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1492 – La conquista del paradiso: Ridley Scott annuncia la director’s cut da 4 ore

Ridley Scott è uno di quei registi che, nel corso della sua lunga carriera, ha saputo immergersi in epoche, storie e personaggi dalle dimensioni monumentali, traendo da ogni progetto una narrazione che si fa epica. Un esempio perfetto di questa sua visione grandiosa è 1492 – La conquista del paradiso (1992), un film che racconta il viaggio di Cristoforo Colombo verso il Nuovo Mondo e le sue devastanti conseguenze per i nativi americani. Nonostante le lodi ricevute, il film ha lasciato sul pavimento della sala di montaggio una grande quantità di materiale, che Ridley Scott ha deciso finalmente di recuperare per dare vita a una versione ampliata. Ecco che l’annuncio di una director’s cut di 1492 da quattro ore ha riacceso l’interesse attorno a questo capolavoro cinematografico, che ora potrebbe finalmente rispecchiare la visione originale del regista.

Il film, che celebra il cinquecentenario del viaggio di Colombo, è una riflessione complessa sulla scoperta dell’America e sulle sue implicazioni storiche. Si concentra soprattutto sulle difficoltà incontrate da Colombo, il navigatore italiano ambizioso che cercava di raggiungere le ricche Indie, e sulle tensioni politiche, culturali e sociali che accompagnano questa impresa. Mentre la Spagna si prepara a fare il grande passo verso l’ignoto, la pellicola esplora anche le difficoltà umane, come l’isolamento di Colombo, il conflitto con le autorità religiose e scientifiche dell’epoca, e la crescente frustrazione dovuta alla mancanza di oro che si traduce in una violenza senza fine verso i popoli nativi.

Nel film, il personaggio di Cristoforo Colombo, interpretato da Gérard Depardieu, si muove tra il sogno di una scoperta senza precedenti e le realtà politiche che si fanno sempre più difficili da affrontare. La tensione tra la sua visione utopica e l’impatto devastante delle sue azioni sui nativi è il cuore pulsante di questa opera cinematografica. Ma, come spesso accade, la versione finale del film non ha mai potuto raccontare questa storia nella sua interezza. Scott stesso ha dichiarato in un’intervista che la sua visione non è stata pienamente realizzata al momento della prima uscita. La durata originale del film è di 154 minuti, ma sono state tagliate molte scene che avrebbero potuto approfondire ulteriormente la narrazione.

La nuova director’s cut, che Scott sta preparando, promette di restituire al film la sua complessità originale. L’approfondimento delle dinamiche politiche e sociali che caratterizzano il viaggio di Colombo, insieme a una visione più completa dei personaggi e delle loro motivazioni, sono gli aspetti che Ridley Scott vuole riportare alla luce. In particolare, una delle problematiche maggiori durante la produzione del film fu la difficoltà nella registrazione delle battute di Gérard Depardieu, che all’epoca non parlava perfettamente l’inglese. Scott ha recentemente ammesso che sarebbe stato meglio risuonare alcune delle battute del protagonista, e chissà che questa director’s cut non porti anche a una revisione del doppiaggio con attori come Kenneth Branagh, per ottenere il massimo dalla performance.

Questa nuova versione del film, che verrà probabilmente distribuita su una piattaforma di streaming, rappresenta quindi una seconda opportunità per il pubblico di apprezzare un’opera che non è mai stata mostrata nella sua interezza. 1492 non è solo un racconto storico, ma un’affascinante riflessione su come i sogni di un uomo possano generare conseguenze epocali e spesso devastanti per gli altri. La scoperta dell’America, infatti, viene raccontata come una storia di inganni, violenze e sogni infranti, ma anche di un potere coloniale che si impone sulle popolazioni indigene in modo brutale e senza scrupoli.

Le immagini mozzafiato, accompagnate dalla leggendaria colonna sonora di Vangelis, che aveva già collaborato con Scott per Blade Runner, rendono 1492 un film che mescola la bellezza visiva con il dramma umano, unendo la grandiosità dei temi trattati con la profondità delle emozioni vissute dai personaggi. La promessa di una versione da quattro ore non è solo una questione di quantità di contenuti, ma di dare spazio a tutte le sfumature che Scott aveva originariamente immaginato.

L’uscita della director’s cut di 1492 – La conquista del paradiso non è solo un regalo per gli appassionati di Ridley Scott e della storia del cinema, ma anche per chiunque voglia comprendere appieno le implicazioni storiche e morali di un viaggio che ha cambiato il destino di interi continenti. Se la versione del 1992 ha aperto uno spunto di riflessione sulla scoperta del Nuovo Mondo, la nuova director’s cut ci inviterà a rivedere tutto sotto una luce più intensa e, forse, più critica. Un’opera che finalmente avrà la durata che merita, per raccontare una storia che ha segnato il destino di molti.

Ut. Histeria di Paola Barbato e Corrado Roi

L’attesa per i fan di Ut è finalmente finita con l’uscita del terzo capitolo della serie, intitolato “Histeria”, che arriva in una versione Director’s Cut esclusiva, rivisitata dagli stessi autori Paola Barbato e Corrado Roi. Questa nuova edizione non è solo un semplice aggiornamento della precedente, ma un’opportunità per i lettori di scoprire nuove sfumature di un’opera che ha già conquistato molti per la sua originalità e il suo approccio spiazzante alla distopia e all’introspezione psicologica.

In questo capitolo, il lettore viene catapultato in un mondo futuro in cui l’umanità è stata estinta, lasciando dietro di sé solo rovine e nuove forme di vita. Queste creature, che una volta erano simili agli esseri umani, ora sono governate solo dai bisogni più primordiali. In questo scenario desolato, si muove Ut, un essere elementare, feroce e al contempo infantile. La figura di Ut, che mescola la brutalità dell’istinto con una sorta di innocenza primitiva, è uno degli aspetti più affascinanti dell’opera di Barbato e Roi, che riescono a rendere il personaggio tanto umano quanto alieno, in un equilibrio che scuote e affascina.

Il terzo episodio, infatti, segna una tappa cruciale nel viaggio di Ut. Il protagonista si imbarca in una ricerca disperata del suo compagno più fedele, il gatto Leopoldo. Questa missione lo porta ad affrontare un viaggio solitario e allucinante all’interno delle misteriose Case, un luogo in cui ogni passo può avere conseguenze catastrofiche. La tensione cresce mentre Ut naviga in un mondo fatto di pericoli invisibili e minacce costanti, con il rischio che il minimo errore possa significare la fine. La solitudine di Ut, la sua determinazione e la sua fragilità sono messe alla prova in ogni pagina, mentre la storia prende pieghe sempre più surreali e inquietanti.

In questa nuova versione Director’s Cut, Paola Barbato e Corrado Roi rivedono e arricchiscono l’opera, offrendo ai lettori una visione più completa e intima della storia. Le modifiche apportate non sono solo estetiche o narrative, ma arricchiscono la profondità psicologica dei personaggi e del mondo che hanno creato. Il lettore si trova così a esplorare un universo più denso e complesso, dove le emozioni di Ut e gli eventi che lo circondano acquistano una nuova intensità.

L’introduzione al volume, scritta dalla stessa Paola Barbato, offre uno sguardo privilegiato sul processo creativo che ha portato alla realizzazione di Histeria. In essa, Barbato riflette sul percorso della serie, sulle sue influenze e sugli sviluppi dei personaggi, mentre la postfazione di Gianmaria Contro analizza l’opera sotto un’ottica più critica, illuminando le tematiche più profonde e le scelte artistiche degli autori. La copertina, firmata da Corrado Roi, è un altro elemento che aggiunge valore a questo volume, con il suo stile unico che riflette perfettamente l’atmosfera dell’intera serie.

Inoltre, per i collezionisti e gli appassionati, Histeria è disponibile anche in un’edizione speciale con copertina variant, realizzata appositamente per il distributore Star Shop. Questa edizione esclusiva è disponibile anche presso il Bonelli Store e sullo shop online di Sergio Bonelli Editore, rappresentando un’occasione imperdibile per chi desidera aggiungere un pezzo da collezione alla propria libreria.

Il terzo capitolo di Ut è un’opera che continua a sfidare le convenzioni del fumetto, proponendo una visione unica e disturbante del futuro. Le parole di Paola Barbato e i disegni di Corrado Roi sono un’accoppiata vincente che regala al lettore una narrazione viscerale, fatta di emozioni contrastanti e colpi di scena. Con “Histeria”, la serie si prepara a condurre i lettori verso una conclusione ancora più epica e coinvolgente, mantenendo alta la tensione e la curiosità per ciò che accadrà nel capitolo finale. Un’opera da non perdere per chi è alla ricerca di un fumetto che non si limiti a intrattenere, ma che sfidi anche le proprie emozioni e la propria visione del mondo.

Recensione di Zack Snyder’s Justice League

A chi non piace Snyder, la sua regia, la sua sensibilità narrativa, il suo modo di trasporre i fumetti DC su pellicola, i suoi slowmo, i suoi turnig points banali ma potenti, non potrà piacere nemmeno questo film. Questo, dei film di Zack Snyder, è probabilmente il film più “Zack Snyder” in assoluto. 300, Watchmen, Sucker Punch, Man of Steel, Batman v Superman hanno tutti quel tocco visionario che li accomuna, quella saturazione bassa dei colori, quelli slow motion che hanno reso celebri alcune scene, ma sono tutti film che hanno un limite : il tempo.
Per una serie di eventi fortuiti, in questo caso Snyder ha invece avuto carta bianca e il suo Justice League diventa un qualcosa che va ben oltre il concetto di Director’s Cut, un qualcosa che personalmente definirei come Director’s Identity. Tutti sappiamo che Snyder nel 2017 ha dovuto abbandonare il suo film, film che è stato tagliato, rimaneggiato, parzialmente rigirato, confezionato e venduto da Warner Bros in una veste molto più leggera e commerciale, ma talmente snaturata della sua essenza che forse ritroviamo la migliore definizione in una frase che Ben Affleck stesso uso al tempo per definire la cosa:
“ un animale col corpo di una mucca e la testa di un cavallo “.
Personalmente, da nerd amante di cinema, making of, backstage e retroscena in generale, seguo la vicenda dalla nascita dell’hashtag Release The Snyder Cut, e a seguito delle dichiarazioni degli attori e di alcuni segnali che il regista stesso ha disseminato nel tempo ( memorabile fu l’evento comics dove sulla locandina era nascosto il numero col minutaggio del suo Justice League) non avevo dubbi della sua esistenza, ma non credevo che la versione iniziale del film potesse essere così distante da quella uscita al cinema quattro anni fa.
In questa versione, non priva di difetti intendiamoci (alcuni effetti visivi vanno bene per la tv, ma risultano ancora un po’ grossolani se il film fosse stato distribuito al cinema), troviamo decisamente una dinamica più convincente nella relazione tra i personaggi, una narrativa più distesa che si prende i suoi tempi e che colma moltissime lacune rispetto alla versione passata, e il tutto tempestato di mille milioni si scene rallentate, che rendono Snyder il regista più fumettistico del panorama attuale, poiché non potendo arrestare le immagini, le rallenta all’inverosimile con lo scopo di regalare delle tavole da paginone centrale di un fumetto DC, ma su grande schermo.
Di questo grande lavoro ne risentono positivamente tutti i personaggi, soprattutto quelli “castrati“ dal montaggio del 2017, ed infatti qui ritroviamo un Batman motivato e reduce dai sensi di colpa, un flash leggero ma non troppo, un Superman decisamente più convincente, un Cyborg che finalmente ha un senso e fa da collante tra le vicende della squadra e i famosi cubi della creazione e l’introduzione di un personaggio fikiiiissimo che aggiunto alla scena finale mostra palesemente la volontà del regista di portare avanti il suo progetto…
Perché parliamoci chiaro, aldilà delle ultime dichiarazioni, è evidente che Zack stia cercando una seconda opportunità e per quanto in molti si siano già sbilanciati dicendo che “È IMPOSSIBILE  che Warner torni sui suoi passi dando nuova spinta al progetto iniziale, ricordo che erano sempre in molti quelli che fino ad un anno fa dicevano che “ERA IMPOSSIBILE“ che esistesse una Snyder’Cut di Justice Legague e invece, siamo qui a parlarne, perché come ricorda spesso il caro buon Dave Filoni : Never say never.