Mufant riparte alla grande!

Con la ripartenza dei musei, il Mufant, il Museo lab del fantastico e della fantascienza di Torino, nuovamente aperto da giovedì 29 aprile, inaugura “Note di Paura”, la nuova mostra temporanea ospitata nella rinnovata sala gotica, e “Le Venti Giornate di Torino“, spettacolo di teatro d’ombre in replica tutti i venerdì di maggio e i primi due di giugno. L’inaugurazione della mostra e la prima rappresentazione della rassegna teatrale sono previsti per venerdì 7 maggio in una giornata inaugurale con curatori, collezionisti e artisti.

La mostra: Note di Paura, realizzata in collaborazione con lo scenografo torinese Giuseppe Garau e allestita con il contributo di studentesse e studenti dell’Accademia Albertina di Torino, sarà allestita nella Sala Gotica che riapre al pubblico in forma totalmente rinnovata. In una scenografia immersiva che riproduce un classico cimitero gotico inglese inaugura Note di Paura, un viaggio attraverso le colonne sonore dei film del grande regista del thriller italiano: Dario Argento. La mostra temporanea, curata da Silvia Casolari e Roberto Attanasio in collaborazione con Terra di Goblin, espone materiale discografico da collezione delle musiche del maestro Ennio Morricone, dei Goblin, del leggendario Keith Emerson, fino a Pino Donaggio e Giorgio Gaslini ossia quegli autori e compositori che con le loro colonne sonore hanno contribuito a rendere indimenticabili i capolavori di Argento: dai classici come Quattro mosche di velluto grigio, Phenomena, Suspiria fino ai più recenti come Jenifer, La terza madre, Il cartaio. In esposizione anche le suggestive fotografie realizzate da Franco Bellomo, fotografo di scena di Dario Argento, che ritraggono regista, attori e attrici sui set dei diversi film. La mostra espone parte della collezione di Roberto Attanasio, patron del sito Terra di Goblin e grande collezionista di materiali discografici, in particolare dei Goblin, il gruppo progressive rock italiano legato a doppio filo a Dario Argento per aver composto le musiche di numerosi suoi capolavori, a partire proprio da Profondo rosso. In esposizione LP 33 giri in edizione limitata e 45 giri da collezione, stereo8, CD, musicasette e memorabilia degli oggetti più iconici delle pellicole, dalla maschera di Demoni, al mad puppet di Profondo rosso, alla piuma di pavone di Suspiria.

Sempre venerdì alle ore 18,00 la sala proiezioni del museo si trasforma in un piccolo palcoscenico con lo spettacolo “Le Venti Giornate di Torino”. Viviamo un tempo in cui la Cultura sembra essere diventata un luogo di utopia, lontano e irraggiungibile, per quanto, proprio adesso, urgente e necessario. In tutto ciò, i Teatri sono stati fra i contesti culturali che più hanno pagato le conseguenze delle restrizioni prodotte dalla pandemia. Fra le tipologie di sopravvivenza, in questi tempi difficili, ci sono sicuramente gli spettacoli sulle piattaforme online, ma, all’estremo opposto, anche quelli minuscoli, economicamente sostenibili, con più facilità a trovare luoghi per ricrearsi e più idonei a rispettare le regole di sicurezza sanitaria. Chiusure, ingressi contingentati e misure di sicurezza hanno reso difficile la programmazione culturale, un vuoto al quale si può cercare di rispondere con proposte capaci di aprirsi a nuovi scenari e strategie, affatto sostitutivi dei tradizionali cartelloni, ma in grado di arricchire l’offerta artistica della città. Si fa quindi forte l’esigenza di trovare nuovi luoghi, oltre a quelli ‘tradizionali”, dove l’incontrarsi sia sicuro, fattibile, e ricco di significato e d’appartenenza. Esclusi gli allestimenti complessi, si tratta quindi di orientarsi verso produzioni più agili, di piccole dimensioni, da camera, pensate per un esiguo numero di spettatori e per spazi privi di strutture di supporto scenografico.

Un tipo di spettacolo difficile da fermare, capillare, itinerante, non associato a una sede convenzionale, ma piuttosto a un rito di partecipazione che si possa fare ovunque, senza bisogno di nessuna struttura per esistere se non di un po’ di buio e di qualcuno che ascolti.

I Musei, come già accade all’estero, potrebbero essere i luoghi ideali per accogliere questo esperimento di contaminazione e arricchimento reciproco, soprattutto se quello che si vuole rappresentare ha un’attinenza con l’anima del percorso museale. L’ultimo spettacolo di Controluce Teatro d’Ombre, che sarà messo in scena al Mufant sempre venerdì 7 maggio alle 18,00, creato in questo periodo di emergenza, è tratto dal romanzo di Giorgio De Maria ‘Le venti giornate di Torino’ racconto distopico e profetico che parla di una società stremata in preda ad un misterioso ed agghiacciante fenomeno di psicosi collettiva. Il testo è stato pubblicato in sordina nel 1977 e riscoperto, attraverso straordinarie coincidenze e dopo la morte dell’autore, nel 2017 in America ottenendo un grande successo. Il romanzo, un noir con aspetti fantascientifici, ripubblicato in Italia per Frassinelli, trova nel teatro d’ombra un perfetto accompagnamento visivo e nel Museo uno spazio elettivo per contenerlo e presentarlo.

Quale luogo migliore quindi per accogliere uno spettacolo che mette in scena una storia la cui trama è ricca di spunti ancora attuali profondamente inquietanti che vanno dalla molto discussa profezia dei social network ai poteri oscuri che manovrano la realtà? Insieme, Controluce e Mufant, saranno in prima fila per raccontare, attraverso una lettura delle 20 giornate di Torino, il periodo storico che stiamo vivendo, che è in ultima analisi un grande evento di fantascienza contemporanea.

 

Il programma completo, con orari e norme di sicurezza, nonché con le modalità di accesso sono disponibili sul sito ufficiale del Mufant.

Dario Argento nel Sol Levante

Mentre in Italia è Profondo Rosso (1975) il film più noto e apprezzato di Dario Argento, in tutto il resto del mondo è un’altra la pellicola ad averlo consacrato a pubblico e critica: Suspiria (1977). Nel paese del Sol Levante Suspiria giunge nel 1977 con il titolo di “Sasuperia” ed è il primo film di Argento ad essere distribuito nei cinema nipponici. Per contribuirne alla promozione, la Fox (titolare dei diritti di distribuzione internazionale della pellicola) organizza insieme alla Sony una spettacolare proiezione all’interno di uno stadio davanti ad un pubblico di 30.000 persone, utilizzando un sistema stereofonico composto da immense casse che ne esaltano gli effetti sonori e la musica composta dai Goblin. Il successo è così travolgente che l’anno successivo viene distribuito per la prima volta in Giappone Profondo Rosso e, sebbene esso sia precedente a Suspiriae non abbia nessun legame narrativo con quel film, i distributori nipponici gli cambiano il titolo in “Sasuperia part 2”, scelta effettuata al fine di sfruttare la fama di Suspiria.

 Il legame tra manga, anime e i film di Argento è un argomento poco trattato dalla critica cinematografica e fumettistica in Italia, ma se vi si presta attenzione sono innumerevoli le analogie che accomunano opere come Suspiria e Phenomena alla produzione fumettistica e animata nipponica, basti pensare che in entrambi i film argentiani le protagoniste, Suzy/Jessica Harper e Jennifer/Jennifer Connelly, hanno l’aspetto di adolescenti e si comportano come tali durante la loro lotta contro forze sovrannaturali o adulti malvagi. La rappresentazione di personaggi adolescenziali con un aspetto più adulto della loro età è ricorrente anche in molti manga e anime, basti pensare a Pegasus dei Cavalieri dello Zodiaco che, soprattutto per via dei dialoghi dell’edizione italiana della serie animata degli anni ’80, può sembrare un ventenne, ma la sua reale età è di 13 anni.

…Il cinema di Argento e il mondo di anime e manga sono anche accomunati da scelte figurative simili, che a volte raggiungono imprevedibili e del tutto casuali analogie: la celebre inquadratura finale di Profondo Rosso (presente anche nella locandina italiana e giapponese del film) in cui il protagonista appare riflesso in una pozza di sangue, è simile all’inquadratura presente nel finale dell’ep. 87 (“Caccia a Uomo Tigre”) della prima serie tv de L’Uomo Tigre (1969), dove è invece lo spietato capo di Tana delle Tigri a riflettersi su del sangue rosso colato a terra. Su quella pozza di sangue, in seguito all’uscita di scena di quel malvagio personaggio, appare il volto dell’Uomo Tigre.

di Ale Montosi

 

tratto e continua a leggere su  alemontosi.blogspot.it/2015/03/dario-argento-in-giappone-dal-successo.html

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