Roma Fumettara 2019: 70 autori raccontano la città di Roma

Dal 9 novembre 2018 al 6 gennaio 2019, il Palazzo delle Esposizioni di Roma ospita la mostraRoma Fumettara”, una scuola d’autori, 25 anni in mostra,70 autori raccontano la città di Roma, a cura della Scuola Romana dei Fumetti.  “Roma è la città degli echi, la città delle illusioni, la città del desiderio”. Per raccontare la mostra “Roma Fumettara” si potrebbe partire da questa frase di Giotto. Sono passati molti secoli da allora, ma la città di Roma non è cambiata. E il fumetto oggi, come la pittura allora, è forse il media più adatto a illustrare quegli echi, quelle illusioni e quel desiderio, essendo esso stesso eco, illusione e desiderio. Così se Milano dalla seconda metà del ‘900, si è affermata come la capitale economica del fumetto, Roma è senza dubbio la capitale del fumetto d’autore. Basti pensare a riviste come “Il Travaso delle Idee”, che nel dopoguerra vede la collaborazione di vignettisti quali Attalo e Jacovitti o al “Vittorioso”, dove appaiono firme altrettanto prestigiose, fino ad arrivare al più recente “Il Male”, dove pubblica, tra gli altri, Andrea Pazienza.

In questo fermento d’idee ed emozioni, tra gli anni ’60 e ‘70, sempre a Roma, nasce la rivista “Comic Art”, fondata da Rinaldo Traini, intorno alla quale si radunano i maggiori fumettari dell’epoca. Che si chiamano e si vogliono chiamare proprio fumettari e non fumettisti, per sottolineare la loro identità, inevitabilmente legata a un luogo, a una città, Roma. Non a caso, proprio in quegli anni, a quegli autori, è dedicata una mostra a Parigi dall’emblematico titolo di “Fumettarì”. Ed è da quel crogiolo culturale che nasce la Scuola Romana dei Fumetti, nell’ormai lontano 1993. Fondata da un gruppo di autori, Giancarlo CaracuzzoPaolo MoralesMassimo RotundoStefano Santarelli e Massimo Vincenti, provenienti dalle più diverse esperienze degli anni ’70 e ’80. Autori che vogliono chiamare la loro scuola “romana” ispirandosi all’omonima corrente pittorica. Autori che vogliono trasmettere le proprie conoscenze agli allievi attraverso il metodo della “bottega”. Autori che immaginano la loro scuola come una Bauhaus.  E in 25 anni, da quella scuola, sono usciti altri autori che lavorano per le principali case editrici italiane e internazionali. Alcuni di loro, poi, ne sono addirittura diventati soci, in pieno spirito Bauhaus. Come Massimo Rotundo, disegnatore di Tex, Stefano Caselli, disegnatore Marvel, Marco Gervasio con il suo “PaperTotti”, Eugenio Sicomoro, che collabora con i maggiori editori francesi, Arianna Rea, autrice per la Disney America, Simone Gabrielli, disegnatore della Glénat e della Bonelli, Maurizio Di Vincenzo, disegnatore di Dylan Dog, Lorenzo “LRNZ” Ceccotti, autore per Bao Publishing, Riccardo Federici, disegnatore per DC Comics, Carlo Labieni e Marco Valerio Gallo, storyboard artist, Claudio Bruni, regista d’animazione e Greg, Lillo e Max Paiella, attori dal passato da “fumettari” e docenti della SRF, solo per citare alcuni nomi di quelli presenti nella mostra.

Le opere in mostra esaltano la diversità delle scelte stilistiche e l’alternanza nell’uso delle tecniche, dalle più grafiche alle più pittoriche, fino al digitale. Una multiforme panoramica che racconta differenti punti di vista sulla storia, i luoghi e i simboli della Città Eterna, qui celebrata dagli autori che la popolano. Quartieri storici, monumenti come la Lupa, la Bocca della Verità, il Colosseo, la “Barcaccia”, sono stati rivisitati in chiave grottesca, comica, futuristica, fantasy o western. Compaiono le icone della Hollywood sul Tevere, come Aldo Fabrizi, Federico Fellini, Audrey Hepburn e Anna Magnani, mentre le strade della Capitale diventano l’ambientazione per i supereroi e i personaggi della tradizione dei fumetti. Non mancano gli omaggi a personalità rappresentative dello spirito romano, dallo sport di Francesco Totti, alla cultura di Renato Nicolini, dall’arte di Scipione, ai fumetti di Stefano Tamburini. Tra opere inedite, pubblicate e realizzate per l’occasione, possiamo assistere a un viaggio visivo che testimonia il forte legame creativo tra Roma e la sua scuola d’autori.

Pixar 30 anni di animazione in mostra

Oggi, 9 ottobre 2018 (fino al 20 gennaio 2019) prende il via, presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma, la mostra “Pixar 30 anni di animazione”, a cura di Elyse Klaidman e Maria Grazia Mattei.

La fama della Pixar, fondata in California nel 1986, è dovuta all’abilità nel combinare arte e tecnologia e all’utilizzo innovativo dei digital media per creare storie originali e personaggi intramontabili. Da Toy Story, il primo film completamente “animato” al computer, al più recente Coco, passando per Monsters & Co., Alla ricerca di Nemo, Cars e Inside Out, solo per citare alcuni titoli, i film della Pixar sono riusciti da sempre a coinvolgere e affascinare bambini e adulti. Ma in pochi sanno che questi incredibili film sono il frutto del lavoro di una squadra di creativi e registi di fama mondiale che utilizza i tradizionali strumenti come il disegno, i colori a tempera, i pastelli e la scultura insieme a quelli dei digital media più all’avanguardia.

Con oltre 400 opere tra disegni, sculture, bozzetti, collage e storyboard, e una ricchissima selezione di materiali video, la mostra Pixar. 30 anni di animazione curata da Elyse Klaidman e da Maria Grazia Mattei per l’edizione italiana, è un vero e proprio viaggio negli Studios, e nell’universo creativo della Pixar che approda al Palazzo delle Esposizioni di Roma. Il percorso espositivo, progettato da Fabio Fornasari, propone una chiave di lettura basata sui concetti di Personaggio, Storia e Mondo, tre elementi fondamentali per realizzare un grande film. Il tutto arricchito da due installazioni spettacolari, l’Artscape e lo Zoetrope, che con la tecnologia digitale fanno rivivere le opere esposte e ricreano l’emozione e la magia dell’animazione.

Per info: palazzoesposizioni.it/mostra/pixar-30-anni-di-animazione

Georg Baselitz. Gli Eroi

Gli antieroi di Georg Baselitz in mostra a Roma, una settantina di opere di un artista simbolo della molteplicità di contraddizioni che dilaniarono il suo tempo. Una mostra itinerante su Georg Baselitz a cura di Max Hollein in collaborazione con Daniela Lancioni, che dopo essere approdata a Francoforte e a Stoccolma andrà anche a Bilbao, è ora visitabile al Palazzo delle Esposizioni a Roma fino al 18 giugno.

SoldatiPastoriRibelliPartigianiPittoriPittori moderniRossiBianchi sono gli Eroi e i Nuovi tipi dipinti da Georg Baselitz tra il 1965 e il 1966 in completa solitudine e immerso in un vero e proprio furore espressivo. Per la prima volta una grande mostra monografica riunisce un cospicuo numero di questi dipinti considerati una sorta di manifesto della pittura di Baselitz e una pietra miliare della storia dell’arte contemporanea.

Cresciuto nella Germania Democratica e trasferitosi nella Germania Federale prima della costruzione del Muro di Berlino, l’artista lavorò a questo ciclo appena ventisettenne di ritorno dal soggiorno a Firenze, dove aveva trascorso sei mesi grazie a una borsa di studio. Condotti con una pittura vigorosa, in cui il colore, il segno e la figura raggiungono una forte intensità, quasi sfidandosi a vicenda, i dipinti offrono una figura del tutto inedita di eroe. In contrasto con l’immagine positiva legata alla retorica e alla propaganda bellica e postbellica, gli Eroi di Baselitz mostrano fragilità, precarietà, contraddittorietà.

Colossi in uniformi lacere, si stagliano, frontali, su uno sfondo di macerie, feriti e vulnerabili. Questo sentimento di disperazione, tuttavia, è attenuato dall’immagine di un medicamento, dalla presenza di un utensile, la tavolozza del pittore ad esempio, o dal gesto di raccogliere nella mano un piccolo carro o un lembo di paesaggio come a proteggere i semi di futura coltura. Un tragico fallimento o un segno di speranza: un’ambiguità preziosa, espressa da un giovane nato in Germania prima della caduta del nazionalsocialismo, che ha visto il suo paese diviso in due metà, in contrasto tra loro, senza riuscire a riconoscere in alcuna delle due un valido modello sociale.
Oltre a buona parte dei dipinti del ciclo degli Eroi Nuovi tipi, la mostra raccoglie una selezione di disegni e di xilografie dello stesso soggetto e i primi esemplari dei quadri cosiddetti “fratturati” del 1966 dove l’artista sperimenta una riorganizzazione dell’immagine che precede la stagione dei dipinti capovolti.
Infine, con l’idea di tracciare un’ideale continuità tra il passato e il presente, la mostra si conclude con una selezione dei dipinti del ciclo Remix, ai quali Georg Baselitz ha iniziato a lavorare nel 2005, riferibili alla serie degli Eroi e dei Nuovi tipi datati 2007 e 2008.
La mostra è stata ideata dallo Städel Museum di Francoforte e realizzata in collaborazione con il Palazzo delle Esposizioni di Roma, il Moderna Museet di Stoccolma, il Museo Guggenheim Bilbao. È accompagnata da un catalogo corredato da un ricco apparato iconografico e da nuove e aggiornate interpretazioni, disponibile nella versione italiana, inglese e tedesca.
Exit mobile version