Favola di Palermo per Paolo Borsellino e Rita Atria 

Il secondo volume della collana “Che storie” nasce dalla collaborazione tra Excalibur, piccola casa editrice milanese, La scuola del Fumetto di Milano. “Che storie” nasce per pubblicare fumetti capaci di appassionare. Fumetti che raccontano storie affascinanti per i più piccoli ma al tempo stesso intriganti per i “grandi”. Che Storie pubblica, e pubblicherà, fumetti inediti come Il Piccolo Principe,realizzato da Enzo Jannuzzi nel 2016, oppure opere riscoperte, come questa Favola di Palermo di Silvestro Nicolaci pubblicata inizialmente nel 2007 dalla Scuola del Fumetto di Milano.

Un fumetto classico … Ma diverso. Come ha sottolineato Fabio Tricoli nella sua prefazione al volume “l’antropologo russo Vladimir Propp ha studiato a lungo la fiaba, un genere cui la favola aggiunge una forte dose di realismo, arrivando a scoprire che tutte le storie hanno strutture simili, propongono azioni e funzioni ben precise, costanti, e il Bene e il Male si contrappongono senza quei grigi confusi e spesso incomprensibili che evoca la cronaca. Ecco allora che anche nella favola di Palermo troviamo l’Eroe e l’Antagonista (Paolo Borsellino da una parte e la Strega Mafia dall’altra); l’Aiutante magico, Rita, che accompagna l’Eroe nella sua impresa; l’Oggetto magico (la pozione che prima instilla ignoranza, omertà, violenza, infine restituisce coraggio), il Salvataggio e la Trasfigurazione dell’Eroe, la Punizione dell’Antagonista “cattivo”. “D’altra parte”, continua Tricoli “ci voleva tutta la magia di una favola a lieto fine per cancellare l’orrore della strage di Via d’Amelio, il lutto collettivo per quella morte annunciata, le lacrime disperate per la drammatica fine di Rita Atria, la collaboratrice di giustizia diciassettenne che si tolse la vita una settimana dopo la morte di quel giudice diventato per lei come un padre. Ci volevano tutta la leggerezza di un fumetto, e gli occhi innocenti di una bambina, per disegnare con toccante realismo e sano moralismo la più bella metafora del 19 luglio 1992, tramandata ormai di generazione in generazione: quella montagna di tritolo non ha spezzato la vita del giudice più amato dagli italiani, ma lo ha reso immortale; la barbarie mafiosa quel giorno non ha ucciso le speranze dei Siciliani onesti, semmai le ha risvegliate.”

Ma il vero miracolo di Silvestro Nicolaci è un altro, aggiunge Tricoli “In una Sicilia dove non si può parlare di Cosa Nostra senza perdersi nella palude della zona grigia, quella dove spesso non si capisce dove finisca la Mafia e cominci l’Antimafia, abbonda di sfumature e disconosce i contorni, quella che racconta a mezza bocca di trame occulte e servizi deviati, servitori infedeli e doppiogiochisti, in quella terra smarrita che ama i sofismi e ha paura dei ponti la favola di Palermo permette invece di distinguere, con meravigliosa semplicità, il bianco dal nero, il Bene dal Male.” “Il genere scelto dall’autore consegna così al lettore, insieme ad alcuni meravigliosi scorci di Palermo, la magia di un racconto denso di emozioni e significati, forte di un messaggio educativo che esalta la chiarezza e la semplicità senza però rinunciare alla profondità del messaggio. Chi ha conosciuto ed amato Paolo Borsellino resta meravigliato dalla capacità di Nicolaci di raccontarne l’umanità e il coraggio che lo contraddistinguevano, il realismo e la precisione con cui la matita ne restituisce atteggiamenti e financo lineamenti fisici, espressioni, posture. Favola di Palermo resterà nei ricordi del lettore anche per questo. Per aver strappato a un destino di morte e disperazione, insieme a Borsellino, la più giovane eroina tragica della storia della mafia e averle donato un altro… modo per finire il suo cammino, raggiungere le persone care. Non più lo scempio di via d’Amelio, il buio della sconfitta, la tragedia del suicidio; bensì la vittoria delle coscienze, la gioia del risveglio, la speranza di un futuro migliore. Con la magia di una favola che, per dirla con l’autore, “qualche volta può apparire vera a chi conosce la realtà”.

Rita Atria è stata una giovane Testimone di Giustizia italiana. Nata a Partanna (piccolo comune del Trapanese) nel 1974, Rita a soli 11 anni perde il padre Vito Atria, mafioso della locale cosca, ucciso in un agguato. Dopo l’uccisione del padre, Rita si lega sempre di più al fratello Nicola intenzionato a vendicarne la morte. Da lui raccoglie, negli anni, le più intime confidenze sugli affari e sulle dinamiche mafiose di Partanna. Nel 1991 anche Nicola viene ucciso nell’ambito della guerra tra cosche. Sua moglie Piera Aiello, testimone dell’omicidio, denuncia gli assassini e collabora con i Carabinieri. Nel novembre 1991, ad appena 17 anni, Rita decide di seguire le orme della cognata e inizia anche lei a collaborare con la giustizia. Ad accogliere le sue rivelazioni, in Procura, insieme al giudice Paolo Borsellino (all’epoca procuratore di Marsala), trova anche due donne: i sostituti Procuratore Alessandra Camassa e Morena Plazzi.Durante le sue deposizioni, la giovane si lega a Borsellino come a un padre. Le deposizioni di Rita e di Piera, unitamente ad altre testimonianze, permettono di arrestare numerosi mafiosi di Partanna, Sciacca e Marsala. A causa delle sue rivelazioni, tuttavia, Rita viene ripudiata dalla madre, fedele alla mentalità mafiosa radicata nel territorio. In breve, dopo Piera, anche Rita, ritenuta in pericolo a Partanna, viene trasferita in località segreta. Il 26 luglio 1992, una settimana dopo la strage di via D’Amelio, in cui il giudice Borsellino perde la vita insieme alla sua scorta, Rita Atria si uccide lanciandosi dal settimo piano di un palazzo di viale Amelia 23 a Roma, dove viveva, sotto falsa identità, in regime di protezione testimoni.

Silvestro nicolaci è nato a Palermo nel 1978 e si diploma nel 2002 alla Scuola del Fumetto di Milano. Nel 2003 pubblica il libro per ragazzi Orfeo (SdF). Disegna campagne pubblicitarie per Renault SpA, copertine per la serie Sol Mirror (Cronaca di Topolinia) e illustrazioni per la serie Abissi (Piemme). Nel 2009 escono in Francia la storia breve Dragon Beauty (Soleil) e il volume J.S. Bach (BdMusic). Nel 2012 per la Germania illustra la serie di libri per ragazzi Hotdogs (Egmont). Tra il 2011 e il 2015 disegna la serie francese My Lady Vampire (Soleil). Del 2014 è il libro per ragazzi Sbadiglio (Graphofeel). Nel Dicembre 2015 Glifo Edizioni dedica ai suoi disegni inediti il secondo numero di “Betulla”, libretto d’artista per appunti. Ha insegnato fino al 2012 alla Scuola del fumetto di Milano. Attualmente insegna alla Scuola del fumetto di Palermo.

Fabio Tricoli, giornalista palermitano, è caporedattore della redazione romana di “News Mediaset” e conduttore del “Tgcom24”. Autore di saggi su giornalismo e comunicazione, socio onorario dell’Associazione nazionale sociologi, è stato docente presso la Facoltà di Scienze della comunicazione dell’Università la Sapienza di Roma. Amico di famiglia di Paolo Borsellino nel 1996 ha curato la biografia del magistrato ucciso dalla mafia per il Dizionario storico della Loyola University. È presidente della Fondazione culturale “Giuseppe e Marzio Tricoli” di Palermo impegnata nella diffusione della cultura della legalità.

Exvalibur è una casa editrice che nasce nel marzo del 2016 e vanta un solido legame con Wow Spazio Fumetto (il museo del fumetto e dell’immagine animata di Milano) del quale è partner nella creazione di mostre e con LA Scuola del Fumetto di Milano. Nella collana “Che storie” ha pubblicato la versione a fumetti de Il Piccolo Principe di Enzo Jannuzzi. Excalibur pubblica inoltre I Romanzi di Diabolik : le storie, che hanno come protagonista il Re del Terrore e la sua compagna Eva Kant, sono tutte firmate da Andrea Carlo Cappi. La collana prevede otto romanzi mai letti prima a fumetti. Di questi volumi quattro (La Lunga Notte, Alba di Sangue, L’Ora del Castigo e Il Giorno della Vendetta) sono già disponibili in libreria. Per saperne di più www.excaliburmilano.it/

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