I fumetti di Fiorello: un esperimento editoriale tra marketing e intuizione

Fiorello, uno dei volti più noti dello spettacolo italiano, ha avuto anche una breve parentesi nel mondo del fumetto con la rivista I fumetti di Fiorello, pubblicata nel 1995.

Un’idea nata dal successo:

La rivista era un’estensione del successo di Fiorello, all’epoca reduce dal boom di Karaoke e in procinto di partecipare al Festival di Sanremo. L’obiettivo era di sfruttare la sua popolarità per creare un prodotto crossmediale che coinvolgesse anche i lettori.

Un mix di stili e contenuti:

La rivista presentava due tipi di fumetti: uno caricaturale di Carlo Peroni e uno realistico di Andrea Da Rold. Le storie spaziavano dalla fantascienza al quotidiano, con incursioni nel mondo della musica e dello spettacolo. C’erano anche rubriche, servizi, giochi e test, con un target di riferimento non sempre ben definito.

Un esperimento di breve durata:

I fumetti di Fiorello durò solo quattro numeri, nonostante le buone vendite. Le ragioni della chiusura sono da ricercarsi in una mancanza di coesione editoriale e in un’immagine di Fiorello in fase di transizione.

Un’intuizione anticipatrice:

Pur essendo un esperimento imperfetto, la rivista rappresenta un’intuizione interessante. Anticipa di molti anni la tendenza dei fumetti con protagonisti influencer e personaggi famosi.

Postalmarket: ritorna in edicola l’icona pop (e sexy) della generazione Xennial

Ritorna in edicola Postalmarket, non un semplice catalogo di moda ma un’icona della Pop Culture che ha “cresciuto” diverse generazione di italiani portando il concetto dei “grandi magazzini” nelle case degli italiani, molto prima di Amazon e di Ebay, Lo storico catalogo italiano, ora diventato un magazine di trend e d’ispirazione per lo shopping Made in Italy , torna in edicola! Secondo il mitico showman Fiorello si può riassumete la sua esperienza di lettura “da bambino” di questo catalogo.
Era un oggetto mitico, uno di famiglia. Era il pozzo dei desideri, dove immergersi per sessioni di shopping a costo zero, spesso, perché già solo sfogliarlo ti dava soddisfazione. E sì, univa un po’ tutta l’Italia, perché al di là del ceto sociale e possibilità economiche i sogni di un bel vestito o di un oggetto per la casa erano gli stessi. Insomma, sognare non costava nulla”.
Come non condividere questo pensiero di Fiorello? Si perchè da bambini, noi poveri “Xennial” nati a cavallo tra gli anni ’70 e ’80, non aspettavamo altro che l’arrivo di Postalmarket (e del suo competitor vestro) per entrare in un “negozio di giocattoli” cartaceo, scoprire i nuovi pupazzi e giochi, cominciare a redigere la nostra letterina a Babbo Natale che, invece della slitta, uscava proprio questi “martketplace analogici” come mezzo per arrivare nelle cassetta delle lettere dei nostri genitori.
Poi, siamo obiettivi, arrivò l’adolescenza è l’interessa verso la rivista/catalogo cambiò drasticamente! In un tempo lontano quando Pornub era solo un’utopia e nel quale solo pochi coraggiosi compagni di classe ardivano recarsi in edicola o in videoteca alla ricera ci materiale “vietato ai minori”, noi poveri ragazzotto aspettavamo con piacere Postalmakert perché era l’unica rivista, ammessa in casa, in cui si poteva “intravedere” (con molto fantasia) corpi di bellissime modelle in intimo: primo sogno erotico se non si considera ovvviamente il cartone animato “L’incantevole Creamy“. Postalmarket dunque è stato un vettore del nostro gusto del proibito perchè aveva l’ardire di mostrare (suo malgrado) particolari anatomici e figure femminili anche se, ovviamente, in pose pudiche e molto castigate… a noi, in quei tempi lontani, bastava così.
Poi diventammo “Nerd”, orgogliosi esserlo, i giocattoli e le donnine passarono in secondo piano rispetto ai videogiochi (certo che eravamo strani!). Postalmarket rappresentò per noi una “chiave di volta”: uno strumento utilissimo per condividere con i nostri genitori le meraviglie della tecnologia di quel periodo in modo semplice ed efficace direttamente grazie alle foto e alle descrizione “molto creative” dei redattori della rivista!
Di acqua ne e passata sotto i ponti e parlare di queste cose ora, tra la galassia di piattaforme e di ecommerce moderni sembra davvero molto assurdo, a tratti boomer.
Comunque dopo anni di oblio, Postalmarket è tornato a far parlare di se, rinascendo dalle sue ceneri nell’estate 2021 con l’apertura del marketplace Postalmarket.it. Il magazine è la vetrina editoriale di un marketplace che registra numeri importanti con 50 mila prodotti disponibili all’acquisto. Non solo moda dunque, ma anche beauty, food&beverage, casa, intimo, tempo libero, arte ed esperienze turistiche. Ampio spazio viene riservato alle aziende impegnate sul fronte della sostenibilità, sia etica che ambientale. La prima edizione del nuovo catalogo cartaceo uscita in centomila copie ad ottobre 2021 (in copertina Diletta Leotta) è andata sold out in pochi giorni.
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