Chi sono gli Inquisitori in Star Wars?

Gli inquisitori, introdotti per la prima volta nella serie animata Rebels, sono tra i personaggi più oscuri e misteriosi dell’universo di Star Wars. Questi temibili cacciatori di Jedi sono stati addestrati da Darth Vader stesso e inviati in giro per la galassia per eliminare i membri rimanenti dell’ordine Jedi, e per catturare tutti coloro che mostravano sensibilità alla Forza.  Il loro quartier generale principale si trovava su Coruscant, il cuore dell’Impero Galattico, e un secondo su Nur, una luna di Mustafar, il pianeta dove Anakin Skywalker divenne Darth Vader. Gli inquisitori erano 12 membri dell’Inquisitorius, ex Jedi trasformati in spietati assassini noti come “lame rosse”.

Ogni inquisitore era identificato da un numero e dalla dicitura “fratello” o “sorella”. Indossavano tute nere e grigie e impugnavano doppie spade laser rosse, con la capacità unica di poter girare e rendere più complicato il combattimento contro i Jedi. Inizialmente deboli nel Lato Oscuro della Forza, gli inquisitori utilizzavano uno stile difensivo simile a quello dei Jedi. Tuttavia, sotto la guida di Darth Vader, sono stati addestrati a combattere in modo più offensivo, in modo da sopraffare i loro nemici Jedi. Erano anche molto abili negli interrogatori, utilizzando la Forza per leggere le menti e individuare altri sensibili alla Forza.

Il Programma Inquisitorius

L’Inquisitorius, noto anche con vari nomi come “Programma Inquisitorius”, “Ordine degli Inquisitori” o semplicemente “Inquisizione Imperiale”, rappresentava un’organizzazione enigmatica all’interno dell’Impero Galattico, che aveva preso il controllo dopo la caduta della Repubblica Galattica.Sotto la guida di Darth Vader, braccio destro dell’Imperatore Sheev Palpatine, e del misterioso Grande Inquisitore, gli agenti dell’Inquisitorius erano sensibili alla Forza e schierati con il lato oscuro. Il loro compito principale era dare la caccia ai Jedi superstiti della Grande Purga Jedi, avvenuta durante la trasformazione dell’Ordine Jedi in una minaccia per il nuovo regime imperiale.

Durante la Guerra Civile Galattica, gli inquisitori si scontrarono con vari gruppi ribelli, cercando di eliminare ogni possibile minaccia per l’Impero. Tuttavia, con lo scoppio della guerra e la convinzione dell’Impero che i Jedi fossero stati completamente annientati, l’Inquisitorius sembrò misteriosamente scomparire nel nulla. Così, anche se la sua esistenza e i suoi metodi rimangono avvolti nel mistero, l’Inquisitorius giocò un ruolo cruciale nella storia della Galassia, contribuendo a mantenere il controllo dell’Impero Galattico sulla galassia attraverso la repressione dei potenziali nemici dell’ordine imperiale.

Il Grande Inquisitore

Il Grande Inquisitore era un membro maschio della specie Pau’an che ricopriva il ruolo di Grande Inquisitore all’interno dell’Impero Galattico, qualche anno prima della celebre Battaglia di Yavin. La sua missione principale era quella di dare la caccia ai Jedi sfuggiti alla distruzione dell’Ordine Jedi. Addestrato nelle arti della Forza da Darth Vader, il suo compito era individuare e eliminare i giovani sensibili alla Forza per impedire che venissero addestrati dai Jedi rimasti. Per essere più efficace nel suo ruolo, studiò gli archivi del Tempio Jedi per conoscere i nomi e gli stili di combattimento di tutti i Jedi, rendendolo un nemico temibile per coloro che erano riusciti a sfuggire alla persecuzione.

Dopo aver ricevuto informazioni su un gruppo di ribelli attivi sul pianeta Lothal, nell’Orlo Esterno, l’Inquisitore si mise alla ricerca del Jedi Kanan Jarrus e del suo giovane apprendista, Ezra Bridger, cercando di convertirli al Lato Oscuro. Il loro primo scontro avvenne quando i ribelli si recarono alla prigione imperiale, La Guglia, alla ricerca della Maestra Jedi Luminara Unduli, creduta ancora viva e tenuta prigioniera dall’Impero. Non riuscendo a catturare i due ribelli, l’Inquisitore li inseguì fino a Lothal, dove tentò nuovamente di affrontarli. Durante un confronto decisivo presso Fort Anaxes, l’Inquisitore cercò di sconfiggere Kanan e convincere Ezra a unirsi al Lato Oscuro, ma i ribelli riuscirono nuovamente a sfuggire, grazie all’aiuto di un potente Fyrnock manipolato da Ezra.

In seguito a questi eventi, il Gran Moff Wilhuff Tarkin prese il comando della caccia ai ribelli su Lothal e, insieme all’Inquisitore e all’agente Kallus, riuscì finalmente a catturare Kanan. Durante l’interrogatorio del Jedi, condotto per ottenere informazioni su una possibile ribellione più ampia, l’Inquisitore non ottenne alcun successo e Tarkin decise di trasferire Kanan su Mustafar. Tuttavia, i ribelli organizzarono un audace piano di salvataggio che portò alla liberazione del Maestro dai guerrieri della libertà. L’Inquisitore affrontò nuovamente Kanan e Ezra sulla navetta di fuga, ma l’abilità e la determinazione del Jedi erano superiori e infine il Pau’an fu sconfitto. Avvertendo i due ribelli di una vicina minaccia provocata dalla sua sconfitta, l’Inquisitore, consapevole delle conseguenze del suo fallimento, preferì perire tra le fiamme del reattore piuttosto che affrontarle.

Ginga Sengoku Gun’yūden Rai. La leggenda degli eroi delle guerre galattiche

“Alla fine di questa guerra nessuno, tra alleati e nemici ignorerà il mio nome Ryuga Rai”

Valutando gli innumerevoli Poiane della mia collezione e utilizzando la mia memoria eidetica su questi argomenti, stavo ripensando alle varie opere giunte nella nostra italica penisola e poi andate nel dimenticatoio, la mia scelta per il servizio di oggi è caduta su uno che per me è uno dei capolavori del Mangaka Joji Manabe,

Già conosciuto nel nostro paese per lavori come l’ormai introvabile Outlanders, l’inossidabile Drakun e l’ironico Capricorn, facendo alcune ricerche nei mercatini dell’usato o in fiere del settore, possiamo goderci anche questa sua fatica: Rai la leggenda degli eroi delle guerre galattiche (Ginga Sengoku Gun’yūden Rai)

Questo manga, è molto apprezzabile sia dal punto di vista del tratto, volti ben definiti, sia quelli umani che quelli di animali antroporfizzati, firma tipica di Manabe che utilizza sia personaggi umani che animali umani come Myazaki gli scontri spaziali tra enormi astronavi sono molto ben caratterizzati fondendo una tecnologia futuristica, fusa a vascelli in stile seconda guerra mondiale, invece di cannoni laser, abbiamo torrette che sparano proiettili e invece di essere guidate da tecnologiche plance di comando come in Star Trek, abbiamo un classico timone in stile marinaresco, vi sono poi scontri corpo a corpo tra samurai, invece di vedere truppe in stile Space Marines o Fanteria dello Spazio una perfetta fusione tra Fantascienza e classico cappa e spada. Non mancano le belle ragazze; e la trama è molto ricca di eventi, che mescola azione e l’avventura con gli intrighi politici di palazzo e innumerevoli colpi di scena, oltre a citazioni tratte da storie e leggende del medioevo giapponese e cinese.

La storia

Dopo quasi trecento anni di sagge guida da parte dell’Impero Sacro, il dominio galattico è caduto nel caos più completo. La morte dell’ultimo imperatore senza eredi diretti ha portato tutti i signori feudali degli stati del cielo del nord e del cielo del sud a avviare una lunga e sanguinosa guerra per il potere, poiché non esiste più una guida centrale.

Tra questi signori c’era Hiki Danjyo, un ex generale dell’antico impero, che, dopo aver consolidato e ampliato le sue forze, partì alla conquista dell’intera galassia sotto la sua bandiera. La sua straordinaria superiorità militare sconfisse quasi tutti gli stati del cielo del nord, ma l’ultimo a resistere era lo stato di Sutara, governato da Aso Shuzen.

Per muovere contro gli stati del sud, era necessaria l’unificazione degli stati del nord. Durante l’ultima offensiva contro il castello di Sakura, il soldato Ryuga Rai, proveniente dalle forze dello stato di Gojyo governato da Hiki Danjyo, affrontò Aso Shuzen e lo uccise durante l’assalto.

Durante i festeggiamenti per la vittoriosa campagna di unificazione degli stati del nord, comparve la principessa Shimon, figlia del defunto Shuzen e ultima discendente della famiglia imperiale. Dopo un fallito tentativo di uccidere Hiki Danjyo, fu presa in custodia dallo stesso.

Rai irruppe nella sala dei festeggiamenti per conferire con Danjyo, poiché riteneva inadeguata la compensazione data alle famiglie dei caduti della sua divisione. Nonostante rischiasse punizioni severe, riuscì ad affrontare il generale Gaira ma fu sconfitto. Fortunatamente, venne salvato dall’intervento della generalessa Roha e della principessa Reira.

Ma le sorprese non finirono qui. Mentre tutti festeggiavano la vittoria, una forza d’assalto guidata da Dokuganryu Masamune, governatrice dello stato di Chi dei cieli del sud, fece irruzione nel castello e affrontò personalmente Hiki Danjyo. Rai riuscì a fermarla prima dell’attacco fatale. Nonostante l’attacco fosse stato respinto, la sfida era stata lanciata: “Chi vorrà regnare sulla galassia dovrà prima sconfiggere gli stati del cielo del sud”.

Danjyo accettò la sfida e preparò in breve tempo una forza di invasione per gli stati del sud. Rai, grazie all’aiuto della generalessa Roha, ottenne il comando della 4077ª divisione corazzata pesante come forza di avanguardia. Nel frattempo, la principessa Shimon chiese a Danjyo di sposare il guerriero più valoroso di questa campagna.

La campagna di invasione sembrava procedere abbastanza bene. Le forze di Hiki Danjyo riuscirono a conquistare il pianeta Zaoto, essenziale per la conquista degli stati del sud. Tuttavia, Zaoto si rivelò una trappola ideata da Masamune. Le armate di Rai e del generale Roha si trovarono in trappola senza scorte di cibo e munizioni, a merce delle armate degli stati del sud.

Mentre Masamune si preparava a negoziare con le armate di Gojyo, Roha e i suoi generali, inclusi Rai, radunarono le loro forze e sfondarono il blocco. Rai si offrì volontario per proteggere la retroguardia di Roha durante l’assalto.

I cieli dello spazio si tinsero di rosso mentre le armate si scontravano nelle possenti navi da guerra. Mentre le truppe di Gojyo si ritiravano sotto la pressione dell’esercito di Masamune, Rai rimaneva indietro per difendere Roha e le sue truppe. Durante uno di questi scontri, la nave di Rai si scontrò con la nave di Masamune. Rai affrontò Masamune anche se ferito, ma la sua avversaria riuscì a fuggire. Roha giunse in soccorso di Rai, salvandolo.

Nonostante la trappola di Masamune non avesse ottenuto i risultati sperati, le armate di Gojyo furono sconfitte. Dopo aver rinforzato le difese dei territori di confine e “punito” gli ufficiali responsabili del fallimento della campagna, Danjyo dovette affrontare un tentativo di insurrezione interna guidata da ex ministri del vecchio regime imperiale, ma riuscì a sedarla con l’aiuto di Rai. Anche Masamune dovette sedare un tentativo di ribellione dello stato alleato con gli stati del sud, ma ciò portò solo all’assorbimento dei territori da parte dello stato di Chi, rendendo Masamune più forte rispetto agli altri stati.

Nonostante la sconfitta delle armate di Gojyo, Danjyo mantenne la promessa fatta alla principessa Shimon, dando in sposa sua figlia al più valoroso dei suoi guerrieri: Rai.

Nonostante la galassia vivesse ancora in uno stato di guerra, vi erano anche momenti di pace temporanei. Danjyo organizzò un sontuoso banchetto per sigillare la tregua con Masamune e l’alleanza degli stati del sud, e per festeggiare l’arrivo del nuovo anno. Tutti gli avversari furono invitati, ma era chiaro che prima o poi una delle fazioni avrebbe ripreso ostilità per la conquista della galassia.

Mentre tutti aspettano gli avvenimenti, la sete di potere delle armate di Gojyo e dei suoi alleati deve momentaneamente arrestarsi causa di una grave malattia del supremo Danjyo, che pian piano lo debilita sia nel corpo che nello spirito.

Ma prima di morire egli affida a rai il comando del corpo d’armata della sua guardia personale (5 divisioni per un totale di 100’000 uomini) ed anche il compito di dover proteggere sua figlia la principessa Reira, di malavoglia rai acconsente al nuovo compito.

Oltre a ciò Danjyo affida al suo consigliere Ryosai le sue ultime volontà, che alla sua scomparsa l’erede designata degli stati del cielo del nord con tutti i suoi alleati passi nelle mani della stessa masamune, ma qualcuno trama nell’ombra. Tornato nel suo castello Ryosai e tutta la sua famiglia ed i suoi servitori vengono uccisi ed il testamento di Danjyo distrutto dalla principessa Reira e dalla sua guardia personale; avendo seguito di nascosto la conversazione dei due e non essendone contenta aveva cercato di porvi rimedio.

Alla notizia della morte del suo più fidato consigliere il cuore di Danjyo non riesce a reggere alla nuova emozione e così muore lasciando la galassia nuovamente nel caos.

Per far fronte alla nuova crisi i ministri ed i generali Gaira, Homei, Gen’I e Roha prendono il comando degli stati del cielo del nord, iniziando a sedare i primi focolai di rivolta.

Con il succedersi degli eventi, a rai gli viene affidato il comando ed titolo di signore del pianeta di Nankeiro, ultimo avamposto degli stati del cielo del nord al confine con gli stati del cielo del sud. Arrivato sul pianeta rai si scontra con l’attuale reggente del pianeta, un individuo vile e corrotto che non riconoscendo la nuova autorità di rai non vuol cedere le redini del potere, decretando così la sua fine.

Installandosi in questo modo Rai fa capire anche non solo ai burocrati corrotti ma anche ai mercanti disonesti che da oggi Nankeiro non è più al comando di un debole ma di una tigre.

Intanto anche su Buoto capitale dello stato Gojyo fulcro degli stati del cielo del nord, c’è aria di complotto, infatti il generale Gaira alleatosi con la principessa Reira, insorge contro gli altri generali e con il consiglio dei ministri eliminandoli uno ad uno, tranne il generale Roha che avendo sempre avuto un debole per lei, le salva la vita nominandola suo consigliere e generale.

Dopo aver insediato sul trono di Buoto la principessa Reira, Gaira prende il titolo di comandante supremo di tutte le armate.

La notizia della presa di potere di Gaira giunge su Nankeiro dove un rancoroso rai accoglie l’avvenimento con astio e rabbia per non essersi trovato al fianco di Roha, e manifestando così davanti ai suoi uomini che prima o poi sarà lui a riuscire dove Danjyo ha fallito, ovvero la conquista dell’intera galassia.

Con il potere del nord ancora vacillante Masamune coglie l’occasione per invadere Gojyo con le sue armate, sperando in un facile conquista. Ma mentre tutto sembra andare per il meglio, ecco che grazie ad un apparente sotterfugio ordito da Rako signore dello stato di Ren dei cieli del sud e da Gai’En fratello di Gaira e suo consigliere, fingendo di sedare un colpo di mano insidiano sul trono Toramaru fratello minore e legittimo signore di chi (di cui Masamune ne era la tutrice fino alla maggiore età), arrestando così la sua campagna di conquista.

Mentre su Nankeiro fervono i preparativi per le nozze tra rai e la principessa Shimon, fa la sua comparsa Daigakuya Shinshin, primogenito di uno dei più influenti mercanti di Nankeiro, la cui fama e più di perdigiorno e donnaiolo, è in realtà un eccellente stratega le cui doti sono brama di molti signori feudali, la cui vera ambizione non è altro che essere il Gunshi (consigliere supremo) del dominatore della galassia.

Ed in Rai vede appunto l’uomo che lo aiuterà in questo progetto.

Intanto mentre si stanno ordendo complotti e assassini politici, pianificando battaglie, su Nankeiro stanno fremendo i preparativi per le imminenti nozze tra la principessa Shimon e rai, cosa riserverà loro il futuro……….

Conclusioni

Per chi come me ha già letto altri lavori di Manabe, può certamente apprezzare quest’opera che non ha niente da invidiare agli altri suoi lavori, anzi forse a mio giudizio trovo che rai sia in un certo modo una dei manga migliori che Manabe abbia saputo creare e penso che possa anche piacere ai neofiti. Al suo interno poi vi e un po’ di tutto dall’azione all’intrigo, dalle situazioni umoristiche tipiche di Manabe alle situazioni di massima tensione, poi la mescolanza tra la tecnologia spaziale e gli usi e costumi del medioevo cinese e giapponese e dir poco inusuale ed interessante, vedere enormi vascelli solcare gli spazi e scontri tra samurai con armatura lancia e katana, ti proietta nello stesso momento in due universi separati ma uniti nello stesso tempo.

Forse questa mia recensione non gli renderà certo la giustizia che merita, ma dover descrivere ogni protagonista che ci sarebbe voluto uno special solo per la descrizione di ogni singolo personaggio; protagonisti o detto e lo ripeto Rai è il protagonista principale ma ogni personaggio all’interno di Rai e a suo modo un protagonista in quanto in un modo o nell’altro è ugualmente importante per lo svolgimento della trama che via via si sviluppa.

Purtroppo l’edizione Italiana si è interrotta al nono volume e spero di cuore che prima o poi qualche casa editrice possa ripubblicare quest’opera fino alla sua conclusione, e per chi ne fosse anche solo incuriosito, gli consiglio di reperire i numeri usciti e leggerlo ne vale proprio la pena. In Giappone la serie era così seguita ed era così piaciuta che ne fu creato un anime di ben 56 episodi, speriamo al più presto di potervi fare la recensione anche dell’anime o almeno di farvi avere delle immagini.

Natasi Daala: la prima donna ammiraglio dell’Impero

Natasi Daala è un personaggio dell’universo espanso di Star Wars, che appare in diversi romanzi e fumetti ambientati dopo la battaglia di Endor. Si tratta della prima donna a raggiungere il grado di ammiraglio nella Marina Imperiale, nonché una delle figure più influenti e controverse della galassia.

Origini e carriera militare

Natasi Daala nacque sul pianeta Irmenu, ma crebbe su Botajef, dove sviluppò un forte senso di lealtà verso l’Impero. Decisa a fare carriera nella Marina Imperiale, si iscrisse all’Accademia Militare di Carida, dove dovette affrontare la discriminazione e il sessismo dei suoi superiori e colleghi. Per dimostrare le sue capacità, Daala usò un alias informatico per sconfiggere molti ufficiali imperiali di alto livello in simulazioni di battaglia, usando tattiche innovative e aggressive. Le sue imprese attirarono l’attenzione del Gran Moff Wilhuff Tarkin, il comandante della Morte Nera e il braccio destro dell’Imperatore Palpatine. Tarkin la prese sotto la sua ala, facendola salire di grado e diventando anche il suo amante. Daala divenne la sua protetta e confidente, imparando da lui i segreti e le strategie dell’Impero.

L’Installazione del Maw

Tarkin, conscio delle potenzialità di Daala, le affidò il comando di una base segreta di ricerca situata nel Maw, un complesso di buchi neri che nascondeva la stazione dagli scanner. Lì, alcuni dei migliori scienziati dell’Impero lavoravano a progetti di super-armi, tra cui il Sole Oscuro, una stella artificiale in grado di distruggere interi sistemi solari, e l’Ala della Morte, un caccia stellare dotato di un raggio laser miniaturizzato. Daala rimase nell’Installazione del Maw per undici anni, isolata dal resto della galassia e ignara degli eventi che portarono alla morte di Tarkin, Palpatine e Darth Vader, nonché alla caduta dell’Impero e all’ascesa della Nuova Repubblica. La sua fedeltà a Tarkin era tale che mantenne il suo cognome anche dopo la sua scomparsa, e si fece tatuare una piccola stella nera sulla guancia destra in suo onore. La sua esistenza fu scoperta nel 11 ABY, quando Kyp Durron, Han Solo e Chewbacca, in fuga da Kessel, si imbatterono nell’Installazione del Maw. Daala li interrogò, e rimase scioccata nell’apprendere che l’Impero era in rovina e che la Nuova Repubblica era la nuova potenza galattica. Furiosa e vendicativa, Daala decise di lanciare la sua campagna per seminare il caos nella galassia e vendicare la morte di Tarkin, con le sue quattro Star Destroyer e il Sole Oscuro.

La guerra contro la Nuova Repubblica

Daala attaccò diversi obiettivi della Nuova Repubblica, tra cui il pianeta Mon Calamari, la sede dell’Accademia Jedi di Yavin 4 e il centro di ricerca di Sluis Van. Tuttavia, i suoi piani furono ostacolati da vari fattori, tra cui la perdita del Sole Oscuro, rubato da Solo e i suoi compagni, che riuscirono anche ad avvertire la Nuova Repubblica della sua esistenza, la ribellione di alcuni dei suoi scienziati, che sabotarono le sue super-armi, e la scarsa collaborazione degli altri signori della guerra imperiali, che la consideravano una donna incompetente e ambiziosa. Daala subì numerose sconfitte e perdite, tra cui tre delle sue quattro Star Destroyer. Con la sua ultima nave, la Cavaliere, tornò all’Installazione del Maw per cercare di proteggerla dall’attacco della Nuova Repubblica. Lì, trovò le forze della Nuova Repubblica, guidate dal generale Wedge Antilles, che la attaccarono. Daala riuscì a fuggire, ma non prima di aver attivato il Sole Oscuro, che distrusse l’Installazione del Maw e tutte le navi presenti, tranne la Cavaliere e il Millennium Falcon. Daala si ritirò in un pianeta remoto, dove pianificò la sua prossima mossa. Si alleò con il signore della guerra Gilad Pellaeon, un ex sottoposto di Tarkin, e con il Moff Disra, un politico corrotto. Insieme, tentarono di riunificare i resti dell’Impero, plagiato da una guerra civile, e di creare una nuova minaccia per la Nuova Repubblica, usando un clone del defunto Grand’ammiraglio Thrawn, uno dei più brillanti e rispettati comandanti imperiali. Tuttavia, il loro piano fallì, a causa dell’intervento di Talon Karrde, un contrabbandiere che aveva conosciuto Thrawn, e di Flim, un attore che impersonava Thrawn. Daala fu catturata e imprigionata, ma riuscì a evadere grazie all’aiuto di Pellaeon, che le offrì il comando della Flotta Imperiale. Daala accettò, e lanciò un ultimo attacco alla Nuova Repubblica, usando una nuova arma, il Generatore di Onde di Magma, che provocava eruzioni vulcaniche sui pianeti bersaglio. Daala colpì diversi mondi, tra cui Dantooine, dove si trovava l’Accademia Jedi, e Coruscant, il cuore della Nuova Repubblica. Tuttavia, il suo assalto fu respinto dai Jedi, guidati da Luke Skywalker, e da alcuni suoi ex alleati, che la tradirono. Daala fu costretta a ritirarsi, e a cedere il comando a Pellaeon, che propose una tregua alla Nuova Repubblica.

Attività successive

Daala si ritirò nuovamente in un pianeta isolato, dove visse per alcuni anni in solitudine. Durante questo periodo, ebbe un figlio, frutto di una relazione occasionale con un uomo sconosciuto. Daala si dedicò alla cura del bambino, ma lo perse a causa di una malattia. Questo evento la segnò profondamente, e la rese ancora più amareggiata e vendicativa. Nel 25 ABY, Daala fu contattata da Boba Fett, il famoso cacciatore di taglie e leader dei Mandaloriani. Fett le offrì una missione: uccidere il Jedi Kyp Durron, che era stato responsabile della distruzione di diverse navi imperiali, tra cui la Morte Nera II, usando il Sole Oscuro. Daala accettò, e si infiltrò nell’Accademia Jedi di Yavin 4, dove Durron si trovava. Tuttavia, il suo tentativo di assassinio fallì, e Daala fu scoperta e catturata dai Jedi. Daala fu imprigionata nell’Accademia Jedi, dove fu interrogata da Luke Skywalker, che cercò di convincerla a lasciare il suo odio verso i Jedi e la Nuova Repubblica, e a collaborare con loro per affrontare la minaccia degli Yuuzhan Vong, una razza aliena invasiva che stava devastando la galassia. Daala rifiutò, e rimase ostile e sprezzante verso i Jedi e la Nuova Repubblica. Daala fu liberata dall’Accademia Jedi da un gruppo di mercenari, che la portarono al cospetto di un misterioso individuo, che si rivelò essere il Grand’ammiraglio Thrawn. Daala rimase sorpresa e scettica, poiché Thrawn era stato dato per morto anni prima. In realtà, si trattava di un clone di Thrawn, creato dal Secondo Impero, una fazione imperialista che si era rifugiata nel Maw, e che aveva ricostruito l’Installazione del Maw e le sue super-armi. Il clone di Thrawn offrì a Daala il comando di una flotta di Star Destroyer, con l’obiettivo di distruggere gli Yuuzhan Vong e ristabilire l’Impero. Daala accettò, ma si rese conto che il clone non era il vero Thrawn, e che il Secondo Impero era una farsa. Con l’aiuto di Jagged Fel, un pilota imperiale, Daala sabotò il clone di Thrawn e il Secondo Impero, e fuggì con la sua flotta. Daala si unì alla Flotta Irregolare del Maw, un gruppo di ex ufficiali imperiali che si erano stabiliti nel Maw, e che avevano recuperato alcune delle super-armi dell’Installazione del Maw. Daala divenne la leader della Flotta Irregolare, e si impegnò a combattere gli Yuuzhan Vong, ma anche a contrastare i Jedi, che riteneva responsabili di molti dei mali della galassia.

La Seconda Guerra Civile Galattica

Nel 40 ABY, scoppiò una nuova guerra civile nella galassia, tra l’Alleanza Galattica, guidata da Jacen Solo, nipote di Han Solo e Leia Organa, e la Confederazione, una coalizione di mondi che si erano ribellati all’Alleanza. Daala e la Flotta Irregolare rimasero neutrali, ma osservarono con interesse gli sviluppi del conflitto. Daala scoprì che Jacen Solo era diventato un Sith, con il nome di Darth Caedus, e che aveva preso il controllo dell’Alleanza Galattica, imponendo una dittatura brutale.

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