all’atmosfera scanzonata e allo stile grafico, si adatta perfettamente all’ambientazione e ai personaggi principali. Inoltre, la voce narrante, che è la stessa di The Stanley Parable, offre un valore aggiunto evidente.

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Dungeons 4: la recensione

Scritto da Il Cobra

Onimusha, l’anime di Netflix basato sul videogioco di Capcom

Netflix ha lanciato la tanto attesa serie anime Onimusha, ispirata all’acclamata serie di videogiochi survival di Capcom. Diretta dal rinomato regista Takashi Miike, la serie promette di essere un’autentica avventura ricca di azione e suspense. Onimusha segue le epiche vicende del leggendario samurai Miyamoto Musashi mentre affronta i demoni Genma in una terra vessata dalla povertà. La lama affilata di Musashi si abbatte sul male mentre attraversa scenari mozzafiato, offrendo agli spettatori uno spettacolo visivo senza precedenti. Gli appassionati della serie di videogiochi e gli amanti degli anime saranno sicuramente rapiti dalla storia avvincente e dalla sorprendente animazione di Onimusha.

Onimusha | Official Trailer | Netflix Anime

La trama inizia con Musashi, un samurai ormai in età avanzata ma ancora temibile, che viene incaricato di dare la caccia a Iemon, un samurai rinnegato corrotto dai Genma. Questi esseri sovrannaturali e demoniaci hanno donato a Iemon poteri impensabili, rendendolo una minaccia per l’intera regione. Determinato a fermare la sua follia, Musashi decide di recarsi in un antico tempio per ottenere il potente Guanto degli Oni, capace di conferire al suo possessore poteri sovrumani. Ma quale sarà il prezzo da pagare per questo potere?

Musashi, accompagnato da un gruppo di guerrieri devoti, intraprende un pericoloso viaggio verso una remota regione montuosa dove Iemon ha stabilito la sua base e sta pianificando un’epica vendetta. La serie offre un mix avvincente di azione, intrighi e scontri epici, tenendo gli spettatori incollati allo schermo fino all’ultimo episodio.

Rispetto ai videogiochi, la serie anime si differenzia nel racconto della storia, ma si ispira alla suggestiva ambientazione e al folclore giapponese che hanno reso popolare la saga di Onimusha. La narrazione, avvolta in un’atmosfera misteriosa, inizia con uno scontro epico al tempio per testare la degna dei poteri del Guanto degli Oni da parte di Musashi, un personaggio storico realmente vissuto tra il XV e il XVI secolo. Tuttavia, il motivo che ha portato un samurai così rinomato a dover affrontare questa sfida rimane oscuro fino alla fine della serie, lasciando il pubblico con molti interrogativi e suscitando curiosità sulla storia del nostro protagonista.

Sebbene la serie soffra di alcuni buchi di trama e di personaggi stereotipati, il gruppo di alleati di Musashi offre un interesse a parte, poiché sono tutti allievi del maestro che ha addestrato Iemon. La loro lealtà e l’onore giapponese sono la loro motivazione per unirsi a Musashi in questa pericolosa missione.Il ritmo narrativo iniziale può sembrare lento, con dialoghi filosofici che cercano di elevare il livello della serie, ma talvolta appesantiscono il lavoro e possono risultare noiosi per alcuni spettatori. Tuttavia, verso gli ultimi episodi, la serie prende slancio, offrendo una maggiore azione e combattimenti emozionanti. Tuttavia, l’accelerazione arriva un po’ troppo tardi nella trama e potrebbe far sì che alcuni spettatori abbiano già abbandonato la visione della serie.

Nonostante questi difetti narrativi, la serie brilla grazie all’eccezionale animazione, che combina modelli 3D, computer grafica e disegni realizzati a mano. Questa combinazione di tecniche innovative offre uno spettacolo visivo straordinario, lasciando a bocca aperta gli spettatori e confermando che il futuro dell’animazione potrebbe passare attraverso questa nuova formula. Nonostante qualche caduta di qualità nelle sequenze finali di combattimento, la serie rimane comunque un’esperienza coinvolgente e avvincente per gli appassionati di anime.

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Onimusha: la recensione

Scritto da MarcoF  

SPY×ANYA: Operation Memories

La famiglia Forger fa il suo debutto nei videogiochi con il nuovo SPY×ANYA: Operation Memories di Bandai Namco Europe. Basato sulla serie manga e anime SPY x FAMILY, i giocatori prenderanno il controllo di Anya Forger, un’orfana con abilità telepatiche che è stata adottata da Loid Forger.  Il gioco sarà disponibile dal 28 giugno 2024 per PlayStation 5, PlayStation 4 e Nintendo Switch.

[Italiano] SPYxANYA: Operation Memories - Release Date Trailer

Per una ragazzina vivace come Anya e la famiglia Forger non esiste una giornata normale. La piccola telepate ha ricevuto una missione speciale dall’Eden College: deve creare il più incredibile diario fotografico di sempre! I giocatori accompagneranno Anya nelle sue giornate aiutandola a catturare e creare ricordi indimenticabili in vari modi e luoghi. Che sia a casa, a scuola o durante una gita, le opportunità per vivere dei momenti speciali saranno ovunque.

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Oltre al gioco base, sarà disponibile un’edizione Deluxe in formato digitale che include due DLC con tanti accessori e completi eleganti per la famiglia Forger, nonché alcuni oggetti speciali di gioco!

SPYxANYA: OPERATION MEMORIES sarà disponibile dal 28 giugno 2024 per PlayStation 5, PlayStation 4 e Nintendo Switch. La data di uscita per Steam sarà comunicata più avanti.

“I Tre Giorni Dopo La Fine”: recensione di un’opera ambigua e coinvolgente

Il recente tsunami del 2011 che ha colpito le coste del Giappone settentrionale, portando a migliaia di morti, l’annientamento di città costiere intere e una grave fuoriuscita di materiale radioattivo dalla centrale nucleare di Fukushima, è un evento che non sarà mai dimenticato dalla storia moderna. È proprio su questa tragedia che si focalizza la nuova miniserie televisiva “I Tre Giorni Dopo La Fine”, composta da otto puntate, che cerca di raccontare gli sforzi eroici compiuti dai lavoratori della centrale per evitare conseguenze ancora più devastanti.

I TRE GIORNI DOPO LA FINE (2023) | Trailer sub ita della serie Netflix

È ormai una consuetudine nella narrazione cinematografica e televisiva romanzare o distorcere gli eventi storici più tragici per attrarre il pubblico. Tuttavia, questa pratica non va sottovalutata, in quanto le persone apprendono principalmente dalla televisione piuttosto che dai libri di storia. In questo contesto, “I Tre Giorni Dopo La Fine” può essere considerata una creazione ambigua, sospesa tra la verità e la finzione, che corre il rischio di nascondere una mera operazione di marketing dietro una patina di buoni propositi.

La serie televisiva si concentra sulla vita degli operatori della centrale nucleare di Fukushima, isolati dal mondo a causa dello tsunami e costretti ad affrontare una serie di emergenze potenzialmente apocalittiche. La storia offre uno sguardo intimo sulle difficoltà, le paure e le azioni eroiche dei protagonisti, suscitando nel pubblico una sensazione di tensione palpabile. Tuttavia, va sottolineato che la serie non cade mai nell’eccesso o nella volgarità, mantenendo una coerenza complessiva e una buona struttura narrativa.

“I Tre Giorni Dopo La Fine”, in similitudine con l’acclamata serie “Chernobyl”, non adotta una prospettiva corale, ma focalizza l’attenzione su pochi personaggi chiave. In questo caso, i protagonisti principali sono il direttore della centrale di Fukushima, interpretato da Koji Yakusho, il capoturno del reattore 3, interpretato da Yutaka Takenouchi, e il Primo Ministro giapponese, interpretato da Fumiyo Kohinata. Attorno a questi personaggi ruotano diverse figure minori, ognuna con il suo ruolo specifico e la sua relativa importanza, pur non ricevendo un approfondimento dettagliato.

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I Tre Giorni Dopo La Fine: la recensione

Scritto da Il Cobra

 

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