Giornata internazionale della tolleranza: cosa significa e come celebrarla

Il 16 novembre si celebra la Giornata internazionale della tolleranza, istituita dall’UNESCO nel 1995 per promuovere la comprensione e la tolleranza tra le diverse culture e religioni.

Cosa significa tolleranza?

La tolleranza è la capacità di accettare e rispettare le differenze, anche quando non le si approvano. È una virtù fondamentale per una società pacifica e inclusiva.

Perché è importante la tolleranza?

La tolleranza è importante perché ci permette di vivere insieme in pace e rispetto. Quando siamo tolleranti, siamo in grado di accettare le differenze degli altri, anche se non le condividiamo. Questo è fondamentale per costruire una società più inclusiva e giusta.

Come celebrare la Giornata internazionale della tolleranza?

Ci sono molti modi per celebrare la Giornata internazionale della tolleranza. Ecco alcuni suggerimenti:

  • Informati sulle diverse culture e religioni. Un buon modo per iniziare è leggere libri, articoli o guardare documentari sulle diverse culture del mondo.
  • Conosci persone di culture diverse. Parla con i tuoi amici e familiari di diverse culture e religioni. Impara a conoscere le loro tradizioni e valori.
  • Sii un modello positivo. Mostra agli altri che sei tollerante e rispettoso delle differenze.

Ecco alcuni esempi specifici di cosa puoi fare per celebrare la Giornata internazionale della tolleranza:

  • Partecipa a un evento di sensibilizzazione sulla tolleranza. Ci sono molti eventi organizzati in tutto il mondo per celebrare la Giornata internazionale della tolleranza.
  • Contribuisci a un progetto che promuove la tolleranza. Ci sono molte organizzazioni che lavorano per promuovere la tolleranza nel mondo. Puoi dare il tuo contributo donando o partecipando ai loro progetti.
  • Sii un buon cittadino. Agisci in modo tollerante e rispettoso ogni giorno, nei tuoi rapporti con gli altri.

La Giornata internazionale della tolleranza è un’occasione per riflettere sull’importanza della tolleranza e per impegnarci a costruire una società più inclusiva e giusta.

Jedismo, la religione della Forza

Quando la passione diventa religione! Vi presentiamo il Jedismo è una forma di nonteismo nata tra i fan di Star Wars che riprende le regole, la mitologia e i riti dei cavalieri Jedi creati da George Lucas. Proprio per questo il Jedismo si basa sostanzialmente sullo studio e l’uso della Forza, l’energia mistica “.. che dà al Jedi la possanza. È un campo energetico creato da tutte le cose viventi. Ci circonda, ci penetra, mantiene unita tutta la galassia…“. Il leader di questo movimento pare essere Silmerion Skywalker, sedicente maestro Jedi e fondatore di questa nuova religione.

Lucas stesso si è dichiarato più volte estraneo a queste “rivisitazioni” della sua creatività e, dal’altra parte (fortunatamente per lui) non è considerato dai praticanti del Jedismo una specie di profeta. Alcuni maestri di questo movimento non escludono la possibilità che il buon George si sia ispirato grazie all’intervento di esseri superiori, forse alieni. Molto più praticamente questa religione parte dall’idea della Forza Starwarsiana considerandola trasversale a tutte le culture esistenti rappresentando una moralità innata all’essere umano e base per una filosofia applicabile alla vita di tutti i giorni. Il Jedismo si propone dunque come una sorta di “linea di confine” che lega le diverse religioni esistenti portando con se un linguaggio universale che travalica il concetto di “essere/i divini”.

Non c’è emozione; c’è pace.

Non c’è ignoranza; c’è conoscenza.

Non c’è inquietudine; c’è serenità.

Non c’è morte; c’è la Forza.

Questi Jedi hanno un’organizzazione piuttosto complicata e si basa, sostanzialmente, in gruppi “divisi” dalle diverse “religioni di provenienza” dei vari adepti (tanto da formare veri e propri “Ordini”) come ad esempio l’Ordine Cristiano di Cavalieri Jedi. I diversi Ordini sono organizzati in maniera piuttosto differente ma tutti hanno una sorta di iniziazione e una classificazione in “livelli di conoscenza”: iniziati, studenti, Padawan, Cavalieri e Master. Ciò che li accomuna sono la meditazione e le arti marziali.Per il “passaggio di livello”, ogni Ordine si comporta in modo un po’ diverso. Alcuni svolgono veri e propri esami fatti di questionari, temi o tesine, altri utilizzano pratiche più “new-age” di resistenza agli elementi e alle condizioni fisiche (un ottimo modo per dimagrire!).

Una volta diventati Cavalieri Jedi, l’obiettivo è quello di mettere costantemente alla prova spirito e corpo, con l’obiettivo di essere i promotori di un’evoluzione dell’umanità verso il pieno utilizzo del proprio potenziale (la classica storia, non vera, dell’utilizzo del 20% delle potenzialità celebrari).

Il maestri dei vari ordini sono davvero attivi in conferenze e workshop in giro per il Regno Unito in cui promuovono momenti di meditazione collettiva e scambi di “trucchi” marziali: meditazione che ogni master riesce a svolgere anche a distanza tramite la telepatia creando un legame costante con ogni padawan.

“Rabbia, paura, violenza: sono loro il Lato Oscuro! Veloci ti raggiungono quando combatti! Se anche una sola volta la strada buia tu prendi, per sempre essa dominerà il tuo destino!” infatti esistono anche ordini che hanno “Abbracciato il lato oscuro della Forza”, pur distanziandosi da essere nominati Sith. Essi esplorano soprattutto l’energia distruttiva, della violenza e della rabbia, al fine di controllarla.

Citando il Maestro Yoda:La grandezza non conta; guarda me: giudichi forse me dalla grandezza? Non dovresti farlo infatti, perché mio alleato è la Forza, ed un potente alleato essa è!” parliamo ora di quanto sono “grandi” e diffusi questi ordini Jedi su questo pianeta!

In Inghilterra e Galles 390.127 persone definirono la loro religione “Jedi” in un censimento del 2001, superando il Sikhismo, l’Ebraismo e il Buddhismo, e arrivando a portare questo credo al quarto posto in tutto il paese. In quello stesso censimento il 2,6% della popolazione di Brighton si definì Jedi. Nel giugno 2005, Jamie Reed, neo eletto membro laburista del Parlamento per Copeland in Cumbria, dichiarò di essere il primo membro Jedi del Parlamento durante il suo primo discorso. La dichiarazione, arrivata nell’ambito di un dibattito in corso in merito alla legge sull’istigazione dell’odio religioso, è stata confermata dall’ufficio di Reed come uno scherzo, e non una seria dichiarazione di fede. Nell’aprile 2006, Edward Leigh, il membro del Parlamento conservatore per Gainsborough, ha chiesto se gli sarebbe stato permesso di istituire una scuola di fede per cavalieri Jedi durante un dibattito nella Commmissione per Istruzione e Ispezioni. Nel 2011 il numero di Jedi scese a 176.632, collocandosi al settimo posto, superato da Ebraismo e il Buddhismo, ma ancora superiore ad altre religioni alternative o finte.

In Australia più di 70.000 persone (lo 0,37% della popolazione) si sono dichiarate Jedi. L’Australian Bureau of Statistic (ABS) è stato addirittura costretto a emettere un comunicato stampa ufficiale per rispondere alla pressione e alle domande dei media, annunciando che tutte le risposte in cui si parlava di religione Jedi sarebbero state definite come nulle e denunciando l’impatto incontrollabile conseguente a dichiarazioni fuorvianti, arrivando a alterare documenti ufficiali Tale fenomeno attrasse l’attenzione del sociologo della religione Adam Possamai che nel suo libro Religion and Popular Culture: A Hyper-Real Testament. Gli studi di Possamai collocano la Religione Jedi in una specifica categoria metodologica (le “religioni iperreali”, per l’appunto) e dimostrano come esista comunque in Australia una certa ostilità verso queste nuove religioni.

E in Italia? non ci sono dati ufficiali, ma se anche voi avete abbracciato questa religione, fatecelo sapere nei commenti!

Quello che è certo è che il Jedismo ha sicuramente ottenuto quello molto più interessato e lungimirante degli esperti di marketing, come dimostrano il fiorire di iniziative e centri dedicati ai futuri Cavalieri della Forza.

Alcuni file interessanti per approfondire la strada verso la Forza:

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