La firma, La Madonna adolescente, Il dente del peccato: in due parole… La Pietà Vaticana

La Pietà vaticana è l’unica opera che Michelangelo abbia mai firmato. C’è un episodio piuttosto fantasioso riportato dal Vasari nel suo “Le vite”, in cui viene rivelata la ragione di questa firma, incisa su una fascia trasversale sopra il petto della Vergine. Alcuni gentiluomini lombardi stavano ammirando la bellezza della statua della Pietà e, dopo averne tessuto le lodi, cercarono di identificarne l’autore. Alla fine si convinsero che fosse opera di un loro conterraneo, il Gobbo di Milano. Michelangelo, che aveva ascoltato la discussione, si nascose nella chiesa e di notte intagliò il suo nome sulla statua:

MICHEL.A[N]GELVS BONAROTVS FLORENT[INVS] FACIEBAT

(Lo fece il fiorentino Michelangelo Buonarroti)

È più probabile che in realtà Michelangelo avesse seguito l’usanza dei pittori toscani dell’epoca, che successivamente decise di abbandonare. Nonostante la Pietà avesse destato fin da subito un’enorme ammirazione, vennero mosse delle critiche all’aspetto giovanile del volto della Vergine, che sembra un’adolescente. Questa fu una scelta consapevole del Michelangelo, che come specificato dai suoi biografi, fu di natura teologica. La Vergine incorrotta, l’Immacolata Concezione, è il simbolo di una giovinezza cristallizzata, che non può appassire; l’artista si rifà anche ai versi del paradiso di Dante: “Vergine madre, figlia del tuo figlio”. La statua della Pietà ha un’altra particolarità, più difficile da notare: il Cristo ha un dente in più, un quinto incisivo. Questo dente è soprannominato “il dente del peccato” e nelle opere di altri artisti rinascimentali è prerogativa di personaggi negativi. Il Cristo della Pietà, invece, dovrebbe esserne stato dotato perché, con la sua morte, prende su di sé tutti i peccati del mondo.

Il ventuno maggio del 1972 un geologo ungherese di passaporto australiano, Laszlo Toth, eluse la sorveglianza della Basilica di San Pietro e colpì ripetutamente con un martello la Pietà vaticana. Spaccò il braccio sinistro della Vergine e provocò numerosi danni al volto, staccando il naso e la palpebra sinistra. L’uomo fu fermato prima che potesse continuare a infierire sul Cristo. Giudicato insano di mente, fu prima rinchiuso in un manicomio italiano e poi rimpatriato in Australia. Ci fu un lungo dibattito in Vaticano riguardo al tipo di restauro da effettuare: una corrente suggeriva di lasciare il volto della Madonna sfigurato, come testimonianza di un’epoca dominata dalla violenza; una seconda propendeva per un restauro critico, in cui cioè venissero messe in evidenza le parti mancanti o rifatte; la terza proposta, quella di un restauro integrale, alla fine ebbe la meglio. Si concluse, difatti, che anche la più piccola lesione nella perfezione splendente della Pietà di Michelangelo Buonarroti sarebbe stata intollerabile

di Annarita Sanna

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Autore: Redazione

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