J.R.R. Tolkien e l’Italia: un amore a prima vista

Nel 1955, il professore di Oxford J.R.R. Tolkien, autore della trilogia fantasy “Il Signore degli Anelli”, visitò l’Italia per la prima volta. Il suo viaggio fu breve, ma lasciò un segno profondo nel suo cuore e nella sua opera.

Tolkien trascorse una settimana a Venezia, dove fu colpito dalla bellezza della città e dalla sua storia millenaria. Si sentì come se fosse giunto nel cuore della cristianità, e fu ispirato a scrivere alcune delle sue pagine più evocative.

Nel 1966, Tolkien tornò in Italia per una crociera nel Mediterraneo. Questa volta, visitò anche la Sicilia, dove rimase affascinato dalla natura vulcanica dell’isola. Il Monte Etna gli ispirò la creazione del Monte Fato, un’importante location de “Il Signore degli Anelli”.

L’amore di Tolkien per l’Italia non era solo un amore per la bellezza del paese. Era anche un amore per la sua cultura e la sua storia. Tolkien era un appassionato di Dante, e la sua visione della Terra di Mezzo è stata influenzata dalle opere del sommo poeta.

Il viaggio di Tolkien in Italia fu un’esperienza importante per la sua vita e la sua opera. L’Italia ha lasciato un segno indelebile nel suo lavoro, e i lettori di tutto il mondo possono ancora apprezzare l’influenza italiana nel mondo immaginario di Arda.

L’Unico Anello: il vero “cattivo” de Il Signore degli Anelli

L’Unico Anello, l’artefatto più celebre e discusso dell’universo immaginario di Arda, creato dal famoso scrittore inglese J.R.R. Tolkien, ha un ruolo di primaria importanza nei romanzi “Lo Hobbit” e nella trilogia successiva “Il Signore degli Anelli“.

La capacità degli elfi di lavorare i gioielli era una vera e propria specialità che si era perfezionata nel corso dei millenni grazie ai loro maestri orafi di Eregion. Durante la Seconda Era di Arda, l’elfo Celebrimbor incarnò al meglio questa straordinaria arte, perfezionando le sue abilità nella forgiatura di oggetti che racchiudevano un grande potere, seguendo le orme del nonno Fëanor e dei suoi Silmaril. Sauron, con piena consapevolezza di questo talento, decise di sfruttarlo a proprio vantaggio infiltrandosi nell’Eregion sotto falsa identità, Annatar, per istruire i maestri orafi elfici. Grazie alle sue istruzioni, l’arte elfica raggiunse livelli così elevati da spingere alla creazione degli Anelli del Potere, inizialmente diciannove. Di questi, nove furono consegnati agli Uomini, sette ai Nani e tre agli Elfi. Solo i Tre Anelli degli Elfi rimasero privi di corruzione, poiché erano stati forgiati da Celebrimbor senza l’influenza di Sauron. Tuttavia, il Signore Oscuro desiderava impossessarsi di questi anelli e forgiò quindi l’Unico Anello, sovrano sugli altri e sui loro portatori. L’Unico Anello fu l’ultimo tra gli Anelli del Potere a essere forgiato, opera di Sauron nell’anno 1600 della Seconda Era.

Per ottenere il controllo sugli altri anelli, Sauron infuse nel suo Unico Anello una parte del proprio potere. Questo potente artefatto venne forgiato in segreto nei fuochi dell’Orodruin, il Monte Fato. Quando indossava l’Anello, Sauron era quasi invincibile e nessuno poteva opporvisi. Durante l’ultima battaglia della Seconda Era, guidata dai grandi Gil-galad, re degli elfi, ed Elendil, la coalizione di uomini ed elfi marciò contro l’esercito di Mordor. Dopo un assedio durato sette anni, Sauron scese personalmente in battaglia e affrontò Gil-galad ed Elendil, i quali persero la vita nello scontro. Tuttavia, Isildur, figlio di Elendil, riuscì ad amputare il dito di Sauron, insieme all’Anello, utilizzando i frammenti della spada Narsil. A seguito di questo atto, Sauron perse gran parte del suo potere e temporaneamente abbandonò la sua forma fisica.

Nella saga tolkieniana, l’Unico Anello ha costantemente avuto il sopravvento su Sauron. Emerge chiaramente la sottomissione del Signore Oscuro quando tentò per due volte di conquistare la Terra di Mezzo durante la Seconda Era. La prima volta, questa sua ambizione sfociò nella tragedia dell’affondamento di Númenor. In seguito, nel tentativo di riguadagnare il potere, Sauron si era ridotto a contare sul potere racchiuso nell’Anello, che lo rendeva un orrore da vedere. Durante la Guerra dell’Ultima Alleanza, egli perse l’Unico Anello a favore di Isildur, ulteriore conferma della sua sudditanza. Nonostante l’Unico Anello fosse stato creato proprio con il suo stesso potere, Sauron non poteva più accedervi autonomamente e ci vollero molti anni perché riuscisse a ricostruirlo.

Durante gli eventi della Terza Era, Sauron si ossessionò completamente nella ricerca del suo Anello, probabilmente ancor più che nella conquista della Terra di Mezzo. Sebbene la seconda possibilità avrebbe garantito la realizzazione della prima, ciò che Sauron bramava veramente era impossessarsi del potere simboleggiato dall’anello. Era incapace di sopportare l’idea che qualcun altro avrebbe potuto utilizzare il suo potere contro di lui e ciò era dovuto proprio all’influenza che l’Anello stesso esercitava su di lui, come aveva fatto con Smeagol e successivamente con Bilbo.

Non sarebbe un esagerazione definire Sauron “il Signore degli Anelli”, tuttavia è importante sottolineare come l’Unico Anello esercitasse su di lui un’influenza quasi cosciente. Egli era affascinato dalla prospettiva di riappropriarsi del suo potere e di conseguire il dominio, proprio come coloro che aveva corrotto con il suo Anello. Pertanto, il vero potere de “Il Signore degli Anelli” risiedeva proprio nell’Anello stesso, poiché aveva il potere di corrompere tutto, persino il suo stesso creatore.

La Terra di Mezzo: L’Ombra di Mordor

La Terra di Mezzo: L’Ombra di Mordor è un videogioco di ruolo/azione ispirato all’universo fantasy trattato nei romanzi di J.R.R. Tolkien, sviluppato da Monolith Productions e da Behaviour Interactive (che si è occupata del porting per PlayStation 3 e per Xbox360) e pubblicato da Warner Bros. Interactive Entertainment. Gli eventi del gioco, sebbene originali e non seguenti il canone tolkieniano, si potrebbero collocare poco dopo quelli de Lo Hobbit, precedendo i fatti de Il Signore degli Anelli. Il gioco è stato pubblicato per PlayStation 3, PlayStation 4, Xbox 360 e Xbox One e PC Windows. L’uscita del gioco è stata anticipata dal 7 ottobre 2014 al 30 settembre 2014 in Nord America e al 3 ottobre 2014 in Europa, mentre in Australia la data è rimasta quella dell’8 ottobre 2014. Il 4 marzo 2015 Feral Interactive annuncia il prossimo arrivo della versione per Linux, SteamOS e per macOS, rilasciato poi il 31 luglio 2015 ufficialmente.

Dopo la sua sconfitta a Dol Guldur, Sauron ritorna a Mordor per riorganizzarsi per la guerra. La Terra Nera è sotto il controllo, al Cancello Nero, di un manipolo di soldati di Gondor, tra i quali Talion Senzamorte (lo stesso soprannome Durin, primo signore di Moria.), un ramingo posto a guardia di quel posto, insieme a sua moglie Ioreth e a suo figlio Dirhael. Quella notte, Sauron attacca il Cancello Nero con i suoi Uruk, riprendendolo sotto il suo comando; i soldati di Gondor vengono uccisi tutti. Talion cerca di fuggire con la moglie e il figlio, ma vengono catturati dai Capitani Neri, i maggiori servi di Sauron dopo i Nazgûl. Il loro capo, la Mano Nera di Sauron, li uccide. Ma (nel mondo a cavallo tra quello dei vivi e quello dei morti) Talion si risveglia e gli si presenta lo spettro di un Elfo, il quale lo informa che a causa di una maledizione la morte lo ha esiliato e che ora sono legati tra il mondo dei vivi e il regno spettrale; per spezzare la maledizione devono trovare il responsabile: la Mano Nera di Sauron. Attaccando un gruppo di Uruk, Talion usa i poteri dell’Elfo per sapere dove si trova la Mano Nera, e l’Uruk gli rivela che aveva uno schiavo, il quale giurava di averlo affrontato, e che lo ha venduto allo schiavista Gimûb. Eliminato l’Uruk, Talion scopre che lo schiavo è Hirgon, un suo vecchio amico che dieci anni fa aveva disertato al Cancello Nero, e che si è unito ai Reietti, Uomini che vivono in esilio a Mordor. In quel momento Talion e lo spettro vedono una figura che li osserva di nascosto. La seguono in una caverna di Caragor, dove scoprono un medaglione: non appena Talion lo tocca, fluiscono nella sua mente ricordi frammentati dello spettro. Appena ripresosi, Talion deve vedersela con il Caragor della caverna e da un gruppo di cacciatori Uruk. Al termine dello scontro, scoprono che la strana figura è Gollum, un Mezzuomo corrotto dal potere dell’Unico Anello. La piccola creatura sembra poter vedere lo spettro, chiamandolo “Lucente Signore”, e gli propone di ritrovare alcuni oggetti appartenuti a lui cosicché possa ritrovare la memoria; pur non fidandosi completamente di un essere così infido, i due acconsentono. Il nuovo cimelio si tratta di un diadema, il quale rivela allo spettro che un tempo lui era un grande signore degli Elfi e che aveva una famiglia. Un giorno venne da lui un signore magnanimo che gli offrì in dono un martello da fabbro di mithril. Tuttavia, i ricordi si interrompono e proprio in quel momento vengono attaccati da un branco di Ghûl, ma riescono a respingerli. Al prossimo punto di incontro Gollum non si trova, ma ha lasciato delle tracce che conducono ad una caverna di Graug. Distratto l’enorme bestione, Talion si infiltra nella caverna e trova il manufatto, delle pinze da fabbro le quali rivelano che lo spettro si tratta di Celebrimbor, il più grande fabbro elfico della Seconda Era, noto per aver forgiato tramite i consigli di Annatar, il Signore dei Doni (in realtà Sauron travestito), gli Anelli del Potere, poi ucciso insieme a tutta la sua famiglia dallo stesso Sauron. Usciti dalla grotta rincontrano Gollum, e Celebrimbor capisce che Sauron lo rivuole affinché fabbrichi altri Anelli del Potere da dare ai suoi alleati. A questo punto Talion e Celebrimbor decidono di passare subito all’azione per cercare di avvicinarsi alla Mano Nera. In un accampamento, Talion incontra Ratbag, un Uruk schernito dai suoi simili per la sua goffaggine, che si offre di aiutarlo ad incontrare la Mano Nera; per farlo Ratbag deve guadagnare più influenza sugli Uruk, prendendo il posto dei capitani uccisi da Talion, spacciandosi poi come il vero esecutore. Il primo di essi è Goroth, che riescono ad eliminare facilmente grazie alla sua paura per i Caragor. Il secondo è Brogg: tuttavia egli è uno dei boia, ovvero Uruk che mantengono l’ordine nell’esercito di Sauron con ferrea disciplina evitando continue lotte intestine, e Ratbag viene imprigionato e pronto per essere giustiziato insieme agli altri perché ritenuto un intralcio. Ucciso anche Brogg, Ratbag dice a Talion che se andrà dal comandante, ovvero colui al quale Brogg rispondeva, lo sostituirà a lui come sua guardia del corpo, cosicché avrebbe trovato più informazioni sulla Mano Nera. Tuttavia, Ratbag scopre a sue spese che il comandante è Mogg, il gemello di Brogg, che furioso per la sua morte fa torturare Ratbag dai suoi carcerieri. Salvatolo ed eliminato anche Mogg, Ratbag diventa così il nuovo comandante; mentre gli altri quattro vengono uccisi da Talion per indebolire l’esercito di Sauron. A questo punto, Talion va nel nascondiglio dei Reietti, dove, insieme a Hirgon progettano di distruggere il Gorthaur, un oscuro monumento dedicato a Sauron (in Sindarin Gorthaur era il nome con cui veniva chiamato) che rappresenta il suo dominio sugli uomini. In un accampamento degli Uruk riescono a prendere della polvere esplosiva e a salvare Eryn, la Reietta alla quale Hirgon si è legato. Grazie ad un carro di barili di grog riescono a far crollare il Gorthaur, in questo modo attireranno l’attenzione dei Capitani Neri. Talion, però è preoccupato per l’incolumità dei Reietti, perché un simile sacrilegio all’Oscuro Signore per i suoi servitori non resterà impunito, così ordina a Hirgon di farli uscire da Mordor. Alle rovine del Gorthaur, si presenta solo uno dei Capitani Neri, il Martello di Sauron. Alla domanda sul perché i comandanti non abbiano fatto nulla per impedire il sacrilegio, gli Uruk gli fanno “presentare” Ratbag come l’unico di loro sopravvissuto, e il Martello lo uccide di suo pugno per la sua inettitudine. Talion si fa avanti, tra lo stupore del Martello che lo riconosce come il ramingo che avevano catturato (soprattutto lui) al Cancello Nero, e dopo un duro scontro lo uccide, benché Celebrimbor avrebbe voluto sapere da lui qualcosa. In quel momento compare Lithariel, un Umana del Mare di Núrnen e figlia della loro regina, Dama Marwen, la quale ha avuto una visione in cui sarebbero stati salvati solo dal Creatore d’Anelli, Celebrimbor. Arrivati a Núrn, una rigogliosa zona di Mordor grazie all’immenso lago, Talion e Celebrimbor incontrano l’anziana Marwen, la quale gli dice attraverso delle visioni che l’Oscuro Signore e il suo esercito marceranno su Mordor, ma risveglieranno un grande potere per impedirlo. Come primo passo, Dama Marwen dice a Talion di andare alla Cicatrice di Morgoth, sottrarre un altro manufatto di Celebrimbor ai Ghûl e trovare un Nano. Arrivato alla Cicatrice di Morgoth, Talion supera i Ghûl e trova la reliquia: il martello di mithril forgiato da Sauron e ricoperto con il sangue della famiglia di Celebrimbor. Il manufatto mostra quando Sauron creò l’Unico Anello, e quando se lo mise al dito, Celebrimbor e Galadriel scoprirono che li aveva traditi. Per scappare dalla caverna, Talion arriva a fronteggiare una Matriarca Ghûl, ma sembra che per lui sia la fine, quando, proprio davanti all’entrata della caverna, qualcuno lo salva con un barile di polvere esplosiva. Quel qualcuno è Torvin, il Nano di cui aveva parlato Dama Marwen. Una volta presentati, Torvin informa Talion che anche lui è alla ricerca dei manufatti di Celebrimbor, e che uno di loro è custodito da un Graug più grande del normale, che oltretutto è colui che ha ucciso suo fratello Gorvin. Insieme a Torvin, che si rivela essere un cacciatore, Talion impara a domare i Caragor per usarli contro gli Uruk. Ritornato da Dama Marwen, costei gli spiega che se vuole essere libero dalla maledizione che lo unisce a Celebrimbor dovrà distruggere la Mano Nera e i suoi seguaci, e per farlo dovranno creare un esercito di Orchi per contrastare il loro. Per sapere come unire gli Uruk alla sua causa, volenti o nolenti, Talion, su consiglio della regina, si reca a una fortezza vicina, dove gli Uruk stanno giustiziando dei prigionieri. Talion, grazie ai poteri di Celebrimbor, prende possesso delle menti di alcuni Uruk, mentre i restanti vengono uccisi. I prigionieri, i quali sapevano che sarebbe venuto, gli danno un altro manufatto, il diadema di Celebrimbor, il quale mostra la devastazione di Eregion ad opera di Sauron e che nonostante Celebrimbor opponesse una strenua resistenza, alla fine venne catturato dall’Oscuro Signore insieme alla sua famiglia e portati a Mordor. Ritornato da Dama Marwen, costei gli dice che per creare un esercito che sia degno di quello della Mano Nera, deve cercare un comandante, di modo che, una volta preso possesso della sua mente anche i suoi subordinati saranno ai suoi ordini. Talion, così, marchia i cinque comandanti di Núrnen e forma così il suo esercito. Più tardi rincontra anche Torvin che, in vista per il combattimento contro il possente Graug, gli insegna il modo per cacciarne uno normale. Proprio in quel momento arriva un branco di Uruk cacciatori e Talion fa una cosa impressionante: grazie ai poteri di Celebrimbor riesce a domare il Graug e ad usarlo contro gli Uruk, per poi ucciderlo. Torvin, impressionato da ciò, decide che è giunto il momento che affrontino il possente Graug. Arrivati nella sua caverna scoprono che il Graug non c’è, così decidono di tendergli un’imboscata. Nella caverna, Talion trova un altro manufatto: uno scalpello da fabbro, il quale gli rivela come Celebrimbor fosse stato portato a Mordor e che Sauron lo abbia sottomesso grazie al potere dell’Unico Anello. Proprio in quel momento, il possente Graug rientra e fa svenire subito Torvin; Talion, dopo un combattimento nel quale usa tutta la sua astuzia, riesce a indebolirlo affinché lui e Torvin (ripresosi) lo uccidano, vendicando la morte del fratello del Nano. Ritornato da Dama Marwen, la Regina della Riva si rivela essere sotto il controllo di Saruman, lo Stregone Bianco: era stato lui a manipolare Marwen affinché potesse prendere Celebrimbor e usarlo per lo stesso motivo di Sauron, ma per sconfiggerlo e conquistare lui la Terra di Mezzo. Fortunatamente, Lithariel riesce a distruggere il bastone di sua madre, il collegamento tra lei e Saruman, e a liberarla dallo Stregone Bianco, facendola ringiovanire. Preoccupata per la salute di sua madre, Lithariel, insieme ad alcuni soldati e a Talion, si infiltra in un accampamento degli Uruk e prende la medicina. Poi pianifica un’imboscata ai porti di Núrnen, dove, però, viene catturata dalla Torre di Sauron. Talion riesce a liberarla e escono dai porti. Ora che i preparativi sono pronti, grazie a delle navi degli abitanti, Talion e i comandanti Uruk partono per stanare la Mano Nera, mentre Dama Marwen e Lithariel si organizzano per andarsene da Mordor. Arrivato a Ered Glamhoth, Talion non trova la Mano Nera ma la Torre, il quale gli rivela che non c’è alcuna maledizione che lega lui e Celebrimbor, ma è lo stesso elfo a permettergli di vivere. Dopo un combattimento in cui la Torre utilizza i suoi poteri illusori per sconfiggere Talion, nascondendosi anche dietro il volto della moglie Ioreth, il ramingo lo trafigge finché il Capitano Nero non muore. Sentendosi ingannato anche da Celebrimbor, quest’ultimo afferma che si era legato a lui perché potesse avere vendetta, e rimane solo una cosa da fare per chiudere il cerchio: trovare la Mano Nera di Sauron. Ritornati a Núrnen, scoprono che la città della gente di Marwen è stata saccheggiata. Nella casa della donna trovano Gollum, che è riuscito a nascondere agli Uruk l’ultimo manufatto di Celebrimbor: un altro diadema, il quale mostra a Talion che Celebrimbor, assoggettato al volere di Sauron, perfeziona l’Unico Anello; in realtà Celebrimbor ha solo finto di collaborare con Sauron e ha modificato l’Anello affinché funzioni anche su di lui; una volta indossato, Celebrimbor scappa da Sauron in cerca di un modo per sconfiggerlo. Talion fa appena in tempo a svegliarsi che schiva la pietra che Gollum stava per fargli cadere, in quanto li aveva aiutati solo per riprendersi l’Anello, ma, intimorito da Celebrimbor, scappa e li lascia per sempre. In quel momento Sauron risveglia Monte Fato perché sa dove i due si trovano. Insieme ai comandanti Uruk, Talion ritorna a Udûn, più precisamente al Cancello Nero, dove sconfigge i Cinque Artigli della Mano Nera per poi confrontarsi con il Capitano Nero. Quest’ultimo gli rivela che Celebrimbor, grazie al potere dell’Unico Anello, è riuscito a creare un esercito di Orchi da poter sfidare quello di Sauron, che partecipa personalmente alla battaglia, con accanto la moglie e la figlia dell’Elfo prigioniere. Celebrimbor riesce ad avere la meglio su Sauron, ma l’Oscuro Signore, dato che nell’Unico scorre buona parte della sua essenza, riesce a toglierlo da Celebrimbor e a sconfiggerlo. Sconfitto, Celebrimbor vede sua moglie e sua figlia venire uccisi da Sauron sotto i suoi occhi, prima di essere lui stesso ucciso dal martello di mithril che l’Oscuro Signore, un tempo, gli aveva donato. A quel punto, la Mano Nera assorbe lo spirito di Celebrimbor non prima di essersi tolto la vita per far sì che il suo signore possa prendere possesso del suo corpo (dato che Sauron dopo la caduta di Numenor (avvenuta dopo la forgiatura dell’unico) perse il suo potere di cambiare forma potendo solo possedere i corpi dei numenoreani neri più potenti). Con l’immenso potere preso dalla Mano nera ormai esangue e da Celebrimbor Sauron riesce a riprendere la sua forma fisica. L’Oscuro Signore di Mordor si appresta ad uccidere Talion; tuttavia, Celebrimbor ostacola Sauron dall’interno permettendo a Talion di riunirsi al suo compagno e sconfiggerlo. Raggiunto finalmente il loro obbiettivo, Celebrimbor è pronto a lasciare Talion, così entrambi avranno finalmente pace. Tuttavia, il ramingo lo persuade dicendogli che ora che Sauron, seppur indebolito, è ritornato non potranno riposare finché non avranno fatto qualcosa per fermarlo. Guardando l’Orodruin in fiamme all’orizzonte, Talion esclama: « È tempo di forgiare un nuovo Anello. »

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