Elementare Watson: la storia della citazione che non esiste

L’iconica frase “elementare Watson” è entrata nell’immaginario collettivo come il simbolo della genialità deduttiva di Sherlock Holmes, il famoso detective creato dallo scrittore britannico Sir Arthur Conan Doyle. Tuttavia, questa frase non è mai stata pronunciata da Holmes nei romanzi e nei racconti originali, ma è frutto di una reinterpretazione cinematografica e teatrale del personaggio.

L’origine della frase

La frase “elementare Watson” non compare in nessuna delle quattro opere principali dedicate a Sherlock Holmes (Uno studio in rosso, Il segno dei quattro, Il mastino dei Baskerville e La valle della paura), né nei 56 racconti brevi che compongono le raccolte Le avventure di Sherlock Holmes, Le memorie di Sherlock Holmes, Il ritorno di Sherlock Holmes e L’ultimo saluto di Sherlock Holmes.
L’unica volta in cui Holmes usa l’aggettivo “elementare” in risposta a un commento di Watson è nel racconto “Il caso dell’uomo deforme” (The crooked man), pubblicato nel 1893. In questa storia, Watson esclama “Eccellente!” dopo aver ascoltato la spiegazione di Holmes su come ha risolto il caso, e il detective replica semplicemente “Elementare”. Non c’è quindi nessun tono di sufficienza o di ironia nella risposta di Holmes, che anzi dimostra spesso stima e affetto per il suo amico e collaboratore.
In altri racconti, Holmes usa l’aggettivo “elementare” per riferirsi alla semplicità o all’interesse di alcuni problemi o deduzioni, ma sempre in contesti diversi da quello della frase famosa. Ad esempio, in “Un caso di identità” (A case of identity), Holmes dice a Watson che il caso è “interessante, sebbene elementare”, e in “La scomparsa di lady Frances Carfax” (The disappearance of lady Frances Carfax), afferma che il suo ragionamento appartiene alla “stessa classe di deduzioni elementari”.

La diffusione della frase

La frase “elementare Watson” è stata probabilmente coniata dall’attore britannico William Gillette, che fu il primo a interpretare Sherlock Holmes sul palcoscenico teatrale londinese nel 1899, in un’opera basata sui romanzi di Doyle. Gillette avrebbe inserito la frase nel suo copione per rendere più vivace e caratteristico il dialogo tra Holmes e Watson, e per sottolineare il contrasto tra la brillantezza del primo e la mediocrità del secondo.
La frase ebbe successo e fu ripresa da altri attori che impersonarono Holmes in seguito, sia a teatro che al cinema. La prima trasposizione cinematografica delle avventure di Holmes fu “Il ritorno di Sherlock Holmes” (The return of Sherlock Holmes), del 1929, diretto da Basil Dean, in cui la frase compare in un dialogo tra Holmes (interpretato da Clive Brook) e Watson (interpretato da H. Reeves-Smith). Da allora, la frase è diventata una delle più celebri tratte da film statunitensi, secondo la classifica stilata dall’American Film Institute.

La fortuna della frase

La frase “elementare Watson” è diventata un modo di dire comune per esprimere una verità ovvia o per sottolineare la propria superiorità intellettuale rispetto a qualcuno. La frase è stata usata anche in altri contesti, come la letteratura, la musica, la pubblicità, la politica e lo sport, per creare effetti di umorismo, di parodia o di polemica.
La frase “elementare Watson” è un esempio di come una citazione apocrifa possa diventare più famosa e influente dell’originale. La frase riflette una caratterizzazione del personaggio di Sherlock Holmes che non corrisponde a quella voluta dal suo autore, ma che è stata accettata e consolidata dal pubblico grazie al successo dei media. La frase è anche un esempio di come una citazione possa essere usata in diversi ambiti e con diversi scopi, a seconda del contesto e dell’intenzione di chi la pronuncia.
Satyrnet

Autore: Satyrnet

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