Sonda SLIM: resiste ancora alla notte lunare! Sorpresa per gli ingegneri JAXA

SLIM, la sonda lunare giapponese atterrata per sbaglio sottosopra, continua a stupire: ha superato anche la terza notte lunare, nonostante non fosse progettata per resistere alle rigide temperature notturne sulla Luna.

Un’impresa inaspettata: Gli stessi ingegneri della JAXA (l’agenzia spaziale giapponese) non credevano ai loro occhi quando SLIM si è riaccesa dopo la sua terza notte lunare. La sonda, infatti, non è dotata di alcun sistema di riscaldamento o di isolamento adeguato per proteggersi dal gelo estremo che avvolge la Luna durante le due settimane di buio.

Alla ricerca di risposte

Il team di SLIM è impegnato a capire le ragioni di questa incredibile resistenza. Nei loro post su X.com, spiegano che stanno investigando i fattori che hanno permesso alla sonda di sopravvivere per ben tre volte all’ostile ambiente lunare. Un ruolo importante potrebbe averlo avuto il tempo variabile necessario ai pannelli solari per generare energia sufficiente e il momento in cui la Luna diventa visibile dal Giappone.

Un successo oltre le aspettative

Nonostante il rocambolesco atterraggio sottosopra, SLIM ha già centrato gli obiettivi principali della missione: dimostrare la fattibilità di un atterraggio lunare con un’alta precisione (circa 100 metri di margine d’errore) e rilasciare due lander sperimentali a basso costo.

Una sonda tenace

La resistenza di SLIM va oltre il successo scientifico. Diventa un simbolo di tenacia e ingegno, dimostrando che anche di fronte a imprevisti e ostacoli apparentemente insormontabili, la tecnologia può riservare sorprese eclatanti.

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“In fondo al pozzo”: il fumetto di Zerocalcare sulla vicenda di Ilaria Salis

Zerocalcare, il celebre fumettista romano, ha dedicato una storia a fumetti alla vicenda di Ilaria Salis, l’antifascista italiana arrestata in Ungheria con l’accusa di aver aggredito dei neonazisti durante una manifestazione. Il fumetto, intitolato “In fondo al pozzo”, è stato pubblicato sul numero 1545 della rivista Internazionale e reso disponibile online gratuitamente.

Il fumetto racconta le vicende giudiziarie attraversate nell’ultimo anno da Ilaria Salis, 39 anni, insegnante di italiano per stranieri a Budapest. Il 11 febbraio 2023, durante il Giorno dell’Onore, uno dei principali raduni neonazisti europei, Salis viene arrestata con altre due persone con l’accusa di aver ferito due manifestanti di estrema destra, appartenenti al gruppo Blood and Honour. Secondo la procura ungherese, Salis avrebbe agito nell’ambito di un’associazione a delinquere tedesca, l’Hammerband, e rischierebbe fino a 20 anni di carcere.

Da allora, Salis è confinata in un carcere di massima sicurezza di Budapest, dove subisce condizioni disumane e degradanti. Gli avvocati difensori denunciano la mancanza di prove, la violazione dei diritti umani e la natura politica del processo. Le immagini di Salis portata in aula in catene, con le manette ai polsi e i piedi legati da cinture di cuoio chiusi con lucchetti, hanno suscitato sdegno e indignazione in Italia e nel mondo.

Zerocalcare, con il suo stile ironico e graffiante, cerca di fare luce su questa intricata vicenda, mettendo in evidenza le contraddizioni e le responsabilità del sistema giudiziario ungherese, ma anche le complicità e le omissioni del governo italiano. Il fumettista non si limita a raccontare i fatti, ma li inquadra nel contesto politico e sociale dell’Ungheria, governata da Viktor Orban, il leader populista e autoritario che ha fatto dell’antieuropeismo, della xenofobia e dell’antisemitismo i suoi cavalli di battaglia.

“In fondo al pozzo” è una storia di nazisti, di galera e di responsabilità, ma anche di solidarietà, di resistenza e di speranza. È una storia che ci riguarda tutti, perché ci ricorda che la democrazia, i diritti e la libertà non sono mai scontati, ma vanno difesi e conquistati ogni giorno. È una storia che merita di essere letta, condivisa e diffusa, perché la verità e la giustizia possano trionfare.

Per leggere il fumetto di Zerocalcare, clicca qui.

L’ammiraglio Gial Ackbar

L’ammiraglio Gial Ackbar è uno dei personaggi più iconici e amati della saga di Star Wars. Nato sul pianeta acquatico Dac, Ackbar apparteneva alla specie anfibia dei Mon Calamari, noti per la loro intelligenza e le loro abilità ingegneristiche. Ackbar divenne un leader della resistenza contro l’Impero Galattico, che aveva invaso e schiavizzato il suo popolo. Dopo essere stato liberato da una squadra di ribelli guidata da Bail Organa, Ackbar si unì all’Alleanza Ribelle, dove si distinse come un brillante stratega e comandante. La sua battaglia più famosa fu quella di Endor, dove guidò la flotta ribelle contro la seconda Morte Nera, pronunciando la celebre frase “È una trappola!” quando si rese conto che l’Impero li aveva attirati in un’imboscata. Grazie al suo coraggio e alla sua astuzia, Ackbar riuscì a sconfiggere le forze imperiali e a contribuire alla vittoria finale dei ribelli.

Ackbar continuò a servire la causa della libertà anche dopo la caduta dell’Impero, diventando il comandante supremo della flotta della Nuova Repubblica. Combatté in numerose battaglie contro i resti dell’Impero e altre minacce, come i guerrieri alieni degli Yuuzhan Vong. Ackbar si ritirò dal servizio attivo dopo aver subito un grave incidente, ma rimase un consigliere fidato dei leader della Repubblica, come la principessa Leia Organa e il generale Han Solo. Ackbar tornò in azione quando una nuova minaccia emerse dalla galassia: il Primo Ordine, un’organizzazione militare che voleva restaurare il dominio dell’Impero. Ackbar si unì alla Resistenza, un movimento clandestino che si opponeva al Primo Ordine, e partecipò alla battaglia di D’Qar, dove la Resistenza riuscì a distruggere la base stellare Starkiller, un’arma di distruzione di massa capace di annientare interi pianeti. Purtroppo, Ackbar trovò la morte durante la battaglia di Crait, quando il ponte di comando della nave ammiraglia della Resistenza, la Raddus, fu colpito da un attacco a sorpresa del Primo Ordine. Ackbar morì da eroe, lasciando un’eredità di speranza e di resistenza per le generazioni future,

Differenze tra la Resistenza e la Nuova Repubblica

Vogliamo dedicare un piccolo speciale sulla Resistenza, il manipolo di eroi della Principessa / Generale Leia Organa che abbiamo incontrato in “Star Wars: Il Risveglio della Forza”. Abbiamo notato che esiste un po’ di confusione sui social su questi combattenti stellari soprattutto sul loro rapporto sulla Nuova Repubblica Stellare sorta dopo la Grande Guerra Civile che noi conosciamo e amiamo come “Guerre Stellari”. Il termine “Resistenza” fu usato per la prima volta durante la Celebration Anaheim del 2015 durante il lancio ufficiale di Episodio VII. Nell’ottica crossmediale tipica di Star Wars, abbiamo potuto trovare maggiori informazioni su questa “nuova creazione” nei comics “Moving Target: A Princess Leia Adventure” e “The Weapon of a Jedi: A Luke Skywalker Adventure” e, soprattutto, nel romanzo “Star Wars: Bloodline”  di Claudia Gray, ambientato sei anni prima le vicende del film e in cui è descritta la situazione politica e militare della Nuova Repubblica.

Nello storytelling della saga, le origini di questa forza militare sono da rintracciare quando si era ormai conclusa la guerra, ovvero quando la Nuova Repubblica e ciò che restava dell’Impero Galattico, firmarono un accordo di non belligeranza chiamato “Concordanza Galattica” dopo l’ormai celebre la Battaglia di Jakku. La sconfitta flotta Imperiale, dopo il trattato, si ritirò per riorganizzarsi nelle Regioni ignote della Galassia, fondando così, in segreto, il Primo Ordine. La Repubblica, certa della validità del patto, in maniera assai ingenua, iniziò un periodo di smilitarizzazione riducendo la flotta dell’ex Alleanza Ribelle e ciò che era stato confiscato all’Impero. Solo la Principessa Leia si oppose a questa politica temendo un nuovo riaccendersi delle mire di conquista imperiali con il nome di Primo Ordine. La sorella del Maestro Skywalker fu considerata una guerrafondaia, fu allontanata dal rinato Senato della Repubblica anzi fu costretta a dimettersi quando si sparse la voce del suo retaggio “Vaderiano”.

La Principessa allora abbandonò definitivamente il suo titolo nobiliare e, insieme al maggiore Caluan Ematt, l’ammiraglio Statura, l’ammiraglio Gial Ackbar, e il maggiore Taslin Brance, con il grado di Generale, creò un manipolo di combattenti chiamato, appunto, Resistenza sul Pianeta D’Qar! Come proprio simbolo ed emblema la Resistenza riprese il vecchio marchio dell’ Alleanza Ribelle: il famoso “Starbird” nato dalla Fenice del manipolo di eroi del Generale Syndulla!

Proprio per la sua “non ufficialità”, la Resistenza dovette ricorrere a “materiali di fortuna” per continuare il suo sforzo bellico contro il Primo Ordine dovendo ricorrere a astronavi obsolete, a droidi ricondizionati vecchi di quasi un secolo rimessi in servizio anche in funzione militare diretta o di spionaggio (sotto la guida dello stesso C-3PO).  I nuovi giovani piloti della Resistenza, guidati da Poe Dameron e dal suo caccia “Black One”, si sedettero ai comandi degli starfighter  T-70 X-wing, una versione precedente del famoso T-85 X-wing di Luke Skywalker.

Pur non essendo più un gruppo militare ufficiale della Repubblica, quando divennero palesi le mire di questo nuovo e temibile Primo Ordine, il lavoro di Leia fu tollerato da molti membri del Senato Galattico  anche se alcuni membri cominciarono a simpatizzare per il Leader Supremo Snoke. Per contrastare, appunto, l’oscura malignità che si celava dietro il Primo Ordine e l’ombra dei Cavalieri di Ren di cui proprio suo figlio Ben Solo era il leader, il Generale Organa si mise alla ricerca di una leggenda, la sola persona in tutta la Galassia che avrebbe potuto portare la Luce sui membri della Resistenza unendoli in una battaglia comune: suo fratello gemello, il Maestro Luke Skywalker in esilio…  Il resto lo conosciamo già!

 

 

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