Interfaccia cervello-computer cinese: una scimmia controlla un braccio robotico “con il pensiero”

Un team di ricercatori cinesi ha annunciato di aver sviluppato con successo un’interfaccia cervello-computer (BCI) in grado di controllare un braccio robotico mediante il “pensiero” di una scimmia. La tecnologia, chiamata Neucyber, è stata presentata dalla società Beijing Xinzhida Neurotechnology durante il Forum annuale di Zhongguancun a Pechino.

Neucyber è un chip cerebrale impiantato che traduce i segnali elettrici del cervello in comandi per il braccio robotico. Secondo l’agenzia di stampa cinese Xinhua, si tratta della prima BCI invasiva ad alte prestazioni sviluppata in Cina.

La dimostrazione ha mostrato una scimmia in grado di utilizzare il braccio robotico per raccogliere un oggetto. La scimmia era legata all’interno di un contenitore di plexiglass con fili collegati al suo cervello. Un video della dimostrazione mostra la scimmia che muove il braccio robotico con precisione e fluidità.

Lo sviluppo di Neucyber rappresenta un passo significativo nel campo delle BCI.

Queste interfacce hanno il potenziale per rivoluzionare il modo in cui interagiamo con la tecnologia, permettendo alle persone con disabilità di controllare protesi o altri dispositivi con il loro pensiero.

Tuttavia, la tecnologia BCI solleva anche importanti questioni etiche.

Ad esempio, è importante garantire che i diritti e la privacy degli individui siano tutelati quando si utilizzano queste interfacce.

La Cina sta investendo pesantemente nello sviluppo di tecnologie BCI. Questo annuncio rappresenta un altro passo avanti nella corsa del paese per diventare leader mondiale nel campo dell’intelligenza artificiale.

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Giocare con la mente? Basta un caschetto, niente Neuralink!

Dimenticate gli impianti neurali di Elon Musk: un team di ricercatori dell’Università del Texas di Austin ha sviluppato un’interfaccia cervello-computer (BCI) indossabile che permette di giocare ai videogiochi usando solo la mente!

Obiettivo primario: migliorare la vita dei disabili

Non si tratta di fantascienza, ma di una tecnologia concreta con un potenziale rivoluzionario. L’obiettivo principale è quello di aiutare persone con disabilità motorie, ma le sue applicazioni potrebbero estendersi ben oltre il mondo dei videogames.

Come funziona?

Il sistema si basa su un caschetto dotato di elettrodi che captano i segnali elettrici del cervello. Questi segnali vengono poi decodificati da un computer e tradotti in azioni di gioco.

Un vantaggio importante: l’autocalibrazione

Uno dei punti di forza di questa tecnologia è la sua capacità di autocalibrarsi. Questo significa che non è necessaria una lunga e noiosa calibrazione manuale per ogni singolo utente, come invece accade con la maggior parte delle BCI esistenti.

“Non avremo bisogno di un team specializzato per la calibrazione”

“Questa tecnologia farà sì che non avremo bisogno di un team specializzato per eseguire questo processo di calibrazione, che è lungo e noioso”, ha affermato Satyam Kumar, studente laureato nel laboratorio del dottor José del R. Millán. “Sarà molto più veloce passare da un paziente all’altro”.

Allenare la plasticità cerebrale

Oltre a permettere il controllo di videogiochi, questa BCI può anche essere utilizzata per allenare la plasticità neurale, ovvero la capacità del cervello di adattarsi e cambiare.

Test su 18 soggetti e futuro promettente

I ricercatori hanno testato la tecnologia su 18 soggetti senza disabilità motorie, ottenendo risultati incoraggianti. In futuro, l’obiettivo è quello di testare la BCI su persone con disabilità e di sviluppare nuove applicazioni, come ad esempio il controllo di protesi o di exo-scheletri.

Un passo avanti verso il futuro

Questo studio rappresenta un passo avanti importante nel campo delle interfacce cervello-computer e apre nuove e interessanti prospettive per il futuro.

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