Salve,benvenuti, o bentornati su questi lidi.
Ed inizio subito chiedendovi scusa, perché quello che state per leggere difficilmente può definirsi un articolo, in quanto sarà un flusso di coscienza dettato da quello che gli storici definirebbero come ‘fanatismo mistico’, ma, visto il soggetto, era inevitabile.
Avrei potuto prendere la strada più semplice,fare una rapida carrellata delle opere animate di SONODA, e chiudere lì la questione, ma in questi giorni compio gli anni, e quest’anno supererò il quarto di secolo, per cui voglio fare qualcosa, guardando indietro, di cui essere orgoglioso. Ecco perché oggi vi parlo di Otaku no Video.
Ma che cos’è otaku no video?
Ebbene, si tratta di due OVA (original video animation, ovvero prodotti direttamente per l’allora fiorente mercato home video) usciti rispettivamente a Settembre e Dicembre 1991, ma ambientati fra il1982 e l’allora futuristico 2035, almeno per quanto riguarda la parte animata. Sì, perché i due episodi si dividono in una metà animata, che racconta di come lo studente universitario, e giocatore di tennis, Kubo, in seguito ad un incontro con il suo ex compagno di scuola Tanaka, finisca con l’entrare, o sprofondare se preferite, nel complesso e contraddittorio mondo dell’essere un fan, mondo che viene contestualizzato dalla metà (finto)documentaristica, ovvero la decina di segmenti live action chiamati “portrait of an otaku”.
E questi segmenti, sebbene ispirati a persone reali, sono interpretati dallo staff che ha lavorato alla parte animata, ovvero quelli del fu studio Gainax. Ma perché fare tutto questo, potreste chiedervi,e, per farla breve, si tratta di un tentativo di riabilitazione.
Ora, per spiegare cosa intendo devo fare una digressione storica, ma cercherò di essere conciso: la cosiddetta ‘prima generazione otaku’ riguarda i giapponesi nati e cresciuti guardando l’animazione degli anni ’60 e ’70, e che, arrivati all’inizio degli ’80, sono diventati studenti universitari, quindi erano sulla soglia dell’entrare in società. Celebre è infatti, per chi era presente, la ‘dichiarazione del nuovo secolo di animazione’ del 22 febbraio 1981, ovvero la première dei film di Gundam, che va a popolarizzare l’immaginario di questa sottocultura nell’opinione pubblica.
Tuttavia, io ho parlato di riabilitazione, e questo perché, proprio alla fine della decade, quella stessa opinione pubblica viene sconvolta dai crimini di Tsutomu Miyazaki che, in una mossa usata anche per fumetti e videogiochi, viene apostrofato come ‘otaku killer’, incolpando i suoi hobby per le sue azioni. Capite bene, almeno spero, che ciò è dannoso per tutti i fan, quindi bisogna mostrare che una mela marcia non è indicativa di tutto l’albero, ed ecco perché viene creato Otaku no Video.
Dunque, la domanda che sorge spontanea è “l’opera riesce nel suo intento?” Sì e no. Sì perché mostra gli otaku per quello che sono, ovvero persone appassionate di qualcosa, forse a volte in maniera fin troppo esagerata, ma comunque innocue; e no perché questo intento viene messo in ombra da altro. Infatti uno dei temi portanti dell’opera, come altri hanno già fatto notare, e si un’autobiografia romanzata sulla nascita dello studio che creerà Evangelion, ma è soprattutto una storia sull’importanza della passione. Di quella passione che ti fa venire i pensieri intrusivi che devi buttare giù, che ti tiene sveglio fino a tardi, che ti spinge a dare il massimo anche se sei esausto e che non ti fa dormire la notte, perché il cuore batte troppo forte e la mente corre troppo veloce.
Ma vediamo di tirare le somme, ok?
Perché, nell’anno di nostra signora Haruhi 2025, qualcuno dovrebbe ancora guardare Otaku no Video? Principalmente per motivi storici e culturali.
E, a rischio di risultare pedante, credo che chiunque voglia definirsi otaku debba accettare sulle proprie spalle il peso di ciò che quella parola significa e che ha significato.
In definitiva, non è il mio prodotto preferito della fu Gainax, quel posto resta all’immortale Gunbuster, ma è il secondo o terzo a cui penso quando sento la parola Anime, al punto che la sua opening è da anni la mia suoneria.
Normalmente chiuderei chiedendovi cosa ne pensate, ma per questa volta, eccezionalmente, lasciatemi finire con un irrispettosissimo
“ ore wa kimoi otakudearu koto o hokori ni omoimasu da!!! “
(Sono orgoglioso d’essere uno schifoso Otaku!!!)
