Correva l’anno 2000. Eravamo all’alba di un nuovo millennio, tra il timore del Millennium Bug e il fermento per un futuro tutto da scrivere. Ma in Giappone, sotto le luci al neon delle sale giochi e tra scaffali pieni zeppi di capolavori videoludici, c’era un nome che echeggiava ovunque: Final Fantasy. Dopo l’enigmatico e divisivo ottavo capitolo, che aveva portato la saga verso atmosfere più mature e tecnologiche, Square – all’epoca ancora priva della fusione con Enix – compì una scelta controcorrente, un vero e proprio colpo di teatro. Il 7 luglio del 2000 arrivò Final Fantasy IX, un capitolo che nessuno si aspettava, ma che molti avrebbero imparato ad amare profondamente. Oggi, venticinque anni dopo, Final Fantasy IX è più vivo che mai. Non solo nei nostri ricordi, ma anche in una community attivissima che continua a celebrarlo, a reinterpretarlo, a sperare in un remake che – chi lo sa – potrebbe essere dietro l’angolo. Ma cos’ha reso questo gioco così speciale da meritarsi un posto d’onore nel cuore di milioni di fan? Scopriamolo insieme, ripercorrendo le atmosfere, le emozioni e le magie di un’avventura che ha saputo farci ridere, piangere, riflettere… e soprattutto vivere.
Un inaspettato ritorno alle origini: quando il fantasy era ancora pura meraviglia
Nel momento in cui la saga sembrava ormai saldamente ancorata a scenari futuristici e trame sempre più complesse, Final Fantasy IX compì una virata decisa verso il passato. Addio megalopoli cibernetiche e armi nucleari, benvenuti regni medievali, foreste incantate, draghi e magie antiche. Gaia, il mondo in cui si svolge l’avventura, è un omaggio vivente all’epic fantasy, un mosaico di terre magiche e città sospese tra steampunk e fiaba classica.
E se da un lato la direzione artistica – curata da Toshiyuki Itahana e Shukou Murase – ci regala ambientazioni da libro delle favole, dall’altro la trama, scritta dal trio Sakaguchi-Kitagawa-Nojima, ci sorprende con una profondità inaspettata. Il protagonista, Gidan Tribal, è tutto tranne che l’eroe tormentato a cui ci aveva abituati Cloud o Squall: è un ladro dal cuore d’oro, impulsivo, affettuoso, spesso buffo ma mai banale. La sua missione? Rapire la principessa Garnet. Ma come in ogni grande storia che si rispetti, niente va secondo i piani.
Personaggi memorabili per un viaggio indimenticabile
Quello che davvero distingue Final Fantasy IX dagli altri capitoli della saga è il suo cast corale. Ogni personaggio ha una voce unica, un passato denso di emozioni, un arco narrativo che evolve in modo coerente e coinvolgente. Vivi Ornitier, il piccolo mago nero, è forse il simbolo stesso del gioco. Con i suoi occhi luminosi e il suo cappello sproporzionato, sembra uscito da una fiaba per bambini, ma dietro al suo aspetto tenero si nasconde una delle riflessioni più profonde mai affrontate in un videogioco: cosa significa vivere? Cosa significa morire? E che valore ha la nostra esistenza, anche se destinata a finire?
Accanto a Vivi troviamo personaggi altrettanto straordinari: Steiner, il cavaliere impacciato ma fedele; Freija, l’amazzone tragica alla ricerca dell’amore perduto; Eiko, l’ultima dei suoi, testarda e vulnerabile; Amarant, il guerriero solitario dal cuore incatenato. E poi lei, Garnet – o Daga, come preferisce farsi chiamare – una principessa in fuga, che attraversa il dolore della perdita e la scoperta della libertà. È difficile non affezionarsi a ciascuno di loro. E, cosa ancora più rara, è difficile dimenticarli.
Gaia: un mondo costruito con amore e meraviglia
Visitare Gaia è come sfogliare un libro illustrato dove ogni pagina è un’opera d’arte. Alexandria, con i suoi castelli e i teatri; Lindblum, una città industriale sospesa tra torri meccaniche e tradizioni secolari; Burmesia e Cleyra, regni gemelli di pioggia e sabbia; il misterioso Continente Esterno, le lande innevate, i templi perduti. Ogni luogo racconta una storia, ogni villaggio ha le sue leggende, ogni scorcio è pensato per stupire.
E non dimentichiamo Tera, il mondo parallelo che ci proietta verso una dimensione onirica e decadente, e infine il Luogo dei Ricordi, dove realtà, sogno e memoria si fondono in un’esperienza quasi metafisica. Final Fantasy IX riesce là dove molti RPG falliscono: farci sentire parte di un mondo vivo, che respira, che cambia insieme a noi.
Un gameplay classico con il cuore nuovo
Dal punto di vista del gameplay, Final Fantasy IX sceglie la via della semplicità senza rinunciare alla profondità. Il sistema di combattimento a turni torna in tutto il suo splendore, arricchito da un’interfaccia elegante e da meccaniche ben rodate. Il sistema delle abilità, legato all’equipaggiamento, aggiunge un elemento strategico interessante: più usi un’arma o un’armatura, più interiorizzi le sue abilità. Una scelta che premia chi esplora, sperimenta e non ha paura di cambiare.
Innovativa anche l’introduzione degli Active Time Events (ATE), che permettono di assistere a scene opzionali in cui altri personaggi vivono eventi paralleli. Non solo un modo per arricchire la lore, ma anche uno strumento narrativo potente, che crea empatia e senso di comunità. E poi c’è il Tetra Master, il minigioco di carte che – pur non raggiungendo la popolarità del Triple Triad di FFVIII – ha saputo appassionare moltissimi fan con il suo sistema di regole criptiche e collezionismo sfrenato.
La sinfonia d’addio di Nobuo Uematsu
Se c’è un elemento che eleva Final Fantasy IX a opera d’arte, è senza dubbio la colonna sonora. Nobuo Uematsu, storico compositore della saga, firma qui la sua ultima OST completa per un capitolo principale. E lo fa regalando al mondo una delle più belle partiture mai scritte per un videogioco.
Ogni brano è una pennellata d’emozione: dalla malinconia dolce di “Vamo’ alla Flamenco” alla maestosità di “You’re Not Alone”, fino alla struggente “Melodies of Life”, che ancora oggi riesce a far venire i brividi a chiunque l’abbia ascoltata durante i titoli di coda. Uematsu ha dichiarato che con Final Fantasy IX voleva trasmettere un messaggio semplice, ma potente: Vivere! – con il punto esclamativo. E c’è riuscito.
Una leggenda che continua a brillare
Nel tempo, Final Fantasy IX ha saputo scrollarsi di dosso l’etichetta di “fratello minore” rispetto al settimo e ottavo capitolo. Con quasi dieci milioni di copie vendute, un Metacritic da urlo e una fanbase agguerrita, è diventato uno dei titoli più amati dell’intera saga. Un successo costruito nel tempo, con pazienza, con amore. E oggi, più che mai, il gioco continua a vivere grazie a iniziative della community.
La più celebre è sicuramente Moguri Mod, una mod fan-made sviluppata da “snouz” che trasforma la versione PC in un’edizione definitiva. Sfondi ridisegnati grazie all’intelligenza artificiale, migliorie audio, menù ripuliti e una fluidità che rende giustizia all’esperienza originale. Una vera dichiarazione d’amore che ha riportato Final Fantasy IX sotto i riflettori anche per le nuove generazioni.
Remake in vista? Il sogno che potrebbe diventare realtà
E ora veniamo alla domanda che tutti si pongono: Final Fantasy IX avrà mai un remake? Le voci si fanno sempre più insistenti. Secondo l’insider NateTheHate, Square Enix starebbe lavorando a un rifacimento completo, previsto addirittura prima della conclusione della trilogia remake di FFVII. Si parla del 2026, anno in cui potremmo – forse – tornare a volare tra le navi di Lindblum con grafica moderna e doppiaggio integrale.
Ma c’è un ostacolo non da poco: la vastità del contenuto originale. Naoki Yoshida ha lasciato intendere che un remake completo potrebbe richiedere un formato episodico, una scelta che divide i fan. Alcuni sarebbero pronti a tutto pur di tornare a Gaia, altri temono che si possa perdere l’unità narrativa che rende Final Fantasy IX così speciale. Square Enix, per ora, tace. Ma a volte il silenzio è più eloquente di mille annunci.
Un’eredità eterna. Un invito a sognare, ancora
In un panorama videoludico sempre più frenetico, realistico e cinico, Final Fantasy IX resta un baluardo di poesia, fantasia e umanità. È l’ultima grande fiaba della saga classica, un racconto che ci accompagna da un quarto di secolo senza perdere un briciolo della sua magia. Non è invecchiato: è cresciuto insieme a noi. Come i ricordi migliori, quelli che custodiamo in fondo al cuore, tra le note di una canzone e le lacrime di un finale indimenticabile.
E ora che il gioco compie 25 anni, non resta che tornare a Gaia. Che sia con un vecchio salvataggio su PS1, con la versione rimasterizzata o, chissà, con un remake futuro, l’importante è non dimenticare mai il messaggio che Final Fantasy IX ci ha lasciato: vivere! Con il punto esclamativo.
E tu? Hai giocato Final Fantasy IX quando uscì? O l’hai scoperto più tardi? Hai un ricordo speciale legato a Vivi, Gidan, Garnet o alla tua prima partita a Tetra Master? Raccontacelo nei commenti qui sotto o condividi l’articolo sui tuoi social: riviviamo insieme la magia di questo capolavoro senza tempo.