Il Cattivo di Salvatore Patriarca

Joker, Dexter, Walter White, Vito Corleone… perché rimaniamo affascinati da queste figure? Cosa ci attrae del male? Perché i cattivi sono sempre più protagonisti delle narrazioni mediali? E quali sono le ragioni che mettono il negativo al centro dei mondi immaginari? C’è veramente un pericolo imitativo dato dalle azioni di queste figure? Queste sono alcune delle domande che stanno alla base del saggio, edito da Castelvecchi, Il Cattivo di Salvatore Patriarca.

Sostenuta da uno strutturato impianto teorico, l’analisi di Patriarca esplora il male come scelta e la violenza come conseguenza in un percorso filosofico che si snoda attraverso figure mitologiche, letterarie, cinematografiche e televisive.

Per rispondere alle domande iniziali, il filosofo esplora il senso culturale dell’evoluzione in cui siamo immersi. In questa ottica, si cerca anzitutto la definizione dell’idea di male: nella prima parte del volume, infatti, si identifica il cattivo come colui che agisce in maniera negativa, ancorando quindi il male alla dimensione umana.

Partendo dalle teorie di Socrate e Platone, di Plotino e Agostino, passando per Spinoza, Leibniz e Hegel, fino ad arrivare a Baudrillard e Durrenmatt, Salvatore Patriarca individua quattro teorie del male mediante le quali, nel tempo, si è codificata la figura del cattivo. Il modello di malvagità scelto dall’autore per identificare queste figure è sempre uno: Giuda. Ne risultano – riprendendo i pensieri di San Luca, di Dante e Borges – quattro differenti versioni del più noto traditore.

Da Rambo di First Blood e Schindler di Schindler’s List, che rappresentano la figura del cattivo transitivo, ai sovversivi Silva di James Bond: Skyfall e il faraone Ramses dei Dieci Comandamenti; dai cattivi necessari, che si muovono in una zona grigia dei valori, come Joker di The Dark Night e il colonnello Kurz di Apocalypse Now, fino alla quarta figura del cattivo anamorfico, identificata in Eleven di Stranger Things e nell’ astronauta Taylor de Il pianeta delle scimmie, il saggio indaga la sempre maggiore fascinazione nei confronti di queste figure e gli effetti che hanno nella costruzione di un’identità soggettiva e di un immaginario collettivo.

Salvatore Patriarca, giornalista e filosofo, è amministratore di Noemata Srl ed esperto di questioni digitali e new media. Con Castelvecchi ha pubblicato Il digitale quotidiano. Così si trasforma l’essere umano (2018), Popgiornalismo. Il caso Dagospia e la post-notizia (2019) ed Elogio della banalità. Per una comunità indispensabile (2022).

La recensione di Dexter New Blood

Dexter è una delle mie serie tv preferite in assoluto, e, quando, dopo 8 anni dalla conclusione, è stato annunciato il sequel, ho ovviamente accolto la notizia con entusiasmo, ma anche con un pizzico di timore e perplessità: sarebbe stata degna del suo predecessore?

La risposta è assolutamente sì, ma solo al 99%. Manca pochissimo alla piena soddisfazione, e il colpevole è quella dannata puntata finale. I 10 episodi si divorano uno dietro l’altro, proprio come da tradizione, e alla fine di ogni episodio, è impossibile non iniziare subito la puntata successiva. Ed è un pregio non scontato, in una selva di prodotti televisivi che spesso servono solo a conciliare il sonno della notte. In questa nuova storia ho trovato la stessa tensione, gli stessi colpi di scena, le stesse atmosfere di sempre. Forse troppo simili, tanto da aggiungere poco a quello che già abbiamo visto in passato. Se non fosse per il nuovo personaggio che arriva ad Iron Lake e introduce nuovi stimoli e situazioni…

DEXTER: NEW BLOOD (2021) Trailer ITA della Serie di Crimine con Michael C. Hall

Clancy Brown dipinge un altro dei suoi terribili e inquietanti personaggi e l’espediente di Debra/coscienza funziona. Ma allora cos’è che non va? Il finale, come ho già detto, è frettoloso e senza alcun senso e rovina un prodotto che diversamente sarebbe stato perfetto.

Non è plausibile che un genio del male come Morgan finisca in un pasticcio simile senza riuscire a svincolarsela come ha sempre fatto in disastri ben peggiori, finendo addirittura per far precipitare irrimediabilmente le cose. Abbiamo capito che la direzione che volevano prendere gli sceneggiatori era quella, e ok, ci sta anche, ma i personaggi intorno a lui cambiamo improvvisamente e radicalmente caratteristiche e atteggiamenti in un tempo sin troppo breve e senza giustificazione. Insomma, un’occasione mancata. Resta comunque un gioiellino da vedere per gli amanti del serial killer dei serial killer che però, secondo me, rimarranno delusi del finale esattamente come è successo a me.

 

di Luca De Crescenzo

Una nuova serie su Dexter?

Dexter è una serie televisiva statunitense prodotta dal 2006 al 2013 e trasmessa in prima visione negli Stati Uniti da Showtime. La storia ruota intorno al personaggio di Dexter Morgan, all’apparenza un tranquillo e metodico tecnico della polizia scientifica di Miami, in realtà un serial killer, che però agisce seguendo un rigoroso codice: uccidere soltanto criminali che sono sfuggiti alla giustizia.

In tutto abbiamo avuto un totale di otto stagioni, e nelle ultime il giocattolo si stava per rompere, ma la serie si è chiusa lasciando qualcosa in sospeso.

Dopo varie dichiarazioni, tra cui troviamo le parole dello stesso attore che ha interpretato Dexter, Michael C. Hall, rilasciate in una intervista a Entertainment Weekly circa un possibile ritorno della serie: “Non penso che sia arrivato il momento giusto. Ma è una conversazione che continua, anche se in maniera molto pacifica.”, si accende un lumicino di speranza, seppur flebile.

Seguono le dichiarazioni di David Nevins, presidente del network Showtime, che durante il TCA press tour aveva dichiarato: “Dexter è uno show che avrei pensato di continuare. È una questione di tempistica, di quando sia il momento opportuno. Se c’è la volontà di farlo, certamente presterò ascolto. Di sicuro guarderei a Dexter [come una delle serie con possibile proseguimento].”

Ma David Nevins vuole proprio che l’attore resti lo stesso: “Dovrei coinvolgere Michael. Lo farei solo con la sua presenza… Resta da capire se loro vogliono farlo, se io voglio farlo. […] Penso che lo show sia quel personaggio. Se lo faremo, voglio che Dexter abbia un nuovo concept e una configurazione innovativa. [In caso di revival,] vorrei che la serie venga recepita come diversa e non una continuazione del vecchio show”. 

Altra speranza si accese nel 2015, precisamente il 26 novembre, quando sull’account di Twitter fa la comparsa un post in merito al Ringraziamento, post che non resta in linea con quanto propone generalmente la pagina a serie ormai conclusa. Questa la frase che accompagna il post: His knife’s freshly sharpened – Il suo coltello è stato appena affilato. 

Infine si arriva al post che circola su Facebook e che ha inizialmente scaldato gli animi dei fan, salvo poi rivelarsi un fake, ben fatto, ma sempre un fake. Ma forse è meglio che resti tutto così.

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