A Roma, torna dal 20 al 26 ottobre 2022 il Korea Week

Korea Week, che si svolgerà dal 20 al 26 ottobre 2022 offre un ricco programma di eventi sulla Cultura Coreana dall’arte al Cinema passando per il K-POP, gli show, la cucina e il turismo. La kermesse è come sempre organizzata dall’Istituto Culturale Coreano legata all’Ambasciata della Repubblica della Corea del Sud e ha il compito di promuovere la Cultura Coreana in Italia. L’evento è organizzato inoltre daKocis in collaborazione con Hanbok Advacement Center, Seoul Art Center, Gana Art, Tucker Film, Officine UBU e Lucky Red. La rassegna ha mosso i primi passi dal 2017, da allora si svolge due volte all’anno toccando diverse città italiane, con l’appuntamento fisso romano come il più importante.

Chun Ye Jin, direttrice dell’Istituto Culturale Coreano di Roma, ha dichiarato:

“La cultura coreana è in crescente espansione come l’interesse e la curiosità verso il nostro Paese. Così per questa edizione della ‘Korea Week’ abbiamo preparato un talk-show su turismo e cucina coreana. Inoltre per far scoprire vari aspetti della cultura coreana abbiamo preparato vari eventi che uniscono la tradizione con il moderno e speriamo che il pubblico possa accorrere numeroso e apprezzare il tutto”.

Per citare alcuni appuntamenti: venerdì 21 ottobre alle ore 19 nel The Space Moderno di piazza della Repubblica 43/54, a proposito di turismo e cucina in Corea l’autrice e giornalista Selvaggia Lucarelli e lo chef food blogger Lorenzo Biagiarelli incontrano dal vivo tutti gli appassionati della Corea per parlare assieme dell’argomento. Per i più giovani appassionati di K-Pop appuntamento con lo YouTuber Seoul Mafia.

Programma:

Giovedì 20 ottobre alle ore 19
Presso lIstituto Culturale Coreano, Via Nomentana, 12
– Inaugurazione della mostra d’arte: “L’Era dell’Arte Coreana: The Eternal
Per la prima volta in Italia si possono ammirare i “Sansuhwa” (arte orientale che ritrae paesaggi di “acque e monti”) del celebre pittore coreano Park Dae-sung (in arte “Sosan” che significa piccolo monte)

Venerdì 21 ottobre ore 19
Presso The Space Moderno – p.za della Repubblica 43/54 – l’autrice e giornalista Selvaggia Lucarelli e lo chef food blogger Lorenzo Biagiarelli incontrano dal vivo tutti gli appassionati della Corea per parlare assieme dell’argomento.  

Sabato 22 Ottobre dalle ore 12 alle ore 19
Presso  A.s.d. Studio danza Artemosa, via Cutilia 41
– K-Pop Academy in edizione speciale.

Sabato 22 Ottobre alle ore 19
Presso lIstituto Culturale Coreano, Via Nomentana, 12
– per Video spettacolo di un balletto rappresentato dal Seoul Art Center An Jung Geun, la Danza dal Paradiso.

Domenica 23 Ottobre ore 16
Presso il Teatro Orione, Via Tortona 7
 – Evento di K-Pop “K-Pop Talk & Dance” condotto dallo YouTuber Marco Ferrara alias Seoul Mafia!

Da Lunedì 24 Ottobre a Mercoledì 26 Ottobre
Presso The Space Moderno, P.za della Repubblica 43/45
 – Tris di Film Coreani
•    “Nido di Vipere”(24 Ottobre) -Beasts Clawing at Straws – dell’emergente regista coreano Kim Yong-hoon
•    “Escape from Mogadishu”(25 Ottobre) presentato quest’anno in Italia al Florence Korea Film Fest e al Far East Film Festival.
•    “Decision to Leave” (26 Ottobre) del celebre e pluripremiato regista coreano Park Chan-wook

Il prigioniero coreano

Lontano dalle tinte forti dell’Isola o di MoebiusIl prigioniero coreano (The Net) vede Kim Ki-duk raccontare – senza filtri – il presente. Un presente che non riesce a liberarsi del passato: quello della Corea del Nord e della Corea del Sud. Un potentissimo thriller dell’anima che la Tucker Film porterà nei cinema italiani il 12 aprile e che trova nell’interpretazione di Ryoo Seung-bum (The Berlin File) tutta la potenza espressiva di cui ha bisogno.

«Fai attenzione: oggi la corrente va verso Sud», lo avvisa una sentinella, ma a fare attenzione, a farne sempre molta, il pescatore Nam Chul-woo ci è abituato. Del resto, non puoi permetterti distrazioni quando abiti in un villaggio della Corea del Nord e ti muovi ogni giorno sulla linea di confine. Confine d’acqua, nel caso di Nam, ed è proprio l’acqua a tradirlo: una delle reti, infatti, si aggroviglia attorno all’elica della sua piccola barca, il motore si blocca e la corrente che «va verso Sud» trascina lentamente il povero Nam in zona nemica…

Riuscirà il prigioniero, dopo pressanti interrogatori, a convincere le forze di sicurezza sudcoreane di non essere una spia? Ma soprattutto: riuscirà Nam, dopo il proprio faticoso rilascio, a convincere il potere nordcoreano della propria integrità? È rimasto ancora quello che era, cioè un bravo cittadino devoto, o l’infezione del capitalismo («Più forte è la luce, più grande è l’ombra») lo ha contaminato per sempre?

«Con Il prigioniero coreano – spiega Kim Ki-duk – ho voluto mostrare un paradosso: guardate come sono simili Nord e Sud. “Là” c’è la dittatura, “qui” la violenza ideologica. E non si tollera che un povero pescatore del Nord, finito per caso fuor d’acqua, voglia semplicemente ritornarsene a casa. Non si può demonizzare un intero popolo. Il Nord non è solo la Dinastia dei Kim: la gente viene prima!».

Tokyo Love Hotel

Un hotel dove gli uomini e le donne si incontrano. Un hotel dove i corpi e i cuori si mettono a nudo. Un love hotel di Kabukicho, il quartiere a luci rosse di Tokyo. La voce off inizia il suo racconto e scivola sulle immagini. 2 minuti che condensano lo spirito – e lo stile – di Tokyo Love Hotel, il racconto corale del bad boy giapponese Hiroki Ryuichi, presentando, tra erotismo e umorismo, tutti i personaggi di una storia intensa e bizzarra.

Tokyo Love Hotel - Trailer ufficiale italiano

Un irresistibile racconto corale, dove le combinazioni o i cortocircuiti fra sesso, umorismo, speranza e destino disegnano cinque coppie sull’orlo di una crisi di nervi (e qualche single non meno borderline). Presentato l’anno scorso in Italia durante il Far East Film Festival di Udine, e accolto davvero calorosamente (applausi, risate, un po’ di commozione), Tokyo Love Hotel segna il grande ritorno di Hiroki Ryuichi all’antica matrice indie: una brillantissima vacanza da quell’universo mainstream che, dopo la gloriosa gavetta nel circuito deipink eiga (i mitici softcore giapponesi), lo ha portato sotto i riflettori internazionali con piccoli capolavori intimisti come Vibrator, nel 2003, e It’s Only Talk, nel 2005.

Tutto si svolge nell’arco di un giorno e di una notte a Kabukicho, il quartiere a luci rosse di Tokyo, sotto lo sguardo stralunato e rassegnato del giovane Toru. È lui che dirige, con pigrissima rassegnazione, lo squallido Atlas, uno dei tanti alberghi dell’amore, ed è sempre lui che, suo malgrado, fa da sponda al via vai, alle tresche, ai naufragi dei personaggi: amanti clandestini, ragazze fuggite di casa, finti talent scout, vere attrici porno, escort malinconiche, fidanzati ignari, donne delle pulizie che non sono chi dicono di essere, clienti che s’innamorano, aspiranti artiste che non disdegnano le scorciatoie.

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Tokyo Love Hotel, come una partitura di Altman, disegna il mosaico di un’umanità fin troppo umana, incline ai segreti, alle bugie, agli inciampi, alle cadute ma – nonostante un DNA perdente – ancora capace di sognare. Ancora capace di credere che lasciarsi Kabukicho dietro le spalle (Sayonara Kabukicho è il titolo originale) non sia necessariamente una missione impossibile… Interpretato, fra gli altri, dalla bella Maeda Atsuko (ex idol della girl band AKB48, appena vista all’ultimo FEFF in Mohican comes home) e da Sometani Shota (anche lui ben noto alla platea del FEFF grazie ai due Parasyte di Yamazaki Takashi e di Tokyo Tribe di Siono Son), Tokyo Love Hotel impreziosisce ulteriormente il catalogo orientale della Tucker Film, già ricco di titoli che spaziano da Departures di Takita Yojiro a Poetry di Lee Chang-dong, passando per A Simple Life di Ann Hui e Confessions di Nakashima Tetsuya.

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