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Ogni giorno è un dono: il ritorno tenero e ironico di Liz Climo con BeccoGiallo

Arriva come un abbraccio tenero e ironico il nuovo libro di Liz Climo, intitolato Ogni giorno è un dono. Una pubblicazione di BeccoGiallo Editore che non è solo un volume, ma una piccola epifania quotidiana: una raccolta di momenti semplici, disegnati e raccontati con quella leggerezza profonda che da sempre è il tratto distintivo dell’artista americana. Uscito il 1° agosto in libreria, questo nuovo lavoro è l’ennesima dimostrazione di quanto anche una vignetta possa contenere mondi interi, sogni e un pizzico di filosofia zen in versione peluche.

Liz Climo non è nuova a questi incantesimi grafici. Il suo stile, inconfondibile e affettuoso, ha già conquistato milioni di lettori in tutto il mondo. Ma Ogni giorno è un dono arriva in un momento perfetto, quasi con sincronia narrativa: nel bel mezzo di un anniversario importante per la casa editrice italiana che ha fatto della graphic novel e delle storie illustrate un manifesto culturale. È un libro che si presenta come una carezza: in una società che corre, affanna, scrolla e dimentica, le vignette di Climo ci invitano a rallentare, a sorridere, e soprattutto a notare.

Ma di cosa parla, in fondo, questo volume? Non di imprese epiche o drammi cosmici, ma della poesia racchiusa nei piccoli gesti. Di una lotta per l’ultimo trancio di pizza, di un’otaria che non sa se uscire il venerdì sera o restare sul divano, di un orsetto che offre conforto con una battuta teneramente stupida. I suoi protagonisti sono animali antropomorfi — lontre, criceti, conigli, orsi — che si comportano come noi, solo con un pizzico di dolcezza in più e molta meno malizia. Eppure in quel loro goffo tentativo di affrontare la vita, ci specchiamo con un misto di tenerezza e sollievo. Perché ci ricordano che va bene non essere sempre brillanti, forti, produttivi. Va bene essere stanchi, affamati, incerti. Va bene essere umani — anche se si è un porcospino.

Il bello delle opere di Liz Climo, e Ogni giorno è un dono lo conferma pagina dopo pagina, è che riescono a parlare a tutti. Non importa se hai dieci anni o cinquanta, se sei un fan dei Peanuts o se adori Adventure Time: le sue strisce sono universali, come lo sono i momenti che rappresentano. E sono dannatamente nerd friendly, perché chi meglio di un geek conosce il valore delle piccole gioie, delle stranezze quotidiane, dei riti personali che rendono ogni giorno… sopportabile? O meglio: vivibile.

Dietro tutto questo c’è una creativa che ha iniziato a disegnare per The Simpsons a Los Angeles, dopo essere cresciuta nella Bay Area di San Francisco. Un background che spiega tante cose: lo humour secco e surreale, la cura per il dettaglio espressivo, la capacità di dire tanto con pochissimo. Liz Climo ha poi lanciato un blog su Tumblr — lizclimo.tumblr.com — che è diventato rapidamente un cult, un angolo della rete dove rifugiarsi quando tutto il resto sembra troppo rumoroso o troppo vuoto. Da lì sono nati libri amati come Rory the Dinosaur, Lobster is the Best Medicine e The Little World of Liz Climo, che hanno creato una vera e propria community affezionata. Una community che ora può finalmente abbracciare un nuovo volume, tradotto per il pubblico italiano da una casa editrice che sa quanto sia importante — oggi più che mai — pubblicare titoli che fanno bene all’anima.

Il messaggio di Ogni giorno è un dono è chiaro già dal titolo, che suona quasi come un mantra da incorniciare: vivere il presente non è una banalità da aforisma Instagram, ma una pratica attiva, una scelta. Una missione nerd, se vogliamo: come in una buona campagna di Dungeons & Dragons, dove ogni giorno può nascondere un incontro casuale inaspettato, un oggetto magico che non avevi notato, un alleato peloso con cui condividere una battuta. E proprio come accade nei migliori slice of life dell’animazione giapponese, anche qui si celebra l’incanto della quotidianità — con meno dramma e più tenerezza.

Liz Climo ci insegna che la gentilezza non è solo un valore etico, ma un gesto rivoluzionario. E lo fa con linee morbide, dialoghi minimi, e quel senso del tempo che sembra rubato alle tavole silenziose dei fumetti zen. Ogni sua vignetta è una porta verso un mondo più gentile, dove i problemi si affrontano con empatia e ironia, e dove nessuno è mai davvero solo, finché c’è qualcuno con cui condividere una battuta sui pancake o sull’ansia sociale.

Questo libro è un invito a fermarsi. A notare. A prendersi cura. Ma è anche un regalo perfetto per chi ama l’umorismo geek, i disegni che scaldano il cuore, e quella sensazione, tutta nerd, di sentirsi un po’ strani ma tremendamente affini a un criceto con gli occhiali.

Allora sì, Ogni giorno è un dono. E se arriva in formato cartaceo, rilegato, da sfogliare sul divano con una tazza di tè, meglio ancora.

Correte in libreria, portatevi a casa un pezzo di felicità illustrata. E se vi ha fatto sorridere, non tenetelo solo per voi: condividetelo, regalatelo, parlatene. Perché l’arte di Liz Climo non è fatta per restare chiusa tra due copertine, ma per circolare come un piccolo virus buono. Uno di quelli che si attaccano al cuore.0

Mauro Rostagno, prove tecniche per un mondo migliore: la graphic novel che racconta una vita per cambiare la societò

Se esiste un medium capace di afferrare l’essenza di chi ha lottato per un avvenire più giusto, quel medium è indubbiamente il fumetto. E quando la capacità di maneggiare questo straordinario potere narrativo è in mano a BeccoGiallo, la casa editrice indipendente che ha elevato la narrazione civile a una vera e propria forma d’arte attraverso le sue graphic novel, il risultato è puntualmente qualcosa di eccezionale. Dopo aver toccato le corde più profonde delle nostre emozioni con le storie di figure iconiche come Ilaria Alpi e Peppino Impastato, ora l’attenzione si sposta su un altro gigante della nostra storia recente: Mauro Rostagno. L’opera in questione, intitolata “Prove tecniche per un mondo migliore”, non è affatto un semplice volume illustrato; rappresenta una testimonianza vibrante, un affresco corale e un sentito omaggio a una delle personalità più complesse e, ahimè, spesso sottovalutate del panorama italiano contemporaneo. Gli autori, Nico Blunda, Marco Rizzo e Giuseppe Lo Bocchiaro, hanno saputo intessere una trama densa, stratificata e incredibilmente appassionata, riflettendo con maestria la vita ricca e tumultuosa del protagonista che si sono proposti di narrare. Questo libro è un’occasione imperdibile per gli appassionati di graphic novel storiche e per chiunque cerchi una biografia a fumetti che offra una prospettiva unica sulla storia italiana del dopoguerra.

Mauro Rostagno: Un Rivoluzionario dai Mille Volti

Ma chi era, in effetti, Mauro Rostagno? Nato a Torino nel lontano 1942, Rostagno è stato un sociologo acuto, un rivoluzionario instancabile, un ricercatore spirituale profondo, un fondatore di comunità innovative e un giornalista coraggioso. In sintesi, era uno di quegli uomini difficilmente etichettabili, capaci di vivere molteplici esistenze in una sola e che, fino al suo ultimo respiro, hanno cercato con determinazione di costruire qualcosa di migliore per tutti. La sua vita si è tragicamente interrotta il 26 settembre 1988, a soli 46 anni, in un vile agguato mafioso avvenuto a Lenzi, una località vicina a Trapani. Eppure, ciò che ha lasciato dietro di sé è una scia luminosa di impegno civile, un coraggio intellettuale fuori dal comune e un amore incondizionato per la verità. La sua storia, raccontata in questa biografia a fumetti, è fondamentale per comprendere le sfide e le speranze di un’epoca.


Un Viaggio Cromatico nel Cuore dell’Italia che Cambia

“Prove tecniche per un mondo migliore” si distingue nettamente dalla solita biografia illustrata. Fin dalle primissime pagine, il lettore percepisce di essere di fronte a un autentico viaggio: un’esplorazione cromatica che attraversa le diverse fasi della vita di Rostagno, le contraddizioni profonde dell’Italia del dopoguerra, i sogni audaci e le cocenti delusioni del Sessantotto, le speranze infrante e poi, miracolosamente, ricostruite, i colpi bassi sferrati dalla storia e quei lampi di inattesa bellezza che, nonostante tutto, riescono ad attraversarla.

Il volume si apre con una toccante prefazione di Adriano Sofri, figura cruciale per comprendere il contesto politico e culturale da cui Mauro è emerso, essendo stato suo amico e compagno di molte battaglie. È una sorta di ouverture che prepara il lettore a un’esperienza narrativa profondamente intensa. Le 208 pagine, splendidamente stampate in tricromia con scelte cromatiche non solo estetiche ma anche profondamente simboliche, sono suddivise in tre grandi blocchi narrativi, ognuno dei quali è contraddistinto da un colore specifico: il rosso, l’arancione e il bianco. Questa scelta artistica rende la graphic novel un’esperienza visiva e narrativa unica.


I Colori di una Vita Straordinaria: Rivoluzione, Spiritualità, Verità

Il rosso è il colore della militanza politica, degli anni turbolenti del Sessantotto. Qui facciamo la conoscenza di un giovane Mauro Rostagno, studente brillante e carismatico all’Università di Trento, una delle figure più influenti del movimento studentesco di quell’epoca. È tra i fondatori di Lotta Continua, al fianco di personaggi del calibro di Sofri, Curcio e Boato. Il racconto ci immerge nel fermento culturale e politico dell’epoca: scioperi, assemblee infuocate, cariche della polizia, ma anche ideali puri, amicizie intense, passioni travolgenti e una voglia irrefrenabile di cambiare il mondo. In questo periodo frenetico, Mauro si laurea con il massimo dei voti, fonda a Milano uno dei primi centri sociali d’Italia, il mitico Macondo, e incontra Chicca Roveri, la donna che gli sarà accanto per tutta la vita e con cui avrà la figlia Maddalena.

Poi arriva l’arancione, il colore della spiritualità e della ricerca interiore, del distacco dal caos per ritrovare se stessi. Mauro, insieme a Chicca e Maddalena, parte per l’India e si unisce ai sannyasin di Osho. Inizia un percorso personale di trasformazione, apparentemente in contrasto con la sua precedente militanza politica, ma in realtà solo un altro modo per trovare risposte, equilibrio, strumenti per affrontare il dolore del mondo. Al suo ritorno in Italia, sceglie la Sicilia. Non è una scelta casuale, ma una decisione profondamente consapevole: “Io sono più siciliano di voi, perché ho scelto di esserlo,” afferma, una vera e propria dichiarazione d’intenti. A Lenzi, vicino Trapani, fonda la comunità di recupero Saman, che accoglie tossicodipendenti e alcolisti, offrendo loro un percorso laico, umano e inclusivo. Questa fase della sua vita evidenzia la sua costante ricerca di un “mondo migliore”.

Ed è qui che inizia il bianco, il colore della verità, della luce, della denuncia. Mauro Rostagno diventa giornalista per l’emittente locale Radio Tele Cine (RTC). Con la sua voce inconfondibile, il suo stile diretto, il suo sorriso ironico e le sue analisi taglienti, entra nelle case dei siciliani. Parla della “monnezza”, dei problemi quotidiani, ma soprattutto denuncia con un coraggio inaudito la mafia, le sue connessioni con la politica, la massoneria, i servizi deviati. Nomi, cognomi, dati, documenti: Rostagno è un giornalista scomodo, preparato, instancabile. E proprio per questo diventa un bersaglio. Questa sezione del fumetto è cruciale per comprendere la lotta alla mafia in Italia.


Un Omaggio Visivo e Commovente: Il Potere delle Chine e della Sceneggiatura

Il fumetto narra tutto questo con una regia visiva che richiama le migliori produzioni cinematografiche. L’omicidio iniziale è mostrato con una potenza evocativa devastante, ma è solo il punto di partenza per un viaggio profondo nell’animo di Mauro. Ogni tavola è un equilibrio perfetto tra testi e immagini, capace di trasmettere emozioni forti e autentiche. Le chine di Giuseppe Lo Bocchiaro sono espressive e incisive, in grado di raccontare moltissimo attraverso i volti, i paesaggi, i silenzi eloquenti. La sceneggiatura di Blunda e Rizzo è fluida, profonda, ricca di dialoghi memorabili e mai retorici. Il fumetto ci permette di entrare nella testa e nel cuore di Mauro, facendoci comprendere le sue scelte, i suoi dubbi, le sue motivazioni più profonde.

Il finale, struggente e poetico, è un’utopia visiva: Mauro insieme al nipote Pietro, con in sottofondo una canzone di Paolo Conte, chiude il cerchio in modo magistrale. È uno di quei momenti rari in cui un fumetto ti spiazza e ti commuove, lasciandoti qualcosa di più profondo di una semplice lettura. Come sottolinea Benedetta Tobagi nella postfazione, “la storia di Mauro costringe più di altre a guardare oltre gli steccati e i luoghi comuni. Disegna un percorso di evoluzione fecondo che dalle proteste antisistema degli anni ’70 porta alla lotta contro la mafia e per il risanamento delle istituzioni.”

Il volume si conclude con una cronistoria dettagliata, un’intervista a Calogero Germanà (scampato a un attentato mafioso e attento osservatore del lavoro di Rostagno), e un dialogo toccante con Elisabetta Roveri e Maddalena Rostagno, rispettivamente compagna e figlia di Mauro. È davvero impossibile chiudere il libro senza sentire un nodo in gola, segno dell’impatto emotivo di questa straordinaria graphic novel.


Un Fumetto che è un Manifesto: L’Eredità di Mauro Rostagno

“Prove tecniche per un mondo migliore” non è soltanto un fumetto. È un atto d’amore, una dichiarazione civile, un vero e proprio manifesto per le nuove generazioni. È un libro che meriterebbe di essere letto nelle scuole, regalato agli amici, discusso nelle librerie e nei circoli culturali. È un pezzo vibrante della nostra storia, di quella che spesso non viene raccontata nei programmi scolastici ma che ha costruito il Paese con il sangue e il coraggio dei suoi protagonisti. È un omaggio profondo a Mauro Rostagno, che non era un eroe senza macchia, ma un uomo vero, complesso, appassionato. Uno di quelli che, come cantano i Baustelle, “non tornano più”, ma che restano vivi nei ricordi, nei libri, e nelle battaglie quotidiane per rendere questo mondo un po’ migliore. Questa graphic novel è un’aggiunta essenziale alla libreria di chiunque si interessi di storia contemporanea italiana, impegno civile e fumetto d’autore.

Giochiamo insieme? Il fumetto tenero e geniale di Armin e Zoe Barducci che celebra il potere del gioco

Immaginate di entrare in una libreria, aggirandovi tra scaffali traboccanti di storie di supereroi, epiche battaglie galattiche, vampiri tormentati, detective dell’occulto e manga dai capelli improbabili. E poi, quasi per caso, vi cade l’occhio su un volume che non urla “epicità!” dalla copertina, ma che vi attira con un titolo tenero e semplice: Giochiamo insieme?. È il nuovo fumetto della collana Gatti Sciolti – fumetti senza peli sulla lingua, edito da Eris edizioni, e posso garantirvi che, pur non avendo raggi laser né mantelli svolazzanti, ha dentro una magia rara e potentissima.

Dietro a questo piccolo gioiello si nasconde un duo creativo d’eccezione: Armin Barducci, fumettista già conosciuto e apprezzato nell’ambiente indie italiano, e… sua figlia Zoe, 7 anni. Sì, avete letto bene: sette anni. E no, non è un progetto paternalista tipo “papà fa tutto e la figlia colora un angolino”. Qui Zoe è autrice a tutti gli effetti, con un ruolo narrativo e grafico centrale.

La genesi del fumetto è teneramente disarmante: Armin chiede a Zoe “Giochiamo insieme?”, e Zoe chiede al papà fumettista, intento a lavorare al suo tavolo, la stessa cosa. Da questo doppio invito nasce un libro a quattro mani, o meglio, a otto: quelle di Armin, quelle piccole e instancabili di Zoe, e quelle dei loro personaggi. Perché il volume racconta la stessa storia, ma da due prospettive. Da un lato del libro troviamo la versione di Armin, e girandolo – sì, proprio capovolgendolo fisicamente – ci immergiamo nella versione di Zoe.

La storia che decidono di raccontare è quella di Undici, l’undicesimo elfo di Babbo Natale. Sì, undicesimo, perché evidentemente dieci non bastavano, e in effetti Undici ha quel guizzo in più: la voglia di aiutare, di mettersi in gioco, ma anche la capacità di cacciarsi nei guai in grande stile. Nella sua ansia di rendersi utile, Undici finisce per mandare in tilt la slitta di Babbo Natale, rischiando di lasciare il mondo intero senza regali. Una catastrofe epocale, tipo il Ragnarok natalizio, ma per fortuna con esiti decisamente più felici.

Ma la vera magia di Giochiamo insieme? non sta solo nella trama buffa e dolcissima di elfi, renne e pasticci. Sta nel livello metanarrativo, nello sguardo doppio che Armin e Zoe ci regalano sul loro rapporto padre-figlia. Il fumetto diventa così un diario a fumetti, una finestra aperta sulla loro quotidianità fatta di complicità, gioco e condivisione. Non è comune vedere pubblicato un fumetto dove la voce di una bambina di sette anni ha lo stesso spazio e peso di quella di un autore adulto, e questo rende l’opera preziosa, perché esplora la paternità in modo genuino e autentico, lontano da retoriche zuccherose o stereotipi da spot natalizio.

Sfogliando le pagine, si percepisce quanto per Armin questo progetto non sia stato solo un esperimento artistico, ma un vero atto d’amore. E quanto per Zoe sia stato un momento di espressione pura, libera, senza filtri. I suoi disegni, magari meno tecnici ma pieni di invenzione, ci raccontano un mondo visto con gli occhi di una bambina che gioca, sogna e ride. La forza di questo libro sta proprio qui: nel mostrare come due sguardi diversi possano intrecciarsi, contaminarsi, imparare l’uno dall’altro.

Gatti Sciolti è una collana che ha già abituato i lettori a fumetti diretti, coraggiosi, che non hanno paura di toccare temi personali, scomodi o intimi. Ma con Giochiamo insieme?, la collana raggiunge un nuovo livello di delicatezza e sincerità, portandoci una storia che parla di famiglia, gioco, ascolto e creatività condivisa. Non aspettatevi virtuosismi grafici o trovate narrative iper sofisticate: qui la forza è nella semplicità, nel cuore che palpita sotto ogni vignetta.

Per chi ama la pop culture, i fumetti e tutto ciò che ruota intorno ai mondi immaginari, questo libro è un piccolo promemoria di cosa ci ha fatti innamorare per la prima volta di queste storie: il gioco, il divertimento, la voglia di inventare insieme, senza preoccuparsi di perfezione o tecnica. È un invito non solo a leggere, ma a riscoprire la gioia di creare senza limiti, proprio come facevamo da bambini, quando bastavano due matite e un foglio per dar vita a mondi interi.

Quindi sì, ve lo consiglio caldamente. Perché in un panorama fumettistico che a volte si prende terribilmente sul serio, Giochiamo insieme? ci ricorda che le storie migliori spesso nascono quando ci lasciamo andare al gioco. E, diciamocelo, chi non vorrebbe un elfo pasticcione come Undici a portare un po’ di scompiglio (e dolcezza) nella propria vita?

Se vi va, dopo averlo letto, fatemi sapere cosa ne pensate! Condividete la vostra opinione, magari postando una foto del libro sui vostri social, raccontatemi se vi ha fatto sorridere, emozionare o tornare un po’ bambini. Perché, in fondo, il bello delle storie è proprio questo: giocare insieme.

“Come l’acqua” di Giulia Conoscenti: poesia illustrata tra flusso, meraviglia e identità

C’è qualcosa di incredibilmente potente nell’acqua. Un elemento che da sempre affascina, ispira, spaventa, calma. Una sostanza che ci compone, ci attraversa, ci accompagna sin dalla nascita. E proprio questo tema eterno, primordiale e poetico è al centro di “Come l’acqua”, il nuovo libro illustrato di Giulia Conoscenti, pubblicato da BeccoGiallo Editore. Un’opera che si insinua dolcemente nei meandri dell’animo e ci invita a guardare il mondo con occhi nuovi, liquidi, trasparenti.

Giulia non è certo un nome sconosciuto per chi mastica illustrazione d’autore. Dopo aver incantato lettori e lettrici con il tenerissimo e spassoso Polli al mare, la giovane artista palermitana torna con un libro che è quasi un flusso di coscienza illustrato. “Come l’acqua” è infatti un’opera poetica e visivamente evocativa, un piccolo scrigno che unisce la delicatezza del segno grafico alla profondità di un pensiero che scorre, cambia forma e si adatta al cuore di chi legge. Ma attenzione: non è solo un libro per bambini o una raccolta di immagini carine – è un viaggio. Uno di quelli che si fanno con la mente e con l’anima, come quando ci si perde a fissare il riflesso del sole sulle onde, o si ascolta il rumore della pioggia battente dalla finestra.

Nata nel 1991 a Palermo, Giulia Conoscenti è cresciuta tra il mare, il sale sulla pelle e la luce abbagliante della sua Sicilia. Ma come ogni eroina moderna, a un certo punto ha sentito il richiamo del cambiamento e si è trasferita al nord, dove ha conosciuto la nebbia, il freddo e nuove ispirazioni. Oggi divide il suo tempo tra Bologna e la sua isola natale, coltivando una carriera da illustratrice e animatrice che è un perfetto equilibrio tra sogno e tecnica, tra artigianato visivo e fantasia sfrenata. È co-fondatrice della rivista PELO, punto di riferimento per l’illustrazione indipendente italiana, e collabora con una miriade di autori e autrici, regalando sempre il suo tratto fresco, ironico e sorprendentemente profondo.

“Come l’acqua” è un libro che si apre come una conchiglia per rivelare una perla: ci sono cose straordinarie nel mondo, ci dice Giulia, ma l’acqua è quella più gigantescamente, fascinosamente, incredibilmente straordinaria di tutte. Perché l’acqua è vita, è cambiamento, è resilienza. È una metafora potente, un simbolo fluido capace di rappresentare ogni sfaccettatura dell’esistenza. L’acqua prende la forma di ciò che la contiene, proprio come noi: cambia, si adatta, resiste, scorre. È una creatura multiforme, proprio come le emozioni, le esperienze, le scelte che facciamo ogni giorno.

Attraverso le illustrazioni di Giulia, il concetto di acqua prende vita in una sinfonia visiva fatta di colori tenui, composizioni poetiche, figure sognanti e paesaggi che sembrano sospesi tra realtà e immaginazione. Ogni tavola è un piccolo mondo, una narrazione silenziosa che parla direttamente al cuore. L’autrice ci guida con delicatezza attraverso una riflessione profonda e viscerale sulla natura fluida delle cose, sull’accettazione del cambiamento, sul valore della leggerezza e della trasformazione.

E se l’acqua è la protagonista assoluta del libro, Giulia le dà una voce forte e gentile, capace di smuovere qualcosa di ancestrale in chi legge. La sua narrazione, fatta di frasi brevi ma evocative, si intreccia con il disegno in modo organico, quasi danzante – non a caso, la Conoscenti ha anche lavorato nel campo dell’animazione e sa benissimo come far muovere le immagini anche quando sono ferme su una pagina. Le sue illustrazioni non stanno lì per farsi guardare: ti guardano, ti parlano, ti toccano. E ti restano dentro, come una goccia che scava la roccia.

Non stupisce che BeccoGiallo, casa editrice sempre attenta alla qualità e all’originalità nel panorama fumettistico e illustrato italiano, abbia scelto di pubblicare questo nuovo gioiello. Dopo il successo di “Polli al mare”, che ci aveva fatto sorridere e riflettere con la sua irresistibile ironia, “Come l’acqua” segna un’evoluzione importante nel percorso artistico e autoriale di Giulia Conoscenti. È un libro che parla a tutte le età, che non ha bisogno di spiegazioni complesse ma che riesce a dire tutto con la semplicità potente delle metafore ben scelte e dei colori ben dosati.

In un mondo che corre, che urla, che si affanna a essere sempre solido, rigido, inquadrato, Come l’acqua è un invito a lasciarsi andare, a scorrere, a cambiare forma senza paura. È un atto di fiducia nel potere trasformativo della gentilezza, della bellezza, dell’arte. È il manifesto liquido di un’autrice che continua a stupirci, a emozionarci, a farci venire voglia di riempire lo zaino di pastelli, parole e conchiglie, e metterci in viaggio verso l’ignoto.

Insomma, se amate l’illustrazione, la poesia visiva, i libri che fanno bene all’anima, non potete perdervi “Come l’acqua”. Un’esperienza da vivere, da sfogliare lentamente, come si fa con le pagine del proprio diario o con i ricordi dell’infanzia.

“Angelo d’Arrigo – L’uomo che volava nel vento”: il graphic novel BeccoGiallo che racconta il sogno di volare come gli uccelli

C’è un sogno che accompagna l’umanità sin dai tempi più antichi, un desiderio che ha attraversato secoli di miti, leggende, invenzioni ardite e folli tentativi: il sogno di volare. E poi ci sono persone che, invece di limitarsi a sognarlo, il volo l’hanno fatto diventare realtà. Una di queste è Angelo d’Arrigo, protagonista assoluto del graphic novel “Angelo d’Arrigo. L’uomo che volava nel vento”, edito da BeccoGiallo e firmato da Nicholas Ciuferri e Francesco Carlini, con il prezioso supporto della Fondazione Angelo d’Arrigo, guidata da Laura Mancuso, sua compagna di vita e di avventure.

Ma attenzione, non stiamo parlando solo di un campione di volo libero, nonostante Angelo abbia collezionato premi e riconoscimenti ai massimi livelli internazionali. No, qui ci troviamo davanti a qualcosa di molto più profondo, poetico e ispirante: la storia di un uomo che ha scelto di mettere le proprie ali – nel senso più letterale del termine – al servizio della scienza, della natura, della conoscenza, dell’amore per la Terra e per i suoi abitanti.

Nel mondo del fumetto biografico, non è comune imbattersi in opere che riescano a fondere così bene lo spirito avventuroso con quello scientifico, la tensione narrativa con l’eleganza dell’introspezione, la bellezza visiva con il rispetto per una storia vera. Eppure, “L’uomo che volava nel vento” riesce esattamente in questo. Non solo ci racconta le imprese di un uomo straordinario, ma ci immerge nel suo modo di pensare, nel suo modo di sentire, nel suo rapporto simbiotico con il cielo, con gli uccelli, con le correnti d’aria che lo sollevavano sempre più in alto.

Angelo d’Arrigo non era solo un deltaplanista, era un pioniere. Dopo aver dominato le competizioni, ha deciso di indirizzare la sua vita verso la ricerca scientifica, specializzandosi nello studio del comportamento migratorio degli uccelli. Un progetto folle, si potrebbe pensare, ma anche visionario, rivoluzionario, profondamente umano. E proprio in questa parte della sua vita emerge uno dei legami più straordinari: quello con Nike, un’aquila reale nepalese che Angelo ha allevato fin da quando era solo un pulcino, educandola al volo e accompagnandola lungo le rotte migratorie. Non è una metafora poetica: Angelo volava con lei, al suo fianco, osservando, apprendendo, guidando e proteggendo.

La graphic novel rende giustizia a tutto questo con una delicatezza che raramente si trova nel medium. Le tavole di Carlini restituiscono l’immensità del cielo e la leggerezza del volo con colori ariosi e composizioni che sembrano a tratti sospese, mentre il testo di Ciuferri evita ogni enfasi retorica, scegliendo invece la strada della narrazione empatica, quasi confidenziale. Si ha davvero la sensazione di conoscere Angelo, di camminare (o meglio, planare) con lui.

Ma c’è di più. Questo libro non è solo una biografia illustrata: è una riflessione profonda su tematiche fondamentali per il nostro presente e futuro. La relazione tra esseri umani e natura, il rispetto per gli animali, la possibilità concreta di un’armonia tra tecnologia e ambiente, l’importanza della scienza come strumento di comprensione e tutela del mondo naturale. E, naturalmente, l’elemento che lega ogni pagina: il sogno. Un sogno che parte dal cuore, vola in alto, tocca il cielo, ma resta ben radicato in valori come la solidarietà, l’amicizia, la condivisione.

A ricordarcelo con parole toccanti è anche Piero Angela, che in una sua riflessione su Angelo ha detto: “Aveva la calma dei forti, quella che da sempre distingue i più grandi: era un uomo semplice, ma aveva idee precise e faceva di tutto per portarle avanti. Per questo Angelo d’Arrigo mi ha sempre ricordato Leonardo Da Vinci: per la sua capacità di sognare cose grandiose, e di riuscire a realizzarle.” Una dichiarazione che, per chi conosce anche solo superficialmente la figura di Angelo, suona quanto mai vera.

In un mondo in cui gli eroi sembrano esistere solo tra le pagine di un fumetto o sul grande schermo, questa graphic novel ci ricorda che ci sono stati – e ci sono ancora – esseri umani capaci di imprese degne di un supereroe, ma con la semplicità e l’umiltà di chi si sente parte di qualcosa di più grande.

“Angelo d’Arrigo. L’uomo che volava nel vento” è un’opera da leggere, da assaporare e da condividere. Non solo per chi ama i fumetti, ma per chi ama i cieli, la libertà, la bellezza delle storie vere che ci ispirano a essere migliori.

E ora tocca a voi, amici nerd del CorriereNerd.it: avete mai sentito parlare di Angelo d’Arrigo prima d’ora? Cosa ne pensate di queste storie che fondono scienza, natura e poesia? Se il graphic novel vi ha colpito come ha colpito me, condividetelo sui vostri social, commentate qui sotto e fatemi sapere se anche voi, almeno una volta, avete sognato di volare davvero.

“Nella parrucca di Marcella”: un racconto illustrato che parla ai bambini e commuove gli adulti

C’è un libro, un piccolo scrigno di carta e colori pubblicato da BeccoGiallo, che riesce a fare una cosa incredibilmente rara: raccontare la storia di una figura straordinaria come Marcella Di Folco con delicatezza, immaginazione e profondità, attraverso gli occhi di una bambina. Si intitola “Nella parrucca di Marcella”, ed è stato scritto da Gianluca Sturmann e J. Cantoni. Ma non fatevi ingannare dalla copertina pensata per i più piccoli. Questo è un libro che parla davvero a tutti.

Immaginate di essere Mina, una bambina di circa otto anni, che vive sopra il bar della nonna. La sua vita è piena di suoni familiari e di odori di caffè e brioches al mattino, ma è anche animata da una figura incantata e affascinante che abita proprio accanto: Marcella. Marcella indossa sempre una parrucca grande, favolosa, quasi magica, e Mina, giorno dopo giorno, comincia a chiedersi cosa si nasconda sotto quei ricci colorati, cosa significhi quella presenza così luminosa e misteriosa.

E allora, pagina dopo pagina, la parrucca si apre – metaforicamente e letteralmente – e lascia uscire piccoli tesori simbolici: un megafono, che serve a dare voce a chi non ce l’ha, degli occhiali, che insegnano a vedere oltre l’apparenza, e la musica, che crea uno spazio felice dove poter essere se stessi, senza paure né limiti. Ogni oggetto è una finestra sulla storia di Marcella, ogni scoperta di Mina è un passo in più verso la comprensione dell’altro, della diversità, della bellezza che nasce dalla libertà di esprimersi.

Questo libro illustrato, pensato per bambine e bambini dai 6 ai 9 anni, è molto più di una favola moderna. È uno strumento potente di educazione all’inclusività e al rispetto, capace di affrontare con dolcezza e chiarezza temi come l’identità di genere, il valore della memoria storica e la lotta per i diritti delle persone transgender. E lo fa raccontando la vita di una delle figure più importanti e coraggiose della storia LGBTQ+ italiana e mondiale: Marcella Di Folco.

Chi era Marcella? Se siete appassionati di cinema italiano, il nome Marcello Di Falco vi dirà qualcosa. Negli anni ’70 ha lavorato con giganti del cinema come Fellini, Rossellini, Risi, Sordi. Ma quel nome apparteneva a un tempo che Marcella ha superato con forza e determinazione. Nel 1980, quando ancora in Italia non esistevano leggi sul cambio di sesso, Marcella si sottopone a Casablanca all’intervento di riassegnazione. Da allora, la sua vita diventa un simbolo vivente di lotta, visibilità e speranza.

Nel 1995 diventa la prima donna transgender eletta consigliera comunale al mondo, a Bologna, con i Verdi. Prima ancora, nel 1988, era diventata presidente del Movimento Italiano Transessuale, e successivamente vicepresidente dell’Osservatorio Nazionale sull’Identità di Genere. Marcella non ha mai smesso di lottare, di parlare, di far rumore. Ha continuato a costruire ponti tra comunità, a creare spazi di dignità per chi ne era stato privato. La sua voce era come quel megafono nella storia di Mina: forte, chiara, irrinunciabile.

La sua storia è stata raccontata in documentari come “Una nobile rivoluzione” di Simone Cangelosi, presentato al Torino Film Festival nel 2014, e in libri come “Storia di Marcella che fu Marcello”, frutto delle confidenze raccolte da Bianca Berlinguer. Più recentemente, nel 2023, è stato lanciato il podcast “Mai annoiata”, un affresco sonoro in otto puntate che ripercorre la sua vita intensa e senza compromessi. E nel 2024, il documentario “Una nobile rivoluzione: Ritratto di Marcella Di Folco” è stato scelto per far parte del progetto Disobedience Archive, presentato all’Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia, accanto a opere di respiro internazionale come quelle di Želimir Žilnik e Carole Roussopoulos.

Ma forse, proprio un libro per l’infanzia era quello che mancava per rendere la sua figura davvero immortale. Perché raccontare Marcella Di Folco ai bambini significa piantare oggi i semi di un mondo più giusto, più gentile, più umano. Significa credere che le battaglie non si vincono solo nei palazzi delle istituzioni, ma anche nelle camerette, sui banchi di scuola, negli occhi stupiti di chi scopre che si può essere se stessi, senza paura.

“Nella parrucca di Marcella” è un’opera poetica e civile, un invito a guardare oltre, a farci domande, a ricordare e a lottare. È un libro che ogni nerd, ogni amante delle storie potenti e trasformative, dovrebbe avere nella propria libreria, accanto ai volumi delle grandi saghe fantasy o delle biografie dei personaggi più rivoluzionari della cultura pop. Perché anche Marcella era, a modo suo, un’eroina. Senza mantello, ma con una parrucca magica.

E voi? Avete mai pensato a quanti mondi può contenere una parrucca? Raccontateci cosa ne pensate di questa bellissima storia, condividetela sui vostri social con l’hashtag #NellaParruccaDiMarcella e taggateci su CorriereNerd.it: le storie belle vanno celebrate insieme.

Buon compleanno BeccoGiallo! 20 anni di fumetti che raccontano la realtà

C’è chi i compleanni li festeggia con candeline e torte, e poi c’è BeccoGiallo, che per i suoi 20 anni ha deciso di scendere in piazza. Letteralmente. La casa editrice padovana, specializzata in fumetti di impegno civile e graphic journalism, celebra due decenni di attività con una due-giorni di incontri, talk, live painting e DJ set, nel cuore della città di Padova. Il 23 e il 24 maggio 2025, Piazza Gasparotto diventerà lo Spazio Stria, palcoscenico aperto e accogliente, pronto a ospitare autrici, autori, attiviste, artisti e lettrici e lettori di ogni età. E, ovviamente, l’ingresso è gratuito. Perché le storie, quelle che contano davvero, devono essere accessibili a tutte e tutti.

Vent’anni e non sentirli (ma raccontarli, sì)

Fondata nel 2005 a Ponte di Piave da Guido Ostanel e Federico Zaghis, BeccoGiallo è nata con un’idea semplice e rivoluzionaria: usare il fumetto per raccontare la realtà. Quella scomoda, complessa, quella che spesso viene taciuta o dimenticata. Il nome stesso è un omaggio alla rivista satirica antifascista “Il becco giallo”, e la missione della casa editrice è rimasta coerente negli anni: fare informazione e memoria con le tavole illustrate.

Da allora, il catalogo è esploso, inglobando biografie potenti (da Primo Levi a Margherita Hack), cronache nere e misteri italiani (Piazza Fontana, Ustica, il delitto Pasolini), ma anche fumetti per bambini, storie queer, percorsi educativi e divulgazione scientifica. La collana “Critical Kids” ha portato in libreria titoli che affrontano temi come bullismo, diversità di genere, sessualità e ambiente, parlando a giovani lettori con la forza di parole semplici e immagini d’impatto.

Un compleanno tra musica, attivismo e storie da leggere

Il programma della due-giorni è ricco e variegato, e mette insieme il meglio del panorama artistico e culturale contemporaneo. Venerdì 23 maggio si parte con Chiara Meloni (@chiaralascura), illustratrice e attivista transfemminista, e con Eva Cabras, brillante critica e fondatrice di “Watch Me Jiggle”, uno spazio digitale dedicato alla rappresentazione dei corpi grassi e queer nei media. A seguire, un talk d’eccezione con Murubutu, il prof-rapper che ha saputo mescolare storia, letteratura e hip hop, autore per BeccoGiallo di capolavori illustrati con Ernesto Anderle.

Sabato 24 maggio si continua con Claudio Calia, che con il suo nuovo lavoro “Dov’è la bellezza?” ci porta nel cuore della guerra irachena e dell’informazione indipendente. Poi sarà la volta della dottoressa Chiara Gregori, ginecologa e divulgatrice impegnata da anni nel sostenere le donne migranti. Paolo Castaldi ci condurrà invece nell’epopea di Etenesh, migrante etiope la cui odissea è un pugno nello stomaco e un inno alla resistenza. Chiuderà la giornata un viaggio nella Padova partigiana, con la presentazione del volume “Il bisnonno fischiettava” di Massariolo e Romagnoni, in collaborazione con BoLive.

Un editore che non ha paura di prendere posizione

Nel corso di questi vent’anni, BeccoGiallo ha saputo costruirsi un’identità precisa: è un editore che ascolta, che si sporca le mani con i temi difficili, che crede nella forza delle immagini e delle parole. Non è un caso che abbia collaborato con musicisti come Fast Animals and Slow Kids, Ligabue, i Pinguini Tattici Nucleari e lo stesso Murubutu, portando la narrazione fumettistica anche nel mondo della musica.

E se il cuore di BeccoGiallo batte a Padova, la sua visione è sempre più ampia e inclusiva. Non si limita a pubblicare libri: organizza workshop, laboratori, percorsi educativi in scuole e biblioteche, e crea spazi in cui il fumetto diventa strumento di riflessione, confronto e crescita collettiva.

Ci vediamo in piazza?

Se sei nei paraggi, il 23 e 24 maggio metti un segno sul calendario. Porta la tua curiosità, la tua voglia di ascoltare e magari anche una copia del tuo BeccoGiallo preferito da farti autografare. Sarà una festa, sì, ma anche un’occasione per riscoprire quanto sia potente — e necessaria — una narrazione che non edulcora, che non si nasconde, che sceglie il fumetto per illuminare le zone d’ombra della nostra società.

E ora tocca a voi! Avete mai letto un fumetto BeccoGiallo che vi ha colpito particolarmente? Qual è la vostra storia preferita? Raccontatecelo nei commenti o condividete l’articolo sui vostri social usando l’hashtag #BeccoGiallo20anni — perché anche le buone storie meritano di essere passate di mano in mano.

“Oggi mi sento una favola!”: il nuovo libro di Chiara Gregori che trasforma la ciclicità ormonale in un superpotere da nerd del benessere

Immaginate per un attimo che il nostro umore, le nostre emozioni ballerine e quel bisogno improvviso di cioccolato alle due del pomeriggio abbiano una spiegazione non solo scientifica, ma anche profondamente umana e… sorprendentemente affascinante. E se vi dicessi che tutto questo è raccontato in un saggio che sembra un viaggio narrativo tra corpo, mente, ormoni e disegni ironici? Benvenuti nel mondo di “Oggi mi sento una favola!”, il nuovo libro di Chiara Gregori, ginecologa, sessuologa e già nota autrice di bestseller come La sessualità spiegata ai bambini e alle bambine, Per piacere e Io sono io. Il volume, edito da BeccoGiallo, è uscito ieri, giovedì 16 maggio e potete trovarlo in libreria e online.

Ora, lasciate che ve lo racconti come piace a noi di CorriereNerd.it: con l’entusiasmo di chi scopre che anche la fisiologia può diventare una graphic novel piena di fascino, consapevolezza e superpoteri femminili!

Il titolo è già un programma: “Oggi mi sento una favola!”. Non è solo un modo ironico per dire “oggi sto benissimo”, ma un invito a guardare con occhi nuovi quel turbine di emozioni, cambiamenti e sensazioni che accompagna la vita di ogni donna. Chiara Gregori lo fa con uno stile che è una vera coccola: scientifico ma accessibile, autobiografico ma mai autoreferenziale, profondo eppure leggero come una chiacchierata tra amiche.

Al centro del libro c’è un concetto tanto semplice quanto rivoluzionario per molte: la ciclicità. Sì, perché noi donne siamo cicliche, e questo non è un difetto, un ostacolo o qualcosa da correggere. È un dato di fatto biologico che, se compreso e accolto, può trasformarsi in uno strumento di consapevolezza e benessere. Chiara lo racconta attraverso la sua doppia lente: quella della professionista che conosce i meccanismi ormonali, i recettori e le teorie evoluzionistiche, e quella della donna che vive sulla propria pelle sbalzi di umore, giorni no e momenti di improvvisa meraviglia.

Il bello è che non ci troviamo di fronte a un saggio polveroso o accademico. Gregori ha voluto che fosse un libro vivo, visivo, coinvolgente anche per chi non ha mai preso in mano un testo di medicina. Merito anche delle illustrazioni firmate da Ilaria Urbinati, che con disegni, schemi e vignette accompagna il lettore come una guida sorridente in un parco tematico delle emozioni e degli ormoni.

Ogni capitolo è una scoperta. Si parla della società della performance, che ci vorrebbe sempre al top, lineari, costanti, perfette… ma noi non siamo robot (e neanche androide Donna della fantascienza anni ‘60, anche se a volte ci sentiamo così!). Si esplora il mondo delle fluttuazioni ormonali, troppo spesso demonizzate o ignorate, ma che invece sono parte integrante della nostra struttura fisica ed emotiva. E si affrontano senza filtri domande che tutte ci siamo poste almeno una volta: “Perché mi sento improvvisamente inadatta?”, “Perché ho voglia di piangere per uno spot pubblicitario?”, “Perché ieri mi sentivo un mostro e oggi una dea?”.

Il messaggio che arriva forte e chiaro è questo: accettare la nostra ciclicità è la chiave per vivere meglio. Per stare bene davvero, dobbiamo smettere di combattere la nostra natura e iniziare a conoscerla. Non si tratta solo di ormoni e neuroscienze (che pure ci sono, e spiegate benissimo), ma anche di un nuovo modo di guardarsi allo specchio. Senza giudizio, ma con un sorriso.

Quello che rende questo libro davvero nerd è il suo approccio multidisciplinare e pop: un mix di scienza, ironia, autobiografia, illustrazione e divulgazione brillante. È un po’ come se Sheldon Cooper e Miss Frizzle si fossero messi d’accordo per creare insieme una guida alla femminilità ciclica… e avessero chiamato Sailor Moon a fare da testimonial. Non è solo un libro per chi ha un ciclo mestruale, ma per chiunque voglia capire come funzionano le donne, dal punto di vista biologico, emotivo e sociale.

“Oggi mi sento una favola!” è, insomma, una guida fuori dal comune per tutte quelle donne che vogliono riconnettersi con se stesse, capire l’impatto delle fasi ormonali sulla propria vita e scoprire come trasformare quello che spesso viene visto come una debolezza in un punto di forza. Ma è anche un invito alla curiosità e all’empatia, un’ottima lettura anche per partner, amici, genitori e chiunque voglia smettere di considerare l’umore femminile come qualcosa di misterioso e ingestibile.

Se amate i libri che fanno ridere, riflettere e scoprire qualcosa di nuovo sul proprio corpo e sul proprio modo di stare al mondo, questo è il titolo che dovete assolutamente aggiungere alla vostra libreria nerd. E fidatevi: tra un diagramma ormonale e una vignetta sui desideri improvvisi di dolci, vi ritroverete più consapevoli, più forti e – perché no – anche più complici con voi stesse.

Vi va di parlarne? Avete già letto qualcosa di Chiara Gregori? Conoscete altre opere che trattano la ciclicità con questo approccio originale e inclusivo? Scriveteci nei commenti, condividete l’articolo e soprattutto… diffondete la favola!

“Ave Maria Piena di Rabbia”: la poesia che si fa corpo, dissenso e resistenza – Il manifesto poetico di Gloria Riggio

Ave Maria
piena di grazia,
renderemo giustizia:

tu non temere,

noi non abbiamo ancora finito di dire
quello che abbiamo da dire.

No, non è l’inizio di una preghiera, o meglio: non è solo quello. È un’invocazione rovesciata, riscritta a pugni chiusi e voce alta, una preghiera laica e rabbiosa che scuote, disarma, apre ferite e crea varchi. È la voce inconfondibile di Gloria Riggio, la più giovane vincitrice del campionato italiano di Poetry Slam, che torna – o forse sarebbe più giusto dire esplode – in libreria con il suo primo libro di poesie: “Ave Maria Piena di Rabbia”, edito da BeccoGiallo con le illustrazioni di Giulia Zanotto.

Ma chiamarlo solo “libro” sarebbe riduttivo. Questo testo è un manifesto, un corpo vivo, una materia pulsante che urla e sussurra. Un oggetto poetico che sembra quasi avere un battito cardiaco proprio. Non si legge: si ascolta, si sente sulla pelle. Perché i versi di Gloria Riggio non sono carezze, sono fendenti. Raccontano quello che troppo spesso viene escluso dal campo visivo, da ciò che sta in scena. Parlano della violenza che tace, del desiderio che brucia, del corpo che resiste, del silenzio che sa più di mille parole, della solitudine che accompagna anche nella folla, di una dolcezza malinconica che si insinua come nebbia sottile.

Gloria non si limita a scrivere versi: li vive. E li fa vivere. La sua poesia è incarnata, radicata nel presente eppure aperta a un altrove possibile. È la voce della rabbia che non urla per distruggere, ma per dire, per rompere il torpore, per svelare ciò che resta fuori campo. “Tu non temere, noi non abbiamo ancora finito di dire quello che abbiamo da dire” è una promessa e una minaccia, un invito e una dichiarazione di resistenza. Perché Ave Maria Piena di Rabbia non è un grido che si spegne: è un’eco che si ripete nel tempo.

Il libro si muove tra le pieghe del quotidiano, raccoglie storie vere, viscerali, dolorose e luminose. Storie di mare, madri, figlie, amori che si sono persi e voci che, miracolosamente, sono state ritrovate. Ogni poesia è una ferita che lascia intravedere la luce, una feritoia che permette di spiare un’altra realtà. E in ogni parola, si avverte quel senso di urgenza, quella necessità che solo la poesia autentica sa portare. Perché qui la poesia non è ornamento, ma resistenza, è politica del corpo, è gesto rivoluzionario.

Lo stile di Gloria Riggio è un equilibrio affilato tra oralità e scrittura. È popolare, certo, ma mai banale. È alta, ma non elitaria. È poesia fatta di carne, sangue, ossa. Una lingua che scava e lascia il segno, limpida ma tagliente, capace di farti sentire ogni sillaba sulla pelle. In queste pagine vibra l’eloquenza del silenzio, la generatività del dubbio, la possibilità di salvezza anche laddove tutto sembra perduto. Vibra la voce di chi ancora fischietta, anche se ha perso i denti. Vibra la memoria dell’infanzia, del primo taccuino di versi, quando si scriveva “la comprenzione della poesia” con la z, eppure si capiva già tutto: che la poesia è di chi ci serve.

E a chi serve oggi la poesia? Serve a chi vuole ancora interrogarsi, a chi non ha paura di guardare in faccia il dolore, a chi sceglie di non voltarsi dall’altra parte. Serve a chi riconosce nel corpo un atto politico, nella scrittura un modo di esistere e resistere. Serve a chi crede che il dissenso sia un diritto e non un fastidio da zittire. Serve a chi cerca ancora un linguaggio per dire l’indicibile, per restare umano, troppo umano, nel rumore di fondo del presente.

“Ave Maria Piena di Rabbia” è il sentimento di un luogo che vogliamo credere esista ancora nel nostro paese. È quel cigolio nel torpore che annuncia l’arrivo di qualcosa, che suggerisce un altrove possibile. È l’arte che non anestetizza, ma risveglia. È prossimità, è comunità, è parola che si fa carne, è linguaggio che abita il corpo.

Da oggi, il 16 maggio, lo trovate in tutte le librerie, pronto a mordervi, accarezzarvi, squarciarvi, amarvi. E soprattutto a dirvi che no, non abbiamo ancora finito di dire quello che abbiamo da dire.

E voi, avete mai letto un libro che vi ha fatto sentire così tanto vivi, così tanto presenti, così tanto… necessari? Raccontatecelo nei commenti o condividete questo articolo sui vostri social: la poesia ha bisogno di voci, e le voci hanno bisogno di rabbia piena d’amore.

Premio Andersen 2025: “I sette fratelli Cervi” di Federico Attardo vince come Miglior Libro a Fumetti – Il graphic novel che restituisce voce alla memoria resistente

C’è un momento dell’anno che ogni lettore appassionato di narrativa per ragazzi, insegnanti illuminati, librai con l’occhio lungo e – perché no – nerd dei fumetti d’autore attende con trepidazione: l’annuncio dei vincitori del Premio Andersen, il più prestigioso riconoscimento italiano per la letteratura dell’infanzia e dell’adolescenza. Giunto alla sua 44esima edizione, il Premio Andersen si conferma ancora una volta non solo come una vetrina d’eccellenza editoriale, ma come una lente d’ingrandimento sull’evoluzione culturale del nostro tempo. E quest’anno, nella categoria “Miglior libro a fumetti”, il riconoscimento è andato a un’opera che è molto più di una graphic novel: è un atto d’amore verso la memoria storica, un tributo disegnato alla Resistenza italiana, un libro necessario. Parlo de “I sette fratelli Cervi. Una famiglia antifascista”, scritto e illustrato da Federico Attardo e pubblicato da BeccoGiallo, casa editrice che da vent’anni si distingue nel panorama italiano per la sua proposta di fumetto civile e d’inchiesta.

Sì, perché “I sette fratelli Cervi” non è solo un racconto storico. È un mosaico emotivo che combina rigore documentaristico e poesia visiva, in un linguaggio che parla tanto ai ragazzi quanto agli adulti, agli storici come ai lettori occasionali. Il libro, realizzato con la collaborazione dell’Istituto Cervi – da sempre custode dell’eredità morale e culturale della famiglia – arriva in libreria in un momento simbolico: l’Ottantesimo anniversario della Liberazione d’Italia. Un anniversario che non poteva trovare miglior interprete visivo dell’opera di Attardo.

Ma chi erano davvero i fratelli Cervi, dietro i nomi scolpiti nelle vie delle nostre città e nelle aule delle nostre scuole? Erano sette giovani contadini di Campegine, in provincia di Reggio Emilia, figli di Alcide e Genoveffa, cattolici dal pensiero aperto e progressista. Fin dalla giovinezza, i fratelli si distinsero per il loro amore per la cultura e la giustizia. Organizzarono una biblioteca itinerante, con cui diffondevano i classici della letteratura e testi politici nelle campagne emiliane, in un’epoca in cui la cultura veniva soffocata e strumentalizzata dal regime fascista. Il sapere, per i Cervi, era un atto rivoluzionario.

E quando la dittatura divenne ancora più brutale, la famiglia fece una scelta netta e coraggiosa: ospitare disertori, proteggere fuggiaschi, unirsi alla Resistenza armata. I fratelli divennero così una minaccia per i fascisti locali, una banda partigiana temuta e rispettata. La loro fine, tragica e violenta, avvenne il 28 dicembre 1943, quando vennero fucilati dai fascisti nel poligono di tiro di Reggio Emilia. Ma la loro memoria, grazie all’impegno dell’Istituto Cervi, non è mai stata dimenticata. E oggi, attraverso la potente narrazione per immagini di Attardo, rivive in una forma nuova, accessibile e profondamente toccante.

Federico Attardo, classe 1997, non è solo un autore promettente: è un narratore visivo con una missione. Nato a Montecchio Emilia e formatosi tra l’Accademia di Brera e l’ISIA di Urbino, Attardo ha fatto della memoria il fulcro della sua ricerca artistica. La sua tesi su “Novecento” di Bernardo Bertolucci, così come i suoi studi sulla trasformazione del paesaggio rurale emiliano, testimoniano un’urgenza narrativa autentica: raccontare ciò che rischia di essere dimenticato. E nel fumetto trova la sua voce più efficace.

Nel realizzare “I sette fratelli Cervi”, Attardo non solo ha restituito una nuova linfa al genere del graphic novel storico, ma ha anche dimostrato come il fumetto possa essere uno strumento educativo potente, capace di coniugare bellezza visiva e impegno civile. Con il suo tratto essenziale ma evocativo, e una regia delle tavole che alterna ritmo incalzante a pause di riflessione, l’autore riesce a far parlare i luoghi, i volti, le emozioni. Ogni pagina è intrisa di rispetto, di ascolto verso la voce del territorio e di chi ancora oggi custodisce il ricordo dei Cervi. Un’opera che affianca le parole dei Modena City Ramblers, di Salvatore Quasimodo, di Marco Paolini, a quelle dei testimoni comuni, della terra e delle sue memorie non scritte.

BeccoGiallo, la casa editrice padovana che pubblica il volume, non poteva essere una scelta più azzeccata. Fondata nel 2005, prende il nome dallo storico giornale satirico antifascista Il Becco Giallo, la cui missione era – e resta – quella di “gridare verità scomode” attraverso il disegno. Proprio come fa questo libro. E proprio come ci ricorda il direttore editoriale della collana, “il fumetto è uno strumento straordinario per raccontare la realtà”, un linguaggio trasversale e accessibile, perfetto per parlare alle nuove generazioni di temi complessi, come la Resistenza, la libertà, l’impegno civile.

La vittoria al Premio Andersen 2025, dunque, non è solo un premio a un libro ben fatto: è un riconoscimento alla forza del fumetto d’autore italiano, alla sua capacità di affrontare il presente raccontando il passato, di farsi testimone e interprete di storie che altrimenti rischierebbero di svanire nel rumore del contemporaneo. E non è un caso che la cerimonia di premiazione si terrà il 24 maggio, a Genova, nella Sala del Minor Consiglio di Palazzo Ducale, un luogo simbolico per la cultura democratica italiana.

“I sette fratelli Cervi. Una famiglia antifascista” è un libro da leggere, da far leggere, da discutere. È un invito a non dimenticare, a rifiutare ogni forma di indifferenza e a riconoscere nella memoria storica uno strumento fondamentale per la costruzione di un futuro più consapevole. Perché, come ci insegnano i Cervi, la cultura è sempre un atto di resistenza. E questo libro è una bellissima, commovente, potente forma di resistenza disegnata.

“Dov’è la bellezza? Kamaran Najm, il primo fotografo di guerra curdo-iracheno” – In libreria

Ci sono opere che arrivano in punta di piedi ma, una volta entrate nel nostro immaginario, non ne escono più. Dov’è la bellezza? di Claudio Calia, pubblicato da BeccoGiallo con una prefazione intensa di Zerocalcare, è una di quelle. Un graphic novel che, sin dal titolo, pone una domanda disarmante nella sua semplicità e nel suo carico emotivo. La bellezza, in un contesto come il Kurdistan iracheno martoriato dalla guerra, può ancora essere cercata? Può ancora essere raccontata?

Per Calia, la risposta arriva sotto forma di narrazione disegnata, che rifiuta la scorciatoia del didascalico e sceglie invece la via del ritratto intimo. Al centro di tutto c’è la figura straordinaria – e tragicamente dimenticata – di Kamaran Najm, primo fotografo di guerra curdo-iracheno, cofondatore dell’agenzia Metrography, scomparso nel 2014 durante gli scontri tra Peshmerga e milizie dell’ISIS. Una figura che lo stesso autore ha scoperto per caso, nel 2022, durante un viaggio personale in Kurdistan. Una scoperta che ha richiesto tempo per maturare, per trovare la giusta distanza emotiva, per trasformarsi in una narrazione degna di essere condivisa.

La bellezza del libro risiede proprio in questo approccio quasi “cinematografico” alla materia biografica: Calia non impone una linea editoriale né una retorica del martirio, ma costruisce un flusso di ricordi, dialoghi, sensazioni, frammenti visivi, tutti al servizio di un unico obiettivo: restituire complessità, restituire umanità. La voce di Kamaran – frammentata, evocata attraverso testimonianze, interviste e discorsi – non è mai univoca, ma polifonica. È una voce che attraversa il tempo, che risuona anche nei racconti dei suoi amici, dei suoi familiari, dei suoi colleghi. Una voce che continua a interrogare, anche nell’assenza.

Calia sceglie una via narrativa controcorrente: in un’opera che parla di un fotografo, le fotografie non ci sono. Eppure, proprio questa assenza, questa sottrazione consapevole, rende il disegno ancora più eloquente. Come il miglior cinema d’autore, il tratto grafico di Calia – essenziale, trattenuto, carico di silenzi – diventa linguaggio. Ogni vignetta è uno spazio di ascolto, ogni tavola è un tempo di meditazione. Si avverte una volontà etica nel non “sovraesporre” la sofferenza, nel non indulgere nel pietismo. Si sente il rispetto, ma anche la responsabilità che l’autore si assume nel raccontare una vita così intensa e fragile.

E non si tratta solo di raccontare la guerra. Dov’è la bellezza? è un libro che si muove nella stessa dimensione emotiva di certi film che esplorano la complessità del Medio Oriente senza mai cedere al filtro esotico o al sensazionalismo. È come se Calia avesse trovato un suo personale Kiarostami grafico: raccontare il quotidiano per parlare dell’universale. Il graphic novel diventa così uno spazio dove le strade di Sulaymaniyya e di Erbil non sono solo luoghi geografici, ma spazi dell’anima, abitati da chi ancora cerca – con ostinazione e coraggio – di trovare bellezza nel mezzo del caos.

Zerocalcare, nella prefazione, coglie bene questo punto quando scrive che «la sintesi grafica raggiunta da Calia rasenta la perfezione». Non si tratta solo di tecnica, ma di una capacità rara di evocare atmosfere, di far respirare i luoghi, di darci la sensazione, pagina dopo pagina, di essere lì, tra quelle montagne e quelle città, sospesi tra la paura e la speranza.

C’è poi un’altra qualità rara in questo lavoro: la capacità di far emergere la resilienza non come retorica, ma come verità vissuta. Le voci raccolte – spesso intime, fragili, piene di malinconia – raccontano Kamaran come un uomo che ha scelto di raccontare non solo per sé, ma per un intero popolo. Non solo la morte, ma la vita. Non solo l’orrore, ma ciò che resiste all’orrore: l’arte, l’amicizia, la dignità, l’infanzia.

Come accade nei film più autentici, dove ogni scelta stilistica è anche una scelta morale, Dov’è la bellezza? non è mai didascalico, ma profondamente empatico. Non dà risposte facili, ma apre domande scomode. Cos’è la bellezza, davvero, in un mondo che sembra averla smarrita? È ancora possibile trovarla negli occhi di chi guarda, anche quando il mondo si sgretola attorno? Kamaran Najm credeva di sì. Claudio Calia, con questo libro, sembra volerci dire che anche noi possiamo – e dobbiamo – continuare a cercarla.

Un’opera importante, dunque, non solo per gli appassionati di graphic journalism o di narrazione storica a fumetti, ma per chiunque creda ancora che il racconto possa essere un atto di resistenza. Un gesto d’amore. Un modo per restituire dignità a chi l’ha donata, silenziosamente, con un obiettivo tra le mani e la bellezza nel cuore.

Paleo Stories – Estinzione: un’avventura Preistorica tra Sorrisi e Paleontologia

Nel mondo del fumetto per ragazzi, poche serie riescono a combinare intrattenimento e conoscenza in modo così avvincente come Paleo Stories. Il terzo volume della saga, Paleo Stories – Estinzione, scritto da Emanuele Apostolidis e Elena Ghezzo, con i disegni di Blu Pieraccioli, non è solo un’avventura preistorica, ma un vero e proprio viaggio nel cuore della paleontologia, ricco di emozioni, misteri e sfide da superare.

La trama di Paleo Stories – Estinzione si sviluppa attorno al gruppo dei Paleo Hunters, un team di giovani esploratori impegnati nella scoperta dei segreti più nascosti della preistoria. In questo nuovo capitolo, i protagonisti sono separati da eventi drammatici: Gei e Mila sono prigioniere in una stazione sottomarina controllata dalla malvagia organizzazione Paleogen, mentre Phil e Nara sono rimasti in Siberia con il nuovo alleato Nicky e il suo terizinosauro Jody. Il misterioso progetto Reborn, che minaccia di cambiare il corso della storia, è sempre più vicino a diventare realtà, e i ragazzi dovranno affrontare nuove, giurassiche sfide per salvare ciò che resta della loro amicizia e fermare l’estinzione imminente.

Con uno stile narrativo avvincente, il volume esplora il legame tra scienza, natura e le incredibili avventure che solo la paleontologia può offrire. Ogni pagina è un invito a immergersi in un mondo preistorico dove i dinosauri, gli ambienti esotici e i misteri scientifici si intrecciano in una trama ricca di suspense e colpi di scena. Ma Paleo Stories – Estinzione non è solo un racconto fantastico: dietro ogni episodio si nasconde un forte messaggio educativo. I lettori più giovani sono stimolati a riflettere sulla scienza della paleontologia, sulla biologia e sul nostro impatto sull’ambiente, attraverso il coinvolgente sguardo dei protagonisti.

Il lavoro di Emanuele Apostolidis ed Elena Ghezzo, autori della sceneggiatura, è impeccabile nel riuscire a mescolare contenuti scientifici con un’intensa narrazione di avventura. Le loro storie non sono solo un mezzo per raccontare delle avventure, ma anche un’opportunità per insegnare ai lettori concetti complessi come l’estinzione delle specie e l’evoluzione, mantenendo il tutto accessibile e interessante per un pubblico giovane.

Le illustrazioni di Blu Pieraccioli, che accompagnano il racconto, sono fondamentali nel dare vita al mondo preistorico. Il suo stile grafico, ricco di dettagli e dinamismo, cattura l’essenza dell’epoca dei dinosauri, trasformando ogni scena in una vera e propria finestra sulla preistoria. I colori vivaci e le linee fluide degli scenari e dei personaggi contribuiscono a rendere l’esperienza di lettura ancora più coinvolgente, trasportando i lettori direttamente nel cuore delle terre selvagge e sconosciute in cui si svolgono le avventure dei Paleo Hunters.

Paleo Stories – Estinzione è quindi molto più di un semplice fumetto. È un’opera che educa mentre intrattiene, unendo avventura, scienza e divertimento in un mix perfetto per i più giovani. La serie continua a dimostrarsi una delle più interessanti nel panorama dei fumetti per bambini, con una capacità unica di trattare temi scientifici in modo accessibile e allo stesso tempo coinvolgente. La sfida che i protagonisti devono affrontare non è solo fisica, ma anche intellettuale, con domande sulla natura, l’evoluzione e la conservazione che emergono attraverso la trama.

Con Paleo Stories – Estinzione, BeccoGiallo conferma ancora una volta la sua capacità di produrre fumetti che non solo raccontano storie, ma che educano e ispirano i lettori. Ogni volume della serie rappresenta una nuova opportunità per i bambini di avvicinarsi al mondo della paleontologia in modo divertente, coinvolgente e, soprattutto, educativo. L’approccio della casa editrice a temi scientifici e sociali dimostra come il fumetto possa essere un potente strumento di divulgazione, capace di appassionare e formare le giovani generazioni.

Con una trama ricca di colpi di scena, personaggi ben sviluppati e un’attenzione particolare ai dettagli scientifici, Paleo Stories – Estinzione è una lettura imperdibile per tutti i giovani esploratori in erba. BeccoGiallo, con la sua capacità di innovare nel settore del fumetto educativo, continua a conquistare lettori di tutte le età, dimostrando che la narrazione può essere un potente veicolo di conoscenza e crescita.

“Leonardo” di Francesco Fioretti e Ernesto Anderle: Un Viaggio Grafico nel Genio del Rinascimento

Nel panorama del fumetto biografico, pochi autori riescono a catturare l’essenza di un personaggio storico come fa “Leonardo” di Francesco Fioretti e Ernesto Anderle. Pubblicato dalla casa editrice BeccoGiallo, questo graphic novel si distingue per la sua capacità di raccontare la vita di uno dei più grandi geni dell’umanità, Leonardo da Vinci, in un modo inusuale e affascinante. In un’epoca in cui il Rinascimento era ancora in fase di trasformazione, Leonardo da Vinci non fu solo pittore, ma un uomo d’ingegno dalle mille sfaccettature: scienziato, ingegnere, anatomista, architetto e molto altro. Eppure, “Leonardo” non si limita a narrare la storia di questo personaggio straordinario, ma lo fa attraverso una prospettiva unica, quella di Lisa Gherardini, la giovane donna immortalata nel celebre dipinto “La Gioconda”.

La narrazione del fumetto si sviluppa attorno a una premessa originale: la Gioconda stessa, simbolo per eccellenza del Rinascimento, racconta la sua storia dal suo punto di vista, offrendo un inedito viaggio nella mente del genio che l’ha resa immortale. “Lui era Leonardo, e quello il Rinascimento: il mio sorriso è diventato il suo testamento, simbolo di una nuova era che nasceva in lui”. Con queste parole, Lisa Gherardini, attraverso la sua prospettiva personale, rivela l’evoluzione di un uomo inquieto e visionario, capace di trasformare la realtà che lo circonda in opere d’arte e scoperte scientifiche.

Fioretti e Anderle, con un linguaggio visivo e narrativo coinvolgente, tracciano il percorso di Leonardo da Vinci tra i luoghi e i momenti cruciali della sua vita: Firenze, Milano, Roma. Il lettore si trova a seguire il protagonista mentre esplora il mondo attraverso il suo inimitabile approccio scientifico e artistico. Un artista e scienziato che, nel suo piccolo laboratorio, osserva ogni dettaglio della natura, dai movimenti del corpo umano alle onde del mare, cercando di comprendere le leggi che governano l’universo. Ogni tratto del fumetto è impregnato della sua sete di conoscenza e della sua insaziabile curiosità, che lo spinge a spingersi oltre i limiti conosciuti.

Il racconto si concentra su alcuni aspetti cruciali della vita di Leonardo: la sua ricerca di perfezione nell’arte, la passione per l’anatomia, gli studi sul volo degli uccelli, le sue invenzioni rivoluzionarie. All’interno di queste esplorazioni, la figura di Lisa Gherardini diventa il fulcro attorno al quale ruota la narrazione. La sua trasformazione da giovane donna comune a icona immortale è il punto di vista privilegiato per raccontare un Rinascimento che, attraverso Leonardo, vive una delle sue fasi più straordinarie.

Una delle peculiarità di “Leonardo” è proprio l’abilità di Fioretti e Anderle nel raccontare non solo l’uomo Leonardo, ma anche il contesto storico e culturale in cui si è sviluppato il suo genio. L’autore del fumetto riesce a rendere la complessità di un periodo storico senza scadere nella didascalia, ma facendo emergere l’intensità del cambiamento sociale e culturale che il Rinascimento ha portato. La storia si intreccia con eventi storici, mettendo in evidenza l’impatto che le idee di Leonardo avevano nel suo tempo, ma anche la loro straordinaria modernità che, a distanza di secoli, continua a influenzare il nostro pensiero e la nostra cultura.

In “Leonardo”, l’arte e la scienza si fondono in un racconto avvincente che affascina tanto gli appassionati di storia quanto i lettori che si avvicinano al fumetto per la prima volta. Ogni pagina diventa una finestra su un mondo lontano nel tempo, ma mai così vicino nel cuore. Il lavoro di Fioretti e Anderle non è solo un omaggio a uno dei più grandi geni della storia, ma anche una riflessione sul potere dell’arte di immortalare la realtà, di trasformarla in qualcosa di eterno.

La scelta di raccontare la storia di Leonardo da Vinci dal punto di vista di Lisa Gherardini conferisce alla narrazione una dimensione emotiva unica. Il lettore non solo esplora la vita del genio, ma si trova anche a confrontarsi con la sua umanità, la sua solitudine, la sua lotta per capire e decifrare l’infinito. Attraverso gli occhi della Gioconda, vediamo un Leonardo che non è solo il maestro della pittura, ma un uomo che cerca di comprendere la sua epoca, la sua arte, e soprattutto se stesso.

“Leonardo” non è solo un fumetto biografico, ma un viaggio nelle profondità dell’anima di un uomo che ha saputo unire scienza, arte e filosofia in modo straordinario. Con una narrazione che alterna momenti di grande introspezione a scene dinamiche e coinvolgenti, Fioretti e Anderle ci invitano a riscoprire il Rinascimento attraverso una lente fresca e affascinante. Il risultato è una lettura che incanta, ispira e, soprattutto, educa. “Leonardo” di Francesco Fioretti e Ernesto Anderle è un’opera che merita di essere letta da chiunque sia affascinato dal Rinascimento, dall’arte di Leonardo da Vinci e dal potere del fumetto come strumento narrativo. Con il suo approccio innovativo e profondo, questo graphic novel si conferma una delle pubblicazioni più interessanti nel panorama editoriale italiano, unendo storia, arte e fumetto in una sinergia perfetta che lascia il lettore senza fiato.

Le Foto che hanno segnato un’epoca – Storie di Sport: Un Viaggio nella Storia dello Sport attraverso le Immagini Iconiche

“Le Foto che hanno segnato un’epoca – Storie di Sport” di Roberto Vitale è una lettura imprescindibile per chi desidera immergersi nel cuore pulsante della storia dello sport mondiale. Pubblicato dalla casa editrice BeccoGiallo, questo libro non è solo una raccolta di immagini iconiche, ma un viaggio emozionante attraverso momenti che hanno segnato un prima e un dopo, eventi che sono diventati parte della nostra cultura collettiva e che, attraverso il potere della fotografia, raccontano storie di vittorie, sconfitte, lotte sociali e umanità.

L’autore, noto per la sua pagina social Le foto che hanno segnato un’epoca, seguita da milioni di appassionati, ci offre un’opera che va ben oltre la semplice documentazione sportiva. Ogni capitolo del libro racconta come sono nate alcune delle immagini più celebri della storia sportiva, che hanno immortalato momenti che definiscono epoche e hanno ispirato generazioni intere. Dalle Olimpiadi di Città del Messico del 1968, con la celebre protesta dei due atleti afroamericani Tommie Smith e John Carlos sul podio, al “Miracolo sul ghiaccio” dei Giochi Invernali del 1980, quando la squadra di hockey degli Stati Uniti batté l’Unione Sovietica in una delle più incredibili vittorie di sempre, ogni fotografia non è solo un’istantanea, ma un emblema di cambiamento sociale e sportivo.

Le pagine del libro si susseguono raccontando episodi che spaziano dalle gesta atletiche alle tragedie, dai trionfi sportivi alle battaglie per i diritti civili. Tra le foto che hanno cambiato il corso della storia, troviamo l’immortale pugno di Muhammad Ali, simbolo di un’epoca di lotta contro l’oppressione, le spettacolari schiacciate di Kobe Bryant e Michael Jordan, il sorpasso mozzafiato di Valentino Rossi o la performance di Marco Pantani sul Galibier, un’impresa che ha fatto la storia del ciclismo. Ogni immagine, ogni gesto immortalato, non è mai solo sport. È un atto che racconta di passione, sacrificio, e spesso anche di un mondo che cambia sotto i nostri occhi.

Un capitolo particolarmente toccante riguarda la tragica morte di Ayrton Senna, una delle figure più amate nel mondo delle corse. Vitale non si limita a raccontare il dramma di quel giorno, ma ci invita a riflettere su come la sua morte abbia segnato non solo il mondo della Formula 1, ma l’intero panorama sportivo mondiale. Non mancano nemmeno momenti di gioia pura, come la perfezione olimpica di Nadia Comăneci o la corsa scalza di Abebe Bikila, simbolo di un messaggio che va oltre lo sport e raggiunge il cuore delle persone.

Il libro non si limita a esplorare solo la gloria, ma indaga anche le emozioni più profonde legate alla sconfitta, alla lotta per la giustizia e ai momenti che, anche senza essere ricordati da tutti, sono stati fondamentali nel dare forma al nostro immaginario collettivo. È un’opera che dimostra come lo sport, da sempre considerato un semplice passatempo o intrattenimento, possa essere una lente potente per leggere la storia, i cambiamenti sociali e la crescita dell’umanità.

In questo contesto, la fotografia diventa un mezzo potentissimo per congelare nell’eternità quegli attimi unici, immortalandoli come icone universali. Non si tratta solo di sportivi che fanno il loro lavoro, ma di esseri umani che, con le loro imprese, hanno toccato le corde più sensibili dell’animo umano, riuscendo a ispirare, scuotere e provocare una riflessione che va ben oltre l’intrattenimento.

“Le Foto che hanno segnato un’epoca – Storie di Sport” è dunque una lettura avvincente per tutti coloro che, appassionati di sport o meno, desiderano esplorare il significato profondo di questi momenti epici. Ogni immagine è una testimonianza di una parte della nostra storia, che attraverso il racconto appassionato di Roberto Vitale, ci permette di rivivere e riflettere sulle emozioni universali che quegli istanti hanno suscitato, ispirando chi li ha vissuti e chi li osserva ancora oggi.

In un’epoca in cui la velocità dell’informazione rende tutto effimero, il libro di Vitale ci ricorda l’importanza di fermarci, osservare e riflettere su ciò che quegli scatti hanno rappresentato e continuano a rappresentare per il nostro immaginario collettivo. Un’opera che non solo celebra lo sport, ma lo utilizza come strumento per raccontare storie universali di lotta, passione, vittoria e tragedia, che ci accomunano tutti.

“Danilo Dolci. Verso un mondo nuovo, mediterraneo”: Il Graphic Novel che Riscopre il “Gandhi Italiano”

Nel panorama editoriale italiano, BeccoGiallo presenta un’opera che promette di diventare un punto di riferimento per tutti coloro che desiderano conoscere e approfondire la figura di uno degli attivisti più straordinari del Novecento italiano. Si tratta del primo graphic novel dedicato a Danilo Dolci, sociologo, educatore e grande protagonista della nonviolenza nel nostro Paese, spesso ricordato come il “Gandhi italiano” insieme ad Aldo Capitini. Il titolo dell’opera, “Danilo Dolci. Verso un mondo nuovo, mediterraneo”, è un invito a riscoprire la sua battaglia per la pace, la giustizia sociale e il cambiamento positivo, temi che sono al centro della sua vita e del suo pensiero.

Il graphic novel, scritto da Diego Di Masi, Alessio Surian, Emiliano Martino e Lorenzo Martino, nasce dalla collaborazione con il Centro Sviluppo Creativo Danilo Dolci e con i suoi familiari, che hanno supportato il progetto con il loro contributo unico e personale. Un lavoro corale, che non solo omaggia Dolci, ma cerca di rendere tangibile la sua visione di un mondo più giusto, dove l’educazione, la nonviolenza e l’impegno civile sono i pilastri fondanti della società.

Danilo Dolci è una figura che incarna l’idea di cambiamento attraverso metodi pacifici e creativi. La sua lotta contro la mafia siciliana, il suo impegno per la dignità dei poveri e il lavoro per la creazione della Radio Libera di Partinico sono solo alcuni degli aspetti che emergono in questa narrazione visiva. L’opera non si limita a raccontare la biografia di Dolci, ma esplora il suo metodo educativo innovativo, che si basava sulla Maieutica, un processo di insegnamento che punta a far emergere la conoscenza attraverso il dialogo e la riflessione condivisa.

Il graphic novel, che presenta uno stile visivo profondo e coinvolgente, si addentra anche nell’impegno di Dolci verso un’educazione alternativa, capace di rispondere alle difficoltà sociali ed economiche del suo tempo. La sua visione, come sottolineato da Amico Dolci, figlio di Danilo, trova una straordinaria attualità nel contesto educativo e sociale contemporaneo. La scuola di oggi, infatti, sembra essere più orientata all’istruzione che all’educazione vera e propria, spesso lontana dal promuovere una comunicazione autentica tra le persone e dai principi di cooperazione e rispetto reciproco che Danilo Dolci cercava di insegnare.

“Le pagine che mio padre ha dedicato a descrivere i laboratori rimangono ancora oggi importanti”, scrive Amico Dolci nel commento che arricchisce il volume. “La società attuale, e la scuola in particolare, trova enormi difficoltà nell’affrontare il proprio ruolo educativo, difficoltà rese ancora più complesse dal contesto familiare dei più giovani, indebolito e scarsamente supportato”. Un richiamo a come Dolci fosse in anticipo sui tempi nel comprendere le problematiche sociali e l’importanza di un cambiamento radicale nell’approccio educativo.

Danilo Dolci ha ricevuto numerosi riconoscimenti per il suo impegno civile e umanitario, tra cui il Premio Viareggio, il Premio Lenin per la Pace e la Medaglia d’Oro dell’Accademia dei Lincei. La sua figura è stata spesso sottovalutata, ma questo graphic novel rappresenta un atto di giustizia nei suoi confronti, portando alla luce l’importanza del suo lavoro per la società italiana e, più in generale, per la cultura della nonviolenza. Non è solo una biografia, ma una riflessione profonda sul nostro mondo e su come la lotta per un mondo migliore possa essere affrontata, ancora oggi, attraverso il dialogo e l’educazione.

“Danilo Dolci. Verso un mondo nuovo, mediterraneo” non è solo un’opera per gli appassionati di graphic novel o di storia contemporanea, ma un libro che invita alla riflessione. La storia di Dolci e delle sue battaglie per la pace e l’educazione è una fonte di ispirazione, un invito a sognare e progettare un mondo migliore, un mondo dove la violenza non trova spazio e dove l’educazione reciproca è la chiave per il cambiamento.

In definitiva, questo graphic novel è un tributo potente e necessario a un uomo che ha segnato la storia italiana con il suo impegno civile e sociale, ma anche un invito a tutti noi a riflettere sul nostro ruolo nella società contemporanea. La sua eredità non è solo storica, ma soprattutto educativa, e continua a vivere attraverso il lavoro di chi, come i creatori di questo libro, si impegna a mantenere viva la sua memoria e i suoi valori. Un’opera che, senza dubbio, troverà il suo posto nei cuori di chi crede che un altro mondo sia possibile, proprio come lo credeva Danilo Dolci.