La terza stagione di Star Trek Discovery segna la fine di ciò che fino al passato potevamo considerare il prequel di Star Trek. Ambientata mille anni nel futuro rispetto agli eventi narrati nelle stagioni precedenti, la nuova stagione di Discovery doveva rappresentare un nuovo inizio per lo show CBS All Access.
Con premesse interessanti e la caduta dell’angelo Michael Burnham nel trentaduesimo secolo, la terza stagione portava con sé l’opportunità di plasmare nuove dinamiche e mitologie. Tuttavia, la serie si è rivelata più complessa del previsto, con una struttura narrativa che tende a disattendere i climax orizzontali e privilegiare le micro narrazioni verticali. La minaccia di Osyraa e della Catena Smeraldo, pur presentando potenziali conflitti e tensioni memorabili, non è stata pienamente sfruttata dagli sceneggiatori.
Tra nuovi arrivi, illustri congedi e misteri da esplorare, Star Trek Discovery 3 cerca di rinnovarsi e innovare, ma l’anti-climax e la frammentazione della narrazione possono risultare frustranti per lo spettatore. Tuttavia, la serie si distingue per il tema tematico e valoriale di Star Trek, che si riflette anche nella nostra contemporaneità. In definitiva, la terza stagione può essere considerata un prologo per una potenziale quarta stagione che dovrebbe approfondire la galassia frammentata introdotta in questi tredici episodi.