Arianna Reddieblack, il talento che sboccia nel lockdown

Arianna Gaspardo, conosciuta sui social come Reddieblack, è una bravissima Cosplayer milanese nata nel 2004. Appassionata del mondo nerd, anime e manga ha deciso di entrare nel mondo di questa arte “che si crea e si indossa” da piccolissima, a soli 8 anni ha interpretato Anna di Frozen con un costume teatrale commissionato ad una sarta in Ucraina. La creativa scelto il suo nickname per via del colore dei suoi capelli: li aveva rossi e neri (red & black) così ha deciso di chiamarsi Reddieblack. La sua entrate “da grande” nel mondo Cosplay è stata nel 2019, poco prima dell’inizio della Pandemia, dopo essersi “innamorata” del capolavoro Death Note, scegliendo proprio Misa Amane come sua prima interpretazione! 

In pochissimo tempo, Arianna ha realizzato davvero tanti Cosplay: da Death Note ad Attack on Titan, da Genshin Impact a Nier Automata… non si riesce a contarli tutti! I suoi preferiti sono Dabi da My Hero Academia e Mikasa da Attack on Titan. Il Cosplay a cui è più legata è ovviamente 2B di Nier Automata (da cui l’immagine di copertina di questo articolo scattata da Fujikon Photo), un androide in uno scenario post apocalittico sulla terra il quale vero nome è YoRHa No.2 Type B dove B sta per battle ovvero modello da battaglia, ed è stata creata per combattere forme di vita aliene sulla terra.

Reddieblack non si è ispirata a nessuno in particolar modo, la sua scintilla creativa scaturisce direttamente da se stessa. Arianna preferisce acquistare gli outfit ma ultimamente si sta cimentando nella creazione di prop e costumi nel garage di casa sua insieme al suo ragazzo. Secondo lei si diventa dei bravi Cosplayer solamente impegnandosi e credendo in quello che si sta facendo. Una volta che si ha la creatività giusta tutto risulta più semplice! Ultimamente si parla molto degli original, secondo Arianna sono un’ottima via per chi non ha possibilità di acquistare un Cosplay vero e proprio oppure per chi non si trova bene con i personaggi standard. Arianna prende parte a tutti gli eventi organizzati da Epicos, dalle fiere vicine come il Festival del Fumetto di Novegro a quelle più lontane come il Rimini Comix.

Oltre al Cosplay, la giovane creativa, mostra il suo talento à lavorando come animatrice in alcuni villaggi estivi, facendo ballare dai più piccoli ai più grandi. Ha partecipato anche a degli eventi benefici come ospite: Accademia72, un’occasione per supportare l’associazione “Amici dei bambini cardiopatici”. Nella pandemia Arianna streammava su Twitch, poi ha perso l’interesse per via della community che si stava creando sulla piattaforma.

Secondo Arianna il mondo del Cosplay si è evoluto in due modi: da una parte si sta ampliando sempre di più la cerchia dei Cosplayer e delle persone appassionate a questo mondo. Dall’altra parte la community del Cosplay sta diventando abbastanza tossica, in quanto molti Cosplayer accusano di “copiare” un Cosplay quando nessuno ha l’esclusiva su niente. Secondo lei bisognerebbe prenderla più alla leggera e divertirsi! Per Arianna l’impatto che hanno avuto i social network nella diffusione del Cosplay è molto alto. Instagram, e non solo, è un’ottima rete di comunicazione anche per i piccoli Cosplayer perché permette di crescere tutti insieme.

La passione del Cosplay le ha fatto conoscere tante belle persone, soprattutto il suo ragazzo, anche lui Cosplayer e nerd appassionato. Le è capitato di imbattersi in persone che la criticano per il modo in cui fa Cosplay sopratutto da utenti con nomi falsi per celare la loro vera identità inviando domande anonime. Ormai ha però capito che bisogna farsi scivolare addosso certe cose! Arianna ha avuto proprio una brutta esperienza nell’ambito del Cosplay! Molta gente quando ha l’occasione volta le spalle al proprio amico, soprattutto nel suo caso dove si stanno mettendo in giro voci false sul suo conto. Bisogna fare attenzione a non cadere in queste trappole, si deve andare avanti per la propria strada senza badarci troppo. Il consiglio di Arianna è quello di tapparsi le orecchie, mettersi un Cosplay e divertirsi! Non ci dovrebbe essere competizione tra Cosplayer ma supporto.

Per approfondire la creatività di Arianna vi consigliamo di visitare i suoi profili ufficiali Instagram, Tiktok e Facebook.

Ilaria Kiubicchi: La volpe a nove code del Cosplay italiano!

Ilaria, in arte Kiubicchi, è una ragazza di 23 anni residente a Milano. Ha iniziato ad appassionarsi al mondo del cosplay verso il penultimo anno delle superiori, all’età di circa 16 anni, ed ha portato avanti questa passione fino adesso. Appassionata al mondo orientale, dopo gli studi in psicologia, ha continuato a portare avanti questa piccola passione volendo trasmettere il divertimento nel creare ed rendere reale, con la sua interpretazione, un personaggio tanto amato scoprendo così la felicità sul volto delle persone che la riconoscevano per le fiere.

Il nome Kiubicchi nasce dall’unione della parola “kiubi” di origine giapponese per indicare la volpe a nove code (anche conosciuta come Kyubi no Kitune) e il suffisso “chi” che, nonostante non sia un autentico suffisso usato in Giappone, è stato usato come vezzeggiativo per completare il nome in arte. Spesso e volentieri, a causa della lingua italiana, il nome viene pronunciato come “Kiubikki” usando la doppia c e l’h con durezza, in realtà la pronuncia corretta dovrebbe essere dura all’inizio e dolce alla fine.

Essendo appassionata di volpi e cultura giapponese, Ilaria non poteva trovare un nome che meglio rappresentasse queste due passioni. La vera e propria passione per il cosplay è sorta dopo aver visto un sacco di ragazze e ragazzi che riuscivano a portare nella realtà il loro personaggio preferito, quello che volevano trasmettere e come. Trovare la meraviglia e lo stupore delle persone, grandi e piccine che sorridono davanti a te per aver reso concreto un personaggio 2D è incommensurabile. Una prima curiosità nacque probabilmente anche prima dei 16 anni a seguito della visione dei famosi “anime”, i tanto osannati dagli adulti come i “cartoni animati giapponesi”, e nella simpatia e la complicità che si prova a vedere un personaggio così vicino alla propria persona.

La prima volta che è stato portato un cosplay è stato nel 2015, portato e non creato perché inizialmente il cosplay lo si comprava e basta, solo col tempo si è iniziato ad osare di più iniziando a creare oggetti o sistemare tessuti. Il primo in assoluto portato, quindi, fu Krul la vampira dai lunghi capelli rosa della serie “Owari no Seraph” (Serafini della fine in italiano). Se adesso si volesse porre una domanda imbarazzante a riguardo si potrebbe chiedere cosa se ne pensa del primo cosplay portato, ma non vogliamo davvero affrontare questo argomento ora. Col passare del tempo la voglia di creare oggetti da sé e sistemare quelle cose che non andavano in un vestito sono aumentate e quindi anche l’osare.

Da qui, Ilaria si inizia a capire quanto si sia dentro questo mondo: la voglia di creare oggetti, cucire vestiti o acconciare parrucche che rendono il personaggio non solo un personaggio di una serie, di un film o di un anime; ma il TUO personaggio di quella serie, film o anime perché sei stato tu a poterlo portare alla “vita”. Da qui Ilaria ha iniziato a lavorare sulle parrucche di personaggi tentando di renderli più verosimili al personaggio e nel miglior modo che si adattasse alla forma e al makeup che potesse rendere giustizia a ciò che portava; il cucire è sempre rimasto limitato a sistemare cose che non andavano o tagli lievemente sbagliate nonostante le fosse sempre interessato imparare a cucire un cosplay da zero affascinata da tante persone che vedeva farlo nella home di Instagram.

Per il crafting, Ilaria ha chiesto aiuto a cosplayer che ha avuto il piacere di conoscere online e grazie al loro aiuto e all’ispirazione col tempo è migliorata in questo. Finora la cosplayer ha portato in fiera più di una ventina di cosplay ai quali ha lavorato la maggior parte di personaggi da videogiochi ai quali ella stessa si diverte a giocare: League of Legends e Genshin Impact. Nonostante abbia fatto cosplay anche di Mai da “Bunny girl senpai” e Kurl da “Owari no Seraph”. Al momento i cosplay sui quali sta lavorando sono Hu Tao e Yae Miko entrambe da Genshin Impact nonostante sia estremamente affezionata al personaggio di Xayah portata nelle versioni base e star guardian da da League of Legends e pure dal suo main in gioco Lux nella versione Dark Elementalist.

Ilaria predilige il creare gli oggetti mancanti o che nel cosplay non la convincono, nonostante in passato abbia acquistato o richiesto di realizzare ciò che non riusciva ancora a fare, insomma dipende un po’ dal tempo e disponibilità adesso anche se nulla batte la soddisfazione di creare cose da sé. Per diventare “bravi cosplayer” la cosa fondamentale si pensa sia la passione per fare ciò che si sta facendo e la voglia di migliorarsi sempre anche accettando confronti e pareri di persone che stanno vicine e non e poi col tempo anche i cosplay realizzati inizieranno a soddisfare in primis la persona che li indossa e non c’è modo migliore di sapere che si sta facendo qualcosa di bello.

Riguardo al discorso original si hanno un sacco di opinioni e pareri differenti, Kiubicchi pensa che sia una forma alternativa di portare un personaggio amato e anche un modo per divertirsi a creare versioni alternativa, anche tratte da fanart a volte, che non vede perché tutto sommato non possano rientrare nella categoria in quanto una persona può metterci lo stessi impegno a passione a portare una versione originale di un personaggio che ha portato magari anche in versione canon. Non pensa ci sia alcuna giustificazione nel discriminare chi per qualsivoglia ragione, preferisce o semplicemente è costretto/a (magari per situazioni economiche) a portare original. Alla fine sono sempre persone che vogliono mostrare un altro lato del personaggio e vogliono solo divertirsi come gli altri, magari portando un original anche ben fatto e molto amato!

Essendo in zona Milano, la cosplayer prende parte alle fiere principalmente del nord anche se vorrebbe avere la possibilità di girare molti più luoghi e partecipare anche a fiere quali Romics piuttosto che Napoli Comicon. La preferita è Cartoomics anche se molto apprezzate sono sempre state anche Novegro, Sigurtà per la tranquillità del parco e le belle location e anche Rimini anche se molto affollata l’idea di una fiera sul mare è irresistibile.

Ultimamente il cosplay, secondo la nostra talentuosa creativa, è un fenomeno sempre più in crescita e si evolve con le persone che ne fanno parte. Aumenta la ricercatezza del costume, i dettagli che si rapportano ad esso e anche alla quantità di tempo che ci si dedica. Poi dipende anche che fine si vuole ottenere, se è solo per intrattenimento personale, se vuole diventare un lavoro o per diletto personale; insomma il tempo e l’attenzione dipende anche da questo. Aumentando il pubblico spesso aumentano le richieste e anche quindi l’attenzione che una persona ci dedica. In questo senso, forse, il cosplay si è evoluto non limitandosi alla rappresentazione del personaggio, diventando una vera e propria ricerca della perfezione anche a livello fotografico anch’esse a volte sempre più un mix tra realtà e digital art; sempre più apprezzata col tempo. Guadagnare con questa passione, pensa, sia un’ottima opportunità per divertirsi e anche guadagnare nel mentre. Spesso e volentieri quando una passione diventa un lavoro, però, si rischia di perdere quel fuoco iniziale che motivava le scelte e l’impegno e questo è sempre triste quando succede diventando una trappola creata da se stessi al fine di trasformare un hobby ed una passione in un lavoro stereotipato e spesso criticato. Tutti vorrebbero guadagnare facendo quello che amano, però sempre con una certa moderazione.

Iniziando a fare cosplay Kiubicchi si è spesso e volentieri ritrovata a pensare che riusciva a portare la creatività esposta nei cosplay e nelle foto anche nella vita al di fuori di essi anche solo, banalmente, nel divertimento di trovare abbinamenti nuovi per uscire e aiutare altri nella stessa cosa o anche nel trovare sempre nuovi makeup sia per cosplay sia per uscire la sera o andare anche semplicemente a lavoro. Fare cosplay ha aiutato anche a sviluppare abilità di creazione di oggetti e anche a pensare con quali materiali si potessero creare cose che prima non avrebbe mai pensato essere possibile nella quotidianità. Eventi veri e propri di critiche per un cosplay non si sono ancora presentati nel vero senso della parola quindi ancora mai commenti di insulti o volti a denigrare un lavoro, in compenso ci sono state delle situazioni spiacevoli in fiera. Situazioni nel quale persone si sentivano autorizzate ad invadere lo spazio personale solo perché la ragazza portava un cosplay conosciuto o che attirava l’attenzione quindi mani moleste e/o commenti inappropriati si sono, purtroppo, verificati anche più di una volta creando situazioni imbarazzanti o comunque abbastanza pesanti. Nonostante questo non è da pensare che le fiere siano solo un luogo dove ci sono molestie o gente perversa, anzi è molto bello rendere felice qualcuno che vede il proprio personaggio animarsi davvero o i bambini che additano le principesse quando passano!

Un impatto enorme lo hanno sicuramente avuto anche i social e i canali di streaming, anche forse nello snaturare l’idea di cosplay in alcuni casi che è diventata nella ragazza con le cuffie con le orecchie da gatto che gioca in compagnia andando forse un po’ a distorcere entrambe le realtà e mostrandone nessuna. C’è anche comunque da dire che è grazie ai social se la gente ora riesce ad incontrarsi con persone importanti conosciute anche grazie anche alla passione comune e questo è un ottimo modo di dimostrare anche il lato positivo di questo “mondo di internet” sempre presente sulle bocche di tutti per motivi differenti e non sempre positivi.

Avere la possibilità di socializzare con altre persone, supportare e incontrare le medesime solo perchè grazie al “cosplay” si sono conosciute è comunque una realtà che sarebbe stata impensabile fino a qualche tempo fa quindi limitare la propria veduta non è sempre forse il modo corretto di approcciarsi con la novità che propone la società stessa. Aneddoti divertenti ce ne sarebbero un’infinità ma quello raccontatoci qui parla della fiera di Cartoomics del 2018 nel quale la cosplayer portò la versione base di Xayah da League of Legends ed un ragazzo, fermandola per complimentarsi e facendo la foto, chiese alla fine di tutto che personaggio fosse quello portato sotto gli occhi allibiti della ragazza che si limitò a farsi una risata rispondendo alla domanda per poi salutare il ragazzo andandosene in giro ricordando tutt’ora quell’evento simpatico ed imbarazzante.

Consigli ce ne sono ovunque e in ogni dove, quello lasciatoci da lei oggi è semplicemente di fare quello che si vuole fare senza preoccuparsi troppo del parere e dei commenti delle persone perché “siamo tutti cattivi nella storia di qualcuno” e quindi almeno nella vita, finchè possiamo, di fare quello che ci piace e ci rende felici senza preoccuparci di cose superflue quali le altre persone. Le piacerebbe, inoltre, crescere sempre di più in modo da poter incontrare sempre persone nuove e fare molte foto con persone sempre diverse e divertirsi tutti assieme. Che diventi un lavoro in futuro o rimanga una passione in questo momento non pare essere la cosa principale in quanto trova divertente anche solo andare alle fiere e fare foto con altre persone!

Per scoprire il talento di Ilaria vi invitiamo a visitare il suo profilo su Instagram o su Facebook e, naturalmente, di cercarla su Waveful: con il nick di Kiubicchi!

Marco Soprana: designer di emozioni

Marco Soprana inizia ufficialmente il suo percorso nel 2018 come cosplayer, approciandosi con due differenti tipologie di costume ha avuto modo di sperimentare sia l’adattamento di costumi da manga/anime al mondo reale, sia di confrontarsi con costumi tratti da film.

L’approccio ambivalente ha consentito a Marco, man mano, di migliorare le sue abilità nel crafting di costumi ed armature tratte da Videgames. Nello specifico, essendo appassionato del macro universo blizzard, ha realizzato alcune armature dei personaggi iconici della saga Warcraft o Overwatch come Arthas, Anduin, Genji baihu o alcune fan art prodotte in collaborazione con lo studio di Zach Fisher. Inoltre, seguendo la sua passione per la “replica” dei costumi cinematografici ha iniziato a produrre costumi come Lucius Malfoy versione Death Eater (Harry Potter saga), Jack Sparrow POTC (versione ai confini del mondo) per poi dedicarsi al mondo di Star Wars ove ha realizzato alcuni dei suoi sogni fanciulleschi come Darth Vader ep4, Boba Fett Hero ROTJ, Obi Wan Kenobi ep3 ed Anaking Skywalker ep3.

Per quanto riguarda i vestiti e gli accessori preferisci crearli o acquistarli?

“Ovviamente la risposta non è univoca. Sono estremamente rari i cosplayer in grado di produrre ogni singola parte del proprio costume mantenendo un livello eccelso (Sartoriale, craft, propmaking in generale) perciò si tende a specializzare la propria persona in un settore e poi più nello specifico in una tecnica del settore. Nel mio caso si parla di prop making e craft. Sono specializzato nel crafting di armature composte da vari materiali quali high density foam, Worbla etc, ma allo stesso tempo faccio uso di stampa 3D e molding. Per quanto ne concerne prop making e sartoria ovviamente dipende dalla tipologia e difficoltà. Normalmente se il progetto è semplice tendo a cucire o farmi i prop, ma questo non significa che disdegni il commissionare a terzi l’incombenza se il mio livello di abilità non è sufficiente”.

Ultimamente si parla molto degli original, secondo alcuni snaturano il senso del cosplay, tu come la pensi?

“Il concetto di “original” è sbagliato per come viene percepito al giorno nostro. Quello che “snatura” l’idea di base è il vestirsi a caso con temi a caso e pretendere di esser elogiati per questo. Il cosplay che si indossa è il risultato del proprio impegno e lavoro indipendentemente dalle proprie capacità. Il concetto di “fan art” o “original” non è sbagliato, io stesso ho seguito la realizzazione di un armatura in collaborazione con lo studio di Zach Fisher, ma tale progetto non è stato di minor intensità e difficoltà degli altri. Indi per cui talvolta dovremmo scindere l’original fatto con impegno da chi preferisce vestirsi grossolanamente con oggetti a caso”.

Basandoti sulle tue esperienze, si può parlare oggi di “Industria” legata ai Cosplay? 

“.. tema complesso, ma si può riassumere in “se c’è la domanda, ci sarà sempre l’offerta”. Cosi come il mondo del cosplay e perchè no, anche del costuming, è cresciuto troveremo sempre più persone specializzate che mettono a disposizione le loro abilità per tutte le persone che magari non hanno tempo per affinare le proprie doti (o non ne hanno interesse perchè semplicemente vogliono vestirsi come il proprio eroe). Quindi si, trovo naturale e corretto premiare chi si rende disponibile alla produzione di props, costumi o materiali primi ai fini della produzione dei propri costumi”.

Come si “connette” la tua creatività Cosplay nella tua vita sociale, privata e professionale?

“Lavorativamente parlando i due mondi sono separati, tuttavia dati i miei studi universitari nel campo del Design del prodotto e comunicazione, prima ancora dell’istituto d’arte nel periodo adolescenziale posso dire che ha sempre fatto parte della mia realtà. La voglia di creare qualcosa che ho visto nel mondo del cinema o dei miei fumetti preferiti mi ha sempre affascinato e trascinato in progetti strani”.

Secondo te che impatto hanno avuto i social network e lo streaming nella diffusione del cosplay?

“Fondamentale, come d’altro canto lo sono stati per ogni aspetto della nostra vita. Documentare, condividere e celebrare la propria passione con tutti sono i principi del cosplay in fiera cosi come sui social. Ovviamente esistono migliaia di modi di apparire e sfruttare tali mezzi, ma comunque sia sono stati la benzina che ha allungato ed espanso questa passione a moltissime persone nuove. Me compreso”.

Per approfondire la grande creatività di Marco vi invitiamo a visionare il suo profilo all’indirizzo: instagram.com/mrc.player/

Vanessa Laufeyson, creatività galattica

Vanessa Trentini in arte Vanessa Laufeyson è stata fin da piccola appassionata a film, videogiochi e fumetti. Nel 2012 partecipò alla sua prima fiera che fu il Lucca comics già vestendo i panni da cosplayer ancor prima di conoscere l’ambiente fieristico. Difatti questa passione nacque precedentemente la sua prima fiera del fumetto. 

Da quel lontano Lucca comics fino ad oggi ha realizzato una varietà di costumi provenienti soprattutto da film e videogiochi che le appassionano: per esempio vestì i panni del dio dell’inganno Loki (da cui proviene il suo nickname) e altri personaggi da vari universi filmistici, come Legolas da Signore degli Anelli, Morticia Addams, la Fata Madrina dal film live action di Cenerentola e fino a interpretare anche vari personaggi dal mondo magico di Harry Potter, come Harry stesso e Queenie da Animali Fantastici. Si spostò poi nel mondo dei videogame interpretando Sylvanas da World of Warcraft e Ashe da Overwatch. Per poi tornare in questi ultimi anni nell’ambiente filmistico portando alla luce personaggi dal mondo di Star Wars come varie versioni e costumi di Padme Amidala e la sua ultima creazione: Bo Katan Kryze dalla seconda stagione di Mandalorian.

Proprio  Bo Katan Kryze è quello in cui si rispecchia maggiormente sia per la sua scoperta anni prima in Clone Wars trovando molte similitudini con il suo carattere, che la realizzazione del suo costume. Ha conosciuto così anche i segreti più nascosti di ogni cucitura dell’abito e ogni botta e graffio presente sulla sua armatura, portandola a sapere  alla perfezione ogni dettaglio. Ha speso molto del suo tempo e fatica per creare questo costume, ma la consapevolezza di aver portato alla luce con i suoi sforzi il suo personaggio preferito la rende molto orgogliosa.

Vanessa realizza, nella maggior parte dei casi, i costumi da sé grazie agli insegnamenti che sua nonna gli ha passato nel cucito e la manualità nel lavorare foam e altri materiali che negli anni ha affinato. Ogni nuovo progetto che decide di realizzare è sempre una sfida per migliorarsi e imparare tecniche e nuovi metodi per creare i costumi. Infatti nell’ultimo periodo si è specializzata nella realizzazione di prop in stampa 3d e pian piano sta imparando anche a modellare 3d per poter in futuro stampare gli accessori da lei interamente realizzati. 

Il cosplay e la realizzazione di esso fa parte della vita di Vanessa da anni ormai e quasi tutte le sue amicizie le ha strette in ambiente fieristico con persone con la sua stessa passione. Conobbe così anche Marco, il suo compagno, ad una fiera a Milano e da quel tempo la passione comune li porta a realizzare progetti cosplay assieme e si spronano a vicenda per migliorarsi sempre di più. Quindi la passione per il cosplay è strettamente legata al suo essere.  

In questi anni il cosplay si è evoluto parecchio, ormai Vanessa è nel giro da 10 anni e ha testimoniato in prima persona il cambiamento che c’è stato. Soprattutto negli ultimi anni la percezione del cosplayer è cambiata parecchio: dapprima era una cosa un poco più di nicchia, invece negli ultimi tempi si è ampliato portando in questo mondo persone di tutte le età, senza il timore di essere mal viste e potersi divertire in compagnia di persone con la stessa passione. Soprattutto la diffusione dei social network ha influito parecchio sulla crescita di questo fenomeno e anche nell’ambiente italiano ha portato una consapevolezza maggiore e conoscenza di esso. Di conseguenza anche molte aziende hanno iniziato a muoversi nella direzione del mondo del cosplay per poter pubblicizzare i propri prodotti utilizzando cosplayer come testimonial.

Un consiglio che può dare a chi vuole avvicinarsi al mondo del cosplay è quello di non preoccuparsi del pensiero altrui. Il cosplay è per chi vuole divertirsi e portare alla luce quel personaggio a cui si è appassionati. Delle volte il cosplay anche porta a cambiare il proprio aspetto sia con make up, parrucche che atteggiamento per poterlo interpretare al meglio e fa scoprire lati di sé nascosti che non si sarebbero mai visti prima. Far cosplay significa mettersi in gioco e sfidare se stessi e soprattutto divertirsi e avere la scusa di conoscere nuove persone con la passione sia del cosplay che dell’opera da cui si porta il personaggio interpretato. Questo è un mondo aperto a tutti quindi ogni timore svanisce nel momento in cui ci si mette in gioco e si prova a farne parte. 

Per approfondire il talento di Vanessa, vi consigliamo di visitare i suoi profili InstagramFacebook.

Alessia “Inu Akane” Colombo: giovane talento esplosivo

Vi presentiamo lo straordinario talento di Alessia Colombo, in arte “Inu Akane”, una ventiduenne cosplayer milanese, che ha fatto del cosplay una sua grande passione. Il suo avvicinamento a questo mondo h avvenuto nel 2014, ma scopriamo come…

Da sempre amante degli anime e manga giapponesi, Alessia ha iniziato il suo percorso come cosplayer dopo aver partecipato al Festival Del Fumetto Winter Edition di Novegro: da quel momento, dopo aver visto tutti i meravigliosi cosplayer presenti in fiera, ha deciso di intraprendere attivamente questa passione e proporre il suo primo cosplay al Cartoomics 2014 interpretando Ib (dell’omonimo videogioco).

Il cambiamento da Alessia ad “Inu” è avvenuto nel 2015. La scelta del nick è avvenuta un po’ per gioco seguendo la moda di crearsi un nick/avatar in stile nipponico da parte di numerosi cosplayer. A scuola, fece conoscenza con un gruppo di amici con cui condividere la passione degli anime e del cosplay: proprio grazie a loro è nato il soprannome “Inu Akane”. In quel periodo, molte giovanissime cosplayer hanno utilizzato il suffisso “Neko“, ovvero “gatto” in giapponese, come parte del loro nome da cosplayer. Alessia fece esattamente il contrario, utilizzando il termine “Inu” (che significa “cane” in giapponese) dato il suo amore per questi animali e come omaggio al suo anime preferito Inuyasha. Il nome “Akane” invece è legato al colore rosso (ovvero “Aka” in giapponese) il colore preferito di Alessia… oltre ad essere quello il colore dei suoi capelli in precedenza.

Dal 2014 ad oggi, Alessia ha realizzato più di trenta cosplay e partecipa attivamente alle fiere del fumetto, soprattutto nel nord Italia. Tra quelli realizzati, i suoi cosplay preferiti  sono: Triss Merigold da “The Witcher 3 Wild Hunt” e Megara dal film Disney “Hercules”.  Inu Akane ha deciso di specializzarsi in personaggi tratti dai videogiochi, sua grande passione “tramandata” dal padre, che ha passato il controller della Playstation 1 a sua figlia per la prima volta a 6 anni: da allora Alessia ha mantenuto ben stretta la presa su di esso fino ad oggi. 

I personaggi di cui fa cosplay sono spesso molto variopinti e di caratteri eterogenei: le piace molto giocare e recitare in cosplay, anche e soprattutto cercando di confrontarsi con personaggi che hanno un carattere totalmente opposto al suo.

Dopo tanti anni di cosplay e di ogni genere, Inu Akane non smette mai di stupirci ed anche quest’anno, siamo sicura, che è gia pronta a metterci tutta se stessa con nuovi progetti molto importanti e tanto, tanto talento.

Per approfondire la creatività di Alessia “Inu Akane” Colombo vi invitiamo a visitare il suo profilo Instagram, FacebookKo-fi.

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