Il Fumetto: il Valore della Sequenza

È mio intento valutare,in questa relazione,la posizione del medium fumetto all’interno del più vasto sistema comunicativo,essendo oggi i medium tutti collegati tra loro,come segmenti di un unica sequenza,il fumetto finisce col fungere da base e o estensione ad una produzione culturale che riscontra a pieno le nuove caratterische di strategia incentrate sulla moltiplicazione e segmentazione del senso;a tal proposito ho considerato  il legame che oggi sembra legare in maniera quasi asfissiante cinema e fumetto ed il legame tra stampa e fumetto,nello specifico il fenomeno degli allegati,unioni che in maniera sufficiente riescono a dimostrare le tendenze più generali del consumo culturale ed aiutano ad inquadrare il medium fumetto all’interno del sistema.

Breve Evoluzione del Fumetto:

In questo primo e breve capitolo non si analizza il percorso genealogico del fumetto ma bensì il processo che lo ha portato ad essere valutato come prodotto culturale vero e proprio,una breve riflessione utile ai nostri fini. Eco e Morin,per primi,mettono a punto una chiave di lettura che ridefinisce il concetto stesso di cultura che acquisisce nuovi significati grazie alla considerazione del sistema media,ciò permette la considerazione di forme di intrattenimento che la cultura tradizionale etichettava come volgari. Così dal 1964 la considerazione del fumetto in campo culturale ed accademico cambia e la sua  rivalutazione va inscritta nel processo di messa in discussione del concetto stesso di cultura. Sottovalutato come forma narrativa,rappresentava un prodotto di intrattenimento popolare,spesso ritenuto infantile,considerato come un sottogenere paraletterario. Il fumetto però sia in Italia che in altri paesi,primo fra tutti gli Stati Uniti,aveva dimostrato una notevole versatilità,una grande capacità evocativa,arricchendo il panorama dell’immaginario collettivo novecentesco di nuovi personaggi,di storie e simbologie in grado di reinterpretare i miti più radicati della cultura occidentale. Constatando,quindi,la diffusione,i dati di vendita,le contaminazioni prodotte e assorbite il fumetto dimostra certamente di possedere una dimensione di massa unitamente ad un’incredibile potenzialità narrativa e creativa.

Fumetto e Cinema:

Interpretando la cultura di massa come un flusso possiamo avere i mezzi per vedere come,oggi,i media siano legati tra loro da stretti rapporti,il fumetto rientra a pieno titolo in questo fiume ed il suo contributo alla proliferazione di altri prodotti culturali è oggi vasta e continua,a tal proposito si possono citare molti esempi,dalle pubblicazioni in allegato stampa,ai gadget a fenomeni legati alla moda ed in particolare al cinema,qui intendo soffermarmi brevemente partendo da unaconsiderazione:l’aumento della produzione di film tratti e ispirati a fumetti.Che il cinema sia in crisi di idee non è più una novità, comunque, lascia sempre più perplesso il continuo andare a rovistare nei “grandi magazzini/archivi dell’ispirazione” dove si può trovare ogni tipo di merce che abbia a che vedere con la fabbrica delle immagini.Quindi dai tanti remake alla trasposizione di graphic novel, da serie tv  traslate su grande schermo a saccheggi di opere letterarie… sembra che gli sceneggiatori siano in crisi di identità e di guizzi autoriali non riuscendo a trovare più uno straccio di idea originale da portare sullo schermo.Ma perché tutto questo?Possiamo provare a rispondere,in primo luogo la poetica cinematografica si sta appiattendo sempre più mutando in canoni più televisivi il suo modo di essere,Una seconda risposta potrebbe essere un livellamento su prodotti medi, con scarsità di prodotti alti ,ed anche di bassi, per cercare di avere un livello costante e rischiare anche meno, il tutto a scapito di ricerca, innovazione, creazione, che quindi ci restituiscono un cinema meno affascinante ma anche meno rischioso produttivamente.Cercando  ora di essere pertinenti notiamo che il cinema ha prelevato e continua a farlo da più bacini con una predilizione,forse per il fumetto,ed anche in quresto caso sono due li risposte immediate che ci giuncono,una prima risposta ci rimanda alla capicità,del fumetto,di avere insite in molti casi enfatizzazioni della spettacolarità e strutture narrative ideali che si combinano a meraviglia con la tendenza cinematografica,nota a tutti,di spettacolarizzare i film con ampio uso di effetti speciali combinata alla preservazione di determinati stereotipi sociali;in secondo luogo svolge anche una funzione rivelatrice in quanto permette l’emergere di prodotti underground,quest’ultima caratteristica di molta della produzione fumettistica;possiamo quindi concludere che tale tendenza è dovuta per lo più alle innovazioni tecnologiche,come l’utilizzo del digitale,che a prescindere dagli scopi commerciali o no,rende possibile la traduzione del medium nelle sue più varie sfumature;ed alle caratteristiche strutturali del fumetto stesso.Come verdemo poi più avanti un’altra causa  sarà data dall’andamento della produzione culturale stessa,ma per giungere a ciò va esplorata,seppur brevemente un altro matrimonio felice.

Fumetto e Quotidiani:

Resta quindi da valutare un altro punto:La tendenza ,italiana, e non solo di allegare ristampe di fumetti ai quotidiani e periodici; a mio umile avviso va senz’altro valutata positivamente poichè assemblandosi ad altri veivoli commerciali gode senz’altro di maggiore espansione;detto ciò bisogna analizzare una propensione editoriale che ha toccato più settori della produzione culturale come ad esempio a ristampa di romanzi,raccolte di cd ecc… Come far rientrare tale tendenza allora?Un punto forzato e determinante è da individuare nel pubblico stesso,oggi il fumetto è usato per completare sequenze di senso,che delle volte,si generano altrove,ad un livello maggiore di astrazione possiamo cogliere questo legame ipotizzando che le persone usufruiscano di prodotti cuturali le ciu istruzioni sono date in altri prodotti,è un punto importante questo perchè pone un primo punto di arrivo,ora possiamo cogliere meglio il fumetto all’interno del più vasto sistema mediale. Questo modo di vendere i fumetti da l’impressione che quest’ultimi siano un segmento di una sequenza più ampia,che la gente usa correttamente,un prolungamento del mondo del giornale.Leggere Tex diventa un gesto perfettamente collocabile in una sequenza col ricevere notizie,avere determinati gusti culturali,condividere una certa passione politica o praticare un medesimo hobby;in qualche modo chi legge quel giornale ha le istruzioni d’uso per far poter funzionare gli oggetti-allegati.Si può facilmente dissentire da ciò ma è bastato che qualcuno schiudesse la possibilità concettuale che Dylan Dog  fosse collocabile in sequenza con altre narrazioni,per far sì che il pubblico rispondesse con istintivo entusiasmo. Il risultato è che hanno comprato Corto Maltese persone che mai e poi mai l’avrebbero comprato,e l’hanno ricomprato pesone che gi dà ne possedevano una copia;da qui possiamo quindi osservare dall’alto il punto a noi caro per i fini della ricerca,ovvero,l’installazione del medium fumetto all’interno di una più vasta sequenza che pone in relazione i vari medium e i prodotti commerciali e sociali da essi derivanti.

La conclusione a cui giungiamo,come naturale fine del nostro percorso,ci mostra una produzione culturale moderna che frammenta il senso,è privilegiata una comunicazione che diventa tasselo più ampio dell’esperienza;la qualità diventa la quantità di energia che quel fumetto è in grado di ricevere e riversare dagli e neglia altri media;il valore è la sequenza .Possiamo concludere affermando che i fumetti rientrano nella sequenza del senso generato dalla sua frammentazone,la cui consegenza è la moltiplicazione del senso.Questo movimento generato da esigenze commerciali sacrifica ma allo stesso tempo offre visibilità ad un universo considerato sempre di nicchia e mai riconosciuto a pieni titoli come arte,nuove persone  hanno accesso a questo mondo a spese della parte pù nobile sacrificata per la dinamizzazione del senso

 di Bruno Pietro

Satyrnet

Autore: Satyrnet

C'è un mondo intero, c'è cultura, c'è Sapere, ci sono decine di migliaia di appassionati che come noi vogliono crescere senza però abbandonare il sorriso e la capacità di sognare.

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