La Roma Rugantina esiste ancora?

Solitamente si pensa che le grandi metropoli proprio per le trasformazioni sociali ed economiche di cui sono state protagoniste abbiano accantonato tradizioni, costumi, cultura popolare, questo sicuramente non è successo alla città di Roma! La capitale ha sempre cercato di mantenere vive quelle consuetudini che la contraddistinguono e che la rendono unica al mondo. Conserva luoghi e memorie del suo passato che sottolineano la sua anima popolare, immagini, storie e personaggi entrati nella leggenda.

 Dunque esiste ancora la cosiddetta Roma “rugantina” tanto ammirata dai suoi stessi poeti come Gioachino Belli e Trilussa. E proprio citando questi due artisti non si può non soffermarsi sull’importanza della tradizionale e inconfondibile cadenza dialettale dei romani. Proprio il dialetto nel tempo è entrato in profondità nella lingua italiana influenzandola e rimanendone  influenzato. Alcune parole del dialetto sono ormai comuni anche ad altre città ed ecco allora l’uso di tassinaro per tassista e di benzinaro per benzinaio; alcune vie del centro storico che rimandano alla lingua di un tempo come via dei Sediari e via dei Giubbonari; e che Er Cupolone prenda il posto della cupola di San Pietro.

Tornando alle feste religiose e popolari che si svolgono a Roma non possiamo non menzionare la Via Crucis del Venerdì Santo guidata dal Papa e la festa dell’Immacolata, durante la quale sulla vetta della colonna dell’Immacolata i vigili del fuoco depongono una ghirlanda di fiori.

Prendiamo ora in esame tre delle manifestazioni popolari più importanti cercando di capirne le loro origini, la loro storia.

 

La prima presa in esame si celebra il 5 agosto e si tratta della Madonna della Neve.

Secondo la tradizione il 5 agosto 352 la Madonna apparve in sonno al patrizio romano Giovanni, chiedendogli di costruire una chiesa laddove fosse caduta la neve. Oggi questo lontanissimo evento viene ricordato facendo cadere petali di fiori bianchi dalla cupola della basilica dopo una solenne messa.

 

Seconda manifestazione presa in esame è il più conosciuto Carnevale.

Forse non tutti sanno che il Carnevale di Roma ha origini antichissime, c’è infatti chi sostiene che derivi dalle feste dedicate al Sol Invictus, in tarda età imperiale. In tempi più recenti il Carnevale dipendeva dall’umore del Papa. Per esempio Sisto V proibì la battaglia delle arance e quella delle mele, ritenendole pericolose. All’epoca la festa durava otto giorni, durante i quali si svolgevano gare di cavalli, sfilate di carri e maschere e la sera conclusiva si accendevano migliaia di lumini con l’intento simbolico di bruciare il Carnevale. Una curiosità: il Carnevale romano annovera ospiti illustri quali Goethe, Dickens e Casanova, e nel 1822 persino Rossini e Paganini che vi parteciparono travestiti da donna. 

Parlando del folclore e della tradizione in ambito carnevalesco è d’obbligo parlare di due personaggi speciali: Rugantino e Pasquino.

Rugantino ha origini antiche ed è diventato la maschera principale del folclore carnevalesco romano. Il nome di Rugantino deriva dal termine “ruganza” che significa arroganza e secondo la tradizione il personaggio sarebbe un fanfarone di quartiere dalla parola pronta e sbruffone.  Anche Pasquino appartiene alla tradizione popolare, è forse il simbolo per eccellenza dello spirito romano, graffiante come nessuno, amante della libertà e della giustizia, contro i costumi della Roma papalina. Durante il Cinquecento erano frequenti le denuncie politiche e di costume e venivano affisse su alcune statue del centro di Roma. Le invettive di Pasquino, conosciute con il nome di “pasquinate” erano attaccate ad un busto di marmo forse raffigurante Menelao o Patroclo. Probabilmente Pasquino non è mai esistito nella realtà ma per lui ha sempre parlato la statua, la statua parlante della Capitale.

 

Terza ed ultima manifestazione presa in esame è la Festa de ‘Noartri.

Si tratta di una manifestazione religiosa e popolare che si svolge nel quartiere di Trastevere. Le origini della festa si rintracciano in una leggenda, secondo la quale un gruppo di portuali raccolse nel Tevere una cassa con dentro una statua della Madonna e la portò nella Chiesa di Sant’Agata. Da quel giorno e ancora oggi, ogni anno, il sabato successivo alla festa del Carmelo, la statua della Madonna viene trasportata in processione fino a San Crisogono, passando nelle vie e nei vicoli di Trastevere. In passato la processione veniva organizzata dai “vascelari” ovvero gli artigiani vasai che preparavano boccali e brocche per servire il vino, oggi invece il corteo religioso viene organizzato dall’arciconfraternita del Santissimo Sacramento e di Santa Maria del Carmine. Per questa festa, oggi come all’ora, Trastevere si anima di bancarelle e mercatini, le trattorie restano aperte fino a tardi e l’allegria contagia tutti. Proprio la (ri)scoperta di Trastevere, che un tempo veniva chiamato Romilla, cioè piccola Roma è uno dei motivi fondamentali della manifestazione. La Festa de ‘Noartri è sicuramente la manifestazione che testimonia più di tutte lo spirito popolare che non è andato perso durante tutti questi anni anche in una città grande come Roma.

                   

di Valentina Lippi

 

Redazione

Autore: Redazione

C'è un mondo intero, c'è cultura, c'è Sapere, ci sono decine di migliaia di appassionati che, come noi, vogliono crescere senza però abbandonare il sorriso e la capacità di sognare. Satyrnet.it vuole aiutare tutti gli appassionati che si definiscono "NERD" a comunicare le proprie iniziative e i propri eventi: se volete inviare il vostro contenuto per una pronta condivisione sul nostro network, l'indirizzo è press@satyrnet.it ! Aspettiamo le vostre idee!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Exit mobile version