Grafologia e criminologia. Killer e vittime analizzati attraverso la loro scrittura

Il libro “Grafologia e criminologia. Killer e vittime analizzati attraverso la loro scrittura” scritto dalla giornalista Candida Livatino offre un intrigante sguardo sulle personalità degli assassini e delle vittime, con una particolare attenzione ai femminicidi. La grafologia ha lo scopo di studiare i gesti grafici e di estrapolarne elementi relativi al nostro carattere, alla nostra personalità e al nostro comportamento. Questi elementi sono unici nella loro intrinseca particolarità, come tracce di DNA, ed è in grado di fornire informazioni fondamentali per scopi identificativi.

Secondo i recenti dati rilasciati dal Ministero dell’Interno, aggiornati al 3 settembre, quest’anno in Italia si sono verificati 225 omicidi, di cui 77 vittime donne. Questo libro, frutto di un lavoro impegnativo, mira a contribuire alla comprensione di ciò che si cela nella mente di molti assassini. Infatti, se fossero rilevati i segnali rappresentativi delle loro personalità in anticipo, certi crimini potrebbero forse essere prevenuti.

Attraverso un’analisi attenta e approfondita della scrittura, Candida Livatino mette a nudo le personalità di coloro che hanno commesso efferati crimini nel nostro Paese, come Michele Buoninconti, Matteo Messina Denaro e Andrea Volpe. L’autrice analizza anche l’anima dei più noti serial killer, come Ted Bundy, Charles Manson e Leonarda Cianciulli. Livatino è convinta che la grafologia possa rappresentare uno strumento di prevenzione e che possa aiutare le donne vittime di violenza ad evitare un tragico destino. Inoltre, lo studio analizza la scrittura di alcune vittime di femminicidio, come Roberta Ragusa, Sarah Scazzi e Yara Gambirasio, che hanno pagato con la loro vita per essersi fidate troppo delle persone, spesso legate a loro in modo stretto.

Il vero merito di questo libro risiede nella proposta davvero originale e coinvolgente che l’autrice offre ai suoi lettori: utilizzare la scrittura come uno strumento valido e, oserei dire, indispensabile per l’indagine introspettiva. Questo può contribuire in modo decisivo non solo alla prevenzione, spesso lasciata in secondo piano in politiche educative timide e inefficaci, ma anche alla lotta contro la violenza di genere, affiancando le tradizionali tecniche delle forze dell’ordine.

Candida Livatino è una giornalista pubblicista, perito grafologo e specializzata nella lettura dell’età evolutiva e nella valutazione grafologica per la selezione del personale. È membro dell’Associazione Grafologica Italiana e collabora con trasmissioni come “Mattino Cinque”, “Quarto Grado”, “Forum” e “Le Iene”, oltre a vari giornali del gruppo Mediaset. Ha vinto il premio Barocco nel 2013 e il Premio Internazionale Bronzi di Riace nel 2019.

Ted Bundy: il fascino del male

Ted Bundy – Fascino criminale, diretto da Joe Berlinger e interpretato da Zac Efron. Il film racconta la storia di Elizabeth Kloepfer, una donna che ha vissuto per anni una storia d’amore con Ted Bundy, uno dei più famigerati serial killer della storia americana.

Il fascino di Ted

La storia inizia con Elizabeth, ormai anziana e segnata dalla vita, che si reca in carcere per incontrare Ted. L’incontro è breve e sofferto, ma è anche un’occasione per Elizabeth di ricordare i giorni in cui Ted era un uomo affascinante e gentile, che aveva conquistato il suo cuore.

Elizabeth racconta di come si sono incontrati, in un bar, vicino a un juke box. Ted era un ragazzo bello e intelligente, con un sorriso disarmante. Elizabeth si era subito sentita attratta da lui, e non ci era voluto molto per innamorarsi.

Ted era un uomo premuroso e attento, e Elizabeth si sentiva al sicuro con lui. Era un uomo che sapeva come farla ridere, e che la faceva sentire speciale.

Il lato oscuro di Ted

Tuttavia, Elizabeth inizia presto a notare qualcosa di strano nel comportamento di Ted. È spesso nervoso e agitato, e a volte scompare per giorni senza dare spiegazioni.

Elizabeth inizia a sentirsi sempre più insicura, e a temere che Ted la stia tradendo. La sua paura aumenta quando la televisione inizia a diffondere notizie sugli omicidi di alcune ragazze.

Le vittime di Ted Bundy erano giovani studentesse, che venivano rapite, stuprate e uccise. Bundy era un uomo intelligente e metodico, e riusciva a eludere le indagini della polizia per molti anni.

L’arresto e il processo

Nel 1975, Ted Bundy viene finalmente arrestato. È accusato dell’omicidio di alcune ragazze, e viene condannato a morte.

Anche dopo essere stato arrestato, Ted continua a dichiarare la propria innocenza. Si difende in prima persona in uno dei primi processi spettacolo americani, ripreso dalle telecamere nello stato della Florida.

La fine di un incubo

Nel 1989, Ted Bundy viene giustiziato in Florida. La sua morte mette fine a un incubo che ha terrorizzato gli Stati Uniti per anni.

Un film controverso

Ted Bundy – Fascino criminale è un film controverso. Alcuni critici lo hanno accusato di glorificare un serial killer, mentre altri hanno elogiato la performance di Zac Efron.

Indipendentemente dal giudizio che si possa dare sul film, è innegabile che sia un ritratto accurato di Ted Bundy e della sua storia. Il film ci mostra il fascino e la pericolosità di un uomo che è stato capace di commettere crimini orribili.

Alcune riflessioni

La storia di Ted Bundy ci interroga sulla natura del male. Come è possibile che un uomo così affascinante e intelligente possa essere stato anche un serial killer?

La risposta non è semplice. Bundy era un uomo complesso e disturbato, che soffriva di gravi problemi psicologici. Tuttavia, è anche vero che ha sfruttato il suo fascino per attirare le sue vittime, e per evitare di essere catturato dalla polizia.

La storia di Ted Bundy è un monito per tutti noi. Ci ricorda che non dobbiamo mai giudicare le persone in base al loro aspetto, e che dobbiamo sempre stare attenti ai segnali di pericolo.

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