Once Upon a Crime: la fiaba thriller giapponese che non convince

Scrollando la homepage di Netflix  é facile imbattersi in un accattivante trailer di un nuovo lungometraggio live action Giapponese intitolato “Once Upon a Crime”. Si tratta di un “fantasy a tinte gialle”  ambientato nel mondo delle fiabe, dove i protagonisti sono famosi personaggi come Cenerentola e Cappuccetto Rosso. Ma vi anticipo subito che questo film non è “Once Upon a time“, é un qualcosa che definire “non è né carne né pesce” sembra addirittura riduttivo!

ONCE UPON A CRIME (2023) Trailer ITA del Film Fantasy | Netflix

Il lungometraggio, diretto da Yuichi Fukuda, è basato sul romanzo Akazukin, Tabi no Tochuu de Shitai to Deau di Aoyagi Aito, a sua volta adattato in un manga da Tanakanoka, non è né un’incantevole fiaba per bambini, né un thriller coinvolgente per adulti. La trama si ispira ai classici delle fiabe, ma con una rivisitazione sostanziale: i personaggi iconici che abbiamo imparato a conoscere nei cartoni animati Disney vengono reinventati in questa pellicola. Ad esempio, Cappuccetto Rosso, una detective ante litteram, si ritrova nel bel mezzo di un mistero durante un ballo reale con Cenerentola. Riuscirà a risolvere il caso prima che finisca l’incantesimo?

La prima cosa che fa riflettere è che, pur ispirandosi alle fiabe occidentali, il cast è quasi totalmente nipponico. Cosa che in un anime parrebbe normale ma che in questo caso fa discretamente riflettere soprattutto in un periodo in cui il concetto di “appropriazione culturale” si fa abbastanza sentire. Il problema principale di “Once Upon a Crime“, però, è ben un altro. Sembra un fan film cosplay anzi, ci sono numerose produzioni ben più interessanti, soprattutto a livello di recitazione che in questo film risulta scarsa e poco espressiva. Anche il doppiaggio italiano, se pur molto interessante per il difficile lip sync non riesce a coprire completamente questi difetti. Il cast sembra anonimo e talvolta di dubbia qualità.

La trama del film non sembra destinata a diventare un classico. Iniziando con il classico tempa del viaggio dell’eroe di Cappuccetto Rosso e Cenerentola si trasforma in uno pseudo thriller dopo l’omicidio del parrucchiere di corte. Tuttavia, l’intreccio narrativo risulta troppo scontato per il pubblico adulto e le incursioni di streghe e creature magiche sono poco caratterizzate, rischiando di cadere nel trash come nei primissimi episodi dei Power Rangers. Inoltre, manca la suspense tipica dei thriller, anche a causa della scarsa presenza di una colonna sonora coinvolgente.

Una cosa che mi delude è l’atmosfera fiabesca del film. Non riesce ad incantare gli spettatori più giovani, né a creare una magia che ti fa sognare. Le frequenti battute sarcastiche non si adattano bene a un pubblico di bambini e i personaggi sono difficili da immedesimarsi.

Anche i costumi e le location del film non riescono a portarti nel mondo delle fiabe. Sembrano quasi delle caricature rispetto alle versioni classiche dei personaggi Disney. I costumi si rifanno all’immaginario collettivo, ma qualcosa non è credibile. Gli effetti speciali sono di livello medio, ma è difficile non fare il paragone con i live-action Disney che offrono una qualità superiore.

Il film avrebbe potuto dare vita a una versione più dinamica e moderna delle fiabe, ma rimane appeso a cliché e stereotipi. I personaggi, come il principe, risultano anonimi, poco sviluppati a livello psicologico e soprattutto interpretati da attori che nemmeno Stanis La Rochelle ne Gli occhi del Cuore.

Lo stesso personaggio di Cappuccetto Ross,  interpretato da Kanna Hashimoto,  ha delle peculiarità interessanti che la potrebbero accostare a Ebola Holmes , ma alla djnw l’interpretazione risulta meccanica e fredda. L’attrice non è sicuramente  supportata da una sceneggiatura accattivante e in alcune scene risulta fastidiosa.

In conclusione, “Once Upon a Crime” presenta alcune caratteristiche originali, ma manca di carattere e offre una storia superficiale e poco coinvolgente. I costumi, le location e gli effetti speciali non riescono a creare un’atmosfera giusta tra incanto della fiaba e disincanto del thriller.

Fiabe Immortali di Paolo Barbieri

Raperonzolo, La Sirenetta, Cenerentola, La Bella e la Bestia, Cappuccetto Rosso, Biancaneve e i sette Nani… Sono solo alcune delle Fiabe che Paolo Barbieri ha illustrato in Fiabe Immortali.  La prefazione del volume è firmata da Luca Crovi, mentre la postfazione è a cura dello stesso autre.

L’origine di alcune favole si perde nella notte dei Tempi. Fiabe antiche o, come le abbiamo chiamate qui, Fiabe Immortali che al pari di viandanti senza tempo attraversano interi secoli e millenni, mantenendo inalterato il proprio fascino, dal nostro cuore fino alle stelle. I testi delle fiabe dei fratelli Grimm sono stati tradotti da Antonio Gramsci, quelli delle fiabe di Charles Perrault da Carlo Collodi, quelli delle fiabe di Hans Christian Andersen da Maria Pezzé-Pascolato, i testi di Esopo da Luca Crovi, “La Regina delle Nevi” è stata tradotta da Paolo Barbieri e Luca Crovi.

Into the Woods

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Into the Woods è un film del 2014 diretto da Rob Marshall, basato sull’omonimo musical di Stephen Sondheim a sua volta ispirato da celebri fiabe tradizionali come Cenerentola, Cappuccetto Rosso e Raperonzolo dei Fratelli Grimm e Jack e la pianta di fagioli. Situato in un mondo alternativo di fiabe Grimm, il film intreccia le trame di alcune opere dei fratelli Grimm e le estende per scoprire le conseguenze dei desideri e delle missioni dei personaggi. I personaggi principali sono tratti da Cappuccetto Rosso, Jack e il fagiolo magico, Raperonzolo e Cenerentola, così come molti altri.

Quando un panettiere e sua moglie si rendono conto che non possono generare figli, a causa della maledizione di una stega,intraprendono un viaggio nel bosco per trovare gli oggetti necessari per spezzare l’incantesimo: La mucca di “JACK E LA PIANTAFAIGIOLI”,il mantello “CAPPUCCETTO ROSSO”,i capelli di “RAPELONZOLO” e la scarpetta di “CENERENTOLA”,e questo gli porterá alla conoscenza di varie forme di vita residenti nel bosco.

Il film alla storia originale del fornaio e sua moglie, dalla strega che ha lanciato loro una maledizione e dalla loro interazione con gli altri personaggi delle fiabe durante il viaggio. Quello che inizia come una vivace e irriverente fantasia musicale alla fine diventa una storia significativa sulle responsabilità, sui problemi che nascono dai desideri e sull’eredità che lasciamo ai nostri figli.

Nel corso degli anni 90 la Columbia Pictures aveva tentato di realizzare una trasposizione cinematografica del musical. Vennero fatte alcune letture con Robin Williams, Goldie Hawn, Cher, Danny DeVito e Steve Martin. Nel 1994 Lowell Ganz e Babaloo Mandel scrissero una sceneggiatura, la regia sarebbe stata affidata a Rob Minkoff, Jim Henson avrebbe partecipato alla produzione e tra gli attori protagonisti avrebbero preso parte Billy Crystal, Meg Ryan e Susan Sarandon. Nel 1997, dopo il cambio di vertici dello studio, l’idea venne definitivamente abbandonata. Nel gennaio del 2012 la Walt Disney Pictures annuncia di aver siglato un contratto con il coreografo e regista Rob Marshall e con il produttore John DeLuca per la realizzazione del progetto. Le riprese del film sono iniziate a settembre 2013 e sono terminate a novembre. Si sono svolte negli Shepperton Studios, nel Castello di Dover, nell’Abbazia di Waverley a Farnham, nel maniero di Byfleet e nel Richmond Park.

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