C’è un momento dell’anno – anzi, diversi momenti – in cui le fiere diventano passerelle, i corridoi dei centri congressi si trasformano in mondi alternativi e le strade adiacenti ai poli fieristici si popolano di creature uscite direttamente da un manga, un anime, una serie TV o un videogioco. È il regno del cosplay italiano, un universo caleidoscopico e sempre in fermento, che segue, e spesso anticipa, le tendenze culturali e pop degli ultimi mesi. Nel cuore pulsante di questo movimento creativo si annidano influenze continue che arrivano direttamente dalle produzioni di maggior successo del momento: ogni anno – e, ultimamente, ogni stagione – c’è un nuovo personaggio che domina la scena. Non solo nei raduni o sui palchi delle competizioni cosplay, ma anche online, nelle community social, su TikTok e Instagram, nei tutorial di trucco e nei gruppi di crafting. Il cosplay, oggi, non è più solo passione, ma è diventato anche specchio istantaneo della cultura nerd contemporanea, una risposta visiva e creativa a ciò che amiamo, seguiamo, binge-watchiamo.
Se l’anno scorso è stato Mercoledì Addams a invadere fiere e social network, con il suo sguardo gotico e la sua iconica danza diventata virale, oggi tocca al caotico e provocatorio universo di Hazbin Hotel. Lo show creato da Vivienne Medrano, esploso inizialmente come fenomeno su YouTube e poi approdato su Prime Video con una serie animata prodotta da A24, è riuscito in qualcosa di rarissimo: portare uno stile visivo fortemente distintivo nel mainstream e creare personaggi talmente forti, visivamente e caratterialmente, da diventare immediatamente “cosplayabili”.
Basta fare un giro a qualsiasi evento nerd recente per trovarsi circondati da versioni italianissime di Charlie, Alastor, Angel Dust e Vaggie, reinterpretati con amore, cura per i dettagli e tanta voglia di dare corpo a un mondo surreale dove i peccati diventano potenziale redenzione. E in un’epoca in cui l’identità è sempre più fluida e la creatività non ha limiti, Hazbin Hotel è la tempesta perfetta per i cosplayer: personaggi androgini, abiti eccentrici, trucco scenico, performance vocali teatrali. Un sogno ad occhi aperti per chi ama mettersi in gioco e reinventarsi.
Ma l’effetto Hazbin non è certo un caso isolato. Lo abbiamo visto succedere anche con Bowsette, nata da una semplice fanart virale su Twitter e divenuta in pochissimo tempo una delle scelte cosplay più iconiche del web. O con Harley Quinn, la versione “Suicide Squad” interpretata da Margot Robbie, che ha colorato ogni evento nerd dal 2016 in poi con mazze da baseball glitterate e capelli bicolore. E ancora, Joker, versione Joaquin Phoenix, che ha letteralmente colonizzato le strade del Lucca Comics 2019, con decine e decine di clown tristi e inquietanti che ballavano sulle scale o declamavano monologhi esistenzialisti.
Il bello del cosplay in Italia è proprio questo: non è mai statico. È un organismo vivo, che si nutre di tendenze, hype, emozioni collettive. Quando una serie funziona, quando un personaggio riesce a penetrare l’immaginario con forza, ecco che l’intera community si mobilita. Sartorie artigianali si mettono all’opera, cosmaker aprono le commissioni, i social esplodono di work in progress, prove trucco, pattern, tutorial e foto in posa.
La risposta del pubblico è immediata. Perché il cosplay, oltre ad essere un atto d’amore verso un’opera, è anche un modo per entrare a far parte di qualcosa di più grande: una tribù, una narrativa condivisa, una moda effimera ma potente che unisce migliaia di persone che parlano la stessa lingua – quella della cultura geek. È anche una forma di resistenza artistica: in un mondo che corre veloce, dove ogni trend è destinato a sparire nel giro di poche settimane, il cosplayer lo afferra, lo indossa, lo rende carne e ossa. E lo fa vivere ancora un po’.
Chi ha frequentato fiere come il Romics, il Napoli Comicon o il Lucca Comics & Games, sa bene quanto questo sia vero. In un solo padiglione puoi trovarti faccia a faccia con una versione gotica di Mercoledì, uno squinternato Rick Sanchez, una spavalda Yor Forger, una dolce Nezuko, e ora – inevitabilmente – con un trio di peccatori scatenati da Hazbin Hotel. Ogni stagione ha i suoi “cosplay dominanti”, che si impongono come delle vere e proprie mode nerd. E ogni volta è affascinante osservare come il fandom si reinventa, reinterpreta, mescola ispirazioni diverse, fondendo estetiche e suggestioni.
Ciò che rende unica la scena cosplay italiana, però, è anche la sua anima artigianale. Dietro ogni costume c’è passione, sacrificio, notti passate a cucire, stampare, colorare, imparare nuove tecniche. Non si tratta solo di indossare un personaggio: è dargli vita. Ed è anche un modo per esprimere se stessi attraverso altri volti, come se ogni cosplay fosse una maschera che rivela – anziché nascondere – chi siamo davvero.
E allora sì, possiamo dire che ogni volta che un anime o una serie esplode, la scena cosplay italiana risponde come una reazione chimica. L’immaginario si infiamma, le stoffe si tagliano, i contorni si disegnano. E ciò che ne viene fuori è un’esplosione di creatività che colora le nostre fiere, alimenta i nostri feed, accende le passioni.
Quale sarà il prossimo personaggio a invadere il cosplay italiano? Forse qualcosa in arrivo da Solo Leveling o dalla seconda stagione di Jujutsu Kaisen? O magari vedremo il ritorno di vecchie glorie, reinterpretate in chiave moderna? Di certo una cosa è chiara: finché ci saranno storie forti e personaggi indimenticabili, il cosplay continuerà ad essere la più straordinaria celebrazione visiva della nostra nerd culture.
E tu? Hai mai indossato un cosplay ispirato a un personaggio del momento? Qual è il tuo personaggio da sogno da portare a una fiera? Raccontacelo nei commenti, condividi questo articolo con la tua community e facci sapere qual è stata la tendenza cosplay che ti ha conquistato!