La Cerimonia del Mochi Tuki

Durante l’edizione 2022 del Festival dell’Oriente di Torino, tra tanti spettacoli ed eventi che a cui abbiamo assistito, sono riuscita ad assistere alla cerimonia del Mochi Tuki, una cerimonia rituale per preparare i famosi Mochi.

Il mochi  è un piatto tradizionale giapponese costituito da Riso molto ricco di glutine, tritato e pestato per ottenere una pasta bianca, morbida e appiccicosa che viene poi modellata in forme sferiche o rettangolari e per alcune preparazioni, viene anche fatto ripieno con vari ingredienti, come il Thè Verde oppure gli Akatsuki i tipici fagioli giapponesi

Secondo la tradizione, durante la cerimonia del Mochi Tuki, il riso cotto viene pestato con forza in tradizionali mortai di grandi dimensioni chiamati Usu, comunemente fatti di legno con l’ausilio di grandi martelli in legni chiamati Kine.

cerimonia del mochi

Di solito per questa procedura servono da due a tre persone, un o due che pestano  con il Kine in maniera ritmica il riso e un’altra persona che rimescola e umidifica il riso che nel frattempo si trasforma in una pasta compatta il Mochi, per poter effettuare tale operazione, ci vuole molta coordinazione tra chi pesta il riso e chi ha il compito di rigirare e rendere umida la pasta, perchè senza tale coordinazione  ci si potrebbe anche fare del male per questo ci vuole una perfetta sincronia, appena ottenuta una pasta molto collosa, essa poi viene tagliata e modellata in varie forme solitamente in sferette e poi servite per essere mangiate.

Ovviamente tale cerimonia viene eseguita in particolari eventi per via della sua laboriosità in tale preparazione, infatti per poter produrre il Mochi come piatto di tutti i giorni, vengono utilizzati macchinari industriali che sono adibiti alla preparazione di tale pietanza in maniera “intensiva”!

 

 

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Autore: tsunade

adoro gli anime e manga fin da quando ero bambina, con gli anni ho ampliato le mie passioni come il cosplay, i comics, i film horror e la letteratura noir e horror e i videogiochi. sono curiosa a 360 gradi e do il massimo in quello che mi appassiona

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